Gli Alberi, di Percival Everett [Instagram Post]

 


Opinione: Gli Alberi, di Percival Everett



Money, nel Mississippi, una piccola cittadina rurale del profondo sud degli Stati Uniti, viene scossa da una serie di brutali omicidi. Sul posto vengono inviati due detective del Mississippi Bureau of Investigation (MBI). Anche se inizialmente sembra un semplice regolamento di conti l’indagine si fa man mano più complicata. I due, infatti, incontrano forti resistenze da parte dello sceriffo locale, del suo vice, del medico legale e di una serie di cittadini bianchi, e razzisti, esattamente come gli uomini trovati morti. Gli omicidi sembrano essere collegati tra loro e presentano un enigma comune, perché in ogni luogo del delitto c’è un secondo cadavere orribilmente mutilato, che poi scompare nel nulla, inspiegabilmente, per riapparire sulla scena del crimine successivo. Il corpo sembra essere quello di Emmett Till, un giovanissimo afroamericano vittima di un linciaggio per motivi razziali nel 1955 proprio a Money. Il caso si complica ulteriormente quando i due detective scoprono che omicidi simili si stanno verificando in tutto il paese. Mentre i morti aumentano, i due investigatori cercano risposte interrogando Mama Z, una stregona di 105 anni, che ha perso il padre in un linciaggio rimasto impunito e che da moltissimi anni documenta ogni caso di omicidio razziale negli Stati Uniti. Quello che scoprono è una storia di sangue e odio che non può essere cancellata né sepolta.

Non capisco perché ultimamente mi ritrovo sempre ad aver a che fare con libri con il finale aperto.
Non lo sopporto, voglio risposte, capire, non dedurre con la mia testolina che non ci arriva...uffa!

Facciamo un passo indietro. 
Avevo adocchiato questo romanzo e la trama mi ispirava moltissimo, quindi perché non buttarsi? L'autore ci porta nel Mississipi durante gli anni in cui il presidente era Trump, in una cittadina sperduta e ricca di stereotipi. Da come ho capito è un po' lo stile dello scrittore, per rendere il tutto grottesco e "divertente", per fare satira. Però spesso stufa: i cittadini sono delle macchiette, come i vari poliziotti e alcune situazioni. Non viene esonerato nemmeno il presidente in tutto ciò, ma ho trovato il tutto dannatamente fuori luogo ed insensato, più che geniale.

Torniamo alla trama. In questa cittadina un giorno avviene un brutale ritrovamento: un uomo bianco che pare esser stato ucciso da un nero, anche questo cadavere. Scena molto macabra, col dettaglio che le palle del bianco sono in mano al nero. Si pensa ad una lotta fra i due, che si siano uccisi a vicenda, ma è impossibile. Ad indagare vengono mandati due agenti del MBI (Mississippi Bureau of Investigation), entrambi accolti con estremo disgusto. Non tanto per la solita solfa che vogliono interferire con le indagini cittadine e "rubare" alla polizia locale, ma perché entrambi neri. Ovviamente sono tutti razzisti in quella cittadina. Il problema è che quando vanno per vedere i cadaveri, quello del nero è svanito nel nulla. Per poi ricomparire in una nuova scena del crimine. Un nuovo omicidio che ricalca quello precedente.

Entrambe le vittime sono figlie di una donna che nel 1955 causò il linciaggio di un ragazzo nero, mentendo. Una vendetta dopo così tanto tempo? 
Non lo sapremo mai, poiché le cose in un lampo perdono il controllo. 

Infatti la storia parte in maniera molto circoscritta per poi esplodere. Ma in maniera incontrollata, senza che il lettore comprenda cosa stia succedendo, ne trovando alla fine di tutto una spiegazione logica. Durante il romanzo avremo a che fare con un'altra agente, sempre nera, ma decisamente "cazzuta", a bilanciare i due che sembrano le versioni buone de "poliziotto buono e cattivo". Avremo a che fare con Mama Z, che ha impiegato la vita a segnare i nomi delle vittime di omicidi razziali (solo quelle nere, se non dico cazzate). Una donna che ha perso il padre in questo modo e che ha deciso di mettere insieme tutte queste persone in attesa di giustizia, aspettando paziente.

