Opinione: La Stirpe e il Sangue, di Lorenza Ghinelli

 

Lorenza Ghinelli si misura con la letteratura gotica reinterpretandola offrendo ai lettori un racconto nerissimo ma anche un potente inno alla sete di riscatto degli esuli e alla forza indomita delle donne.

C'è qualcosa nel bambino, l'ha capito nel bosco, qualcosa che chiama la morte, qualcosa che la morte ama nel bambino.

Anno 1442. L'esercito ottomano al comando di Murad II irrompe in Valacchia devastando i villaggi. Tra le capanne divorate dalla violenza nasce Radu un bambino affetto da una rara forma di anemia che riuscirà a sopravvivere solo grazie alla caparbietà di Maria sua madre e a quella della sorella Anna. I tre sfuggono all'invasione rifugiandosi nella foresta ma l'efferatezza dei lupi e degli orsi impallidisce dinnanzi a quella degli uomini. Anna e Maria si trovano così costrette per resistere a infrangere ogni regola e insegneranno a Radu un'ostinata resistenza e una ferocia che ha l'impudenza di rivelarsi necessaria. La loro è la storia di un esilio e di una scalata che rovescia il potere affogandolo nel suo stesso sangue. La sopravvivenza come codice morale l'amore come unica gomena. E a legarli sopra ogni cosa il rito del sangue che Maria insegna a Radu e che lo tiene in vita unendo così il suo destino di giovane uomo alla leggenda che porterà Vlad l'Impalatore meglio noto come Dracula a imporsi nell'immaginario collettivo. Lorenza Ghinelli si misura con la letteratura gotica reinterpretandola offrendo ai lettori un racconto nerissimo ma anche un potente inno alla sete di riscatto degli esuli e alla forza indomita delle donne.


Ho recuperato, dopo averlo puntato per parecchio tempo, questo romanzo trovandolo usato (finalmente!). Non mi ispirava particolarmente, nonostante avessi letto alcuni pareri positivi (da parte di lettor3 di cui mi fido), altrimenti lo avrei comprato molto molto tempo prima. Ammetto che mi ha piacevolmente sorpresa, seppur con qualche piccola lamentela. 

Partiamo con una sfogliata veloce alle pagine. 
Troviamo una storia di brevi capitoli che si alternano a illustrazioni molto particolari. Ahimè, non mi hanno fatto impazzire, ma questo è a puro gusto personale! Sono fedeli a ciò che si va a leggere senza cadere in spoiler. Molto "semplici" (dal mio occhio totalmente senza alcuna nozione artistica), ma che comunque appaiono curate. 

Il romanzo in sé è piuttosto breve. Capitoli non lunghissimi, che spaziano negli anni, dando dettagli qua e là sulla vita di questa famiglia e, molto in generale, sulla vicenda più famosa che fa solo da sfondo (Vlad l'Impalatore). 
Pensavo fossero in qualche modo intrecciate, ma sono stata piacevolmente sorpresa che non lo fossero, se non per la vicenda storica: la guerra, le conquiste, la fama, la violenza, che raggiungono ogni villaggio anche solo tramite le voci. 

Veniamo alla storia. 
Alla nascita di questo bambino già il padre avrebbe voluto abbandonarlo nella foresta poiché appariva estremamente cagionevole e quindi una bocca inutile da sfamare, che sarebbe morta subito anche con le dovute cure; ma la sorella e la madre si oppongono fortemente, dandogli questa possibilità di vita, che non sarà l'unica. 
Infatti immediatamente la guerra arriva anche nel loro villaggio e, per salvarsi, Maria (la madre), Anna (la sorella) e Radu (appunto il neonato) scappano nella foresta. 
Soli, al freddo, di notte, in un luogo pieno di pericoli e creature affamate. 
Ci renderemo conto di cosa si è disposti a fare per mantenere in vita i propri figli, o comunque la propria famiglia. Non solo riguardo alle creature nascoste nella boscaglia, ma anche quando delle bestie li catturano per portarli dietro a delle mura. 

