Quanti lo aspettavano? 😍😁 Io tantissimo e grazie alla @newtoncomptoneditori l'ho potuto leggere in anteprima; trovate la mia opinione completa sul Blog 😉 . . Un piccolo frammento: "Una storia cupa, dolorosa, che scava dentro i sentimenti e i pensieri di Liesl e Josef, protagonisti principali del romanzo, che alternano i loro punti di vista per regalarci la prospettiva da entrambe le parti, così distrutti per colpa di qualcosa che non comprendono appieno, distanziati da questi mesi e da segreti che nascondono nel cuore, che non riescono più a confidarsi l'un l'altro. [....] Una storia di equilibrio, di amore e di odio, di egoismo e generosità, di coraggio e fuga, di silenzio e musica. Destreggiandosi spesso fra tutto questo, regala al lettore una conclusione appropriata e che lascia il lettore soddisfatto. Ma anche triste, perché sono personaggi che lasciano il segno e perderli è doloroso. " . . #Shadowsong #SJaeJones #newtoncompton #newtoncomptoneditori #booksofinstagram #bookblogger #booknerd #bookstagrammer #booklovers #book #bookish #leggere #leggerechepassione #reading #leggeresempre #booknow #leggerefabene #bookblog #booklover #read #booklove #bookshelf #amoleggere #bookaholic #libridaleggere #freepik #viaggiatricepigra


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Opinione: Shadowsong, di S. Jae-Jones


La musica sa parlare quando le parole non arrivano. Sei pronto a perderti di nuovo in un mondo di bellezza e oscurità? Il nuovo capitolo della serie Wintersong. «Jae-Jones descrive splendidamente la magia dell'amore, il potere della musica e l'importanza del libero arbitrio»Publishers Weekly

Sei mesi dopo essere riemersa dal Sottosuolo, Liesl si sta impegnando per promuovere, oltre alla carriera musicale del fratello, anche la propria. È determinata a concentrarsi sul futuro, senza pensare al passato, ma la vita nel mondo di sopra non è semplice. Suo fratello Josef è freddo, distante e riservato, mentre Liesl non riesce a smettere di pensare all'uomo misterioso che ha dovuto abbandonare oltre la barriera magica, colui che ha saputo ispirarle nel cuore una musica struggente e bellissima. Ma quando l'equilibrio tra i due mondi all'improvviso comincia a vacillare, Liesl dovrà fare ritorno nel Sottosuolo per risolvere un mistero che riguarda la vita, la morte... e il suo amato Re dei Goblin. Chi è? Da dove viene? Qual è il suo destino? Ora che il patto è stato infranto, il prezzo da pagare è altissimo: una vita per una vita. Se Liesl vuole davvero scoprire la verità, dovrà infrangere tutte le antiche leggi e sacrificarsi in nome di ciò che ama. Ma compiere questa scelta la renderà libera una volta per tutte o la condannerà per sempre?            

° °   ° ° °   ° °   ° °   ° ° °   ° °

Chiedo già venia per come scriverò alcuni nomi, che usano caratteri tedeschi (ad intuito), ma non so come inserirli.

Dopo un anno dalla pubblicazione del primo volume Wintersong (trovate la mia opinione qui), la Newton porta in Italia questa seconda parte della duologia.
Scontato, ma: Se non avete letto il precedente volume, sconsiglio di continuare la lettura.

Un romanzo simile eppure molto diverso dal precedente, che cambia ritmo, in molti sensi.
La musica è stata il perno centrale del precedente volume, insieme all'amore e la scoperta di se; e sebbene siano temi che tornano, lo fanno con altre sfaccettature, più oscure e a tratti riflessive, poiché tutti i personaggi sono cambiati, e non in senso positivo.

Sono passati sei mesi da quando Liesl è tornata a casa sua, dalla sorella, la madre e la nonna. Si impegna ogni giorno per andare avanti e dimenticare, eppure Kathe lo vede chiaro come il sole che non è più la stessa ragazza di prima. Sa che è colpa del suo viaggio nel Sottosuolo, ma la ragazza deve decidere: o dire addio, o tornare indietro.
Per aggravare il tutto, la situazione è pessima. Il padre è morto lasciando alle donne della famiglia svariati debiti da saldare e Josef non risponde a nessuna lettera che Liesl gli scrive, aumentandole l'ansia per il fratello tanto amato.
In questo equilibrio precario, anche per il ragazzo ci sono guai in arrivo: il suo maestro muore improvvisamente e loro (la famiglia) lo scoprono attraverso una brevissima lettera, che chiede aiuto; ma non hanno alcun soldo per poter andare a prendere il più piccolo della famiglia e ciò li addolora moltissimo.

Quando tutto sembra quasi crollare, uno sconosciuto benefattore si farà avanti al nulla e sembra proporre una soluzione a tutti i loro problemi. Ha scoperto che è Liesl la compositrice de l'Erlkonig e vuole averla sotto la sua ala, insieme al fratello (da cui l'ha sentita suonare), promettendole soldi per ogni sua necessità. La ragazza resta accecata da questa fantastica proposta così incredibile, da non riflettere sulle possibili conseguenze. Sistema le cose e poi parte per Vienna, portando sua sorella Kathe con sé, ma quando arrivano in città si trova a fare i conti con un giovane uomo che non è più il fratello che conosceva.
Cosa è accaduto nel frattempo a questo ragazzo?
Se lo chiederà spesso Liesl mentre il rapporto stupendo che avevano costruito (e noi intravisto in Wintersong) sembra dissolto nel nulla, distrutto senza un perché o una spiegazione.

Ma c'è un altro grande problema che sta per travolgere tutti, poiché Liesl scappando dalla sua promessa ha rotto un voto e ciò sta avendo ripercussioni sia sul Sottosuolo che sul suo mondo, provocando l'inizio della Caccia che sembra puntare a lei. Mentre le persone continuano a morire per ciò che viene chiamato bacio dell'elfo, domande e dubbi su ciò che si è lasciata dietro iniziano a farsi pressanti nella sua mente. Che fine ha fatto il suo amante? Perduto per sempre lasciando spazio all'Erlkonig, oppure c'è speranza di salvarlo e salvare tutti loro?

Una storia cupa, dolorosa, che scava dentro i sentimenti e i pensieri di Liesl e Josef, protagonisti principali del romanzo, che alternano i loro punti di vista per regalarci la prospettiva da entrambe le parti, così distrutti per colpa di qualcosa che non comprendono appieno, distanziati da questi mesi e da segreti che nascondono nel cuore, che non riescono più a confidarsi l'un l'altro.

Un inizio piuttosto lento, la storia ci mette un po' ad animarsi e nella fine abbiamo la chiusura di tutto, comprendendo meglio ciò che è stato detto e che le pagine di riflessioni avevano così tanto da dirci per permetterci di empatizzare meglio con loro, mentre scivolano verso la follia che circonda la loro situazione, ognuno in modo differente, ma con un punto comune.....

L'autrice ci farà qualche regalo durante la narrazione, piccoli frammenti di alcune storie perdute, che ci daranno pezzettini da mettere insieme ma a cui solo negli ultimi capitoli, quando tutto verrà rivelato, daremo un senso appropriato.

Un romanzo interessante, che ci fa andare lungo una leggenda le cui origini sono ormai dimenticate...ma non del tutto, perché finalmente, attraverso le mille peripezie dei protagonisti, avremo le risposte che ci permetteranno di inquadrare tutto al meglio. Un senso al caos, alle leggi, alla Caccia,...quasi alle origini dell'Erlkonig e persino sulla sua Prima Sposa.
E fra la fantasia, l'autrice riesce ad inserire perfettamente questo contesto familiare (reale) distrutto e in cui i vari membri vogliono ritrovarsi, ma non ci riescono. Un costante "tira e molla" in cui scopriremo le opinioni dalle varie parti e ci addentreremo nelle loro menti, a volte compiendo scelte egoiste, frasi crudeli a sentirsi, ma anche amorevoli e protettivi, che cercano un modo per riformare la famiglia.