Mi sono trovata disorientata, poiché non capivo dove volesse andare a parare l'autore. Quest'ondata di omicidi non si placa, sempre più persone vengono uccise prima secondo una logica (che riuscivamo a seguire tramite le "indagini"), che si perde diventando una mattanza senza una vera e propria logica se non la vendetta postuma.
Si, molti sono persone orribili (ma sempre stereotipate), si parla del KKK che continua ad esistere più per tradizione familiare che per fare effettivamente qualcosa come ai suoi tempi d'oro.
Tutto abbozzato, troppe cose insieme che creano caos, confusione,...

Sono andata avanti sperando in un finale che mi spiegasse cosa stesse succedendo. Eh niente, finale aperto!

L'unica logica che ne ho saputo trarre è che la rabbia ha preso il sopravvento partendo da una sorta di "giustizia" provata a Money, per esplodere in vendetta in tutto il paese, facendo strage (lo ammetto, qui mi sono persa: non ho capito se erano persone che si sono macchiate di crimini razziali, se lo erano i loro antenati, se erano razzisti e basta,...).

Insomma, sangue chiama sangue, anche se a distanza di molti molti anni. E lo trovo stupido come modo di agire, nonostante possa capire la rabbia che smuova certe persone che vivono situazioni di odio nel quotidiano.

Quindi, che dire in sostanza?
Aspetto di leggere altre opinioni, se mai ne usciranno, che magari mi permetteranno di capire meglio dove mi sono arenata e aver altri punti di vista sul romanzo.
Ma per ora, non lo consiglierei.


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Opinione: Oliva Denaro, di Viola Ardone


Io non lo so se sono favorevole al matrimonio. Per questo in strada vado sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice che ha mani e può arrivare a toccare le carni.

È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa – glielo ripete ossessivamente la madre – che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l'idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà più farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no. Viola Ardone sa trasformare magnificamente la Storia in storia raccontando le contraddizioni dell'amore, tra padri e figlie, tra madri e figlie, e l'ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa, soprattutto se è imposto con la forza. La sua scrittura scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi. Se Oliva Denaro è un personaggio indimenticabile, quel suo padre silenzioso, che la lascia decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei, è una delle figure maschili più toccanti della recente narrativa italiana.

Proposto da Concita De Gregorio al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione: «Per la potenza della voce della protagonista, che ci parla da un tempo e da un luogo in cui la parola libertà, per una giovane donna di sedici anni, era da inventare. Per la forza del racconto corale di un paese di Sicilia che custodisce la matrice di caratteri e dinamiche certamente arcaici, ma tuttora presenti nel comune sentire e capaci di retroilluminare l'origine del nostro senso comune. Per il pudore, la riconoscenza e la grazia con cui rende omaggio alla storia di una donna realmente esistita, celebre e vivente, che pur essendo fondamento e simbolo di emancipazione ha scelto di condurre il resto della sua esistenza nel riserbo e nella discrezione. Per il rispetto che le porta. Per la forza letteraria del romanzo, per l'assenza di retorica edificante, per la freschezza e la precisione dello sguardo. Per la capacità di orchestrare dialoghi e silenzi, di dare corpo al pensiero inespresso. Un romanzo che non si può non amare, non si può non portare Oliva Denaro per sempre con sé.»

Ho finito da pochi giorni questo romanzo e devo dire che tutti i pareri positivi a riguardo che ho sentito sono veritieri. Questa storia ti scivola dentro per restare. 
La scrittura dell'autrice riesce a rendere questa storia che tratta un argomento orribile, rendendo omaggio ad una donna (e la sua famiglia) formidabile, con una bravura e senza mai scendere nel morboso. Le pagine si divorano e non si riesce a staccarsi, fino alla fine di tutto.

Ammetto che questo libro mi attraeva e mi spaventava, infatti ho aspettato a comprarlo e quando poi l'ho avuto fra le mani è finito in libreria ad attendere. Fortuna ha voluto che lo trovassi su Audible e le poche ore di ascolto mi spingessero a buttarmi.

