Non capisco perché ultimamente mi ritrovo sempre ad aver a che fare con libri con il finale aperto. Non lo sopporto, voglio risposte, capire, non dedurre con la mia testolina che non ci arriva...uffa! Facciamo un passo indietro. Avevo adocchiato questo romanzo e la trama mi ispirava moltissimo, quindi perché non buttarsi? L'autore ci porta nel Mississipi durante gli anni in cui il presidente era Trump, in una cittadina sperduta e ricca di stereotipi. Da come ho capito è un po' lo stile dello scrittore, per rendere il tutto grottesco e "divertente", per fare satira. Però spesso stufa: i cittadini sono delle macchiette, come i vari poliziotti e alcune situazioni. Non viene esonerato nemmeno il presidente in tutto ciò, ma ho trovato il tutto dannatamente fuori luogo ed insensato, più che geniale. Torniamo alla trama. In questa cittadina un giorno avviene un brutale ritrovamento: un uomo bianco che pare esser stato ucciso da un nero, anche questo cadavere. Scena molto macabra, col dettaglio che le palle del bianco sono in mano al nero. Si pensa ad una lotta fra i due, che si siano uccisi a vicenda, ma è impossibile. Ad indagare vengono mandati due agenti del MBI (Mississippi Bureau of Investigation), entrambi accolti con estremo disgusto. Non tanto per la solita solfa che vogliono interferire con le indagini cittadine e "rubare" alla polizia locale, ma perché entrambi neri. Ovviamente sono tutti razzisti in quella cittadina. Il problema è che quando vanno per vedere i cadaveri, quello del nero è svanito nel nulla. Per poi ricomparire in una nuova scena del crimine. Un nuovo omicidio che ricalca quello precedente. Entrambe le vittime sono figlie di una donna che nel 1955 causò il linciaggio di un ragazzo nero, mentendo. Una vendetta dopo così tanto tempo? Non lo sapremo mai, poiché le cose in un lampo perdono il controllo. Infatti la storia parte in maniera molto circoscritta per poi esplodere. Ma in maniera incontrollata, senza che il lettore comprenda cosa stia succedendo, ne trovando alla fine di tutto una spiegazione logica. Continua ⬇️


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Ho finito da pochi giorni questo romanzo e devo dire che tutti i pareri positivi a riguardo che ho sentito sono veritieri. Questa storia ti scivola dentro per restare. La scrittura dell'autrice riesce a rendere questa storia che tratta un argomento orribile, rendendo omaggio ad una donna (e la sua famiglia) formidabile, con una bravura e senza mai scendere nel morboso. Le pagine si divorano e non si riesce a staccarsi, fino alla fine di tutto. Ammetto che questo libro mi attraeva e mi spaventava, infatti ho aspettato a comprarlo e quando poi l'ho avuto fra le mani è finito in libreria ad attendere. Fortuna ha voluto che lo trovassi su Audible e le poche ore di ascolto mi spingessero a buttarmi. Ora lo rileggerei dalla prima pagina, pronta a segnarmi una quantità di passaggi che durante l'ascolto mi hanno colpito, per poterli evidenziare e tenere. La trama, se non la conoscete, si ispira a una storia vera. Oliva è un omaggio a Franca Viola, la prima donna ad aver rifiutato il matrimonio riparatore e portato il suo rapitore e s7upra7or3 in tribunale per aver giustizia. Una storia assurdamente recente (avvenuta negli anni 60), poiché solo negli anni 80 questo sarà tolto dal codice civile come legge (il matrimonio riparatore), e solo negli anni 90 lo s7upr0 sarà reato contro la persona e non contro la morale. Continua ⬇️


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Giro intorno a questa recensione da davvero troppo tempo, e in tutta onestà non ho ancora capito se la lettura mi sia piaciuta oppure no. Principialmente perché è scritto bene, ti trascina dentro questa sorta di enorme mistero...ma ha un finale aperto. Cosa che odio, in particolare nei romanzi con un mistero (o più) fra le pagine. La storia è molto originale. Ci troviamo davanti, come dice la trama, a storie dentro altre storie. Ogni personaggio che incontreremo sarà incastrato dentro le storie degli altri. Tutto si mescola, tutto da l'impressione di scendere sempre di più ogni capitolo che si prosegue e una delle storie viene prima anticipata e poi raccontata, in modo frammentato, sparso qua e là ma trovando sempre il modo di incastrarsi. Un romanzo che dà la sensazione di esser una sorta di matrioska quando lo si inizia, ma alla fine diventa un enorme puzzle dove tutto è collegato. O lo sembra. Perché alla fine le poche certezze vengono messe in dubbio e sta al lettore trarre le sue conclusioni. Una lettura scoperta grazie ad un GdL (#Penombre di @sonosololibri ) , che mi ha permesso di addolcire la mia opinione finale, confrontandomi con altr3 lettor3 e scoprendo altri punti di vista che, appunto, mi hanno fatto guardare la storia diversamente, apprezzandola un po' di più. Lo so, sono 3 parole in croce vaghe, confuse, assurde, ma è così questo romanzo e penso (anzi sono sicura) che sia il modo giusto per "raccontarlo" e che debba esser letto in questo modo. Addentrandosi in questo caos che fondamentalmente ha un senso, trovandosi davanti personaggi le cui storie sono frammentate e sparse, incastrate le une alle altre in modi così assurdi che vi lasceranno stupiti. Avvicinarsi ad ognuno di loro, seguendo questa catena di eventi che da un senso di caduta libera, fino alla chiusura di tutto. Che, ahimè lo ripeto, purtroppo non mi ha soddisfatto. Continua ⬇️


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I Terrestri, di Murata Sayaka [Instagram Post]




Voltando l'ultima pagina, e rendendomi conto che non c'era più altra storia, sono dovuta tornare indietro e rileggere le ultime righe. Davvero finisce così? Magari sono io, ma la sensazione che mi sia imbattuta ancora in un finale ad interpretazione del lettore non mi abbandona. E non sono proprio una grande fan di storie del genere. Facciamo un passo indietro...

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Opinione: I Terrestri, di Murata Sayaka


«Cosa significa sentirsi a casa nel mondo? Natsuki, la protagonista di questo sorprendente romanzo, non lo sa: fin da piccola è convinta di essere stata contattata dagli alieni, che la porteranno via da una vita nella piccola borghesia giapponese segnata dalla crudeltà... Murata parte da un'idea infantile e la porta avanti con fervore immaginativo, mostrando brillantemente l'ottusità e l'arbitrarietà delle convenzioni.» – The New Yorker

Natsuki è stata incaricata dal peluche Piyut di salvare la Terra. Può trasformarsi grazie a un portacipria e una bacchetta e compiere magie, che però gli adulti non sembrano capire: dopo averla sorpresa a fare sesso con il cuginetto Yū le impediscono di rivederlo, e quando racconta che il Professor Igasakile propone cose strane, non viene creduta. Natsuki si domanda se un giorno le faranno il lavaggio del cervello per far sì che si attenga alla loro strana normalità... O forse è lei a vederla strana, arrivando dal pianeta Poapipinpobopia? Né lei né il marito capiscono per quale motivo gli abitanti che popolano la terra debbano sentire il bisogno di creare regole e avere figli. Ai loro occhi sono solo animali costretti da quell’enorme fabbrica che è la società a funzionare come strumenti di lavoro e di riproduzione, vivendo in nidi che chiamano case. Decidono quindi di lasciare tutto per andare a vivere ad Akishina, nella vecchia casa di famiglia di Natsuki, dove incontrano Yū e cominciano un’improbabile convivenza a tre che infrange ogni confine…

Voltando l'ultima pagina, e rendendomi conto che non c'era più altra storia, sono dovuta tornare indietro e rileggere le ultime righe.
Davvero finisce così?
Magari sono io, ma la sensazione che mi sia imbattuta ancora in un finale ad interpretazione del lettore non mi abbandona. E non sono proprio una grande fan di storie del genere.

Facciamo un passo indietro.
Sicuramente l'autrice sa scrivere. I Terrestri è un romanzo che ti trasporta lungo la storia folle, confusa e assurda (ma realistica) che narra.
Si, ci sono parecchi Trigger Warning che fanno capolino qua e là nel testo, ma parlarne sarebbe un enorme spoiler quindi non voglio svelare nulla (comunque dalla trama se ne intuiscono parecchie).