Maria trasmette ai figli la sua "ferocia" verso gli estranei che vogliono far loro del male. Unita alla pazienza verso il momento giusto per agire, alle conoscenze che ha appreso durante la sua vita, e ad una scaltrezza che la rendono una donna all'apparenza fragile ma dentro forte e determinata come pochi. 

Questo solo un accenno alla trama, poiché le loro dis-avventure continueranno negli anni e porteranno tutti a crescere, fin troppo in fretta, per mantenersi in vita l'un l'altro e riprendersi ciò che è stato loro strappato. Con gli interessi. 
Incontri e scelte più o meno realistici, ma che rendono il romanzo scorrevole e molto piacevole da leggere. 

Ovviamente, lo specifico, non adatto a tutti. 
Ci sono scene che non cadono mai nello splatter più volgare, ma sono comunque esplicite e crude, che potrebbero dare molto fastidio ad alcune persone. 

Una lettura che mi ha sorpreso in positivo, seppur un romanzo più lungo e dettagliato, magari più romanzato in alcuni punti, mi avrebbe potuto far innamorare del tutto. Ma sono pensieri miei. 
Scorrevole e comunque breve, si legge in poco, catturando il lettore che deve arrivare alla fine per scoprire come si concluderà questa storia familiare. 

Riguardo il prezzo. Beh, capisco che è altino, ma il materiale è ottimo: pagine davvero spesse che fanno spiccare le illustrazioni come meritano. Già questo dettaglio va valutato nel complesso. Si, io sono molto contenta di averlo trovato usato, altrimenti non so se mai mi sarei lanciata, ma comprendo le scelte editoriali che hanno portato a questo prezzo (che comunque si trova per libri di qualità inferiore, senza illustrazioni, con meno storia). 

In ogni caso, tirate fuori voi le vostre conclusioni. 
Non ho idea se si possa trovare in qualche biblioteca (magari in quelle più grandi), così se siete curiosi lo recuperate in questo modo e, nel caso, lo comprerete poi per averlo in libreria.ù
Io di sicuro non lo sconsiglio!

Opinione: Una Dote Di Sangue, di S. T. Gibson

Constanta si ritrova a scegliere tra libertà e amore. 
Ma i legami costruiti con il sangue possono essere spezzati solo dalla morte.

Gli uomini che hanno ucciso la sua famiglia e bruciato la sua casa l'hanno lasciata a terra agonizzante, vittima di una guerra che nessuno ricorda più. Ma un misterioso straniero riccamente vestito la trova, la salva a un soffio dalla morte e le dona una nuova vita e un nuovo nome: Constanta, colei che è determinata a vivere. È così che la figlia del fabbro di un villaggio della Romania medievale diventa la sposa perfetta per un re immortale. Insieme attraversano i secoli e i paesi, da Vienna alla Spagna, da Pietrogrado a Parigi. Quando però lui coinvolge nella sua rete di passioni e inganni anche una machiavellica gentildonna e un attore squattrinato, Constanta inizia a capire che il suo amato è capace di atti orribili. E dopo essersi alleata con i suoi consorti di sangue – la bellissima Magdalena, il brillante Alexi – inizia a svelare gli oscuri segreti del marito. Constanta si ritrova a scegliere tra libertà e amore. Ma i legami costruiti con il sangue possono essere spezzati solo dalla morte.


Mi sono presa molto, molto tempo per pensarci. 
Noooo, non era perché non avevo tempo per scrivere (bugiarda!). 
In ogni caso direi che è arrivato il momento di fare due paroline su questo libro e, grazie al tempo trascorso, di valutare anche cosa mi ha lasciato. 