Ora lo rileggerei dalla prima pagina, pronta a segnarmi una quantità di passaggi che durante l'ascolto mi hanno colpito, per poterli evidenziare e tenere. La trama, se non la conoscete, si ispira a una storia vera. Oliva è un omaggio a Franca Viola, la prima donna ad aver rifiutato il matrimonio riparatore e portato il suo rapitore e s7upra7or3 in tribunale per aver giustizia. Una storia assurdamente recente (avvenuta negli anni 60), poiché solo negli anni 80 questo sarà tolto dal codice civile come legge (il matrimonio riparatore), e solo negli anni 90 lo s7upr0 sarà reato contro la persona e non contro la morale.

Oliva, come Franca, è una giovane che vive in Sicilia negli anni 60, ha 15 anni, e riceve attenzioni non desiderate da un uomo. Nonostante sia cresciuta con insegnamenti rigidi su cosa debba fare una donna e cosa no per seguire le regole della società (così da diventare una brava moglie, brava madre, brava donna), tutto ciò non le serve a nulla. Le malelingue non si fermano e sono pronte a giudicare ogni piccolo errore, anche quando non c'è. Tutti osservano tutti. Tutti parlano. E quando la giovane viene rapita perché quell'uomo ha deciso che deve essere sua, per il mondo è già così. Non è solo la legge, è la mentalità.

Fortunatamente Oliva ha accanto una famiglia che la sostiene e le resta accanto quando sceglie di non abbassarsi a queste regole ingiuste che le sono obbligate per quei tempi. Denuncia. Lo porta in tribunale. Anche se potrebbero aver (e avranno) tutti contro nel paesino.

Non penso di aver fatto spoiler, poiché quella di Franca è una storia famosa e che DEVE esser conosciuta, o almeno esser stata sentita anche solo una volta per caso.

Una storia che fa male leggere e che, come dicevo, l'autrice bilancia molto bene raccontandoci i cambiamenti di come viene vista una ragazza, e come deve comportarsi, dalle prime mestruazioni che la renderanno definitivamente donna. Insegnamenti che l'accompagnano per tutto questo percorso, alcuni anche per lei insensati ma che rispetta. Trovandosi poi ad essere giudicata come colpevole per un gesto atroce commesso senza alcun suo consenso in merito. Nonostante avesse fatto tutto "giusto", come sua madre le aveva insegnato.

Un libro che va letto. Senza dubbio. Da tutti.
Bello, scritto molto bene, che porta a conoscere un frammento della storia del nostro paese e di una donna che assieme alla sua famiglia furono (estremamente forti e coraggiosi, ed) un elemento importantissimo per iniziare a metter su un cambiamento riguardo una legge ingiusta ed antiquata.


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Eros Ehilia Agape, di Rachel Swirsky [Instagram Post]


 

Opinione: Eros Ehilia Agape, di Rachel Swirsky



Eros, Philia, Agape sono tre termini con cui l'antico greco definiva l'amore nelle sue diverse declinazioni. "Eros Philia Agape" è il titolo perfetto per questa novella di Rachel Swirsky che pone al centro del racconto la relazione tra Adriana, giovane donna di successo con qualche trauma alle spalle, e Lucian, il suo compagno robot. In un domani in cui è facile riconoscersi, l'autrice affronta con una sensibilità unica il confronto tra essere umano e intelligenza artificiale, e lo fa da un punto di vista originale e particolarmente brillante. Rachel Swirsky mette a fuoco l'evoluzione di un percorso emotivo e racconta i rapporti famigliari con una prosa ricca e suggestiva, affascinando il lettore con il dilemma che costituisce il cuore del racconto.

Un piccolo racconto che non so quanto mi abbia convinto, nonostante mi abbia lasciato qualcosa perché ogni tanto ci ripenso e alcuni frammenti mi sono rimasti addosso. Lo ammetto, la copertina mi ha rapito subito. Il titolo e la trama, poi, promettevano molto bene. Però manca qualcosa. Ma non capisco se nelle pagine o in me, per comprendere meglio ciò che viene raccontato. La storia è abbastanza particolare e familiare allo stesso tempo. Tematiche già "lette\viste" qui presentate attraverso gli occhi di Adriana e Lucian, dando il tocco personale della loro relazione.Scopriremo poco, intuendolo più che altro, riguardo questa coppia così particolare. Adriana è piuttosto giovane, ricca, intelligente, ma sola da tutta la vita (durante le pagine si capirà come mai), e decide di farsi costruire un robot per starle accanto, ma nemmeno lei si sarebbe mai immaginata di innamorarsene. Un dettaglio interessante è che Lucian, la sua personalità e mente, si plasmano durante le prime settimane passate insieme. Non viene creato e mandato come "fidanzato perfetto". Ha una sorta di "nascita" quando viene, diciamo, acceso per la prima volta, e in poco impara e "cresce" mentalmente.
Ma cos'ha di così particolare per cui merita di essere letto?