Una storia di equilibrio, di amore e di odio, di egoismo e generosità, di coraggio e fuga, di silenzio e musica. Destreggiandosi spesso fra tutto questo, regala al lettore una conclusione appropriata e che lascia il lettore soddisfatto. Ma anche triste, perché sono personaggi che lasciano il segno e perderli è doloroso.

Assolutamente consigliato da leggere.

Questa mattina c'è stata la mia tappa del Review Tour dedicato al romanzo d'esordio di Noemi Storzillo: Dieci Giorni Per Vivere. . Un romanzo interessante e scorrevole, che sarà adorato dagli amanti del rosa. . Lo conoscevate già? Vi ispira? 😉 . Per la mia opinione, andate sul blog😊 . . #DieciGiorniPerVivere #NoemiStorzillo #booksofinstagram #bookblogger #booknerd #bookstagrammer #booklovers #book #leggere #reading #booknow #bookblog #booklover #read #libridaleggere #freepik #viaggiatricepigra


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Review Party - Dieci Giorni Per Vivere, di Noemi Storzillo‎

 

Benvenuti in questo Review Party in cui ogni giorno un blog vi parlerà di questo romanzo d'esordio di Noemi Storzillo‎.  Vediamo prima di tutto alcuni dati e la trama:






Titolo: Dieci giorni per vivere
Autore: Noemi Storzillo
Editore: StreetLib
In commercio dal: 1 gennaio 2018
Pagine: Brossura
EAN: 9788828338819







Bessie ha solo diciannove anni ma le resta ben poco da vivere, solo dieci giorni. Eppure la ragazza non è malata, anzi gode di ottima salute ma purtroppo il suo destino è già scritto; la clessidra, sul comodino accanto al letto, segna chiaramente quanto tempo le resta prima di morire e il suo incedere incessante le ricorda costantemente che il tempo vola e che niente e nessuno può fermarlo. Bessie trascorre ben diciannove anni della sua vita allontanandosi da tutti e rinchiudendosi in se stessa ma solo quando mancano pochissimi giorni al suo decesso, solo quando si rende realmente conto di quanto prezioso è il tempo che le resta, la ragazza decide che è giunta l'ora di vivere, di vivere per davvero.            

° °   ° ° °   ° °   ° °   ° ° °   ° °

Mi sono lanciata in questo evento per la curiosità che rappresentava la storia, il potenziale nascosto che poteva regalare ai lettori e il poter scoprire un'autrice al suo primo romanzo. Un rischio, però la trama era accattivante e mi ci sono buttata; alla fine di tutto direi che è una storia che conquisterà i romantici, sicuramente. (Per me, eh...troppo rosa...)
Ma vediamo di cosa parla.

Siamo in un mondo praticamente uguale al nostro, solamente con un piccolo prodigio (o difetto?) che lo differenzia: ad ogni persona alla nascita viene assegnata una clessidra che mostra esattamente la durata della sua vita sulla Terra. Dal primo respiro scatta il conto alla rovescia che inciderà sicuramente moltissimo sulla vita di quella persona.
Provate ad immaginare il peso di questa conoscenza: se aveste molto tempo potreste fare tante cose e non pensare (come appunto già facciamo) alla nostra fine.
Ma se invece fosse poco? E se sapessimo che il tutto sta per finire?
Potremo vivere intensamente oppure lasciare che tutto ci scivoli addosso.

Come. appunto, ha scelto di vivere la nostra protagonista.
Conosceremo infatti Bessie. Lei sa che la sua fine è molto vicina e la attende a 19 anni, 10 giorni, 4 ore, 8 minuti, 7 secondi. Ha passato la vita ossessionata dalla sua clessidra (alla quale ha addirittura dato un nome), il primo oggetto su cui posa gli occhi ogni mattina; ha addirittura pianificato il suo funerale nei minimi dettagli, concentrata quasi alla follia su quel giorno che deve ancora arrivare ma a cui lei non riesce proprio a non pensare.
Eppure il destino ha in mente altro per lei.
 
Aprendo gli occhi improvvisamente a 19 anni capisce di non aver mai davvero vissuto e che tante cose le rimpiangerà, così decide di darsi una svegliata per riempire alcuni buchi, creando una lista per cercare di recuperare il tempo perso.
Inizia a scrivere cose a caso, le prime che le saltano in mente, cercando di fare il più possibile di ciò che ha lasciato da parte in quel minuscolo arco temporale che le resta.
Sono solo 10 giorni.
Pochissimi, ma dalla sua presa di coscienza le consentiranno di comprendere quello che stava facendo della sua vita e di rivoluzionare il tempo che può ancora vivere. 
La sua vita verrà scombussolata anche dal fato grazie all'incontro casuale con Chris ed i suoi fratelli, che coinvolgerà nel suo piano per aiutarla a finire la lista prima che sia troppo tardi. Un amicizia rapida ed incontrollata, con il ticchettio dell'orologio a premere l'acceleratore sulle loro vite.
 
Una storia che si legge molto velocemente, le pagine scorrono piuttosto rapide, frammentate tra dialoghi, azione e pensieri della protagonista (immancabili per farci percepire questo suo "risveglio" e come lo gestirà). Una scelta rischiosa mettere un countdown centrale nel romanzo, un tema delicato e spesso sottovalutato (l'arrivo della propria morte), ma che è reso piuttosto bene attraverso l'espediente della clessidra.
 
Un finale che definirei interessante. Ho "temuto" qualche improvviso cambio di rotta rispetto a come procedevano le cose; ed in un punto cruciale per un momento ho sperato in un finale decisamente fuori dalle righe...lo avrei apprezzato per il mio gusto, quindi sono rimasta leggermente delusa (sono strana io, lo so), ma credo che così sia perfetto per gli amanti del genere. Chiude la storia nel modo giusto e che tanti ameranno.
Non vi lascerà delusi.
 
Non dimenticate di seguire l'evento,
di recuperare le redensioni già pubblicate e di leggere quelle che arriveranno prossimamente.

Blogtour: Figlie di una nuova era - Tappa 4: Le Donne e la Guerra

 
Benvenuti in questa quarta tappa di questo interessante Blogtour durante il quale vi parleremo del romanzo mescolando recensioni a tappe specifiche, riguardanti tematiche presenti nel libro.
Prima di iniziare a parlarvi di "Donne e Guerra" per come sono stati sviluppati in questo scritto, alcuni dati sul romanzo e la sua trama:




Titolo: Figlie di una nuova era
Autore: Carmen Korn
Traduttore: M. Francescon S. Jorio
Editore: Fazi
Collana: Le strade
In commercio dal: 18 ottobre 2018
Pagine: 500 p., Brossura
EAN: 9788893253376


Quattro donne, un secolo di storia:
Figlie di una nuova era è il primo capitolo di una nuova, avvincente trilogia tutta al femminile.