So che tantissime persone ne sono uscite sconvolte. Personalmente, a parte una scena, non mi hanno toccato minimamente. Anche il famoso ultimo capitolo è stato un "tutto qui?". (Questo per darvi un idea di come funziono e quindi come prendere la mia opinione)

La storia saltella avanti e indietro nel tempo, parlandoci di Natsuki prendendo un frammento della sua infanzia per poi portarci vent'anni dopo, altalenando queste linee temporali per farci capire cosa successe e cosa sta succedendo nella sua vita.

Natsuki è una ragazzina intelligente, ma con una famiglia oscena. La madre non perde occasione per distruggerla in favore della sorella, quest'ultima un concentrato di insicurezze ma soprattutto pestare un cactus a piede nudo è meglio che imbattersi in lei (e la madre), e il padre praticamente inutile, fa presenza fisica e stop. Questo giusto un accenno, conoscendoli questa breve presentazione li rende simpatici.

Ogni anno vanno a trovare i nonni ad Akishina, insieme a tutto il resto della famiglia, e lì in particolare c'è Yu un cugino con cui ha legato moltissimo, perché entrambi hanno dei segreti che hanno condiviso fra loro, rendendoli più uniti che mai. Lei infatti gli racconta che si è imbattuta in Piyut, un alieno (ora sotto forma di peluche) del pianeta Poapipinpobopia (se non sapete come si pronuncia, benvenuti nel club!), che le ha dato la missione di salvare la terra.

La ragazzina infatti ora ha dei poteri magici grazie a Piyut, ma ciò non le rende la vita più semplice. Infatti nella sua scuola un insegnante ha atteggiamenti decisamente molesti nei sui confronti, e quando lei tenta finalmente di parlarne nessuno le crede. Anzi, viene derisa.
Per tentare di "salvarsi", finisce per fare qualcosa che porterà la famiglia a separarsi per sempre, lasciando su di lei un marchio indelebile.

Ma nemmeno da adulta le cose le vanno meglio. Nonostante si sia sposata, la fabbrica(/la società) pretende che si omologhi ancora di più, e ne lei ne il marito vogliono farlo. Senza segreti ed uniti nel pensare allo stesso modo, decidono di prendersi una vacanza a Akishina, dove troveranno Yu e insieme le cose lentamente sfuggiranno loro di mano.
 
A ripensarci a mente un po' più fredda, si vede la critica alla società che sta alla base della storia: una donna deve crescere e rispettare certe tappe, come trovare un uomo, sposarsi, fare figli, ecc ecc. (Stessa cosa anche a seso inversi). Chiunque non la pensi così va rieducato, in special modo dalla famiglia che non vuole portare l'onta di questo "disonore". Nonostante ci siano atteggiamenti decisamente peggiori portati avanti da questi retti cittadini, ma tollerati perché la facciata di famiglia regge.
 
Natsuki, come Yu, si sono creati fin da bambini un mondo di fantasia in cui rifugiarsi per allontanarsi dalla realtà, troppo pesante per loro da affrontare in maniera realistica. Il "problema" è che la fantasia non finisce, ma viene portata avanti fino a quando Natsuki, suo marito e Yu non si danno manforte a vicenda, spingendo questa cosa sempre più in là. Senza freni, censure, moralità spiccia,... Insomma, è stato interessante leggere fin dove sono arrivati e seguendo quali logiche, abbattendo alcuni taboo della società con una semplicità da render il tutto normale.
 
Insomma, una lettura scorrevole e piacevole, che riserva momenti in cui resti sotto shock come i personaggi che le vivono; personalmente non tanto per le situazioni da TW ma per certe reazioni considerate normalissime (per esempio, quando Natsuki non viene creduta sulle molestie).

Ovviamente, capisco che certe scene possano non solo turbare, ma fare del male ai lettori, quindi mi raccomando, non leggetelo se qualcosa che già intuite dalla trama potrebbe esser troppo.
 
Per me è stata una lettura interessante, ma allo stesso tempo deludente, semplicemente perché ne ho sentito parlare come di un libro estremamente disturbante ma mi ha deluso, mi aspettavo "di più".

Seppellitemi Lassù In Montagna, di Francesca Tacchi [Instagram Post]



Eh sì, avrei dovuto parlarvene molte settimane fa, anche se in particolare avrei voluto fare uscire un post lunedì (o al massimo martedì 25, visto le tematiche trattate). Ma non mi venivano le parole e quindi ho lasciato perdere.

Così, senza un briciolo di motivo, mi ritrovo a buttar giù di getto una sorta di opinione solo perché ho qualche idea che mi frulla in testa. Vedremo come andrà...


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Opinione: Seppellitemi Lassù In Montagna, di Francesca Tacchi

“Ogni giorno è buono per ammazzare nazisti.
Italia 1944, il partigiano Veleno non pensa ad altro che uccidere quanti più nazisti può prima di lasciare questo mondo. Accompagnato dal fido Rame, e protetto dall’antica dea Angizia, è in missione tra le montagne dell’Italia centrale per recuperare una strana arma che i nazisti stanno progettando di usare contro gli Alleati nella battaglia di Montecassino. Scritta con un ritmo vertiginoso, e accompagnata da una prosa travolgente, la novella di Francesca Tacchi unisce le più straordinarie caratteristiche del romanzo fantastico alla passione per la nostra Resistenza in un mix esplosivo e letale di azione e meraviglia. Pubblicato in origine negli Stati Uniti Seppellitemi lassù in montagna arriva in Italia in una nuova edizione rielaborata dall’autor? per il nostro pubblico. … Francesca Tacchi Scrittor? queer di storie fantasy con elementi horror e umoristici, Francesca Tacchi vive a Bologna insieme al marito, un cucciolo di shiba e tre dozzine di piante. Appassionat? di storia e mitologia, Francesca propone nella sua narrativa riletture weird della storia e del folklore italiano. Ha esordito nel 2022 negli Stati Uniti con questa novella.


Eh sì, avrei dovuto parlarvene molte settimane fa, anche se in particolare avrei voluto fare uscire un post lunedì (o al massimo martedì 25, visto le tematiche trattate). Ma non mi venivano le parole e quindi ho lasciato perdere.

Così, senza un briciolo di motivo, mi ritrovo a buttar giù di getto una sorta di opinione solo perché ho qualche idea che mi frulla in testa.
Vedremo come andrà...ma soprattutto, se eravate indecisi, se vi incuriosirà e vi spingerà a dargli una chance.

Questo era un titolo che stavo aspettando, seppur non avessi capito nulla della trama. A pelle mi ispirava moltissimo. Partiamo col dire che la frase iniziale mi ha conquistato totalmente
"Ogni giorno è un buon giorno per uccidere nazisti".
Perfetta!
Amore immediato!

Ci troviamo in Italia nel 1944, insieme ai partigiani Veleno e Rame, che ci faranno conoscere la loro lotta e il loro odio profondo verso nazisti e fascisti. Una lotta che per Veleno è radicata fin a portarlo all'autodistruzione. Infatti come missione vuole portare più nazifascisti con sé nella tomba. Altro non si pone nella vita. E durante le pagine capiremo come mai questa scelta così drastica e questo modo di vedere la vita così estremo.

Ma non è un romanzo solo di resistenza. Infatti l'autrice mescola abilmente a tutto ciò elementi fantastici, portando "in vita" Dei e Dee che sono sopravvissuti grazie a chi ne ha portato avanti la memoria. E Veleno è uno di questi, poiché la sua famiglia si tramanda un anello della Dea Angizia che dona il potere della guarigione.

Ovviamente questo è un accenno alla trama. Ci saranno sviluppi interessanti quando Veleno, con Rame ed altri, dovranno andare in missione per riuscire a fermare un piano che potrebbe spostare in modo decisivo l'ago della bilancia fra le fazioni. Lo so, fa strano trovarsi con così tante tematiche così particolari e diverse fra loro tutte insieme, ma la cosa straordinaria è che il mix funziona alla grande.

Un breve romanzo, forse più un racconto dovrei dire, che affronta molte tematiche: la guerra, la perdita, l'amicizia, la vendetta, l'amore, la speranza,...insomma, molto ricco seppur brevissimo, con quel tocco di sovrannaturale che riesce ad arricchire il tutto senza stravolgere le cose.

Sono rimasta molto sorpresa in positivo per questa lettura che mi ha dato occasione di iniziare il 2023 alla grande. Si, lo so, l'uscita non era a gennaio, ma fra i titoli letti da inizio anno si è rivelato il primo più bello.

