Per gli abitanti della Valle non è insolito che la gente sparisca nel nulla o che muoia senza una ragione. Sono le Ombre, tutti in Valle lo sanno. Ci sono sempre state a dispensare miracoli o sciagure, ma dopo la costruzione della centrale sono diventate sempre più ostili. Tra saga famigliare e fiaba dark, tra folk horror e malinconia, tra weird e storia industriale, "Ombre dei vivi e dei morti" ci conduce in un viaggio nel lato oscuro del progresso tecnologico, verso tutto ciò che è andato perso, verso una casa che non è più la nostra.
La storia infatti parla di piccoli paesini delle montagne, di cosa resta per chi non vuole andarsene e di cosa cambia per chi se ne va e sembra aver tradito la sua casa (per chi è rimasto).
Ovviamente c'è molto molto di più.
C'è il passato di una famiglia, ciò che ha fatto loro la montagna o "qualcosa" che gli si annida dentro. Un passato di minatori laboriosi, ma non solo, gente che lavorava fra le rocce per costruire e mantenere quelli che sarebbero diventati impianti idroelettrici; famiglie che di generazione in generazione si sono (praticamente) tramandati quei lavori, nascendo, crescendo e morendo fra quelle montagne.
Una storia con lati oscuri. Fra le pagine ci racconta di una famiglia che (come tutte quelle della Valle) ha a che fare da tutta la vita con quelle che vengono chiamate le Ombre, cercando di tenerlo nascosto agli estranei, poiché non capirebbero. Una Valle che tenta anche di proteggere i propri figli, celandogli certi racconti, certi ricordi del passato, per provare a salvare loro la vita, spingendoli ad andarsene nonostante li vogliano ancora lì con loro.
Una breve novella ma che racchiude tanto, fra racconti di bisnonni, lentamente arriviamo a capire la storia degli ultimi membri di questa famiglia, due fratelli con caratteri molto diversi e che faranno scelte molto differenti.
Ci muoviamo in una storia quasi senza tempo, scoprendo piano piano briciole, pezzetti di un puzzle molto più grande, che restando nell'ombra fino alla fine non permette di capire bene cosa stia nascondendo. In una Valle senza nome, in un posto senza nome, con protagonisti senza nome. Scelta interessante che rende il tutto ancora più "vicino" e familiare di quanto non ci si aspetta.
All'inizio dicevo che mi sono sentita parte del racconto, perché sono nata e cresciuta in una realtà molto simile. In una piccola frazione, di un piccolo comune,... Poche case e tanto verde, le montagne non proprio sopra la testa ma così vicine che basta poco a raggiungerle. Le storie di quando queste case erano vive, quando i lavoratori si muovevano insieme a piedi attraverso i vari sentieri ora praticamente persi. Il crescere conoscendo la storia e vivendo in un epoca che si espande in modo estremamente repentino. Quasi uno smarrimento, uno spaccamento interiore fra il voler restare nel verde e il voler cambiare totalmente ambiente. Nel vedere le case venire abbandonate sempre più spesso, spesso per cause naturali, crollando lentamente su loro stesse.
Non posso capire proprio a fondo i personaggi, ma in un certo senso ci riesco ed è stato molto strano.
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