Nota: niente di quello che è scritto in questo libro è stato in alcun modo romanzato dall'autore.
Quando questa storia iniziò avevo 7 anni. Nonostante lo scalpore che posso solo immaginare abbia potuto causare, non ne ho mai sentito parlare fino a qualche mese fa quando, in un gruppo horror, si raccontava un evento simile. Un'altra "corsa ai pedofili", finita in tragedia sempre di quegli anni. E nei commenti, il riferimento a questa storia e a questo libro.
Lo avevo messo in wish, per ricordarmi di cercarlo, perché volevo saperne di più. Ed è stato un caso che, durante la promo Einaudi, mi è saltato fuori questo volume e come un flash ho ricordato il titolo.
L'ho preso subito, ma l'ho letto qualche mese dopo.
Una lettura piuttosto veloce, ma dai temi decisamente pesanti per varie ragioni.
Si parla di pedofilia, di abusi in famiglie e fuori, si parla di violenze, fino al satanismo. E le vittime sono tutte bambini sotto i 12 anni. Alcuni dei loro racconti sono troppo strani per esser veri.
Troppo raccapricciante che possa esser successo oppure è tutta fantasia?
Eppure sono così tanti, non possono esser tutti "bugiardi". Cosa c'è di reale?
In quel periodo, dagli Stati Uniti per poi coinvolgere il mondo, è iniziata una folle ed assurda caccia ai pedofili unita alle sette sataniche. Tantissime persone furono arrestate per questi reati, il tutto poi risolto in assoluzioni (spesso dopo anni di carcere). Alla base di tutto una paura illogica che portava a vedere abusi e satanismo ovunque, sopratutto nei racconti dei bambini. Ma a far precipitare le cose erano gli "esperti" che pressavano così tanto le presunte vittime, da far dir loro qualunque cosa, a volte creando falsi ricordi, pur di far smettere le domande.
Vediamo un po', a grandi linee, questo romanzo che altro non è che un reportage di un giornalista che, trovatosi ad un punto della carriera in cui niente sembrava toccarlo, ha voluto mettere un freno e trovare una storia su cui indagare che lo riportasse alla realtà ed alla passione di fare il giornalista. E si è imbattuto nel 2014 in questa vicenda, nemmeno da lui conosciuta fino a quel momento.
Nelle pagine c'è quello che successe, raccontato attraverso le sue ricerche, fra fascicoli e interviste.
Prima di tutto, scritto anche all'interno della copertina, niente è stato romanzato dall'autore.
Non sono fatti puri e semplici, ma ci sono illustrati dall'autore che mette una scaletta temporale agli eventi ed ogni tanto si inserisce per presentarci varie figure, con cui ha avuto a che fare durante questo reportage.
Si parte nel 1993. Una famiglia povera, disagiata, con tanti figli, che si trovava spesso sfrattata e a dover chieder aiuto. Arrangiandosi come poteva, anche affidando il figlio più piccolo, Dario di 3 anni, a degli amici mentre cercavano di risollevarsi.
(Giustamente) Compariranno delle assistenti sociali che lo porteranno via da tutto quello, per garantirgli una vita più stabile e normale.
E fin qui, nulla di strano.
Purtroppo (e capirete come mai più avanti) incrociò la strada con una giovane psicologa tirocinante, Valeria Donati, che gli trovo una nuova famiglia affidataria.
Negli anni successivi poteva comunque tornare nei fine settimana dai suoi genitori naturali, ma nessuna delle due famiglie sopportava bene l'altra.
Fino al gennaio 1997. Quando scoppia la bomba.
Dario era sempre stato un bambino problematico, ma da alcune sue parole la madre affidataria vide qualcosa di più e lo fece tornare da quella psicologa. Aveva parlato di "scherzi sotto le coperte" da parte del fratello alla sorella.
Da lì la valanga.
Lentamente quel bambino iniziò a raccontare cose sempre più raccapriccianti che accadevano in famiglia. Ma non solo.
Una rete si iniziò ad allargare, coinvolgendo sempre più famiglie, conoscenti, amici,...
Una caccia alle streghe che portò più di 20 persone ad essere accusate, processate, condannate e poi molte assolte; alcuni attendono giustizia ancora oggi, che forse grazie a questo libro potranno avere un processo giusto.
16 bambini, da meno di 1 anno fino ai 12 anni, vennero presi e portati via dalle famiglie, che non poterono rivedere. Nemmeno quando furono dichiarate innocenti, davanti alle stesse prove che erano state così "fondamentali" per condannarli, ma che invece (ad altri occhi) non dimostravano niente.