Consigliato? Si!
Con dei "ma". Non è una lettura per tutti. Se leggete la trama e vi ispira: prendetelo ed amatelo. Altrimenti, andateci magari un pochino più cauti.

Opinione: Saga Blackwater, di Michael McDowell [Spoiler Free]


Uno strano annegamento, una rivelazione terrificante e la scoperta di un tesoro

1919. Le acque nere e minacciose del fiume sommergono la cittadina di Perdido, Alabama. Come gli altri abitanti, i ricchissimi Caskey, proprietari di boschi e segherie, devono fronteggiare il disastro provocato dalla furia degli elementi. Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio devoto Oscar, dovrà anche fare i conti con un’apparizione sconvolgente. Dalle viscere della città sommersa compare Elinor, donna dai capelli di rame con un passato misterioso e un oscuro disegno: insinuarsi nel cuore dei Caskey.




Ebbene sì, mi sono fatta tentare poco dopo la pubblicazione del primo romanzo, così mi sono ritrovata a preordinare ognuno di questi piccoletti. Dovevo sapere come sarebbe continuata la storia!

Premetto che è stata colpa di Audible. Ero molto scettica riguardo questa serie, visto il costo totale dei cartacei e il fatto di dover aspettare due settimane fra una pubblicazione e l'altra, per non dire l'hype con cui alcuni ne parlavano (la maggior parte tramite collaborazione e, ahimè, lo ammetto: tranne pochissime persone, la cosa mi "puzza" sempre un po'; no, non sto dicendo che sono disonesti, ma non a tutti esce la verità totale e pura al 100%, si tende ad addolcire il tutto...ma non divaghiamo) .

Come si dicevo, il primo l'ho ascoltato e mi è piaciuto moltissimo. Mi ha incuriosito davvero tanto. Apriva questa saga presentando i personaggi ed uno scenario molto interessante, con dei misteri da scoprire, il tutto in un ambientazione che riuscivo ad immaginarmi molto bene. Quindi, cacciato via il lato razionale, mi sono buttata.

Il marketing che ha spinto il tutto è stato fatto decisamente bene. Hanno proprio investito molto e bombardato in pubblicità i lettori (cosa che mi faceva storcere il naso, e ancora oggi non trovo particolarmente piacevole. Ma nel complesso è bello vedere che una CE comunque muova il cu70 per promuovere le sue pubblicazioni non solo il giorno dell'uscita, lanciando la notizia e abbandonando il tutto a come viene, viene. Almeno per una volta).

Devo dirlo, però.
Ho trovato di "cattivo gusto" come è stata gestita la cosa ai posteri, ovvero: quando chi ha seguito la saga comprando il giorno della pubblicazione ogni volta, si è trovato a veder regalati gadget a chi li comprava dopo nelle librerie. Senza contare gli eventi, rari, dedicati alla serie (sempre con gadget esclusivi) portati in poche librerie nelle grandi città (ma questo posso capirlo), però nei giorni settimanali a tarda ora.
Ad occhio stronzo era un modo molto lavamani per evitare ressa (anche se non so se ci sarebbe potuta essere) senza dover mettere numero chiuso all'entrata, per non prendersi responsabilità in tutto ciò e passare per i "buoni". Ma sono anche stanca di queste trovate, sempre a nostro danno.

Detto ciò, direi che come apertura ho detto abbastanza.
Arriveranno altri post, tutti spoiler free, per parlare dei personaggi, l'ambientazione, la storia,....e FINALMENTE tirare le conclusioni!

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Vediamo di cosa parla. O almeno, quel che posso raccontarvi senza scendere troppo nei dettagli, così da non rovinarvi la lettura se foste interessati.
Lo so, lo so, sicuramente saprete già tutto, con la campagna pubblicitaria che c'è ancora in atto. Ma ci provo ugualmente.

Ci troviamo appena dopo una piena che ha completamente distrutto la città di Perdido e, mentre le acque ancora seppelliscono le case, viene trovata una giovane donna che dice di esser stata sorpresa dalla piena e di aver aspettato qualcuno che la salvasse.

Si chiama Elinor ed in quel terribile evento ha perso tutto, racconta di esser praticamente sola al mondo e di voler restare per diventare insegnante. È una donna molto bella, intelligente, ma ha qualcosa che turba in particolare Mary-Love. Lei è la matriarca della famiglia Caskey, la famiglia più potente e ricca di Perdido. La sua è sempre l'ultima parola a venir pronunciata e accettata da tutti i suoi familiari. Ma da quando arriva questa giovane le cose iniziano a cambiare, specialmente nella sua famiglia. Infatti è stato Oscar, suo figlio, a salvarla e James, suo cognato, a darle un tetto sulla testa, nel frattempo che le cose per lei migliorino.

Questo giusto un accenno a come il tutto ha inizio.

È presentata come una serie gotica, con tocchi horror,...ma per me, molto semplicemente, si tratta di una saga familiare e storica. Infatti seguiremo le vicende di questa famiglia durante i vari decenni, saltellando fra gli anni fra capitolo e capitolo, vedendo come muterà e, come succede nella vita, chi si aggiungerà e chi, ahimè, se ne andrà.

Ci sono elementi particolari, ma così pochi e spesso "nebulosi" da renderli marginali. Forse qualcuno di più sensibile potrebbe in alcune pagine restare turbato.
Mi sarei aspettata di più però, viste le premesse anche presenti nel primo volume.

Ma penso che ne parlerò meglio (se troverò le parole giuste) più avanti.


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Avevo pensato di parlarvi dei personaggi che popolano questo mondo, ma ho deciso di non farlo. O meglio, ho optato per una riflessione riguardo i generi: gli uomini in questa serie sono tappetini oppure brutali. Non ci sono vie di mezzo.
Sempre descritti e trattati in maniera superficiale, inoltre.
Non so voi, ma lo trovo davvero brutto.

Sarò breve.
Durante la serie vediamo come le varie donne che fanno parte della storia in un modo o nell'altro crescono, compiono scelte, prendono in mano la loro vita. Che siano simpatiche o meno, hanno comunque dei momenti...tridimensionali, diciamo. Mentre dall'altra parte un piattume che non si meritano.
Certo, alcuni personaggi maschili ci entrano nel cuore per alcune cose che fanno, ma di fondo, a rifletterci su, c'è una differenza così enorme fra i due sessi che lascia basiti.
È una saga familiare al femminile, dove gli uomini fanno da comparsa, nonostante alcuni siano essenziali per la storia.
Avevo già avuto questa sensazione durante i primi libri, che si è confermata alla grande quando ho chiuso la serie.
Anche volendo dare maggior risalto ai personaggi femminili, rendere piatti e servili i maschietti non ha senso. Si perde molto.
Non capisco proprio il perché di questa decisione.


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Arriviamo ad un tasto per me dolente: l'ambientazione.

In generale è difficile accontentarmi su questo aspetto. Se troppo descrittiva e minuziosa, rende pesante la lettura e mi annoia; se carente o superficiale non riesce a rendere giustizia al luogo in cui ci troviamo, specialmente nei fantasy dove il mondo non è propriamente realistico.

In questo caso, ne sono rimasta piacevolmente colpita.

L'autore riesce a presentarci la cittadina e mostrarci i suoi cambiamenti nel corso del tempo, dalla piena, alla ricostruzione, alle varie modifiche nel corso degli anni.
In particolare abbiamo spesso il rapporto fra città e fiumi, Perdido e Blackwater. Descritti così bene da farmi immaginare queste acque torbide, impetuose, pronte ad inghiottire chiunque così sciocco da avventurarsi senza esser preparato.

Ma anche l'odore! Tramite le descrizioni si riesce quasi a sentirne l'olezzo che resta appiccicato addosso, così caratteristico e particolare.

Ci si immerge nell'atmosfera dell'Alabama degli anni venti, per iniziare il tutto, per poi continuare a saltellare e trovarci sempre in una città coerente con il tempo descritto, dandoci modo di vedere cosa sta cambiando per modernizzarsi, seguendo l'evoluzione dei tempi.

Questo uno dei particolari che ho apprezzato maggiormente e che mi permette, se ci ripenso, di sentirmi lì, sulle sponde del Perdido a guardare il fiume scorrere. O sulle verande delle case dei Caskey. O anche altrove, ma non posso dirvi dove.

Un punto per l'autore, in questo caso!