 Uno strano destino, quello delle donne nate nel 1900: avrebbero attraversato due guerre mondiali, per due volte avrebbero visto il mondo crollare e rimettersi in piedi, stravolgersi per sempre sotto i loro occhi. Sono proprio loro le protagoniste di questa storia, quattro donne che incontriamo per la prima volta da ragazze, ad Amburgo, alle soglie degli anni Venti. Hanno personalità e provenienze molto diverse: Henny, di buona educazione borghese, vive all’ombra della madre e ama il suo lavoro di ostetrica più di ogni cosa; l’amica di sempre Käthe, di estrazione più modesta, emancipata e comunista convinta, è un’appassionata militante; Ida, rampolla di buona famiglia, ricca e viziata, nasconde un animo ribelle sotto strati di convenzioni; e Lina, indipendente e anticonformista, deve tutto ai suoi genitori, che sono letteralmente morti di fame per garantirle la sopravvivenza. Insieme crescono e vedono il mondo trasformarsi, mentre le loro vicende personali s’intrecciano in una rete intricata di relazioni clandestine, matrimoni d’interesse, battaglie politiche e sfide lavorative, lutti e perdite, eventi grandi e piccoli tenuti insieme dal filo dell’amicizia. Pagine che ci fanno respirare il fascino d’epoca di un mondo che non c’è più: i cocktail al vermut, i cappelli a bustina, gli orologi da tasca e gli sfarzosi locali da ballo, ma anche le case d’appuntamenti, i ristoranti cinesi e le fumerie d’oppio del quartiere di St Pauli. E poi la lenta, inesorabile disgregazione di tutto, la fine di ogni libertà, il controllo sempre più pressante delle ss, la minaccia nazista…            

° °   ° ° °   ° °   ° °   ° ° °   ° °
 
Chiunque ha un idea più o meno vaga di com'erano i tempi in guerra, grazie ai libri di storia, alle testimonianze di chi ha vissuto in quel periodo, ai libri che sono stati scritti,...abbiamo una memoria che ci può portare indietro nel tempo, permettendoci di immaginare quegli anni orribili.
In particolare riguardante l'ultima grande guerra di cui portiamo ancora le cicatrici, la Seconda Guerra Mondiale, con la violenta ideologia nazista (e fascista nel nostro paese) che portò alla morte moltissimi innocenti con la sola colpa di essere nati "diversi" da uno standard malato o semplicemente mostrare apertamente dissenso.

Le protagoniste di questo romanzo sono nate alla fine della Prima Guerra Mondiale e si troveranno a viverne la SecondaAmmetto che pensavo ci fosse più focalizzazione per questo periodo storico così importante e drammatico, cosa che viene quasi lasciata marginale.
Un pro ed un contro del libro, perché assistiamo alla loro vita che si scontra con l'ideologia nazista e per ultima la guerra, ma nei vari capitoli (pochissimi, principalmente solo quando arrivano i bombardamenti) non ne sentiamo così tanto l'importanza.
O almeno così è stato per me.

Non è un romanzo sulla guerra. Meglio precisarlo immediatamente.
Viene trattata perché le protagoniste vivono in Germania a cavallo fra le due Guerre Mondiali, ma nello specifico la storia è incentrata su di loro, non sul conflitto; ed anche in quel caso, non so bene come spiegarlo, ma tutto questo viene comunque lasciato come sottofondo alla loro vita.
Capita e dovranno avere a che fare col nazismo e ciò che ne comporta, ma non verrà mai messo in primo piano.

Una decisione dell'autrice, quello di frammentare tantissimo la storia, dividendo i capitoli in archi temporali con una data e dentro questi mescolare i vari personaggi con lo scorrere del tempo.
Interessante scelta per creare una coralità al romanzo che permettere di percepire ogni sfumatura del drammatico periodo che stanno vivendo, ma troppo "superficiale" per farne un analisi legata solamente a donne e guerra.
Ci proverò, ma è difficile capire come parlarvene senza rivelare dettagli che devono essere scoperti durante la lettura, anche perché è solo verso gli ultimi capitoli (verso la fine del '40) che iniziamo a percepire qualcosa di concreto riguardo il conflitto vero e proprio: oltre l'inizio della "carriera" di Hitler, quando si credeva fosse un fanatico che mai avrebbe raggiunto un barlume di potere; alle leggi razziali, che colpiscono i vari personaggi della storia, alcuni ebrei e/o con amici/compagni/sposi ebrei, quando (marginalmente) viene annunciato che tutti gli uomini (anche ragazzi molto giovani, ma non chi è protetto da certe cariche) debbano partire per la guerra.
Lì, da quel momento, la guerra arriva nelle vite delle 4 principali protagoniste.

Loro sono donne direi borghesi (nate dalla povertà della Prima Guerra Mondiale, ma da cui sono riuscite ad emergere e costruirsi una vita quasi agiata), con unica eccezione di Ida che vive nella ricchezza da sempre.

Dal '40, quando gli uomini vengono obbligati a partire, saltiamo poi al '43 dove ci sono vaghi accenni di ciò che sta diventando la normalità da qualche tempo (ma l'autrice non specifica esattamente da quanto): le corse nei bunker per i raid aerei. Solo il 28 luglio (data aggiunta quasi come postilla dall'autrice) arriveranno davvero i bombardamenti, ma anche in questo caso ci verranno mostrati alcuni frammenti della notte (e di alcune notti successive) attraverso gli occhi di alcuni protagonisti, ma la devastazione, anche se a volte li tocca personalmente, resta accennata come verità ma io non ho percepito appieno quanto ciò abbia toccato ognuno di loro nel profondo.
Manca qualcosina per renderla empatica a tutti i lettori.

Si accenna ai razionamenti, ma non le vediamo così temprate dalla fame. Hanno solo qualcosa in meno, quindi molto fortunate rispetto a ciò che tantissimi altri hanno dovuto patire.
Basti solo pensare a Lina che quando era piccola, durante la precedente guerra, vide i suoi genitori morire di fame davanti ai suoi occhi.
Si accenna alle denunce, quando chiunque poteva spiare i vicini e, se facevano qualcosa di "illegale" avvertire le autorità che avrebbero preso provvedimenti e deportato i colpevoli.
Conosceremo la paura che porta a nascondersi, evitando di rivelare le proprie ideologie in pubblico, anche se non ci si unisce al partito. Qualcosa che sembra sciocco, ma (come si percepisce dal romanzo) ci vuole davvero troppo coraggio per esporsi quando tutti hanno abbracciato quella causa così...malata! Non esiste altro termine.

Avrei voluto parlarvi meglio di questa tematica, ma non è il genere di romanzo che lo permette e non voglio parlarne in maniera generale. Trovo questo tema davvero importante e forte, per le donne che si sono trovate a combattere, a lottare contro la fame, a dover far sopravvivere una famiglia, a prendere il posto degli uomini per fabbricare armi (mentre loro erano nei vari fronti a combattere),...e sono rimasta delusa da come sia stato affrontato il tutto, ma per una mia aspettativa a riguardo!

Come dicevo inizialmente, l'autrice ne parla (ma non è un romanzo di guerra), le protagoniste lo vivono (anche se in maniera abbastanza protetta), ma per la scelta di raccontare coralmente (quindi senza particolari approfondimenti personali), sia per lo status di queste donne, non ci sono particolari elementi da riportare più della generalizzazione che già conosciamo.

Con ciò voglio specificare che (come ho raccontato nella mia opinione qualche giorno fa) il romanzo resta davvero bello e particolare da leggere, mostra la forza ed il coraggio di tanti piccoli gesti che purtroppo non potrei elencare, sia perché partono dagli inizi del nazismo, sia perché vi rovinerei il romanzo svelandovi cosa accade e cosa vivono durante gli ultimi anni di guerra, nonostante la storia sia concentrata molto sui personaggi e il periodo storico faccia da cornice a questi atti, non da poco.
Restano donne (e non solo) che sono rimaste fedeli ai loro ideali, anche se alcuni più radicali di altri, e che hanno dovuto nascondere parte di ciò, anche se hanno compiuto piccoli atti di ribellione verso coloro che amano, per proteggerli. Donne forti e coraggiose, che affrontano giorno dopo giorno, pensando alla famiglia e a come sopravvivere, sperando che questa "nuvola" passi velocemente.