Preso in preda all'hype dei suggerimenti di chi lo aveva letto: addirittura avevo pensato di prenderlo in lingua, fortunatamente tradotto e preordinato con largo anticipo (ed ovviamente non letto subito, come al solito). 
Sono rimasta un pochino delusa dal contenuto, già da subito seppur era solo una vocina lontana nella testa. 
Poiché pensavo ad una storia corposa e ricca, invece mi sono ritrovata a leggere capitoli piuttosto brevi, che staccavano di anni o secoli, non dando quello che mi aspettavo dalle opinioni che avevo sentito. 

Pensavo di leggere la storia delle mogli di Dracula (che ancora non ho letto: lo so! Shame of me), ma mi sono trovata a spiluccare dettagli qui e là, senza sentirmi appagata
No, non è scritto male, ma manca...sostanza, diciamo.

Scorre veloce, ha uno stile molto moderno ed inclusivo, si stacca un po' dalla storia (una delle "mogli" è un uomo, o per meglio dire un ragazzino). Insomma, è una lettura particolare che sa di pubblico giovane, acerbo, una lettura veloce per chi deve approcciarsi ai classici e con questa sorta di retelling potrebbe incuriosirsi e farlo. 
Anche se devo dirlo, puzza un po' di moda, perché ultimamente ne escono troppi così. 
Ma nonostante questo, sono uscite letture decisamente peggiori di questo "genere".

La storia è raccontata come una sorta di confessione di Constanta, dove ripercorre, tramite alcuni ricordi, la sua lunga vita con il suo Signore (e padrone). Ci racconterà com'è iniziato il tutto, i viaggi che hanno fatto insieme, la conoscenza con Magdalena e poi con Alexi, e la loro entrata in famiglia. Ci si sofferma, ma non troppo, sul carattere brusco e crudele del suo grande amore, che riesce a manipolare tutti costantemente negli anni. 

Il problema è che è tutto veloce, rapido, accennato. Seppur ci viene data la possibilità di vedere e capire quanto sottili ma potenti siano certe violenze psicologiche, avrei preferito qualcosa in più. Ma anche della vita quotidiana. 
Leggiamo istantanee di una vita secolare, che non bastano per farci immedesimare in tutto quello. Almeno, per me non è stato così. 

Il finale...no. Una scena totalmente gratuita, se non ricordo male un mini racconto, che poteva esser tolto senza il minimo problema. Non aggiunge nulla di particolare. 

Insomma, sono partita con le migliori intenzioni, caricata al massimo verso quest'avventura, e mi sono ritrovata con l'ennesima delusione visto che mi aspettavo molto di più di quello che è stato dato, anche "grazie" a certe recensioni che me lo hanno fatto immaginare totalmente diverso da com'è. Colpa mia? Può essere, certo. Non nego questa mia responsabilità. 
 
Consigliarlo o no? Eh, dipende da cosa state cercando. 
Qualcosa di leggero, scorrevole, moderno,...potrebbe piacervi molto. 
Altrimenti, prendetelo con le pinze. Prestito da amic3, biblioteca, e/o audiolibro. 
Così capite se vi può piacere e se prenderlo da aver nella vostra libreria. 

La Fabbrica Degli Orrori, di Ian Banks [Instagram Post]



Avevo questa recensione pronta da dicembre, ma prima volevo dare spazio ad altro (e si, me ne ero abbastanza dimenticata).

In sostanza: non mi è piaciuto per nulla. L'opinione è abbastanza cattivella, anche se avrei potuto fare di meglio se scritta appena concluso il tutto. Ma a distanza di tempo confermo ciò che ho scritto.

Lento, noioso, troppi dettagli inutili mentre dove servirebbe spazio si chiude tutto velocemente,...e un finale brusco, senza una logica, a mio parere.

Come il titolo, Fanucci lo ha modificato e perde tutto il suo significato legato al testo: letteralmente doveva rimanere "La Fabbrica Delle Vespe". Davvero, odio queste cose.

Ne parlo meglio sul blog (link in bio).
Un enorme peccato!