Ci troviamo davanti ad un Lucian in crisi d'identità, che si domanda chi sia davvero, in particolare cosa sia l'amore ed il possesso, e cosa li distingua. Poiché è qualcosa che si è insinuato da tempo nella sua mente e non riesce a capire la differenza.

Fra lui e Adriana c'è amore vero? Oppure lui è "suo"? E lei cos'è davvero per lui?

Davvero, vi ho buttato alcune domande che non vengono proprio pronunciate apertamente ma fanno da sfondo ai pensieri di Lucian, sia nel presente che nei ricordi che rievoca durante le riflessioni.

Una lettura breve, frammentata, infatti storia non è lineare, ci troviamo a zizzagare fra ricordi più o meno recenti della loro lunga relazione.
Come in lampo in cui dobbiamo vedere il più possibile prima che la luce finisca e torni in buio. Tanti temi che circondano il racconto appena accennati, che avrebbero meritato più spazio, ma probabilmente avrebbero creato qualcosa di totalmente diverso.

Quindi, come tiro le somme?
Scritto bene, tematiche interessanti, domande molto complesse a cui rispondere, frammenti di vita che ti strappano il cuore (Fuoco, capirete se lo leggerete). Però il tutto troppo rapido, troppo saltellante fra i vari POV e salti temporali.

Insomma, così strano che meriterebbe di esser letto, ma forse non adatto a tutti.


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Gli Incompiuti, di Anna Kańtoch [Instagram Post]


 

Opinione: Gli Incompiuti, di Anna Kańtoch


Una casa bianca travolta da una bufera di neve. Un corpo esangue, morto. Un corpo vivo, sconvolto. Un commissariato di provincia, un interrogatorio informale, l’inizio di un racconto. Ogni capitolo di questo romanzo dalla struttura a scatole cinesi è una storia che ne rivela un’altra diversa e a essa intrecciata, con protagonisti che si inseguono tra le pagine e alcuni elementi ricorrenti: l’odore di agrumi, un cappotto rosa, una misteriosa casa bianca. È un libro di personaggi dalle identità sessuali ribaltate e ambigue: donne dalle qualità virili, uomini efebici, e in mezzo a loro un bambino dal sesso indefinibile costretto a compiere una scelta. All’interno della cornice pulsante di un thriller dove sparizioni e morti tengono sempre alta la tensione, si dipana una storia che scava nell’Io dei protagonisti: il mistero più grande non è l’omicidio (vero o o presunto), ma la faticosa consapevolezza di essere incompleti.

Giro intorno a questa recensione da davvero troppo tempo, e in tutta onestà non ho ancora capito se la lettura mi sia piaciuta oppure no. 
Principalmente perché è scritto bene, ti trascina dentro questa sorta di enorme mistero...ma ha un finale aperto. Cosa che odio, in particolare nei romanzi con un mistero (o più) fra le pagine. 

La storia è molto originale. 
Ci troviamo davanti, come dice la trama, a storie dentro altre storie. Ogni personaggio che incontreremo sarà incastrato dentro le storie degli altri. Tutto si mescola, tutto da l'impressione di scendere sempre di più ogni capitolo che si prosegue e una delle storie viene prima anticipata e poi raccontata, in modo frammentato, sparso qua e là ma trovando sempre il modo di incastrarsi. 

Un romanzo che dà la sensazione di esser una sorta di matrioska quando lo si inizia, ma alla fine diventa un enorme puzzle dove tutto è collegato. O lo sembra. Perché alla fine le poche certezze vengono messe in dubbio e sta al lettore trarre le sue conclusioni.

Una lettura scoperta grazie ad un GdL (#Penombre di @sonosololibri ) , che mi ha permesso di addolcire la mia opinione finale, confrontandomi con altr3 lettor3 e scoprendo altri punti di vista che, appunto, mi hanno fatto guardare la storia diversamente, apprezzandola un po' di più.