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Come vi avevo accennato la serie è una saga familiare, da carta dovrebbe esser gotica e horror, con misteri ed elementi sovrannaturali. Il che è anche vero, non posso negarlo, ma in quantità talmente risicate che non ne fanno un elemento fondamentale.
Andiamo direttamente ai punti focali:
La storia avrebbe potuto funzionare anche senza? Si!
Alla fine di tutto abbiamo le risposte ai misteri che ci vengono posti? No.

Seppur vero che dopo aver sudato parecchie pagine e capitolo e libri, alcune risposte vengono date al lettore, viene fatto tutto in modo che personalmente non mi ha soddisfatto. Viene usato un espediente per cui ti ritrovi a chiederti chi fra i personaggi che ne sono, diciamo, protagonisti è il più "stupido", perché non si può non rendersi conto di certe cose. Oltre al fatto che alcuni elementi non hanno senso.

Alcune cose capitano e non c'è una spiegazione, una logica. Ci sono cose che capitano "così", perché serve alla storia e danno un pizzico di pepe, ma se un3 ci ragiona su, si rende conto che manca qualcosa.

Riguardo il gotico, non sono un esperta, ma non ho visto niente che mi ricordasse quello stile, o che mi facesse immergere e pensare ad atmosfere simili. Ho avuto più la sensazione da romanzo storico, immergendomi nelle atmosfere di un angolo di Alabama dagli anni 20 in poi.

Per l'horror, direi l'opposto. Lo amo così tanto che qui ho trovato briciole di qualcosa che dovrebbe fare paura. Ma faccio un passo indietro, provo a guardare le cose da altre prospettive, e penso che qualcuno per queste scene potrebbe starci male. Non sono particolarmente efferate, nel senso che non scendono in dettagli per creare particolare dolore emotivo, però potrebbero essere troppo per chi è molto sensibile.

Però, nel complesso, sono poche paginette rispetto al tutto. Nonostante la storia avrebbe potuto benissimo funzionare senza.

Insomma, una serie che non ha gli elementi di cui si "vanta". Ero anche andata a vedere quando fosse stata scritta, per dare maggior contesto al tutto e capire se fosse il suo esser "vecchia" il problema, ma è degli anni 80, quindi gotico e horror sono già stati ampliamente definiti, diciamo. Se paragoniamo a romanzi che trattano questi generi, anche molto più vecchiotti, c'è un abisso. Mi ha ricordato vagamente più un atmosfera da "Via col Vento" piuttosto (seppur quel romanzo è anni luce migliore, punto).

Quindi, perché puntare forzatamente su questi quando non ne fanno parte o sono elementi così marginali che potrebbero essere tranquillamente omessi?

Davvero, vorrei entrare nei dettagli per discuterne meglio, portare esempi, ma soprattutto confrontarmi per aver altri punti di vista, per chiarirmi le idee in merito, perché, per ora, tutto molto carino, ma non è ciò che era stato promesso e mi sento presa in giro.


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Ebbene, è giunto il momento. Devo tirare le conclusioni.
Sembrava una cosa così impellente, ma ora non so bene che parole usare per affrontare il tutto.
È stato un viaggio ideato sicuramente bene. Ogni romanzo è ambientato in un determinato periodo e fra uno e l'altro passa il tempo, una sensazione che ci viene ripresentata dovendo aspettare fra una pubblicazione e l'altra. Un idea carina e particolare, che tutto sommato ci può stare.

Riguardo la storia, i personaggi, note azzeccate e decisamente stonate ne ho già parlato abbondantemente.

Le copertine. Che dire? Meravigliose! Me ne sono innamorata già al primo sguardo, ma non volevo farmi tentare solo per quello. Ognuna molto curata e, seppur all'apparenza semplice, racchiude molti piccoli dettagli riguardanti la trama che si andrà a leggere. A fine romanzo infatti si riescono a cogliere questi elementi davvero ben inseriti. Un pochino fragili, vista la copertina leggermente cartonata. Ma ho visto di peggio e il tempo ci saprà dire definitivamente.

Manca solo fare i conti in tasca e poi valutare tutti questi pro e contro. Sicuramente singoli per quel prezzo possono anche starci, visto quanto l'editoria (soprattutto i grandi marchi) sta aumentando i costi dei prodotti finiti. Ma considerando che nel giro di 3 mesi si arriva a spendere poco meno di 60€, per 6 romanzi dalle 200 paginette ognuno (scritte molto grande e pubblicate in un piccolo formato, quindi probabilmente molte meno paginette).

Ecco, le cose vanno valutate meglio.
È una spesa non indifferente da questo punto di vista.
Capisco la scelta di pubblicare a puntate, capisco il costo che può esserci dietro (fra materiale, produzione, copertina in rilievo, ecc ecc). Però capisco anche i lettori ed i calcoli (e i sacrifici) che sempre più spesso si trovano a fare per poter leggere qualcosa che possa davvero valerne la pena, secondo i propri gusti.

Forse anni fa ci si poteva lanciare ad occhi chiusi, come ho potuto fare io, ma so che non tutt3 possiamo farlo.

È scritto molto bene, scorrevole e piacevole da leggere. Intrattiene nella grande maggioranza del tempo (eh, alcuni romanzi sono decisamente inferiori e noiosi, ricchi di dettagli inutili che potevano esser eliminati senza alcun problema). Quindi, nel complesso lo consiglierei. Ma attenzione a cosa cercate! Saga familiare con qualche tocco macabro? Potrebbe piacervi molto. Più elementi gotici, mistriosi e horror? Andate altrove, vi stancherebbe.

Il finale, tutto il libro direi, prevedibile fin dai primissimi volumi. Si sapeva già come sarebbe andata a chiudere la vicenda e, non solo, è stato fatto in modo così deludente, lasciando altre domande aperte ed un finale che non chiude proprio bene le cose, da avermi lasciato infastidita.
"Sei libri, tre mesi, per questo?!?"
Quindi ora capite un pochino di più perché le mie precedenti opinioni non sono proprio rosa e fiori.

Detto ciò, io spero di aver dato, almeno per quel che riuscivo, una qualche genere di opinione che permetta di capire cosa io ho trovato in queste pagine (in positivo e negativo), così da permettere a chi vuole approcciarsi di poterlo fare in modo più consapevole.
Ma un consiglio lo voglio dare di base: trovate, forse non ancora tutti i romanzi però, su Audible. Con una prova gratuita potete farvi un idea e capire se può fare per voi e magari continuare lì a seguire la vicenda, capendo alla fin fine se il tutto merita di essere posseduto in libreria (e/o letto) oppure no.

. Comunque, se vi avventurate in questo mondo, voglio sapere cosa ne pensate. Voglio parlarne con qualcun3

Saga Blackwater, di Michael McDowell (6/6 - Spoiler Free)


Ebbene, è giunto il momento. Devo tirare le conclusioni.
Sembrava una cosa così impellente, ma ora non so bene che parole usare per affrontare il tutto.
È stato un viaggio ideato sicuramente bene. Ogni romanzo è ambientato in un determinato periodo e fra uno e l'altro passa il tempo, una sensazione che ci viene ripresentata dovendo aspettare fra una pubblicazione e l'altra. Un idea carina e particolare, che tutto sommato ci può stare.


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Saga Blackwater, di Michael McDowell (5/6 - Spoiler Free)


Come vi avevo accennato la serie è una saga familiare, da carta dovrebbe esser gotica e horror, con misteri ed elementi sovrannaturali. Il che è anche vero, non posso negarlo, ma in quantità talmente risicate che non ne fanno un elemento fondamentale.
Andiamo direttamente ai punti focali:
La storia avrebbe potuto funzionare anche senza? Si!
Alla fine di tutto abbiamo le risposte ai misteri che ci vengono posti? No.

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Saga Blackwater, di Michael McDowell (4/6 - Spoiler Free)



Arriviamo ad un tasto per me dolente: l'ambientazione.

In generale è difficile accontentarmi su questo aspetto. Se troppo descrittiva e minuziosa, rende pesante la lettura e mi annoia; se carente o superficiale non riesce a rendere giustizia al luogo in cui ci troviamo, specialmente nei fantasy dove il mondo non è propriamente realistico.

In questo caso, ne sono rimasta piacevolmente colpita.

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Saga Blackwater, di Michael McDowell (3/6 - Spoiler Free)

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Avevo pensato di parlarvi dei personaggi che popolano questo mondo, ma ho deciso di non farlo. O meglio, ho optato per una riflessione riguardo i generi: gli uomini in questa serie sono tappetini oppure brutali. Non ci sono vie di mezzo.
Sempre descritti e trattati in maniera superficiale, inoltre.
Non so voi, ma lo trovo davvero brutto.