In tanti altri romanzi percepiamo come un conflitto di tali proporzioni entri come un pugno delle vite e le cambi. Forse il "buono" di questo scritto è che permette di vedere una parte che spesso non viene molto calcolata, appunto la borghesia tedesca (quella che respinse le ideologie naziste e dovette farne i conti nel quotidiano), che non si rese conto di quello che stava accadendo fino all'ultimo. Quando era troppo tardi.
Un mondo che cambia in modo lento e graduale, che anestetizza e porta a sentirsi spaesati, sperando sempre di più che finisca presto, di poter ricostruire una casa, una famiglia, di poter rivedere vivi i propri cari mandati a morire al fronte.

Un romanzo non di guerra, ma in cui comunque entra di prepotenza per ben due volte nel quotidiano delle protagoniste, con cui dovranno scontrarsi, nonostante tutto.

ALT!
Non dimenticatevi di seguire questo evento e tutti i blog che ve ne parleranno, sia attraverso le tappe del Blogtour che le Recensioni personali.
Vi lascio il calendario con i vari link che vi porteranno ai vari siti:

19/11 Tappa di presentazione dell'evento - I Sussurri delle Muse

20/11 Ambientazione storica degli inizi del '900 - Romance e Altri Rimedi
Recensione - I Sussurri Delle Muse

21/11 Presentazione dei personaggi - Diario di un Sogno
Recensione - Viaggiatrice Pigra

22/11 Le donne nel 900: educazione, famiglia e classi sociali - I Sussurri Delle Muse
Recensione - Inside a Book

23/11 Le donne e la guerra - Viaggiatrice Pigra
Recensione - Il Giornale Del Libro & Le Letture di Beb

24/11 L’uomo nei confronti delle donne: padrone ieri...omicida oggi... - Chronicles Of A Bookhaolic
Recensione - Diario di un Sogno

26/11 Gli ultimi splendori della Belle Époque e il tarlo del Nazismo - L'Angolo Delle Parole
Recensione - Romance e Altri Rimedi & L'Incanto dei Libri

27/11 Le donne e la Belle Époque raccontate dagli artisti - I Libri: il mio Passato, il mio Presente e il mio Futuro 
Recensione - Chronicles Of A Bookaholic

 28/11 Il percorso dell’emancipazione femminile - Il Giornale del Libro
Recensione - Book Addicted 97

29/11 XX & XXI secolo: donne allo specchio. Noi, adesso, figlie o eredi di una nuova era? - Le Letture di Beb
Recensione - Lettrice di Sogni & L'Angolo delle Parole

 

È da qualche giorno che non pubblico più niente. Recupero con uno degli ultimi acquisti che non poteva mancare alla mia libreria. Dopo la straordinaria serie "La Spada Della Verità" ed il suo seguito, i quattro volumi su Richard e Kahlan, tornano due personaggi amati e che abbiamo conosciuto durante questa lunga saga, con una saga tutta loro di cui auesto è il primo volume: "La Signora Della Morte". . Un peccato per il cambio di CE, che ha comportato un grande cambio nella traduzione. . . Goodkind sta per pubblicare il terzo volume della serie, oltre ad averne iniziata una completamente nuova con un terzo romanzo in pubblicazione l'anno prossimo. . I fan italiani si incrociano le dita, si spera che la Newton non si fermi e che qualche CE prenda in considerazione la nuova serie (che ha iniziato con "Nest"); Confidiamo nella traduzione (a breve) per poter continuare a leggere i suoi (bellissimi) romanzi; staccare sarebbe una grande perdita per chi in lingua non legge o fatica. . . Per chi ancora non ha letto niente, sono tanti e sono lunghi, ma credetemi: è la migliore saga fantasy che ho letto finora. Buttatevi! . . #LaSignoraDellaMorte #TerryGoodkind #LaSpadaDellaVerità #NewtonCompton #FanucciEditore #fantasy #booksofinstagram #bookblogger #booknerd #bookstagrammer #booklovers #book #leggere #reading #booknow #bookblog #booklover #read #libridaleggere #freepik #viaggiatricepigra


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Blogtour: Figlie di una nuova era - Recensione

 






Titolo: Figlie di una nuova era
Autore: Carmen Korn
Traduttore: M. Francescon S. Jorio
Editore: Fazi
Collana: Le strade
In commercio dal: 18 ottobre 2018
Pagine: 500 p., Brossura
EAN: 9788893253376


Quattro donne, un secolo di storia:
Figlie di una nuova era è il primo capitolo di una nuova, avvincente trilogia tutta al femminile.


 Uno strano destino, quello delle donne nate nel 1900: avrebbero attraversato due guerre mondiali, per due volte avrebbero visto il mondo crollare e rimettersi in piedi, stravolgersi per sempre sotto i loro occhi. Sono proprio loro le protagoniste di questa storia, quattro donne che incontriamo per la prima volta da ragazze, ad Amburgo, alle soglie degli anni Venti. Hanno personalità e provenienze molto diverse: Henny, di buona educazione borghese, vive all’ombra della madre e ama il suo lavoro di ostetrica più di ogni cosa; l’amica di sempre Käthe, di estrazione più modesta, emancipata e comunista convinta, è un’appassionata militante; Ida, rampolla di buona famiglia, ricca e viziata, nasconde un animo ribelle sotto strati di convenzioni; e Lina, indipendente e anticonformista, deve tutto ai suoi genitori, che sono letteralmente morti di fame per garantirle la sopravvivenza. Insieme crescono e vedono il mondo trasformarsi, mentre le loro vicende personali s’intrecciano in una rete intricata di relazioni clandestine, matrimoni d’interesse, battaglie politiche e sfide lavorative, lutti e perdite, eventi grandi e piccoli tenuti insieme dal filo dell’amicizia. Pagine che ci fanno respirare il fascino d’epoca di un mondo che non c’è più: i cocktail al vermut, i cappelli a bustina, gli orologi da tasca e gli sfarzosi locali da ballo, ma anche le case d’appuntamenti, i ristoranti cinesi e le fumerie d’oppio del quartiere di St Pauli. E poi la lenta, inesorabile disgregazione di tutto, la fine di ogni libertà, il controllo sempre più pressante delle ss, la minaccia nazista…      

° °   ° ° °   ° °   ° °   ° ° °   ° °
 
Sto ancora cercando di capire come affrontare questo romanzo con voi, perchè contiene tantissimo: mi ha stupito e rapito nel complesso, ma in alcune parti mi ha deluso; cercherò di parlarvene al meglio e provare a farvi capire le tante sfumature che contiene, per le quali merita di essere letto.
Infatti sono molto ma molto curiosa di continuare a leggere le avventure dei protagonisti, perché questo è solo il primo romanzo di una trilogia che spero arrivi completa anche da noi in Italia.
 
Lo stile che ha scelto l'autrice mi ha rallentato davvero molto (piccola postilla per chi non mi conoscesse: faccio molta fatica a memorizzare nomi e qui ci sono davvero tanti personaggi che fanno capolino fra le pagine), infatti ha scelto di ambientarlo fra la fine della Prima Guerra Mondiale e la fine della Seconda Guerra Mondiale. Due conflitti che vedono quattro donne un po' al centro di tutto, avendo vissuto entrambi i conflitti, prima da bambine e poi il secondo da donne adulte con le loro famiglie, amici, alcuni con figli, e responsabilità varie.
Le conosceremo da ragazzine Henny, Kathe, Ida e Lina. Diverse fra loro, ma il destino le porterà ad incrociare i loro percorsi durante le loro diverse vite, ed assieme a loro conosceremo moltissimi altri personaggi che torneranno molto spesso durante la lettura.
 