Opinione: La Fabbrica Degli Orrori, di Ian Banks


Frank è un diciassettenne orfano di madre che vive su una minuscola isola della Scozia - che non ha mai abbandonato - con il padre, un ex hippy con la fissa della scienza, dedito a strani esperimenti in una misteriosa stanza della casa. Ha un fratello divenuto pazzo dopo un incidente in un ospedale, Eric, un piromane che dà fuoco ai cani, e un amico, Jamie, un nano con cui trascorre le notti al pub, ubriacandosi per rendere interessante una vita assolutamente priva d'interessi. Frank ha un'intelligenza perfida, capace di nascondere la sua perversa attitudine: uccidere bambini innocenti - come il fratellino Paul e i due cugini, Blyth e Esmeralda - nonché piccoli animali, come vespe o conigli, con la sua Fabbrica degli orrori. Egli segue sempre dei riti personali, frutto di una religione primitiva, fatta di simboli e feticci, di luoghi addobbati come templi e santuari. C'è però un terribile segreto che sarà svelato e che gli permetterà di vedere chiaro sulla sua esistenza, sempre confusa e segnata da episodi strani e inspiegabili.



Ripubblicato di recente dalla Fanucci, non se lo è calcolato nessuno praticamente. Grazie ad una pubblicità inesistente, anche.
La cosa mi spiace, solo perché è uno spreco di stampa e carta, perché personalmente mi ha deluso moltissimo.

Chi legge questi generi già fatica a trovare materiale interessante, se vengono (ri)stampati romanzi del genere...ecco, mi sembra uno spreco per quelle novità potenzialmente molto interessanti che non vengono calcolate a prescindere.

Questi piccolo romanzo viene presentato come un horror, ma in realtà gli manca molto per esserlo; mi sono scontrata con qualche scena splatter mescolata a pagine e pagine di descrizioni minuziose (e logorroiche) che definirei abbastanza inutili.
Insomma, molto molto noioso.

La storia in sé avrebbe un grande potenziale. Ci racconta, attraverso il punto di vista del protagonista, qualche settimana nella sua vita. Un ragazzo di appena diciassette anni che ha dei problemi e lentamente comprenderemo quanto profondi e quanto sia "disturbato".
Un piccolo serial killer che, oltre a torturare e uccidere animali, ha già collezionato 3 vittime quando era ancora un bambino.
Con furbizia ed astuzia si è liberato di queste tre "seccature" in modi ingeniosi, studiando sempre come cavarsela (ben sapendo cosa stava facendo e le conseguenze).

Una mente che poteva essere affascinante da affrontare, ma che risulta fastidiosa nello stile in cui ci viene presentata.
Questi tre omicidi infatti vengono raccontati attraverso dei ricordi, ma in brevi frammenti che non riescono a movimentare tutto il resto che verrà raccontato.

CI presenterà la sua strana famiglia, dalla madre che lo ha abbandonato, al fratellastro che vede come un Dio, al padre che non si capisce bene cosa faccia.
Tutto frammentato.
Sta a noi comporre il puzzle.

Peccato che quando siamo alla fine, ci dà di botto e senza senso la "spiegazione" (che non è una spiegazione) al perché lui è così.
Chiudendo in due pagine il tutto.
"ah ecco, è per questo...." Ma anche no!
Avrebbe dovuto esserci spazio per approfondire meglio questa "rivelazione", per qualcosa di costruttivo o di distruttivo, che acerbasse questa situazione e desse al lettore quel tocco in più che manca.
Invece....Terribile!
È stata proprio la goccia che mancava.

Fatevi un favore, se proprio siete curiosi prendetelo in prestito in una biblioteca, o se faranno promo digitali. Altrimenti evitate e cercate qualcosa di migliore.

PS. Dimenticavo il titolo!
La traduzione letterale sarebbe "la fabbrica delle vespe" che ha un senso dentro il romanzo.
Non capirò mai perché cambiare queste cose... Va beh....