Opinione: L'Avversario, di Emmanuel Carrère



Un libro-verità sulla vicenda giudiziaria del pluriassassino Jean-Claude Romand.

"Il 9 gennaio 1993 Jean-Claude Romand ha ucciso la moglie, i figli e i genitori, poi ha tentato di suicidarsi, ma invano. L'inchiesta ha rivelato che non era affatto un medico come sosteneva e, cosa ancor più difficile da credere, che non era nient'altro. Da diciott'anni mentiva, e quella menzogna non nascondeva assolutamente nulla. Sul punto di essere scoperto, ha preferito sopprimere le persone il cui sguardo non sarebbe riuscito a sopportare. È stato condannato all'ergastolo. Sono entrato in contatto con lui e ho assistito al processo. Ho cercato di raccontare con precisione, giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e di assenza. Di immaginare che cosa passasse per la testa di quell'uomo durante le lunghe ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di un'autostrada o nei boschi del Giura. Di capire, infine, che cosa, in un'esperienza umana tanto estrema, mi abbia così profondamente turbato - e turbi, credo, ciascuno di noi." (Emmanuel Carrère)


Ho appreso solo dopo la fine del romanzo che è basato su una storia vera ed è quasi un reportage del processo, mescolato alle riflessioni dell'autore. 
Già la storia è agghiacciante di per sè, ma sapere che è vera e che, per di più, l'assassino è stato rimesso in libertà nel 2019, dopo soli 26 anni di carcere per aver ucciso la moglie Florence (37 anni), i figli Caroline (7 anni) e Antoine (5 anni), ed i genitori Anne-Marie e Aimé...è qualcosa che ti scombussola dentro. 

Le prime pagine sono scritte immaginando come voce narrante uno dei migliori amici di Jean-Claude, ma poi il tono cambia e diventa lo stesso Emmanuel il nostro narratore, portandoci al processo insieme a lui e mostrandoci cosa venne a galla durante quei giorni. 

Si riparte dal passato, quando Jean-Claude non riuscì ad entrare al secondo anno di medicina. Questo fu il primo tassello dell'enorme rete di bugie che iniziò a creare e, sorprendentemente, non fu scoperto da nessuno per diciassette anni. 
Si finse medico per l'OMS. Finse modestia e imbarazzo nel parlare di questo lavoro, ricevendo ammirazione dagli amici e la famiglia. Finse la decisione di rendere questi due aspetti della sua vita separati, in modo che niente si mescolasse e nessuno avesse contatti con l'OMS. 
Vista la fama, riuscirà a farsi prestare molto denaro dai familiari e amici, che fingerà di investire promettendo forti rientri economici. 
Fingerà in più occasioni di avere un cancro, per togliere l'attenzione da situazioni "scottanti" e ricevere allo stesso tempo attenzioni.
Riuscirà a convincere quella che poi diventò sua moglie ad uscire con lui e a sposarlo (facendole pena, in sostanza). 
Riuscì allo stesso modo a conquistare una sua amica e farla diventare sua amante, per un po'. 
...fece moltissime cose, e nessuno dubitò mai, nè fu "beccato" in flagrante. 

Reinventa se stesso e la sua realtà e spesso è difficile capire perchè lo faccia: è uno spietato e freddo calcolatore oppure ha problemi mentali che lo portano a questa "soluzione"? 

Emmanuel è così bravo da farci dubitare di noi per metterci nelle scarpe di Jean-Claude, facendoci provare persino pietà e tristezza verso questo bugiardo che non ha mai perso il vizio. 
Ma, mano a mano che la storia prosegue, inizieremo insieme a Emmanuel a veder le incrinature dietro questa maschera di fragilità che vuole mostrarci a tutti i costi. 
Ci sarà impossibile giustificare alcune delle azioni che sceglierà di compiere e che lo porteranno a quella che lui ha scelto come fine per la sua famiglia. 

Un breve ma intenso scritto che mostra senza filtri quello che si sa di questa vicenda e porta a galla alcune deduzioni su fatti che lui non ha mai voluto chiarire, mostrando la verità dietro tutto quel mondo di bugie e rendendo palese la sua colpevolezza, anche se non del tutto quanto lui volesse compiere certe azioni. 

Resta davvero il dubbio, anche se minimo, riguardo l'intenzionalità: vittima delle sue stesse bugie oppure manipolatore estremamente scaltro?
Probabilmente entrambi. Ma in che percentuale...ahimè, non lo ammetterà mai; andando avanti nel tempo temo che si sia inventato tante bugie anche per auto-giustificarsi, rendendosi l'eroe innocente della sua vita e arrivando persino a riscrivere i brutali omicidi come qualcosa di "necessario" ed allo stesso tempo "folle", perché dice di non sapere bene cosa sia accaduto, sebbene i fatti lo smentiscano. 

Un libro non per tutti, che fa male ma, forse anche per questo, così interessante da leggere. 

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