Opinione: La casa dalle radici insanguinate, di Roberto Ciardiello

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Cupo, Mago, Skizzo.
Tre figure in agguato nell’oscurità, tre predatori in mezzo agli alberi, un unico obiettivo: svuotare la cassaforte di Villa Marchetti, residenza di facoltosi gioiellieri romani.
Il piano: sorprendere la coppia di ritorno dal lavoro, entrare in casa, arraffare il possibile e filare verso una nuova vita, lontano dalla periferia degradata della città.

Un gioco da ragazzi, come armare il cane di una pistola dalla matricola abrasa. Cupo, Mago e Skizzo questo credevano.
Finché non hanno aperto la porta sbagliata.

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Sono combattuta, lo ammetto.
La storia ha faticato a coinvolgermi, ma ha del potenziale horror/splatter, infatti a molti, ho letto, che è piaciuta molto.

La trama alterna diversi punti di vista, ma facendo ciò spesso ripete alcuni passaggi non aggiungendo nulla alla storia però. Risulta solo pesante rileggere la stessa cosa due volte di seguito.
Per il primo quarto del libro ho faticato molto a leggere, perché i personaggi vengono "buttati" nella mischia, senza un senso logico.
Troviamo Cupo, un trent'enne che non ha altro di meglio da fare che programmare una rapina in una villa, coinvolgendo i proprietari molto ricchi. Entriamo nella sua testa per poco tempo e in quel flash vediamo il mondo coi suoi occhi e tramite i suoi pensieri, molto caotici e violenti.
Faremo scatti anche nella mente di Mago e dei Marchetti, mentre per Skizzo dovremo aspettare un po' ancora.

L'intro è stupendo: butta il lettore nel pieno di qualcosa di oscuro e spaventoso, che lo incolla alle pagine e gli fa desiderare di sapere di più: Skizzo è chiuso in bagno ma fuori c'è qualcosa/qualcuno di molto pericoloso, stuzzicando il lettore e la sua curiosità a riguardo.

Poi, però, il tutto si perde...
La storia continua in maniera, come ho detto prima, molto caotica, senza una sequenza temporale lineare: passato e presente si mescolano, rallentando la lettura. Scopriremo cosa vogliono fare i protagonisti e vedremo la storia anche attraverso le vittime, ma ci vorrà parecchio prima di capire effettivamente cosa stia succedendo e unire i puntini, avendo la storia abbastanza chiara in mente.
Solo verso metà del romanzo avremo un enorme flashback che ci spiegherà cosa si nasconde in quella casa. Da quel punto la storia di fa più lineare, anche se con qualche dubbio riguardo alcuni punti.

La trama non è malaccio, ma per il modo in cui è stata scritta (a mio parere) può annoiare e rallentare molto.
Ci si perde a cercare di capire chi parla, quando e dove. Con uno stile più scorrevole, mi avrebbe di sicuro catturato di più.
Il finale, purtroppo, non l'ho ben capito.
Stando alla spiegazione del mistero della casa (circa a metà del volume), non ha alcun nesso con quello che si intuirà alla fine del libro...quindi sono rimasta confusa da questo.

Tirando le somme, visto a quanti è piaciuto, non mi sento di sconsigliarlo.
Resta uno splatter non malaccio, ci sono molte scene cruente e ben descritte.
Se vi ispira e vi piace quel genere, provate a dargli una possibilità, magari non vi risulterà così difficile da leggere come per me.

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