Lo so, sono 3 parole in croce vaghe, confuse, assurde, ma è così questo romanzo e penso (anzi sono sicura) che sia il modo giusto per "raccontarlo" e che debba esser letto in questo modo. Addentrandosi in questo caos che fondamentalmente ha un senso, trovandosi davanti personaggi le cui storie sono frammentate e sparse, incastrate le une alle altre in modi così assurdi che vi lasceranno stupiti. Avvicinarsi ad ognuno di loro, seguendo questa catena di eventi che da un senso di caduta libera, fino alla chiusura di tutto.
Che, ahimè lo ripeto, purtroppo non mi ha soddisfatto. 

Leggerlo o non leggerlo? Se vi piacciono le storie strane, dove il senso va guadagnato, il mistero non è così semplice come dovrebbe essere, il caos regna sovrano ma non messo lì a caso. Si, potrebbe piacervi. Una piccola follia che regala qualcosa di nuovo e particolare in mezzo a tante letture di solito fin troppo simili.



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I Terrestri, di Murata Sayaka [Instagram Post]



Voltando l'ultima pagina, e rendendomi conto che non c'era più altra storia, sono dovuta tornare indietro e rileggere le ultime righe. Davvero finisce così? Magari sono io, ma la sensazione che mi sia imbattuta ancora in un finale ad interpretazione del lettore non mi abbandona. E non sono proprio una grande fan di storie del genere. Facciamo un passo indietro...

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Opinione: I Terrestri, di Murata Sayaka


«Cosa significa sentirsi a casa nel mondo? Natsuki, la protagonista di questo sorprendente romanzo, non lo sa: fin da piccola è convinta di essere stata contattata dagli alieni, che la porteranno via da una vita nella piccola borghesia giapponese segnata dalla crudeltà... Murata parte da un'idea infantile e la porta avanti con fervore immaginativo, mostrando brillantemente l'ottusità e l'arbitrarietà delle convenzioni.» – The New Yorker

Natsuki è stata incaricata dal peluche Piyut di salvare la Terra. Può trasformarsi grazie a un portacipria e una bacchetta e compiere magie, che però gli adulti non sembrano capire: dopo averla sorpresa a fare sesso con il cuginetto Yū le impediscono di rivederlo, e quando racconta che il Professor Igasakile propone cose strane, non viene creduta. Natsuki si domanda se un giorno le faranno il lavaggio del cervello per far sì che si attenga alla loro strana normalità... O forse è lei a vederla strana, arrivando dal pianeta Poapipinpobopia? Né lei né il marito capiscono per quale motivo gli abitanti che popolano la terra debbano sentire il bisogno di creare regole e avere figli. Ai loro occhi sono solo animali costretti da quell’enorme fabbrica che è la società a funzionare come strumenti di lavoro e di riproduzione, vivendo in nidi che chiamano case. Decidono quindi di lasciare tutto per andare a vivere ad Akishina, nella vecchia casa di famiglia di Natsuki, dove incontrano Yū e cominciano un’improbabile convivenza a tre che infrange ogni confine…

Voltando l'ultima pagina, e rendendomi conto che non c'era più altra storia, sono dovuta tornare indietro e rileggere le ultime righe.
Davvero finisce così?
Magari sono io, ma la sensazione che mi sia imbattuta ancora in un finale ad interpretazione del lettore non mi abbandona. E non sono proprio una grande fan di storie del genere.

Facciamo un passo indietro.
Sicuramente l'autrice sa scrivere. I Terrestri è un romanzo che ti trasporta lungo la storia folle, confusa e assurda (ma realistica) che narra.
Si, ci sono parecchi Trigger Warning che fanno capolino qua e là nel testo, ma parlarne sarebbe un enorme spoiler quindi non voglio svelare nulla (comunque dalla trama se ne intuiscono parecchie).

So che tantissime persone ne sono uscite sconvolte. Personalmente, a parte una scena, non mi hanno toccato minimamente. Anche il famoso ultimo capitolo è stato un "tutto qui?". (Questo per darvi un idea di come funziono e quindi come prendere la mia opinione)

La storia saltella avanti e indietro nel tempo, parlandoci di Natsuki prendendo un frammento della sua infanzia per poi portarci vent'anni dopo, altalenando queste linee temporali per farci capire cosa successe e cosa sta succedendo nella sua vita.

