Estate 1992: Filippo e Martina, fratello e sorella, attendono impazienti la festa del patrono e l’arrivo delle giostre. Sono bambini come tanti, intrappolati nella sonnolenta routine della provincia e in una realtà familiare che giorno dopo giorno si fa sempre più opprimente. Quando nella piazza del paese fa la sua comparsa una nuova e bizzarra attrazione - il baraccone di Serafina, la Donna Aracnide - i due non vedono l’ora di poter assistere al misterioso spettacolo. Saranno partecipi del disvelamento di un universo spaventoso, governato da una creatura affamata di disperazione e desideri inconfessabili che li condurrà in un lungo viaggio alla ricerca di un senso, di una speranza, di un riscatto. Con "Della donna aracnide" la stupefacente scrittura di Luigi Musolino ci trascinerà in una storia sulle ossessioni e la perdita dell’innocenza, sui sogni infranti e il potere dei ricordi, sulle ragnatele del passato che ci soffocano e impediscono di vivere.
Dopo Pupille, Musolino torna con un racconto "breve": stiamo sulle 200 paginette, un Nodo particolarmente corposo e affascinante che si rivela fin troppo breve alla conclusione del tutto.
Una storia che si muove lenta fra passato e presente, prendendosi tutto il tempo che merita per raccontarci gli eventi che spaccarono le cose, distruggendo tutto.
Un presente ossessivo, ricco di dolore e malessere in cui la ricerca non sembra avere una fine.
Sprazzi di questo presente vengono alternati al passato in cui scopriremo cosa ha portato a tutto ciò.
Ci troveremo ad aver a che fare con due fratelli, Martina e Filippo. Lei più grande che si prende cura del fratellino, con un rapporto fra i due davvero molto stretto, anche perché in famiglia le cose non vanno benissimo e i genitori non fanno altro che generare odio e liti, che purtroppo minano alla pace e felicità dei due innocenti spettatori.
Un estate come tante altre, fra vacanze, compiti, noia,...finché finalmente in città arrivano i baracconi e il tutto diventa una festa per i più piccoli, pronti a passare le serate a divertirsi con gli amici, abbandonando i problemi vari fuori da tutta quell'atmosfera di gioia.
Quell'anno però c'è una novità. In un angolo un carrozzone molto particolare attira la loro attenzione: sulla fiancata un disegno di una donna col busto femminile, ma il resto da ragno.
Quell'anno però c'è una novità. In un angolo un carrozzone molto particolare attira la loro attenzione: sulla fiancata un disegno di una donna col busto femminile, ma il resto da ragno.
Serafina, la Magnifica Donna Aracnide. Che promette di esaudire i desideri del suo pubblico.
Fra paura e curiosità i due sono attirati allo spettacolo che sarà indimenticabile e, come già vi dicevo, segnerà le loro vite in modo atroce. Ci sarà un prima e un dopo.
Musolino è davvero bravo a raccontare tutto questo, prendendosi il tempo che ci vuole e lasciando spesso il lettore in sospeso ad immaginare come saranno andate le cose, ma penso sorprendendolo completamente. Una storia che racconta uno spaccato in cui tanti si possono riconoscere, anche se più giovani e non avendo vissuto il '92 con gli anni dei protagonisti. Riesce a farti sentire piccolo, in balia dei genitori, in mezzo ad una guerra non tua, ed oltre tutto ciò la felicità delle serate fra le giostre con gli 883 sparati a palla e gli amici accanto.
Non fa paura nel senso classico del termine. Ok, certe scene possono essere disturbanti per un certo tipo di pubblico, ma in generale c'è altro di spaventoso fra le pagine.
Un libro che nasconde tanti orrori che ti strisciano addosso fastidiosi e leggeri come fili di ragnatela; brividi che senti sottopelle in agguato pronti a smuovere qualcosa dentro, sensazioni familiari o anche solo empatiche. La banalità di certe situazioni che riesce a scavalcare i muri del quotidiano e portarti oltre, fra realtà e fantasia, fra immaginazione, sogno e vita vera. In alcuni punti ti chiedi se credere a chi ti sta raccontando questa storia o se è tutta una grande bugia.
Si, voglio restare molto vaga.
Dovete scoprire tutto leggendo, pagina dopo pagina, cercando di capire dove vi porterà la trama e lasciandovi quasi cullare da questo incubo.
Merita il viaggio.
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