I diavoli della Bassa modenese, o pedofili della Bassa modenese, come li chiamavano i giornali fomentando la follia (che porto anche ad altri processi in altre città italiane in quel periodo).
Due paesi coinvolti: Mirandola e Massa Finlandese (nella Bassa modenese).
Dopo Dario molti altri bambini iniziano a raccontare cose simili, partendo da abusi in famiglia, a pagamenti strani, visite notturne in cimiteri, strani riti, tombe, sangue, animali uccisi, bambini uccisi,...
Insomma: un incubo!
Le autorità avevano salvato quegli innocenti da dei mostri.
Eppure, nessuno aveva mai visto niente di quello che i numerosi bambini raccontavano.
Com'era possibile?
Sono le domande che si fa anche l'autore.
Cosa c'era di vero? Perché non può essere tutto inventato... O si?!
Purtroppo, invece, fu tutto causa di quella caccia e di interrogatori gestiti davvero malissimo da parte di psicologi (fulcro di tutto la Donati e una Onlus da cui provenivano lei ed altre psicologhe) e da una ginecologa (Maggioni) che vide segni di violenza (confermando quindi i sospetti), dove molti altri esperti non videro assolutamente nulla.
Erano novità questi casi e ci si affidó a quei pareri "esperti", che furono smontati. Alcuni già in tribunale, ma che non cambiarono le prime sentenze di colpevolezza. Ma non solo loro, perché vennero poi portati avanti solo alcuni frammenti da chi sosteneva le accuse.
C'erano tante incongruenze su cui non si investigò mai in maniera approfondita. Frasi incoerenti dei bambini, a cui non si diede il giusto peso. Piuttosto che controllare, si presero le parti che servivano e si portò tutto in tribunale.
La cosa davvero grave, e che fa arrabbiare moltissimo, è che queste persone hanno mantenuto lavoro e status, affiancando processi.
Hanno rovinato famiglie, distrutto reputazioni e la vita di tanti bambini innocenti... Senza mai pagare alcun conto e continuando indisturbati. Nessuna scusa, nessun "pentimento". E viene difficile credere che sia stato fatto solo per "errore". Infatti si fanno due conti e si capisce che qualcosa puzza (la Donati, per il suo lavoro con questi bambini è diventata la responsabile del Centro Aiuto al Bambino di Reggio Emilia che, tra il 2002 e il 2013, ha ricevuto dai comuni della zona circa 2 milioni di euro per “l’assistenza psicologica e la cura” per occuparsi di questi minori).
Alla fine del romanzo alcuni dei bambini vengono intervistati e ricordano quelle sedute dalla psichiatra in modo molto brutto. Volevano che dicessero quelle cose, che dessero le risposte che loro volevano. Venivano fatte domande pressanti che portavano il bambino a dire sì o no, premiandolo se la risposta era "corretta". Venivano fatte intimidazioni ("se vuoi vedere la tua mamma devi dirci la verità"), solo per sentirsi confermare una versione creata dagli adulti.
Una bambina viene ritenuta "omertosa" perché non conferma le loro teorie. Una bambina!
E giusto per non farci mancare niente, la Onlus che assisté i bambini e li fece seguire da proprie psicologhe è il Centro Studi Hansel e Gretel di Torino, ora al centro della vicenda "Angeli e Demoni" (Bibbiano).
Vent'anni dal caso dei "diavoli".
Insomma......
Per concludere, una lettura davvero affascinante che dimostra quanto poco basti a rovinare vite e famiglie, nonostante si possa partire con buoni propositi (salvare dei bambini), ma che alla fine di tutto sembra l'ennesima corsa per sembrare degli eroi, usando ogni mezzo per riuscirci (interrogatori pressanti sui minori, minacce, suggestione,...).
Per non parlare del "rifiuto" delle autorità a rimettere insieme i figli con le famiglie quando tutte le accuse sono cadute. Battaglie che alcuni combattono ancora oggi, per non parlare dei traumi subiti da entrambe le parti (alcuni di quei bambini hanno evitato qualsiasi contatto con la famiglia biologica perché hanno detto loro che non erano voluti, e si sono sentiti feriti. E non si può dar loro torto).
Una lettura forte, pesante, che ti scava dentro un macigno e fa sorgere mille dubbi.
"E se fosse capitato a me?"
Una domanda banale, ma che non può esser liquidata con un: impossibile.
Nonostante uno possa essere una persona onesta e buona, potrebbe succedere. Queste famiglie ne sono l'esempio, come tutte quelle che le circondavano e che si sono fatte indietro per non finire pure loro nel mirino di questa caccia così folle.
Agghiacciante e, ahimè, ancora tristemente attuale.
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