Infatti ogni capitolo si aprirà con una data, dentro il quale ci troveremo ad avere a che fare con sempre più personaggi (appassionanti e interessanti), ma trovandoci spiazzati per la gestione temporale: a volte nello stesso capitolo si avanza di settimane o mesi. E spesso fra un capitolo e l'altro passano diversi anni. Senza colmare le lacune che i lettori hanno, dando qualche breve spiegazione e proseguendo raccontando altro che sta accadendo.

Questa una nota sia positiva che negativa, perché leggendo un romanzo da più punti di vista permette di capire su "larga scala" la situazione in quella città e dei protagonisti a cui ci affezioneremo; ma lascia aperta la strada alla superficialità, perché spesso molte cose vengono solo accennate e (come dicevo poco sopra) si salta di giorni, mesi e anni, a volte volendo colmare il vuoto ma avendo solo brevi risposte.
 
Ciò non toglie che resti un romanzo interessante e che, come proposta editoriale, riesca a regalare al lettore qualcosa che non si aspetta: una prospettiva di vita, fra amicizie, amori e l'ascesa del nazismo.
Quest'ultimo sarà quasi marginale, perché ne vedremo le conseguenze ma una volta che i protagonisti le hanno "accettate", sono davvero pochi i passaggi in cui le scene saranno raccontate a noi direttamente durante il loro svolgimento.
Però permette di vedere la vita di persone agiate ed intelligenti che videro tutto ciò nascere nel proprio paese (la Germania), che si scontrano con l'ascesa di Hitler, dei suoi seguaci e della realizzazione dei suoi obiettivi.
 
Un libro che ha alcune lacune (a mio parere), ma che nonostante questi difetti riesce ad entrare nel cuore e farti appassionare ad ogni personaggio che incontriamo.
Alla fin fine, lo devo ammettere: nonostante ho storto spesso il naso, merita di essere letto.
Prendetene nota, potrebbe piacervi molto.
 
 
Non dimenticatevi di seguire questo evento e tutti i blog che ve ne parleranno,
sia attraverso le tappe del Blogtour che le Recensioni personali.
 
Vi lascio il calendario con i vari link che vi porteranno ai vari siti:

19/11 Tappa di presentazione dell'evento - I Sussurri delle Muse

20/11 Ambientazione storica degli inizi del '900 - Romance e Altri Rimedi
Recensione - I Sussurri Delle Muse

21/11 Presentazione dei personaggi - Diario di un Sogno
Recensione - Viaggiatrice Pigra

22/11 Le donne nel 900: educazione, famiglia e classi sociali - I Sussurri Delle Muse
Recensione - Inside a Book

23/11 Le donne e la guerra - Viaggiatrice Pigra
Recensione - Il Giornale Del Libro & Le Letture di Beb

24/11 L’uomo nei confronti delle donne: padrone ieri...omicida oggi... - Chronicles Of A Bookhaolic
Recensione - Diario di un Sogno

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Recensione - Lettrice di Sogni & L'Angolo delle Parole

Ad una prima occhiata la trama dice già tutto della storia, eppure c'è davvero tanto di più, anche se racchiuso in sole 114 paginette. Una storia che mi ha incuriosito subito, non so più nemmeno come mi sia apparsa sotto gli occhi, eppure: dovevo leggerla! . . Parto dal presupposto che sto cercando in questo periodo storie forti, non convenzionali, che rompano muri e silenzi, parlando di temi difficili da affrontare e che portino a riflettere su di essi. In questo breve romanzo ho trovato tutto questo e molto di più. . . La storia inizia immediata, brutale, ti fa stringere lo stomaco e sentire male. [...] Un romanzo difficile da leggere, ma straordinario. Ambientato in un mondo fantastico, dove non ci sono persone, ma esseri semi-umani ma con caratteristiche del cibo. Peach (pesca) è come il frutto. Morbida, dolce. Il suo fratellino è una caramella. Tutto è altro, permettendo di dare un doppio valore alle cose, in queste pagine ricche di significati nascosti. Permettendo di poter parlare di questo atto ignobile, usando un ampia gamma di possibilità senza mai parlare direttamente. Lo trovo straordinario. [Trovate l'opinione completa sul blog] . . Un romanzo DA LEGGERE. . Vi ispira? O lo avete già letto? . . . #LaCarne #EmmaGlass #IlSaggiatore #booksofinstagram #bookblogger #booknerd #bookstagrammer #booklovers #book #leggere #reading #booknow #bookblog #booklover #read #libridaleggere #freepik #viaggiatricepigra


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Opinione: La Carne, di Emma Glass


La carne è la perturbante opera prima di Emma Glass: una fiaba-incubo lirica e bizzarra, una storia di iniziazione tragica all’umano destino, il racconto di come il male a un certo punto, brutalmente, penetra la vita che, da lì in avanti, non può occuparsi d’altro che di fare i conti con il male – perché la vita questo è: una storia di sopravvivenza, non sempre a lieto fine.

 C’era una volta un uomo fatto di salsicce. E c’era una volta una ragazza vegetariana. L’uomo fatto di salsicce aggredisce la ragazza vegetariana. La ragazza vegetariana torna a casa col sangue che cola lungo le cosce, sutura la ferita con ago e filo e prova a fare come se niente fosse. Ma fare come se niente fosse è difficile, perché l’uomo fatto di salsicce non smette di perseguitarla: spiandola dal bosco vicino a scuola, affacciandosi a una finestra, spuntando da un lampione. La ragazza vegetariana non riesce a dormire, con il ricordo di quella gigantesca bocca spalancata, non riesce a concentrarsi, con quell’odore di grasso bruciato nelle narici, non riesce a mangiare, con lo stomaco gonfi o e teso come un tamburo. Sente qualcosa di mostruoso crescerle dentro. Per riavere indietro la sua vita – andare a scuola, a nuotare, incontrare il fidanzato – la ragazza vegetariana assale l’uomo fatto di salsicce e lo cucina a un barbecue di famiglia. Poi si butta in piscina, ma il suo corpo si spolpa e diventa un osso. E poi la ragazza vegetariana e l’uomo fatto di salsicce non c’erano più. La carne è la perturbante opera prima di Emma Glass: una fiaba-incubo lirica e bizzarra, una storia di iniziazione tragica all’umano destino, il racconto di come il male a un certo punto, brutalmente, penetra la vita che, da lì in avanti, non può occuparsi d’altro che di fare i conti con il male – perché la vita questo è: una storia di sopravvivenza, non sempre a lieto fine. Emma Glass la articola con una prosa ritmica, percussiva, viscerale; un linguaggio che ha nello sperimentalismo di James Joyce il più diretto ascendente. L’indicibile, difatti, necessita di magia per essere proferito, comunicato, elaborato. L’innominabile deve essere sublimato. E la magia dell’arte è l’unico strumento che abbiamo.

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Ad una prima occhiata la trama dice già tutto della storia, eppure c'è davvero tanto di più, anche se racchiuso in sole 114 paginette. Una storia che mi ha incuriosito subito, non so più nemmeno come mi sia apparsa sotto gli occhi, eppure: dovevo leggerla!
Un bisogno istintivo, forte, che mi spingeva (giorno dopo giorno) a controllare su Libraccio quando ne sarebbe comparsa una copia usata da poter prendere al volo (insieme ad altri libri).
Sono rimasta titubante per un po', ma la curiosità ha vinto e nonostante il rapporto pagine/prezzo (abbattuto sui 9€ e qualcosa) per me fosse caro, mi sono buttata e sono rimasta (fortunatamente) pienamente soddisfatta.

