Opinione: Charlotte Sometimes, di Penelope Farmer


Quando sei la nuova alunna in una nuova scuola, lontana dalla famiglia e dagli amici, è normale sentirsi un po’ fuori posto. Ma quando Charlotte Makepeace si sveglia nel suo letto dopo la prima notte passata in collegio, è letteralmente frastornata: le persone che ha intorno non sono più le stesse, e tutte pensano che lei sia una ragazza di nome Clare Moby. Ma non è la cosa più incredibile, perché pare proprio che Charlotte abbia fatto un balzo indietro nel tempo di ben quarant’anni, finendo sempre nel medesimo collegio, ma nel 1918! Nelle settimane successive, Charlotte si sveglia a giorni alterni nella propria epoca e in quella di Clare e deve adattarsi alla sua nuova realtà nel presente, gestendo pure la straniante situazione di essere una persona che non è lei in un’epoca di cui non sa assolutamente nulla. Le insegnanti pensano che sia lenta di comprendonio, le sue compagne che sia bizzarra, e man mano che Charlotte si ritrova a passare sempre più tempo nel 1918, inizia ad avere dubbi su chi sia la vera se stessa. Ma non basta. Se non riuscirà a trovare un modo di ritornare nel proprio mondo prima che l’anno scolastico finisca, potrebbe non avere più una seconda possibilità… Età di lettura: da 9 anni.




Se avessi dovuto più tempo lo avrei divorato in pochissimo. 
Un breve romanzo che, sicuramente è fuori dal mio target e genere che di solito leggo, ma me ne sono resa conto solo leggendolo, effettivamente.
Si, è scritto molto chiaramente che è una lettura per ragazzi, ma la tematica (viaggi nel tempo) e il fatto che fosse stato ispirazione per una canzone dei The Cure (che ancora non avevo mai ascoltato, però) lo rendevano estremamente interessante ai miei occhi.
Così non ho resistito, anche se in alcuni punti mi ha un po' rallentato nella quotidianità che viene raccontata. 

Non fraintendetemi! 
È molto bello, particolare, originale. Sono io probabilmente troppo grande o comunque più pretenziosa per un romanzo del genere. Ne ho apprezzato la storia e i messaggi, ma, beh, ci sto ancora riflettendo perché sembra semplice ma ha tante piccole tematiche dentro che ti fanno pensare anche dopo averlo concluso. Un grande punto per il romanzo.

Ci troviamo negli anni '50, in un collegio, dove Charlotte si ritrova a dover vivere e studiare. Sola, in mezzo ad una nuova quotidianità, fra ragazze che ancora non conosce, lontana da casa, dalla famiglia, dalla sorellina a cui tiene molto. Ma succede l'impensabile. Risvegliandosi si trova sempre nello stesso luogo, ma diverso. Con persone diverse accanto. Insomma, per farla breve, si rende conto di esser finita nel 1918. E di non essere Charlotte, ma Claire.

Il risveglio successivo avviene nella sua epoca, quindi pensa ad un sogno, ma si rende conto che non è così. E che Claire ha fatto il suo stesso viaggio al contrario. Le due ragazze infatti continuano a scambiarsi a giorni alterni e si lasciano dei biglietti per tenersi informate mentre gli altri intorno a loro (non potendo capire cosa stia accadendo) vedono solo cambiamenti comportamentali e stranezze.
Tramite Charlotte ci troveremo a vivere e scoprire gli ultimi mesi della guerra, come era vissuta dalla gente inglese, ma soprattutto dalle ragazzine orgogliose del proprio padre al fronte ed allo stesso tempo preoccupate per ciò che sarebbe potuto capitare.
 
Uno spaccato di quotidianità che mostra quanto sia "lontana" la guerra e percepita distante, anche se importante, mentre il resto continua. E giustamente parlando di ragazzine che non possono comprendere appieno una situazione del genere, complessa anche per noi adulti. Senza la quantità di informazioni che abbiamo adesso poi.
 
Altra tematica molto importante è l'identità. 
Poiché sembra che a parte alcune stranezze nessuno si renda conto di questi scambi, che non siano due ragazze ma una sola. Charlotte spesso dubita di chi sia davvero, di cosa la renda "Charlotte", se Claire e lei in effetti siano così uguali da essere scambiabili senza problemi. Ma lentamente questa tematica vedrà tante riflessioni, in particolare a seguito di un enorme problema che potrebbe rischiare di tenere Charlotte nel 1918 per sempre, se non trova il modo di tornare a casa.

Un libro piccolo, breve, scorrevole, che riesce a raccontare questa storia aggiungendo dettagli e pensieri che fanno capolino e sedimentano nel lettore, che (almeno per me) stanno facendo riflettere sul complesso della trama una volta chiuso il tutto. Una lettura che non mi è dispiaciuta, di cui devo tenere conto del target, altrimenti non penso che avrei dato una votazione così alta. Fosse stata per adulti avrei preteso molto di più.

Ma essendo quasi una favola per ragazzi, credo sia ottima per fare riflettere senza appesantire il tutto.
Non male se cercate qualcosa di semplice e tranquillo per avvicinarvi a tematiche del genere.

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