Opinione: Imago Mortis, di Samuel Marolla


Milano, 2013. Augusto Ghites è un medium con un incredibile potere: entra in contatto con gli spiriti dei defunti solo sniffando o fumando le loro ceneri, come se si trattasse di una droga qualsiasi. Questa terribile dote, a metà fra la maledizione e la tossicodipendenza, fa di lui un uomo solitario, malinconico, ostaggio del proprio vizio segreto, e circondato solo da gente morta. Quando un'anziana ex prostituta gli chiede di aiutarla a scoprire l'assassino che nel 1953 uccise diverse sue colleghe, inizia per Ghites la discesa in un girone infernale di cimiteri, ex case chiuse, battone ottuagenarie, circhi malfamati, periferie invase da scorie chimiche e balordi di ogni risma, sullo sfondo di una Milano pre-Expo schizofrenica, spietata, preda degli istinti più bassi e del motto segreto che regola la vita dei suoi cittadini: homo sine pecunia est imago mortis, l'uomo senza denaro è l'immagine della morte. "La potenza narrativa messa in campo dall'autore è devastante" - Nella mente di Redrum. "Ricorda i trip di un Burroughs in pieno delirio creativo" - Taccuini da Altri Mondi. "Come mi fa spaventare e inquietare Marolla, non ci riesce nessuno" - Il Viagra della Mente. "Questa novel è un acquisto obbligatorio" - Plutonia Experiment. "Ho letto una cosa strafiga, un tipo che sniffa la cenere dei morti si muove in una Milano più nera e cupa della polvere che inala. Uno spettacolo." - Letteratura Horror. 


"...io ho poche regole, e non ammetto eccezioni. 
Lavoro solo su casi riguardanti persone decedute. 
Non lavoro sui vivi. 
Non cerco persone scomparse. 
Non mi occupo di criminalità organizzata.
 Faccio ancora per lei?"

Ci troviamo in una Milano descritta nei suoi dettagli peggiori, un luogo che appare quasi parte di una distopia talmente risulta un luogo oscuro, malato, preda di persone che vogliono spiccare usando i vizi peggiori. Ed è ovviamente il denaro che comanda, che gestisce tutto e cambia le carte in tavola a proprio piacimento. Ambientato nel 2013, un dettaglio particolare e molto interessante, perché l'autore ha poi inserito fatti di cronaca vera fra le pagine, dando maggiore spessore a questa Milano e sbloccandoci dei ricordi che uniti al tutto riescono a farci percepire la città come viene vista dal protagonista.

Ghites è un investigatore privato. Uno particolare. Anzi, direi unico nel suo genere. Si occupa di persone decetute e basta. Il perché di questa "scelta" è insito nel suo potere: può rievocare la persona tramite le sue ceneri. Gli basta sniffarle, fumarle o iniettarsele in vena. Si, come una droga. E come quest'ultima ne ha sviluppato una sorta di dipendenza da cui ormai sa di non poter scappare.
Durante una giornata qualsiasi viene a chiedere i suoi servizi una ex prostituta per scoprire chi ha ucciso una sua amica nel 1953. Inizia un indagine che mescola realtà e memorie dall'occulto, fra piste che sembrano ormai fredde andando a ripescare chi l'aveva conosciuta fra le case chiuse in cui lavorava e un manicomio in cui tentarono di rinchiuderla più volte. Mescolando personaggi "poco raccomandabili" che, per motivi diversi, gli danno la caccia oppure dovrebbero essere i suoi testimoni.
Non sarà certo facile, sarebbe comodo chiudere tutto e sparire. Ma Ghites non lo fa. Per se stesso (dopo che sono successe alcune cosette), ma anche per la Nanà, una sorta di giustizia, anche se in misura minore. Resta un protagonista egoista, cinico, furbo e vendicativo. Con una scimmia sul groppo e un "amico" molto famoso di cui è riuscito a farsi avere le ceneri, che lo accompagna quando decide di farsi qualche trip mentre "lavora" (si intuisce chi sia, ma ho comunque googlato per averne certezza. Scelta molto originale!).

Dunque, la trama più o meno è questa, senza Spoiler ovviamente. Sicuramente non è per tutti, ci sono TW grossi come una casa (omicidio, violenza, droga,...come avrete già intuito).
In particolare si arriva a dettagli non morbosamente macabri, ma comunque riguardanti la Nanà nei suoi ultimi istanti di vita, e non solo, che sono davvero per pochi. Se amate il genere come me, un po' turbano ma gli danno un tocco di orrore e splatter ben fatto, che (finalmente mi) da qualche brivido alla spina dorsale.
Una scrittura che si disperde moltissimo riguardo la descrizione di questa Milano, attraverso lo sguardo cinico, disilluso e misantrico del protagonista, verso la città in sé e un po' tutti coloro che vi abitano.
Una critica non troppo velata al capitalismo che ne regna sovrano, e non solo.
Ahimè, io non vado a nozze con queste cose, quindi mi hanno appesantito queste parti. Peccato.
Il resto mi ha affascinato. È difficile entrare nella storia, si subiscono degli scossoni, ma se ti cattura arrivi alla fine per trovare soluzione al mistero della povera Nanà e altre domande che spuntano fra le pagine.
Un modo di raccontare davvero particolare, strano ma che non mi è dispiaciuto. Breve, ma essenziale per questa prima indagine. Dal finale si preannuncia che qualcos'altro potrebbe ancora arrivare, ma non si sa ancora nulla.
Se cercate qualcosa di fuori, ma proprio fuori totalmente, originale, senza filtri,...potrebbe piacervi.

Oltre consigliarvi di leggere le prime pagine digitalmente gratis (per farvi un idea senza pagare), il libro è anche su Audible, che mi ha salvato aiutandomi ad andare avanti quando tempo per leggere non ne avevo.

homo sine pecunia est imago mortis, l'uomo senza denaro è l'immagine della morte.

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