Eh si, perché l'enorme (ed unico) punto dolente di questo libro è il prezzo davvero eccessivo (17€ nuovo; 14,45€ online; 7,99€ digitale...mi è andata bene sull'usato!).
Davvero troppo caro e ciò allontana la gente, anche se tentata a leggerlo.
Non capisco come mai questa scelta, ma sicuramente si sono dati la zappa sui piedi perché o uno l'ha già letto e ne è proprio ma proprio innamorato e ne vuole una copia, altrimenti non lo prenderà, essendo l'autrice esordiente.
Anche perché le recensioni online sono piuttosto pessime (cosa che non condivido affatto), quindi se uno si fa due calcoli: rischiare a spendere così tanto, per un libricino così piccolo e con una media bassa; lo lascio sullo scaffale (digitale, non so se in libreria fisica ci sia).
Ed è un enorme peccato.

Comunque, ora vi spiego perché merita di essere letto, secondo me.
Parto dal presupposto che sto cercando in questo periodo storie forti, non convenzionali, che rompano muri e silenzi, parlando di temi difficili da affrontare e che portino a riflettere su di essi.
In questo breve romanzo ho trovato tutto questo e molto di più.
La storia inizia immediata, brutale, ti fa stringere lo stomaco e sentire male.
Peach si racconta negli attimi che (capiremo) sono succeduti allo stupro:

Vischiosa appiccicosa appiccica appiccicaticcia lana lacerata bagnata, avvolta intorno alle ferite, cuce la cute squarciata mentre cammino, raschio la mano guantata contro il muro. Mattoni rossi rompono la lana. Rompono la pelle. [...]
E' buio. Il sangue è nero. Crepa crepitio crepitante. Avvicino le mani alla faccia e tolgo l'unto. Si attacca alla lingua, striscia in bocca, slitta sui denti, sulle guance, gocciola in gola. Vomito. [...]

L'autrice ha scelto uno stile narrativo inusuale ma perfetto, che riesce a farti entrare nella storia, a sentire le stesse sensazioni e ti obbliga a leggere con calma per fartele assaporare e sentire ciò che Peach sta passando. Attraverso l'allitterazione (la ripetizione di parole con lo stesso suono) le sue parole diventano macigni da leggere e un peso nel petto, immedesimandoci con la giovane protagonista.
Usa anche uno stile di scrittura leggermente inusuale, infatti i dialoghi avvengono mescolati con il testo. Non ci sono pause, a capo, momenti di stacco. Tutto è confuso, appiccicato, contribuendo anche con questo a farci entrare nella mente di Peach, per sentire il disgusto di ciò che le è avvenuto misto alla paura che qualcuno lo possa scoprire.
Uno dei più grandi taboo da rompere: parlare della violenza subita. La vergogna della vittima che si sente colpevole, anche se non ha fatto niente.

Lei è distrutta da tutto questo, eppure torna a casa preoccupata solo che i suoi genitori se ne possano accorgere, e si nasconde. Butta via tutto e si chiude nella doccia. Ma poi fa un gesto più estremo.
L'uomo di salsicce non l'ha solo violata, ma l'ha squarciata, così lei deve ricucirsi. Fisicamente.
Eppure non è finita neppure dopo quel gesto atroce, dopo il silenzio, la volontà di dimenticare, di fare finta di niente, perché lui le ha scritto. Lui dice di amarla. Sa il suo nome e dove abita.
Lei vorrebbe parlarne, ma non ci riesce. Sente lo stimolo col fidanzato, ma non emette suono.

Green guarda i graffi sulle nocche. Il sorriso si storce. Ti sei fatta male, dice. Passo le dita sul sangue secco. Dovrei dirglielo. Sono caduta. Ieri sera. Al buio, dico. Lui bacia i tagli. Mi dispiace che non ero con te. Dovrei diglielo. Quando sei rientrata non mi hai nemmeno chiamato. [...]
Perché non mi hai chiamato? chiede. Balbetto. Borbotto. Il vomito risale su per la gola. Stringo intorno alla gola il collo del cappotto e inghiotto. Il cuore batte contro i polmoni e il respiro esplode in piccoli proiettili. Voglio dirglielo. Dovevo badare al piccolo Baby. Parole esili.

Un suo insegnante si accorge di qualcosa, ma vede solo un essere inquietante che la osserva da lontano. E lei sente dentro qualcosa, che la gonfa, che le cresce dentro, e non sa spiegarsi cosa possa essere. E intanto l'incubo continua, perché le lettere non smettono di arrivare e lei lo sente sempre intorno a sé.

L'aria fredda mi pinza il naso, intorpidisce le narici, riempie la faringe di gelo. E, oh. Entra aria che aderisce ai peli del naso, l'aria si gela in gola, l'aria che mi soffoca. Soffoca. L'odore. L'. Odore. Di Fumo. Carne di maiale alla griglia. Sento odore di carne di maiale. Il fumo di carne di maiale si biforca nel naso, mi riempie la gola. Soffoco. Soffoco. Soffoco. Lui è qui.

Pagina dopo pagina la vediamo obbligarsi a dimenticare, nonostante qualcosa le sta crescendo dentro con un invadenza che non comprendiamo. Ma lui non glielo permette. La spia. Le scrive. La minaccia. Fino a portarla al limite e costringerla a fare ciò che non avrebbe mai voluto.
Eppure, non è la fine. Perché altro attende Peach, quel qualcosa dentro di lei.

Un romanzo difficile da leggere, ma straordinario. Ambientato in un mondo fantastico, dove non ci sono persone, ma esseri semi-umani ma con caratteristiche del cibo.
Peach (pesca) è come il frutto. Morbida, dolce. Il suo fratellino è una caramella. Tutto è altro, permettendo di dare un doppio valore alle cose, in queste pagine ricche di significati nascosti.
Permettendo di poter parlare di questo atto ignobile, usando un ampia gamma di possibilità senza mai parlare direttamente. Lo trovo straordinario.

Anche nel finale, che ha fatto abbassare il voto a molti, (che, ammetto, ho dovuto rileggere più volte) credo ci siano varie interpretazioni da poter dare, che riescono ad arricchire tutto ciò, che non può avere un lieto fine. Non è quel genere di romanzo.
E' una storia schietta, dura, che ferisce, e che deve farlo per parlare nella maniera migliore di uno stupro.

Indubbiamente vi consiglio di trovarlo e leggerlo.
Non sarà per tutti (se siete particolarmente sensibili, direi di evitare), ma non ho mai letto niente di simile e mi ha lasciato scioccata e meravigliata (credo sia un talento poter raccontare con tale potenza un esperienza così devastante).
Spero davvero ne facciano una versione economica per permettere ad un pubblico maggiore di poterlo comprare e leggere, anche solo per curiosità.