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Saga Blackwater, di Michael McDowell (2/6 - Spoiler Free)


Vediamo di cosa parla. O almeno, quel che posso raccontarvi senza scendere troppo nei dettagli, così da non rovinarvi la lettura se foste interessati.
Lo so, lo so, sicuramente saprete già tutto, con la campagna pubblicitaria che c'è ancora in atto. Ma ci provo ugualmente.


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Saga Blackwater, di Michael McDowell (1/6 - Spoiler Free)


Ebbene sì, mi sono fatta tentare poco dopo la pubblicazione del primo romanzo, così mi sono ritrovata a preordinare ognuno di questi piccoletti. Dovevo sapere come sarebbe continuata la storia!


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La Donna In Nero, di Susan Hill [Instagram Post]



Ammetto che questa ristampa mi ha incuriosito molto. Avevo visto il film che ne avevano tratto anni ed anni fa, trovandomi annoiata (magari lo riguarderò giusto per farne un paragone con romanzo) e volevo scoprire la storia originale. 

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Opinione: La Donna In Nero, di Susan Hill

 


Arthur Kipps, giovane avvocato londinese, viene incaricato di gestire l'eredità e presenziare al funerale della signora Alice Drablow, l'unica abitante di Eel Marsh House. L'antica dimora si erge in fondo a un sentiero percorribile solo con la bassa marea, immersa nella nebbia e nel mistero; ma ciò non basta a spaventare Arthur. È solo quando al funerale scorge una giovane donna vestita di nero che un sottile senso di inquietudine inizia a pervaderlo. Una sensazione che diventa via via più pressante quando, a Eel Marsh House, Arthur rivede l'apparizione, mentre gli abitanti del luogo si mostrano sempre più reticenti a parlare di quella figura misteriosa, e dei suoi veri scopi. Nonostante questi oscuri presentimenti, Arthur decide di portare a termine il suo incarico e, per mettere ordine tra i documenti di Alice, trascorre la notte nella casa. Una decisione di cui presto si pentirà.


Ammetto che questa ristampa mi ha incuriosito molto. Avevo visto il film che ne avevano tratto anni ed anni fa, trovandomi annoiata (magari lo riguarderò giusto per farne un paragone con romanzo) e volevo scoprire la storia originale. 
Mi sono rifiutata di comprare il libro: seppur la cover è davvero bella, è un formato minuscolo che (almeno per ora) non mi fa impazzire. E costicchia anche un po' troppo per questo dettaglio non da poco. 
Detto alla brutta: se fai una versione economica, pure piccola, flessibile,...devi stare molto più basso col prezzo. 

Ma torniamo a noi. 
L'ho recuperato con l'audiolibro e ammetto che spesso la mia mente divagava. Ero abbastanza annoiata. Ho anche riflettuto riguardo al fatto che avesse i suoi anni, e quindi non mi piacesse per quello (mi è capitato spesso), ma essendo degli anni '80 non era proprio così vecchio. Seppur ha uno stile da gotico molto più antico, che come inizio mi aveva incuriosito, andando avanti...ahimè...

Comunque postilla magari inutile, curiosando sull'anno di pubblicazione ho scoperto che questa donna ha pubblicato una quantità enorme di romanzi e racconti. 
Da noi è stato tradotto questo e altri due romanzi. Fine. 

La storia parte, come molte altre, dalla fine. Un uomo anziano che in una notte di racconti di fantasmi con la sua famiglia decide di metter per iscritto ciò che ha vissuto, non avendo il coraggio di raccontarlo apertamente. Come per toglierselo dalla mente. 
Si torna così indietro nel tempo, quando era un giovane avvocato che viene mandato per "gestire" l'eredità di una donna che viveva isolata dal resto della comunità in una casa raggiungibile solo con la bassa marea. A render il tutto ancora più inquietante una strana presenza di cui nessuno vuole parlare, come succede spesso nelle piccole cittadine. 
Ovviamente questa è legata alla defunta ed alla casa, e mano a mano che questo giovane metterà insieme i dettagli per scoprire la storia dietro tutto ciò, le cose andranno peggiorando. 

Una lettura per niente paurosa. Abbastanza scorrevole, seppur alcune pagine e dettagli siano forse "troppo". Non particolarmente prevedibile, ma che nemmeno lascia scioccati. 
Insomma, niente di ché. 
O perlomeno, mi baso sul mio ascolto. Magari leggendolo avrei avuto impressioni molto diverse. 

Anche in questo caso, consigliarlo o no?
Eh, difficile. Probabilmente lo rileggerò in futuro, per dargli un'altra chance. 
Ma, a freddo visto che è passato parecchio tempo, non saprei proprio. 
Se vi piacciono i romanzi lenti, gotici, con fantasmi ma non spaventosi, un mistero familiare da risolvere, potrebbe piacervi.  

La Stirpe e il Sangue, di Lorenza Ghinelli [Instagram Post]



Ho recuperato, dopo averlo puntato per parecchio tempo, questo romanzo trovandolo usato (finalmente!). Non mi ispirava particolarmente, nonostante avessi letto alcuni pareri positivi (da parte di lettor3 di cui mi fido), altrimenti lo avrei comprato molto molto tempo prima. Ammetto che mi ha piacevolmente sorpresa, seppur con qualche piccola lamentela.

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Una Dote Di Sangue, di S. T. Gibson



Con un ritardo mostruoso pubblico anche qui la mia opinione su questo romanzo che avevo atteso trepidante e che si è rivelato una bella lettura, ma insipida nei contenuti. Insomma, mi aspettavo molto di più fra le sue pagine...

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Opinione: La Stirpe e il Sangue, di Lorenza Ghinelli

 

Lorenza Ghinelli si misura con la letteratura gotica reinterpretandola offrendo ai lettori un racconto nerissimo ma anche un potente inno alla sete di riscatto degli esuli e alla forza indomita delle donne.

C'è qualcosa nel bambino, l'ha capito nel bosco, qualcosa che chiama la morte, qualcosa che la morte ama nel bambino.

Anno 1442. L'esercito ottomano al comando di Murad II irrompe in Valacchia devastando i villaggi. Tra le capanne divorate dalla violenza nasce Radu un bambino affetto da una rara forma di anemia che riuscirà a sopravvivere solo grazie alla caparbietà di Maria sua madre e a quella della sorella Anna. I tre sfuggono all'invasione rifugiandosi nella foresta ma l'efferatezza dei lupi e degli orsi impallidisce dinnanzi a quella degli uomini. Anna e Maria si trovano così costrette per resistere a infrangere ogni regola e insegneranno a Radu un'ostinata resistenza e una ferocia che ha l'impudenza di rivelarsi necessaria. La loro è la storia di un esilio e di una scalata che rovescia il potere affogandolo nel suo stesso sangue. La sopravvivenza come codice morale l'amore come unica gomena. E a legarli sopra ogni cosa il rito del sangue che Maria insegna a Radu e che lo tiene in vita unendo così il suo destino di giovane uomo alla leggenda che porterà Vlad l'Impalatore meglio noto come Dracula a imporsi nell'immaginario collettivo. Lorenza Ghinelli si misura con la letteratura gotica reinterpretandola offrendo ai lettori un racconto nerissimo ma anche un potente inno alla sete di riscatto degli esuli e alla forza indomita delle donne.


Ho recuperato, dopo averlo puntato per parecchio tempo, questo romanzo trovandolo usato (finalmente!). Non mi ispirava particolarmente, nonostante avessi letto alcuni pareri positivi (da parte di lettor3 di cui mi fido), altrimenti lo avrei comprato molto molto tempo prima. Ammetto che mi ha piacevolmente sorpresa, seppur con qualche piccola lamentela. 

Partiamo con una sfogliata veloce alle pagine. 
Troviamo una storia di brevi capitoli che si alternano a illustrazioni molto particolari. Ahimè, non mi hanno fatto impazzire, ma questo è a puro gusto personale! Sono fedeli a ciò che si va a leggere senza cadere in spoiler. Molto "semplici" (dal mio occhio totalmente senza alcuna nozione artistica), ma che comunque appaiono curate. 

Il romanzo in sé è piuttosto breve. Capitoli non lunghissimi, che spaziano negli anni, dando dettagli qua e là sulla vita di questa famiglia e, molto in generale, sulla vicenda più famosa che fa solo da sfondo (Vlad l'Impalatore). 
Pensavo fossero in qualche modo intrecciate, ma sono stata piacevolmente sorpresa che non lo fossero, se non per la vicenda storica: la guerra, le conquiste, la fama, la violenza, che raggiungono ogni villaggio anche solo tramite le voci. 

