Opinione: She Rocks! Giornaliste Musicali Raccontano, di Alessandra Izzo


Alessandra Izzo racconta la musica dagli anni Sessanta a oggi attraverso la sua personale esperienza e quella di tante grandi professioniste che militano da tempo in questo campo. In preziose interviste, concesse in esclusiva per il libro, giornaliste, speaker radiofoniche e conduttrici tv tracciano una particolarissima, divertente e ironica storia della musica. Donne che hanno avuto coraggio, tenacia e una bella dose di ambizione per affermarsi in un territorio da sempre dominato da uomini. Il rock non ha genere e qui ne abbiamo le prove. Interventi di Daniela Amenta, Eleonora Bagarotti, Clelia Bendandi, Patrizia De Rossi, Paola Gallo, Roberta Maiorano, Raffaella Mezzanzanica, Cristiana Paolini, Valeria Rusconi, Alessandra Sacchetta, Betty Senatore, Alba Solaro, Barbara Tommasino, Marinella Venegoni, Barbara Volpi.

Metto le cuffie in testa e inizio a scrivere quest'opinione, non semplice. 
Sia perché con tutta sta carica musicale, ho proprio voglia di lasciarmi travolgere dalle note e voci graffianti di artisti che mi piacciono. Sia perché sono intrappolata in casa con altre tre persone e se non ho silenzio, almeno ho un sottofondo per potermi isolare (concentrare non so, preferisco il silenzio) un po' per scrivere. 

Mettiamo tutti le mani avanti, perché certi maschietti sono così fragili da potersi sentire minacciati da questa pubblicazione ed additarla seriamente come "sessista":
"Sia ben chiaro: questo libro non ha nulla contro a critica o il giornalismo musicale al maschile. Figurarsi!
Stimiamo e ammiriamo profondamente le penne dell'altro sesso, ma qui una volta tanto abbiamo dato voce esclusivamente a noi donne e, ne siamo certi, anche i nostri colleghi uomini apprezzeranno"

Parto subito dalla principale nota negativa, ed unica: la brevità. 
Punto di forza ma anche debolezza di questa raccolta. 
In un centinaio di pagine si susseguono stracci di interviste a quindici donne che, in un modo o nell'altro, lavorano nel campo musicale. Dal giornalismo, alla radio, alla tv, al web, alla fotografia. 
Per evidenziare come un'enorme passione possa diventare un lavoro serio e ben fatto, nonostante questo campo (come tantissimi altri) rientri ancora negli stereotipi secondo cui solo un uomo può farlo (bene). 

Ottimo perchè permette di leggerlo in brevissimo tempo, o anche se scaglionato (per mancanza di tempo o per semplice scelta di goderselo a lungo). 
Eppure quando in due pagine una di queste donne ha già "finito" sembra proprio mancare qualcosa. 
Poche domande, vagamente simili (e ci può stare, per vedere certi paragoni fra le loro vite ed esperienze lavorative), che però non permettono di capire queste donne e approfondire la loro lotta, più o meno ardua, in questo campo. 

Il titolo dice "She Rocks!", anche se il Rock non è proprio al centro di tutto come musica. Si spazia davvero per tanti generi, regalandoci nomi ormai famosissimi (dai Pink Floyd, a Frank Zappa, ai Beatles, a Bowie, fino agli Who, a Patti Smith, Joan Jett,...), mescolati ad artisti di cui, ammetto le mie lacune, non conoscevo affatto la loro esistenza. Dal rock, al punk, al country, alla classica,...insomma è la musica che la fa da padrona. 
Senza confini nè barriere, si segue il gusto delle donne intervistate. Come giusto che sia. 

All'incirca sono tutte cresciute in un arco temporale molto simile (si parla di vinili o massimo audiocassette durante la loro preadolescenza), quindi possiamo dire anni '70/'80. Si parla spesso di epifanie musicali, che danno vita ad una ricerca folle e disperata al prossimo ascolto, alla continua ricerca del prossimo amore musicale. Alcuni rimasti invariati negli anni, nonostante la cultura musicale sia cambiata insieme all'età delle protagoniste. 

Indubbia la loro passione estremamente sincera e profonda, unta ad una cultura qui solo abbozzata ma che rende evidente che ne sanno. E tanto! 
Nomi elencati in scioltezza, passando da generi diversi e differenziandoli con agilità. 
Scelte fra personaggi di spicco musicale fatte con una logica interessante dietro, che mostra la conoscenza non solo riguardo l'aspetto artistico, musicale e commerciale, ma anche dell'artista e/o gruppo, unendo o separando il privato dal pubblico (questo a discrezione di chi parlava; per esempio, io fatico moltissimo a dividere le opere da chi le ha create: es, se uno ha idee sessiste/razziste/... difficilmente lo ascolterò). 

L'ultima domanda è sempre se vorrebbero un canale in cui solo donne possano essere ammesse. E la domanda mi è sembrata stonata, nonostante molte concordino in questo verso. 
La risposta migliore però l'ha data Alba Solaro:
"Non amo la retorica, le "cose fatte dalle donne per le donne", 
penso che le scelte da riserva indiana non ci facciano del bene. 
E della musica mi ha sempre affascinato la possibilità di usarla come chiave di lettura del mondo."

Ricapitolando: una bella lettura, molto interessante. 
Anche se avrei preferito più spazio all' "oggi" nel campo musicale (senza ovviamente togliere nulla al loro passato), una loro impressione sul mondo del lavoro (se è cambiato, in bene o in male), insieme ad una veloce analisi di cosa è diventata la musica per loro oggi. 
Magari ne arriveranno altre di interviste. Speriamo, ne sarei molto curiosa!

Ah, giusto se siete curiosi, mi hanno fatto compagnia gli Avenged Sevenfold e gli Shidedown in cuffia. 
Niente della "vecchia scuola" oggi, ma sicuramente devo recuperare tanto. 

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