L'ultimo arrivo del Re in Italia, che ha un po' diviso i lettori. C'è chi parla del ritorno del "vecchio" King, ma io non ho mai colto queste differenze. Resta uno dei migliori scrittori che conosca e con le sue storie rapisce ogni volta. . Come voi sono stata in attesa di questo romanzo e non vedevo l'ora di poterlo leggere, curiosissima di scoprire quale nuovo incubo avesse in mente King per noi. E, purtroppo, devo ammettere che mi ha deluso nel finale, come capita (ahimè) a tantissimi dei suoi romanzi. Un enorme peccato, perché l'inizio incanta il lettore. . Un romanzo che parte come un thriller: un bambino è stato brutalmente ucciso e il principale sospettato è sempre stato considerato un brav'uomo. Arrestato davanti ad un grande pubblico, ciò rovina immediatamente la sua reputazione...ma è davvero lui il colpevole?! . Un investigazione serrata e ricca di colpi di scena che tiene incollati alle pagine. Però....eh, c'è un però.... . . Lo avete già letto o pensate di farlo presto? 😉 . #TheOutsider #StephenKing #King #sperlingkupfer #booksofinstagram #bookblogger #booknerd #bookstagrammer #booklovers #book #bookish #leggere #leggerechepassione #reading #leggeresempre #booknow #leggerefabene #bookblog #booklover #read #booklove #bookshelf #amoleggere #bookaholic #libridaleggere #freepik #viaggiatricepigra


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L'ultimo arrivo del Re in Italia, che ha un po' diviso i lettori. C'è chi parla del ritorno del "vecchio" King, ma io non ho mai colto queste differenze. Resta uno dei migliori scrittori che conosca e con le sue storie rapisce ogni volta. . Come voi sono stata in attesa di questo romanzo e non vedevo l'ora di poterlo leggere, curiosissima di scoprire quale nuovo incubo avesse in mente King per noi. E, purtroppo, devo ammettere che mi ha deluso nel finale, come capita (ahimè) a tantissimi dei suoi romanzi. Un enorme peccato, perché l'inizio incanta il lettore. . Un romanzo che parte come un thriller: un bambino è stato brutalmente ucciso e il principale sospettato è sempre stato considerato un brav'uomo. Arrestato davanti ad un grande pubblico, ciò rovina immediatamente la sua reputazione...ma è davvero lui il colpevole?! . Un investigazione serrata e ricca di colpi di scena che tiene incollati alle pagine. Però....eh, c'è un però.... . . Lo avete già letto o pensate di farlo presto? 😉 . #TheOutsider #StephenKing #King #sperlingkupfer #booksofinstagram #bookblogger #booknerd #bookstagrammer #booklovers #book #bookish #leggere #leggerechepassione #reading #leggeresempre #booknow #leggerefabene #bookblog #booklover #read #booklove #bookshelf #amoleggere #bookaholic #libridaleggere #freepik #viaggiatricepigra


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Opinione: The Outsider, di Stephen King


La sera del 10 luglio, davanti al poliziotto che lo interroga, il signor Ritz è visibilmente scosso. Poche ore prima, nel piccolo parco della sua città, Flint City, mentre portava a spasso il cane, si è imbattuto nel cadavere martoriato di un bambino. Un bambino di undici anni. A Flint City ci si conosce tutti e certe cose sono semplicemente impensabili. Così la testimonianza del signor Ritz è solo la prima di molte, che la polizia raccoglie in pochissimo tempo, perché non si può lasciare libero il mostro che ha commesso un delitto tanto orribile. E le indagini scivolano rapidamente verso un uomo e uno solo: Terry Maitland. Testimoni oculari, impronte digitali, gruppo sanguigno, persino il DNA puntano su Terry, il più insospettabile dei cittadini, il gentile professore di inglese, allenatore di baseball dei pulcini, marito e padre esemplare. Ma proprio per questo il detective Ralph Anderson decide di sottoporlo alla gogna pubblica. Il suo arresto spettacolare, allo stadio durante la partita e davanti a tutti, fa notizia e il caso sembra risolto. Solo che Terry Maitland, il 10 luglio, non era in città. E il suo alibi è inoppugnabile: testimoni oculari, impronte, tutto dimostra che il brav'uomo non può essere l'assassino. Per stabilire quale versione della storia sia quella vera non può bastare la ragione. Perché il male ha molte facce. E King le conosce tutte.            

° °   ° ° °   ° °   ° °   ° ° °   ° °
 
Ok, sono abbastanza confusa su come parlarvene.
Come voi sono stata in attesa di questo romanzo e non vedevo l'ora di poterlo leggere, curiosissima di scoprire quale nuovo incubo avesse in mente King per noi.
E, purtroppo, devo ammettere che mi ha deluso nel finale, come capita (ahimè) a tantissimi dei suoi romanzi. Un enorme peccato, perché l'inizio incanta il lettore.
 
Parte tutto dal ritrovamento di un bambino. Il suo cadavere per essere precisi. Abbandonato e seviziato in modo atroce e brutale, che sconvolge la cittadina di Flint City iniziando una caccia al mostro che ha fatto questo.
Attraverso alcune testimonianze (portate a noi tramite verbali della polizia) scopriamo chi è l'indiziato numero uno della città, ovvero uno dei cittadini più impensabili: Terry Maitland, un insegnante e coach della squadra di baseball per i più piccoli. Per via dell'incredibile violenza dell'omicidio la polizia, con a capo il detective Ralph Anderson, decide di arrestarlo immediatamente davanti ad una folla immensa mentre si sta giocando la finale della sua squadra, quasi per sottoporlo a gogna pubblica davanti anche alla moglie e le figlie che ne escono devastate.
 
Un gesto che possiamo capire ma non nella sua totalità, visto che dovrebbe esserci razionalità nelle forze dell'ordine. Questo infatti da inizio ad una crociata contro quest'uomo e la sua famiglia, presa immediatamente d'assalto dai media ed isolata da chi credevano amici.
Terry, capendo subito che nessuno lo avrebbe ascoltato chiede immediatamente di chiamare il suo avvocato ed amico, che si precipita subito in suo soccorso.
Basterà una chiacchierata fra loro in una stanzetta per far uscire l'avvocato col sorriso sulle labbra.
Terry infatti è innocente e ne hanno numerose prove, che la polizia non ha nemmeno considerato perché era così presa dalla smania di catturarlo da non aver indagato a sufficienza su tutte le piste.
 
In questo inizio del romanzo vedremo come basti davvero poco per distruggere un uomo, presumibilmente innocente. La caccia dei media ha inizio, senza esclusione di colpi. Le voci corrono rapide e l'odio verso quell'uomo così buono scatta immediato.
Il tutto solo da un arresto, perché delle prove non ne ha ancora parlato nessuno. Ma non importa, la folla ha già giudicato a prescindere.
 
Il lettore viene inizialmente sballottato e non capisce bene cosa sia dove stia la verità e chi la stia dicendo. Sicuramente empatizza con Terry e la famiglia (le due figlie piccole soprattutto, marchiate per sempre anche se lui ne esce innocente), eppure le prove ci sono, sia a carico che a discolpa.
I testimoni hanno visto Terry davvero? Le telecamere cosa hanno ripreso?
Era in città o altrove? E chi era l'altro uomo?!
 
E' un gioco sottile che porta a chiedersi se non si sia sbagliato qualcosa, se possa essere colpevole e gli alibi siano stati fabbricati ad arte, oppure innocente e qualcuno lo sta incastrando per bene.
King apre con un thriller davvero intrigante e che spiazza completamente, mettendo curiosità a chi sfoglia le pagine in attesa di scoprire cosa sia accaduto quel 10 luglio.
 
Purtroppo però, come già dicevo, il tutto inizia a crollare da metà romanzo circa.
Ritroveremo un personaggio già conosciuto, ma ciò non basta a dare pepe alla storia che, negli ultimi capitoli, frana disastrosamente e chiude in pochissime righe tutto, lasciando quasi seccati perché non sembra davvero un finale appropriato.
Io adoro King, ma rispetto ai primi capitoli, la strada scelta per continuare la narrazione poteva dare molto di più. Da un potenziale 5 stelle, sono crollata sulle 4 (perché comunque l'inizio è una bomba, e poi la scrittura resta eccelsa, nonostante tutto).
 
Se amate il Re, prendetelo in considerazione per leggerlo.
Se siete dubbiosi, non vi consiglio di comprarlo subito. Potrebbe rovinarvi un potenziale ottimo rapporto con questo scrittore.