Veniamo alla storia. 
Alla nascita di questo bambino già il padre avrebbe voluto abbandonarlo nella foresta poiché appariva estremamente cagionevole e quindi una bocca inutile da sfamare, che sarebbe morta subito anche con le dovute cure; ma la sorella e la madre si oppongono fortemente, dandogli questa possibilità di vita, che non sarà l'unica. 
Infatti immediatamente la guerra arriva anche nel loro villaggio e, per salvarsi, Maria (la madre), Anna (la sorella) e Radu (appunto il neonato) scappano nella foresta. 
Soli, al freddo, di notte, in un luogo pieno di pericoli e creature affamate. 
Ci renderemo conto di cosa si è disposti a fare per mantenere in vita i propri figli, o comunque la propria famiglia. Non solo riguardo alle creature nascoste nella boscaglia, ma anche quando delle bestie li catturano per portarli dietro a delle mura. 

Maria trasmette ai figli la sua "ferocia" verso gli estranei che vogliono far loro del male. Unita alla pazienza verso il momento giusto per agire, alle conoscenze che ha appreso durante la sua vita, e ad una scaltrezza che la rendono una donna all'apparenza fragile ma dentro forte e determinata come pochi. 

Questo solo un accenno alla trama, poiché le loro dis-avventure continueranno negli anni e porteranno tutti a crescere, fin troppo in fretta, per mantenersi in vita l'un l'altro e riprendersi ciò che è stato loro strappato. Con gli interessi. 
Incontri e scelte più o meno realistici, ma che rendono il romanzo scorrevole e molto piacevole da leggere. 

Ovviamente, lo specifico, non adatto a tutti. 
Ci sono scene che non cadono mai nello splatter più volgare, ma sono comunque esplicite e crude, che potrebbero dare molto fastidio ad alcune persone. 

Una lettura che mi ha sorpreso in positivo, seppur un romanzo più lungo e dettagliato, magari più romanzato in alcuni punti, mi avrebbe potuto far innamorare del tutto. Ma sono pensieri miei. 
Scorrevole e comunque breve, si legge in poco, catturando il lettore che deve arrivare alla fine per scoprire come si concluderà questa storia familiare. 

Riguardo il prezzo. Beh, capisco che è altino, ma il materiale è ottimo: pagine davvero spesse che fanno spiccare le illustrazioni come meritano. Già questo dettaglio va valutato nel complesso. Si, io sono molto contenta di averlo trovato usato, altrimenti non so se mai mi sarei lanciata, ma comprendo le scelte editoriali che hanno portato a questo prezzo (che comunque si trova per libri di qualità inferiore, senza illustrazioni, con meno storia). 

In ogni caso, tirate fuori voi le vostre conclusioni. 
Non ho idea se si possa trovare in qualche biblioteca (magari in quelle più grandi), così se siete curiosi lo recuperate in questo modo e, nel caso, lo comprerete poi per averlo in libreria.ù
Io di sicuro non lo sconsiglio!

Opinione: Una Dote Di Sangue, di S. T. Gibson

Constanta si ritrova a scegliere tra libertà e amore. 
Ma i legami costruiti con il sangue possono essere spezzati solo dalla morte.

Gli uomini che hanno ucciso la sua famiglia e bruciato la sua casa l'hanno lasciata a terra agonizzante, vittima di una guerra che nessuno ricorda più. Ma un misterioso straniero riccamente vestito la trova, la salva a un soffio dalla morte e le dona una nuova vita e un nuovo nome: Constanta, colei che è determinata a vivere. È così che la figlia del fabbro di un villaggio della Romania medievale diventa la sposa perfetta per un re immortale. Insieme attraversano i secoli e i paesi, da Vienna alla Spagna, da Pietrogrado a Parigi. Quando però lui coinvolge nella sua rete di passioni e inganni anche una machiavellica gentildonna e un attore squattrinato, Constanta inizia a capire che il suo amato è capace di atti orribili. E dopo essersi alleata con i suoi consorti di sangue – la bellissima Magdalena, il brillante Alexi – inizia a svelare gli oscuri segreti del marito. Constanta si ritrova a scegliere tra libertà e amore. Ma i legami costruiti con il sangue possono essere spezzati solo dalla morte.


Mi sono presa molto, molto tempo per pensarci. 
Noooo, non era perché non avevo tempo per scrivere (bugiarda!). 
In ogni caso direi che è arrivato il momento di fare due paroline su questo libro e, grazie al tempo trascorso, di valutare anche cosa mi ha lasciato. 

Preso in preda all'hype dei suggerimenti di chi lo aveva letto: addirittura avevo pensato di prenderlo in lingua, fortunatamente tradotto e preordinato con largo anticipo (ed ovviamente non letto subito, come al solito). 
Sono rimasta un pochino delusa dal contenuto, già da subito seppur era solo una vocina lontana nella testa. 
Poiché pensavo ad una storia corposa e ricca, invece mi sono ritrovata a leggere capitoli piuttosto brevi, che staccavano di anni o secoli, non dando quello che mi aspettavo dalle opinioni che avevo sentito. 

Pensavo di leggere la storia delle mogli di Dracula (che ancora non ho letto: lo so! Shame of me), ma mi sono trovata a spiluccare dettagli qui e là, senza sentirmi appagata
No, non è scritto male, ma manca...sostanza, diciamo.

Scorre veloce, ha uno stile molto moderno ed inclusivo, si stacca un po' dalla storia (una delle "mogli" è un uomo, o per meglio dire un ragazzino). Insomma, è una lettura particolare che sa di pubblico giovane, acerbo, una lettura veloce per chi deve approcciarsi ai classici e con questa sorta di retelling potrebbe incuriosirsi e farlo. 
Anche se devo dirlo, puzza un po' di moda, perché ultimamente ne escono troppi così. 
Ma nonostante questo, sono uscite letture decisamente peggiori di questo "genere".

La storia è raccontata come una sorta di confessione di Constanta, dove ripercorre, tramite alcuni ricordi, la sua lunga vita con il suo Signore (e padrone). Ci racconterà com'è iniziato il tutto, i viaggi che hanno fatto insieme, la conoscenza con Magdalena e poi con Alexi, e la loro entrata in famiglia. Ci si sofferma, ma non troppo, sul carattere brusco e crudele del suo grande amore, che riesce a manipolare tutti costantemente negli anni. 

Il problema è che è tutto veloce, rapido, accennato. Seppur ci viene data la possibilità di vedere e capire quanto sottili ma potenti siano certe violenze psicologiche, avrei preferito qualcosa in più. Ma anche della vita quotidiana. 
Leggiamo istantanee di una vita secolare, che non bastano per farci immedesimare in tutto quello. Almeno, per me non è stato così. 

Il finale...no. Una scena totalmente gratuita, se non ricordo male un mini racconto, che poteva esser tolto senza il minimo problema. Non aggiunge nulla di particolare. 

Insomma, sono partita con le migliori intenzioni, caricata al massimo verso quest'avventura, e mi sono ritrovata con l'ennesima delusione visto che mi aspettavo molto di più di quello che è stato dato, anche "grazie" a certe recensioni che me lo hanno fatto immaginare totalmente diverso da com'è. Colpa mia? Può essere, certo. Non nego questa mia responsabilità. 
 
Consigliarlo o no? Eh, dipende da cosa state cercando. 
Qualcosa di leggero, scorrevole, moderno,...potrebbe piacervi molto. 
Altrimenti, prendetelo con le pinze. Prestito da amic3, biblioteca, e/o audiolibro. 
Così capite se vi può piacere e se prenderlo da aver nella vostra libreria. 

La Fabbrica Degli Orrori, di Ian Banks [Instagram Post]



Avevo questa recensione pronta da dicembre, ma prima volevo dare spazio ad altro (e si, me ne ero abbastanza dimenticata).

In sostanza: non mi è piaciuto per nulla. L'opinione è abbastanza cattivella, anche se avrei potuto fare di meglio se scritta appena concluso il tutto. Ma a distanza di tempo confermo ciò che ho scritto.

Lento, noioso, troppi dettagli inutili mentre dove servirebbe spazio si chiude tutto velocemente,...e un finale brusco, senza una logica, a mio parere.