Natsuki è una ragazzina intelligente, ma con una famiglia oscena. La madre non perde occasione per distruggerla in favore della sorella, quest'ultima un concentrato di insicurezze ma soprattutto pestare un cactus a piede nudo è meglio che imbattersi in lei (e la madre), e il padre praticamente inutile, fa presenza fisica e stop. Questo giusto un accenno, conoscendoli questa breve presentazione li rende simpatici.

Ogni anno vanno a trovare i nonni ad Akishina, insieme a tutto il resto della famiglia, e lì in particolare c'è Yu un cugino con cui ha legato moltissimo, perché entrambi hanno dei segreti che hanno condiviso fra loro, rendendoli più uniti che mai. Lei infatti gli racconta che si è imbattuta in Piyut, un alieno (ora sotto forma di peluche) del pianeta Poapipinpobopia (se non sapete come si pronuncia, benvenuti nel club!), che le ha dato la missione di salvare la terra.

La ragazzina infatti ora ha dei poteri magici grazie a Piyut, ma ciò non le rende la vita più semplice. Infatti nella sua scuola un insegnante ha atteggiamenti decisamente molesti nei sui confronti, e quando lei tenta finalmente di parlarne nessuno le crede. Anzi, viene derisa.
Per tentare di "salvarsi", finisce per fare qualcosa che porterà la famiglia a separarsi per sempre, lasciando su di lei un marchio indelebile.

Ma nemmeno da adulta le cose le vanno meglio. Nonostante si sia sposata, la fabbrica(/la società) pretende che si omologhi ancora di più, e ne lei ne il marito vogliono farlo. Senza segreti ed uniti nel pensare allo stesso modo, decidono di prendersi una vacanza a Akishina, dove troveranno Yu e insieme le cose lentamente sfuggiranno loro di mano.
 
A ripensarci a mente un po' più fredda, si vede la critica alla società che sta alla base della storia: una donna deve crescere e rispettare certe tappe, come trovare un uomo, sposarsi, fare figli, ecc ecc. (Stessa cosa anche a seso inversi). Chiunque non la pensi così va rieducato, in special modo dalla famiglia che non vuole portare l'onta di questo "disonore". Nonostante ci siano atteggiamenti decisamente peggiori portati avanti da questi retti cittadini, ma tollerati perché la facciata di famiglia regge.
 
Natsuki, come Yu, si sono creati fin da bambini un mondo di fantasia in cui rifugiarsi per allontanarsi dalla realtà, troppo pesante per loro da affrontare in maniera realistica. Il "problema" è che la fantasia non finisce, ma viene portata avanti fino a quando Natsuki, suo marito e Yu non si danno manforte a vicenda, spingendo questa cosa sempre più in là. Senza freni, censure, moralità spiccia,... Insomma, è stato interessante leggere fin dove sono arrivati e seguendo quali logiche, abbattendo alcuni taboo della società con una semplicità da render il tutto normale.
 
Insomma, una lettura scorrevole e piacevole, che riserva momenti in cui resti sotto shock come i personaggi che le vivono; personalmente non tanto per le situazioni da TW ma per certe reazioni considerate normalissime (per esempio, quando Natsuki non viene creduta sulle molestie).

Ovviamente, capisco che certe scene possano non solo turbare, ma fare del male ai lettori, quindi mi raccomando, non leggetelo se qualcosa che già intuite dalla trama potrebbe esser troppo.
 
Per me è stata una lettura interessante, ma allo stesso tempo deludente, semplicemente perché ne ho sentito parlare come di un libro estremamente disturbante ma mi ha deluso, mi aspettavo "di più".

Seppellitemi Lassù In Montagna, di Francesca Tacchi [Instagram Post]


Eh sì, avrei dovuto parlarvene molte settimane fa, anche se in particolare avrei voluto fare uscire un post lunedì (o al massimo martedì 25, visto le tematiche trattate). Ma non mi venivano le parole e quindi ho lasciato perdere.

Così, senza un briciolo di motivo, mi ritrovo a buttar giù di getto una sorta di opinione solo perché ho qualche idea che mi frulla in testa. Vedremo come andrà...