Consiglio del Giorno: Aurum. Inferno operaio, di Paolo Bertulessi







Titolo: Aurum. Inferno operaio
Autore: Paolo Bertulessi
Editore: Pav Edizioni
In commercio dal: 9 ottobre 2018
Pagine: 268 p., Brossura
EAN: 9788899792336







Mani d’oro e oro tra le mani: può una professione arrivare a possedere l’anima di una persona, specialmente quando è l’oro la nobile materia prima con la quale si lavora? In questo romanzo sembrerebbe di sì.
Rossella, la protagonista, nasce alla fine degli anni ‘70 e subisce una vita infantile fatta di violenze e soprusi per mano di sua madre, una donna devastata dall’alcol e dalla gelosia nei suoi confronti, in uno scenario di povertà e degrado umano nella campagna della provincia vicentina.
Dopo essere stata rinchiusa in una fabbrica orafa ancora adolescente, cresce nutrendosi soltanto di lavoro e dovere, senza affetto e privata di ogni suo diritto a crescere serena.
L’impatto con la vita di fabbrica è per lei inizialmente traumatico, ma con il passare del tempo dimostrerà talento e arriverà persino ad amare il proprio lavoro, anche perché la sua vita privata si rivelerà sentimentalmente un fallimento.
Piacente e onesta, ma non priva di determinazione, lotterà sempre con i fantasmi del passato e con la sua esistenza.
Passando, suo malgrado, da una realtà lavorativa all’altra, conoscerà il lato peggiore dell’umanità, fino a giungere nella fabbrica più aberrante che mai aveva visto, gestita da una coppia di inetti senza scrupoli.
Ciò nonostante continuerà ad amare il proprio lavoro, ancor più visceralmente quando conoscerà la signora Venero, una abile e geniale procacciatrice d’affari ricca di carisma che intravede in lei una potenziale artefice del suo personale e misterioso progetto; i gioielli che nasceranno grazie all’abilità delle sue mani non saranno semplici gioielli, ma creature con un preciso significato che sembreranno prendere vita.
Quel quotidiano squallore della vita operaia verrà poco a poco lenito da momenti di introspezione onirica al limite del delirio.
Sofferenza, ricerca disperata di un lavoro fisso, amore morboso per il lavoro, solitudine, perversione, stati allucinatori: questi gli ingredienti che comporranno la mistura di eventi che porterà Rossella verso una deriva ignota e inquietante assieme al suo adorato e lucente metallo giallo.

Autore
Cresciuto in una famiglia eterogenea con madre novarese, padre e nonni paterni bergamaschi, nonna materna torinese, nonno materno barese, poi viceprefetto a Padova, e una prozia austriaca, nasce a Bergamo, ma la sua famiglia dopo un anno si trasferisce a Padova, città nella quale poi vive fino all’età di quarant’anni.
Viene educato sin da bambino al culto della lingua italiana e all’amore per la letteratura, spaziando dai grandi classici alle opere contemporanee anche di nicchia: il suo primo libro, "Ventimila leghe sotto i mari"di Jules Verne, lo legge a cinque anni.
Consegue la maturità classica appassionandosi in modo viscerale alla lettura e, conseguentemente, alla scrittura, che coltiverà con sempre più crescente passione.
All’età di 25 anni perderà prematuramente e traumaticamente il padre, docente liceale di matematica e fisica, e la madre, pittrice.
Ha lavorato per diversi anni nella grande distribuzione alimentare ricoprendo il ruolo di gerente e direttore di filiale.
Ex pugile dilettante e successivamente istruttore sportivo per molti anni, dal 2005 è titolare di una enoteca a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova.
Oltre alla grande passione per la lettura e la scrittura, è un cinefilo e un amante dei videogames.
Ha già operato nel settore letterario nella veste di ghostwriter, scrivendo per diversi autori locali in crisi d’ispirazione e fornendo loro trame interessanti: il suo talento nel creare storie da raccontare e pubblicare è stato da sempre molto spiccato.
Solo negli ultimi anni decide di dare spazio a se stesso come autore e di avere il proprio nome stampato in una copertina.
La sua citazione preferita è “Ad pugnam parati”.
 

Buonsalve😉😁 Oggi vi parlo del primo romanzo della Jackson che ho letto e che me l'ha fatta adorare (iniziando un'ossessione per i suoi scritti): "Abbiamo sempre vissuto nel castello". Particolare, sull'horror psicologico, porta a galla il male nascosto nel cuore delle persone. Una lettura dalle tinte tristi, devo ammetterlo. . Se lo avete letto, cosa ne pensate? 😉 Amore o Odio? . #AbbiamoSempreVissutoNelCastello #LIncuboDiHillHouse #ShirleyJackson #adelphi #adelphiedizioni #booksofinstagram #bookblogger #booknerd #bookstagrammer #booklovers #book #bookish #leggere #leggerechepassione #reading #leggeresempre #booknow #leggerefabene #bookblog #booklover #read #booklove #bookshelf #amoleggere #bookaholic #libridaleggere #viaggiatricepigra


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Opinione: Abbiamo Sempre Vissuto Nel Castello, di Shirley Jackson


"A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce"; con questa dedica si apre "L'incendiaria" di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l'Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i "brividi silenziosi e cumulativi" che - per usare le parole di un'ammiratrice, Dorothy Parker abbiamo provato leggendo "La lotteria". Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male - un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai 'cattivi', ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.

° °   ° ° °   ° °   ° °   ° ° °   ° °

Primo romanzo della Jackson mai letto e...che ci posso fare, mi ha conquistato!
Una storia triste, che mescola tanti fattori alla crudeltà umana, portando l'orrore delle vite di Mary e Constance fino al lettore, che spesso si trova costernato da ciò che si trova a leggere.

Le due sorelle vivono sole nella vecchia casa di famiglia, Blackwood, insieme allo zio invalido.
Non ci sarebbe niente di strano se non fosse che vivono completamente isolate e tagliate fuori dalla città. Solo Mary un paio di volte alla settimana è costretta ad avventurarsi fuori dalla sua proprietà per comprare il cibo, scontrandosi con la crudeltà della gente che la punzecchia senza una ragione apparente, ridendo alle loro spalle e facendo percepire persino a chi sta leggendo questo malessere che finisce non appena il cancello di Blackwood viene chiuso.
Scopriremo durante la lettura che è tutto a causa di un triste evento avvenuto sei anni prima, quando tutta la famiglia venne avvelenata a tavola. Si salvarono solo loro tre, anche se lo zio subì parecchi danni permanenti. La colpevole è Constance, che non mette piede fuori di casa dalla fine del processo che la scagionò; ma nelle piccole cittadine nessuno dimentica e l'odio cresce e mette radici profonde, finendo per essere tramandato ed insegnato anche ai bambini.

La loro vita è tranquilla e per loro felice, fino a quanto un loro cugino irrompe e si stabilisce nella casa, iniziando a dettar legge. Per Mary è troppo. Anche se Constance lo asseconda molto spesso, lasciando la ragazzina isolata e piena di rabbia.
Capiremo presto che il Charles ha qualcosa in mente, non è venuto solo per bontà ed assicurarsi come stavano, ed insieme alla narrazione dal punto di vista di Mary, ci troveremo ad odiarlo e volerlo mandare via. Ma come?

Una storia davvero triste e con un finale che lascia un po' l'amaro in bocca, anche se perfetto per ciò che ci regala: la cattiveria umana e ciò che può arrivare a fare, senza un freno.
Un romanzo che appare breve, ma che ho letto lentamente, gustandomi ogni pagina (come mi capita raramente di fare).
La Jackson ha una narrazione quasi ipnotica, che cattura e ti fa venire la voglia di scoprire di più, sperando di non perdere qualcosa mentre si sta leggendo, senza la fretta di rivelare il finale (anche se la curiosità non manca mai).
Molto bello.