Opinione: Lucifero e la Bambina, di Ethel Mannin


Inghilterra, 1931. Jenny Flower, una bambina di nemmeno sette anni che vive in un quartiere popolare nella zona portuale di Londra, durante una gita in campagna incontra un Oscuro Straniero che porta sul capo delle strane corna. È il primo di agosto, la festa di Lammas, nella tradizione uno dei quattro sabba maggiori in cui le streghe si incontrano per celebrare i propri rituali - e pare che la stessa Jenny, nata nel giorno di Hallowe'en, discenda proprio da una stirpe di streghe. Grazie all'incontro con lo Straniero, la bambina scopre delle nuove prospettive che vanno oltre l'umile casa in cui vive, la scuola e una madre opprimente che non è mai stata in grado di capirla. Nel mondo enigmatico e proibito che le si apre davanti, sentirà di avere più potere su se stessa... e forse anche sugli altri. 



Non pensavo potesse stupirmi tanto, infatti avevo provato ad iniziarlo mesi fa con scarsissimi risultati, ma riprovandoci mi sono trovata incollata alle pagine, trascinata in una storia che gioca moltissimo col lettore, mescolando abilmente situazioni che potrebbero essere spiegate con raziocinio oppure abbandonandosi alla storia credendo a ciò che ci viene narrato. 
Il tutto condito con abbondante critica sociale e non solo. 

Un romanzo pubblicato nel 1945, di un autrice molto prolifica da noi praticamente sconosciuta. 
Una donna molto attiva riguardo temi sociali e politici (femminismo, antifascismo, sessualità, pacifismo, ecc ecc) che ritroviamo abbondanti anche in questo romanzo. 

Ci troviamo a Londra negli anni '30 e conosciamo Jenny, una ragazzina molto particolare e diversa dai suoi coetanei. Profondamente ribelle, non sopporta le costrizioni sociali ed è abituata alle botte in casa per sostenere la sua posizione. Durante una gita si allontana dal gruppo e si ritrova a parlare con uno straniero che la incanta dal primo sguardo
Non le dirà mai il suo nome, ed è qui che l'autrice inizia a giocare col lettore: chi è davvero? 

Seppur senza identità diventa una presenza a cui Jenny si attacca in modo fortissimo, che farà comparsa nella sua vita solo in determinate date durante l'anno, ovvero i quattro sabba delle streghe: Imbolc, Beltane, Lammas, Halloween (il giorno in cui la nostra Jenny è venuta al mondo).
[lo so, i sabba sono otto, ma nel romanzo sono solo quattro]
Perché Jenny è una strega, o almeno così le dice dando inizio a qualcosa che smuoverà la bambina nel profondo e la porterà a percorrere una strada diciamo particolare. 

Come dicevo Jenny è insofferente alle regole della società, in particolare a quello che le cerca di insegnare la madre a suon di botte, inutilmente poiché lei non si arrende alla violenza. Anche la scuola le sta stretta. Preferisce imparare dalla strada e vivendo vicino al porto in un quartiere di case popolari, cose da imparare non le mancano, ma troverà una guida nella vecchia Ma' Beadle, una signora evitata dalla maggior parte della "brava gente" poiché molto strana, ritenuta sporca e pazza. 
Capiremo presto che è ritenuta anche lei una strega, che ci sa fare con le "pozioni" con cui aiuta chi si presenta alla porta, ma non solo. Ha molti libri riguardanti la stregoneria e le arti oscure, a cui molto presto Jenny si affezionerà ed inizierà il suo apprendistato in quella casa. 

Fra gli altri personaggi che faranno capolino molto spesso fra le pagine ci saranno la "zia" Nell, che già nel secondo capitolo viene raccontata la sua storia e spiegato come mai ho scelto di metter fra virgolette il suo grado di parentela con la bambina; e Marian Drew, che apparirà nel quarto capitolo, figlia di un reverendo, molto credente e che ha scelto la carriera di maestra per poter aiutare i bambini, ma non solo fra i banchi, se ne occupa anche nel tempo libero avendo creato un club per poterli allontanare dalla strada (e quando lo racconta ci sono solo poche righe, ma una stupenda critica alle femministe delle classi abbienti dell'epoca). 
Non sto ad addentrarmi oltre nei dettagli. 

La particolarità dell'autrice, già dal primissimo capitolo, è anticipare dettagli che verranno svelati alla protagonista Jenny anche anni dopo gli eventi narrati, ma facendo ciò rende il lettore partecipe di molte informazioni che altri personaggi già sanno e/o che spiegano come agiscono durante le pagine. 
Abbiamo più voci narranti durante la lettura (il ché è utile, per quello che dicevo poco sopra), che si alternano a vicenda, rendendo davvero interessante e scorrevole il romanzo. 
Inizialmente non capivo dove volesse andare a parare, ma quando si entra nella storia il tutto acquisisce un suo ritmo e, anche nelle parti che sembrano messe a caso, si capisce che sono lì perché l'autrice aveva da dire qualcosa, anche se non apertamente. Riesce ad essere molto abile anche nel caratterizzare i vari personaggi, dando le sfaccettature che meritano come esseri umani, imperfetti e crudeli a volte, ma anche ricchi di molto altro. Un dettaglio non indifferente, che dona spessore maggiore alla storia che viene narrata e alle tematiche care all'autrice. 

Per essere un romanzo degli anni '40 (precisamente scritto fra giugno 1944 e ottobre 1944) è davvero molto scorrevole e interessante, proponendo tematiche ancora attuali e critiche sociali che si riescono a cogliere fra le righe senza troppa fatica; una scrittura fluida, fresca, che mescolando abilmente elementi magici a realtà, tiene il lettore incollato alle pagine fino alla fine per avere una risposta alle domande che lo assillano dalle prime righe: chi è davvero lo straniero? Jenny è una strega?

Nell'ultima pagina l'autrice stessa ci parla, ma non so quanto possano esserne felici i lettori.
Io, nonostante tutto, mi ritengo soddisfatta e ho apprezzato le sue parole dirette proprio a noi. 

Un romanzo che sembra un bel mattoncino, ma ti scivola fra le dita senza che te ne accorga. 
Un enorme Grazie! alla Agenzia Alcatraz che ha portato in Italia questo piccolo gioiello che avrebbe dovuto essere tradotto molto molto prima. Anche se ha rischiato di essere distrutto molto prima, essendo stato ritirato dopo pochissimo dalla pubblicazione poiché ritenuto diseducativo e pericoloso. 

Ho aspettato tanto a leggerlo, ma probabilmente era il momento giusto per me. 
Non fatevi spaventare dalla mole, se vi incuriosisce non dubitate e leggetelo. 

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