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Opinione: Seppellitemi Lassù In Montagna, di Francesca Tacchi

“Ogni giorno è buono per ammazzare nazisti.
Italia 1944, il partigiano Veleno non pensa ad altro che uccidere quanti più nazisti può prima di lasciare questo mondo. Accompagnato dal fido Rame, e protetto dall’antica dea Angizia, è in missione tra le montagne dell’Italia centrale per recuperare una strana arma che i nazisti stanno progettando di usare contro gli Alleati nella battaglia di Montecassino. Scritta con un ritmo vertiginoso, e accompagnata da una prosa travolgente, la novella di Francesca Tacchi unisce le più straordinarie caratteristiche del romanzo fantastico alla passione per la nostra Resistenza in un mix esplosivo e letale di azione e meraviglia. Pubblicato in origine negli Stati Uniti Seppellitemi lassù in montagna arriva in Italia in una nuova edizione rielaborata dall’autor? per il nostro pubblico. … Francesca Tacchi Scrittor? queer di storie fantasy con elementi horror e umoristici, Francesca Tacchi vive a Bologna insieme al marito, un cucciolo di shiba e tre dozzine di piante. Appassionat? di storia e mitologia, Francesca propone nella sua narrativa riletture weird della storia e del folklore italiano. Ha esordito nel 2022 negli Stati Uniti con questa novella.


Eh sì, avrei dovuto parlarvene molte settimane fa, anche se in particolare avrei voluto fare uscire un post lunedì (o al massimo martedì 25, visto le tematiche trattate). Ma non mi venivano le parole e quindi ho lasciato perdere.

Così, senza un briciolo di motivo, mi ritrovo a buttar giù di getto una sorta di opinione solo perché ho qualche idea che mi frulla in testa.
Vedremo come andrà...ma soprattutto, se eravate indecisi, se vi incuriosirà e vi spingerà a dargli una chance.

Questo era un titolo che stavo aspettando, seppur non avessi capito nulla della trama. A pelle mi ispirava moltissimo. Partiamo col dire che la frase iniziale mi ha conquistato totalmente
"Ogni giorno è un buon giorno per uccidere nazisti".
Perfetta!
Amore immediato!

Ci troviamo in Italia nel 1944, insieme ai partigiani Veleno e Rame, che ci faranno conoscere la loro lotta e il loro odio profondo verso nazisti e fascisti. Una lotta che per Veleno è radicata fin a portarlo all'autodistruzione. Infatti come missione vuole portare più nazifascisti con sé nella tomba. Altro non si pone nella vita. E durante le pagine capiremo come mai questa scelta così drastica e questo modo di vedere la vita così estremo.

Ma non è un romanzo solo di resistenza. Infatti l'autrice mescola abilmente a tutto ciò elementi fantastici, portando "in vita" Dei e Dee che sono sopravvissuti grazie a chi ne ha portato avanti la memoria. E Veleno è uno di questi, poiché la sua famiglia si tramanda un anello della Dea Angizia che dona il potere della guarigione.

Ovviamente questo è un accenno alla trama. Ci saranno sviluppi interessanti quando Veleno, con Rame ed altri, dovranno andare in missione per riuscire a fermare un piano che potrebbe spostare in modo decisivo l'ago della bilancia fra le fazioni. Lo so, fa strano trovarsi con così tante tematiche così particolari e diverse fra loro tutte insieme, ma la cosa straordinaria è che il mix funziona alla grande.

Un breve romanzo, forse più un racconto dovrei dire, che affronta molte tematiche: la guerra, la perdita, l'amicizia, la vendetta, l'amore, la speranza,...insomma, molto ricco seppur brevissimo, con quel tocco di sovrannaturale che riesce ad arricchire il tutto senza stravolgere le cose.

Sono rimasta molto sorpresa in positivo per questa lettura che mi ha dato occasione di iniziare il 2023 alla grande. Si, lo so, l'uscita non era a gennaio, ma fra i titoli letti da inizio anno si è rivelato il primo più bello.

Consigliato? Si!
Con dei "ma". Non è una lettura per tutti. Se leggete la trama e vi ispira: prendetelo ed amatelo. Altrimenti, andateci magari un pochino più cauti.