Come il titolo, Fanucci lo ha modificato e perde tutto il suo significato legato al testo: letteralmente doveva rimanere "La Fabbrica Delle Vespe". Davvero, odio queste cose.

Ne parlo meglio sul blog (link in bio).
Un enorme peccato!

Opinione: La Fabbrica Degli Orrori, di Ian Banks


Frank è un diciassettenne orfano di madre che vive su una minuscola isola della Scozia - che non ha mai abbandonato - con il padre, un ex hippy con la fissa della scienza, dedito a strani esperimenti in una misteriosa stanza della casa. Ha un fratello divenuto pazzo dopo un incidente in un ospedale, Eric, un piromane che dà fuoco ai cani, e un amico, Jamie, un nano con cui trascorre le notti al pub, ubriacandosi per rendere interessante una vita assolutamente priva d'interessi. Frank ha un'intelligenza perfida, capace di nascondere la sua perversa attitudine: uccidere bambini innocenti - come il fratellino Paul e i due cugini, Blyth e Esmeralda - nonché piccoli animali, come vespe o conigli, con la sua Fabbrica degli orrori. Egli segue sempre dei riti personali, frutto di una religione primitiva, fatta di simboli e feticci, di luoghi addobbati come templi e santuari. C'è però un terribile segreto che sarà svelato e che gli permetterà di vedere chiaro sulla sua esistenza, sempre confusa e segnata da episodi strani e inspiegabili.



Ripubblicato di recente dalla Fanucci, non se lo è calcolato nessuno praticamente. Grazie ad una pubblicità inesistente, anche.
La cosa mi spiace, solo perché è uno spreco di stampa e carta, perché personalmente mi ha deluso moltissimo.

Chi legge questi generi già fatica a trovare materiale interessante, se vengono (ri)stampati romanzi del genere...ecco, mi sembra uno spreco per quelle novità potenzialmente molto interessanti che non vengono calcolate a prescindere.

Questi piccolo romanzo viene presentato come un horror, ma in realtà gli manca molto per esserlo; mi sono scontrata con qualche scena splatter mescolata a pagine e pagine di descrizioni minuziose (e logorroiche) che definirei abbastanza inutili.
Insomma, molto molto noioso.

La storia in sé avrebbe un grande potenziale. Ci racconta, attraverso il punto di vista del protagonista, qualche settimana nella sua vita. Un ragazzo di appena diciassette anni che ha dei problemi e lentamente comprenderemo quanto profondi e quanto sia "disturbato".
Un piccolo serial killer che, oltre a torturare e uccidere animali, ha già collezionato 3 vittime quando era ancora un bambino.
Con furbizia ed astuzia si è liberato di queste tre "seccature" in modi ingeniosi, studiando sempre come cavarsela (ben sapendo cosa stava facendo e le conseguenze).

Una mente che poteva essere affascinante da affrontare, ma che risulta fastidiosa nello stile in cui ci viene presentata.
Questi tre omicidi infatti vengono raccontati attraverso dei ricordi, ma in brevi frammenti che non riescono a movimentare tutto il resto che verrà raccontato.

CI presenterà la sua strana famiglia, dalla madre che lo ha abbandonato, al fratellastro che vede come un Dio, al padre che non si capisce bene cosa faccia.
Tutto frammentato.
Sta a noi comporre il puzzle.

Peccato che quando siamo alla fine, ci dà di botto e senza senso la "spiegazione" (che non è una spiegazione) al perché lui è così.
Chiudendo in due pagine il tutto.
"ah ecco, è per questo...." Ma anche no!
Avrebbe dovuto esserci spazio per approfondire meglio questa "rivelazione", per qualcosa di costruttivo o di distruttivo, che acerbasse questa situazione e desse al lettore quel tocco in più che manca.
Invece....Terribile!
È stata proprio la goccia che mancava.

Fatevi un favore, se proprio siete curiosi prendetelo in prestito in una biblioteca, o se faranno promo digitali. Altrimenti evitate e cercate qualcosa di migliore.

PS. Dimenticavo il titolo!
La traduzione letterale sarebbe "la fabbrica delle vespe" che ha un senso dentro il romanzo.
Non capirò mai perché cambiare queste cose... Va beh....

Dreamport / Il Distretto Della Cervice, di Tlotlo Tsamaase [Instagram Post]


Ebbene si, dovevo parlarvene settimana scorsa, a completare i romanzi/racconti di Tsamaase arrivati in Italia...eppure eccoci solo ora!

Due paroline velocissime, perché sono due brevissimi racconti in questa raccolta molto carina.

Attenzione, la cover che vedete non è quella sul libro. Cioè, più o meno. Essendo un libricino che ha una storia su un lato e per l'altra va ribaltato, abbiamo due cover opposte. Non potendo creare una foto che rendesse giustizia a tutto ciò, ho trovato quest'immagine che riesce a mostrarle entrambe.

Andiamo alle storie.
Nel "Distretto della Cervice" si parla di ciò che accade prima della nascita, in particolare degli "spiriti" che dovranno entrare nel corpicino e diverare quella persona. Scelta costellata da sfide che metteranno alla prova la loro volontà di "vivere".

Mentre in "Dreamport" ci si trova in un futuro fantascientifico dove i problemi (abuso e razzismo) sembrano sempre i soliti, ma in un mondo futuristico con nuove opportunità di appropriazione in tal senso.

Dreamport mi ha colpito davvero molto, per la tematica ma sopratutto per la protagonista che ha dovuto corazzarsi in modi molto forti per sopravvivere a tutto ciò che la vita le ha messo davanti e che non si arrende facilmente, nonostante tutto.

Due racconti brevi, particolari, strani,...ma che vi consiglio molto. Potrebbero piacervi.

Silenziosa Sfiorisce La Pelle, di Tlotlo Tsamaase [Instagram Post]



È davvero difficilissimo parlarvi di questo breve ma intenso romanzo.
Probabilmente (anzi, sicuramente) perché non è qualcosa di "superficiale", ma scava e, insieme ad una scrittura molto particolare, ha più chiavi di lettura; chiavi che io non possiedo ancora, e non so se mai ci arriverò vicino.

Ma voglio comunque provare a parlarne un poco, perché non vedo praticamente nessuno farlo ed è un enorme peccato.

Mi ero fatta tentare da Tiffany (@miss.fiction ), sapendo già che una lettura del genere sarebbe stata "troppo" per me.

Difficile da assimilare, figuriamoci poi parlarne!
E questo nel caso mi fosse piaciuta (com'è stato, fortunatamente).

Detto ciò, non mi sono fatta scoraggiare.

Ci troviamo davanti un romanzo molto particolare in cui l'autrice, inserendo elementi che definirei fantastici, mescola la sua cultura a quello che accade, e noi viviamo il tutto attraverso la protagonista senza nome, ovvero: la stanno privando delle sue radici, della sua cultura, mentre tutto intorno a lei sembra quasi non accorgersene e/o non vuole vedere cosa sta accadendo.

[...] Una lettura non semplicissima e non per tutti, una scrittura "difficile", quasi poetica direi.
Ci vuole pazienza, seppur resta una lettura abbastanza scorrevole.

Sul blog trovate l'opinione completa, o almeno quello che sono riuscita a buttar giù [link in bio]

Se vi incuriosisce, buttatevi.
Non sarà semplice, ma penso che ne varrà la pena e che l'autrice potrebbe piacervi, per il suo stile.

Opinione: Silenziosa Sfiorisce La Pelle, di Tlotlo Tsamaase


In una città africana una giovane donna senza nome comincia lentamente a perdere la propria identità: la sua pelle scolorisce, le persone che la circondano diventano invisibili e la città da cui è esclusa progetta di distruggere il treno che la comunità utilizza per salutare i propri morti. Per contrastare un destino all'apparenza ineluttabile la protagonista e la sua compagna metteranno in atto un disperato tentativo di resistenza, mentre uno spaventoso spirito familiare cerca di prepararle ai terribili cambiamenti in arrivo.




L'ho letta diversi mesi fa, ad ottobre. Mi ha colpito molto, seppur non riesco a trovare le parole giuste per rendergli giustizia.
È davvero difficilissimo parlarvi di questo breve ma intenso romanzo.
Probabilmente (anzi, sicuramente) perché non è qualcosa di "superficiale", ma scava e, insieme ad una scrittura molto particolare, ha più chiavi di lettura; chiavi che io non possiedo ancora, e non so se mai ci arriverò vicino.

Ma voglio comunque provare a parlarne un poco, perché non vedo praticamente nessuno farlo ed è un enorme peccato.

Mi ero fatta tentare da Tiffany (Miss Fiction), sapendo già che una lettura del genere sarebbe stata "troppo" per me.
Difficile da assimilare, figuriamoci poi parlarne!
E questo nel caso mi fosse piaciuta (com'è stato, fortunatamente).
Detto ciò, non mi sono fatta scoraggiare. Se una lettura mi stuzzica e contiene tematiche importanti, sto provando a buttarmi.
Si, spesso è doloroso, ma mai come chi vive tutto ciò. E ne vale la pena, perché se ne esce arricchiti, sempre.

Ci troviamo davanti un romanzo molto particolare in cui l'autrice, inserendo elementi che definirei fantastici, mescola la sua cultura a quello che accade, e noi viviamo il tutto attraverso la protagonista senza nome, ovvero: la stanno privando delle sue radici, della sua cultura, mentre tutto intorno a lei sembra quasi non accorgersene e/o non vuole vedere cosa sta accadendo.

L' elemento "fantastico" è rappresentato, per esempio, dal treno dei morti, ovvero un treno "fantasma" che passa una volta al mese e su cui tutti i defunti recenti devono salire, oppure resteranno perduti a vagare per sempre.
Attraverso il passaggio di questo treno loro possono rivedere i propri cari a bordo, avere un contatto chi ormai non hanno più accanto e di cui sentono la mancanza.
Non possono parlare (con loro) o avvicinarsi, però è un legame molto forte.
Forse il più importante che possiedono.
Un legame che una parte della città sta minacciando di portare loro via, iniziando un progetto per distruggere questa ferrovia e, così facendo, cancellando questo legame così profondo.

È solo un esempio di ciò che ci si trova a leggere e già solo così si sente profondamente una verità innegabile di cui l'autrice vuole parlarci: la colonizzazione.
Oltre che il razzismo, l'oppressione,... insomma, tematiche molto forti e ancora, purtroppo, attuali.
La protagonista vive in una parte della città che sembra assomigliare ad un ghetto (divise da mura; "l'altra città" più avanzata, una sorta di punto di riferimento per tutti, nonostante "loro" siano esclusi).
Dove ci sono quelli che non vogliono abbandonare la cultura ma anche chi si sta adeguando perdendo "la propria pelle" per uniformarsi a tutti gli altri, a cui non importa delle loro radici. Cosa a cui andrà incontro anche la protagonista, nonostante decida di iniziare a lottare per salvare la sua casa. Lo so, un po' difficile da capire, ci sto ancora ragionando pure io (ve lo avevo detto che è arduo da raccontare).
Una donna forte, giovane, caparbia.
Una protagonista molto interessante e unica.

Una lettura non semplicissima e non per tutti, una scrittura "difficile", quasi poetica direi.
Ci vuole pazienza, seppur resta una lettura abbastanza scorrevole.

Un breve romanzo che, anche se non compreso al 100% come nel mio caso, permette comunque di sentire "qualcosa" che viene lasciato dentro, a germogliare.
Qualcosa che da fastidio, fa male, ma che sicuramente è infinitesimale rispetto a ciò che vive questa gente.

Se vi incuriosisce, buttatevi.
Non sarà semplice, ma penso che ne varrà la pena e che l'autrice potrebbe piacervi, per il suo stile.

La Sirena Di Black Conch, di Monique Roffey [Instagram Post]


Finalmente vi parlo anche questo romanzo, che mi ispirava moltissimo (trovato usato e preso al volo), ma che mi ha un po' deluso.

Dalla trama si presentava come un romanzo interessante: una donna maledetta per gelosia (femminile) e costretta ad essere una sirena per l'eternità, quando un giorno si imbatte in un pescatore che sta suonando sulla sua barchetta e viene attratta dalla sua musica; diventa quasi un appuntamento questo loro incontro, fin quando durante una grande battuta di pesca viene catturata.

Come leggiamo anche nella trama David, il nostro pescatore dall'anima gentile (ed innamorato della Sirena) la salva e la nasconde a casa sua, dove lei inizia a ritrasformarsi in una donna. Ma sono passati tanti tanti tanti anni da quando aveva le gambe...

Una sorta di favola che propone al lettore moltissime tematiche in poche pagine.
Troppo in troppo poco, purtroppo.

Vediamo l'egoismo e la ferocia umana quando si tratta di prendere. La gelosia e la rabbia davanti a ciò che noi non siamo.
Ovviamente a contrastare il tutto c'è l'amore e l'amicizia.
Ci parla anche velatamente di razzismo e colonialismo.

Di odio verso le donne.
Insomma, tanti argomenti in duecento paginette.
Troppi per così poco.

Trovare l'opinione completa sul blog (link in bio)
Tirando le sommeb
Non lo sconsiglio, perché è personalmente che mi aspettavo di più.
Penso che potrebbe piacere.
Però non vi aspettate chissà cosa.

❓Magari lo avete già letto?
O state pensando di recuperarlo?

Opinione: La Sirena Di Black Conch, di Monique Roffey


Sono secoli che Aycayia nuota nelle acque dei Caraibi, al largo dell'isola immaginaria di Black Conch. Tantissimi anni fa era una donna giovane, la più bella del suo villaggio, che la maledizione delle mogli gelose aveva trasformato in una creatura marina, intrappolandola nel corpo di un pesce. Perché Aycayia non era solo bella, era anche sensuale, sprigionava un'energia erotica che risvegliava inquietudine e faceva paura. Per questo era stata punita. Da qualche tempo, alba dopo alba, il suo corpo di sirena emerge dal mare, attratto dalla melodia intonata da un pescatore solitario. Un giorno, mentre crede di avvicinarsi alla barca che conosce, Aycayia si ritrova preda di uomini senza scrupoli, che la catturano e la trascinano a terra come un trofeo. Sarà David, il pescatore dalla bella voce, a liberarla, e le sue cure e il suo amore la spoglieranno di pinne e squame, rimutandola in donna. Tra i loro due mondi, così infinitamente distanti, comincerà a vibrare un sentimento di fiducia, che diventerà indifeso abbandono, fino all'esplosione della passione, delicata e primitiva insieme. Ma non tutte le trasformazioni sono per sempre e, si sa, la gelosia – come l'amore – può avere la forza di un uragano. Un racconto che si snoda con la purezza delle favole, una fiaba moderna e dolceamara che intreccia con ironia gli ingredienti del mito al pungente realismo del quotidiano.



Dalla trama si presentava come un romanzo interessante: una donna maledetta per gelosia (femminile) e costretta ad essere una sirena per l'eternità, quando un giorno si imbatte in un pescatore che sta suonando sulla sua barchetta e viene attratta dalla sua musica; diventa quasi un appuntamento questo loro incontro, fin quando durante una grande battuta di pesca viene catturata.

Come leggiamo anche nella trama David, il nostro pescatore dall'anima gentile (ed innamorato della Sirena) la salva e la nasconde a casa sua, dove lei inizia a ritrasformarsi in una donna. Ma sono passati tanti tanti tanti anni da quando aveva le gambe...

Una sorta di favola che propone al lettore moltissime tematiche in poche pagine.
Troppo in troppo poco, purtroppo.
Vediamo l'egoismo e la ferocia umana quando si tratta di prendere. La gelosia e la rabbia davanti a ciò che noi non siamo.
Ovviamente a contrastare il tutto c'è l'amore e l'amicizia.
Ci parla anche velatamente di razzismo e colonialismo. Di odio verso le donne.
Insomma, tanti argomenti in duecento paginette.

Una storia che ha diversi punti di vista e la visione di David sia in quei giorni che anni dopo, quando ripensa a tutto ciò che successe.
Anche in questo caso, direi troppo. Voci che si rubano a vicenda il microfono, a volte in modo fastidioso. E spesso ripetendo le stesse cose.

Non lo sconsiglio, perché è personalmente che mi aspettavo di più.
Penso che potrebbe piacere.
Però non vi aspettate chissà cosa.

L'ho trovata una sorta di favola che si stacca un po' dalle solite sviolinate, seppur ne contenga parecchie.

Probabilmente avendo letto pochi mesi fa "una sirena a Parigi", i paragoni sono stati quasi immediati nella mia mente. La Roffey offre una storia meno "superficiale", ma risulta comunque una sorta di favola dolce/amara.

Come dicevo, speravo in qualcosa di più, ma ciò non toglie che potrebbe essere una lettura interessante e che potrebbe piacere a molti.