Opinione: Zombie, di Joyce Carol Oates

Quentin P_ è un enigma per i suoi genitori, anche se non credono affatto all'accusa di molestie sessuali mossa da un minore nei suoi confronti. Quentin P_ è un enigma per il suo psichiatra, che comunque lo incoraggia, apprezzando le potenzialità positive dei suoi sogni, di cui parla tanto apertamente. Per sua nonna, Quentin P_ è solo un ragazzo dolcissimo, cui è impossibile dire di no. Ma Quentin P_ in verità è l'assassino psicopatico più terrificante del Michigan. Condannato alla libertà vigilata, Quentin è accondiscendente, ma rimane insensibile a tutto: alla famiglia, ai controlli giudiziari, ai medici. Un giorno, per caso, scopre la lobotomia, e d'un tratto le sue ossessioni prendono forma concreta. Una a una, sceglie le sue vittime obbedendo a una volontà di potenza, il bisogno insopprimibile di creare uno "zombie" tutto per sé che, passivo e remissivo, lo supplichi e lo gratifichi. Esagitato da varie sostanze e dalle sue stesse perversioni sessuali, assolve con zelo ogni sanguinoso compito e, nella meccanicità, acquisisce sempre maggiore astuzia e perizia. "Zombie" è il romanzo della mente psicotica di un killer seriale che, nel delirio impermeabile del suo monologo, riproduce i movimenti automatici di una società disumanizzata.

Vi dirò, non so ancora bene se mi sia piaciuta o meno questa lettura. 
Ok, forse non è proprio così, poiché in generale è stata davvero interessante e scorrevole, ma mi sarei aspettata "di più". 
Capisco che il tema trattato è per pochi e certe "accortezze" possono esser state utilizzate per tentare di ampliare il pubblico, anche se non è proprio una lettura rosa e fiori! 
C'è del macabro e del malato che spesso serpeggia silente, sotto una facciata quasi troppo bella per essere vera. 

Abbiamo a che fare con Q_ o Quentin, un uomo sulla trentina che è riuscito a scampare ad una condanna e da allora vive come custode presso una vecchia casa di famiglia trasformata in "dormitorio" per studenti stranieri. Vivremo tutto attraverso il suo pensiero, come una strana forma di diario in cui Q_ ci racconta cosa gli succede, cosa vuole, cosa sogna, ecc.
E lentamente, scoprendo anche molto di più su di lui, capiremo quanto sia pericoloso e quanto sia malato, nonostante lo seguano diversi specialisti ma "inadeguati" a ciò. 
(Inadeguati perchè non vedono oltre la facciata, ma in effettivo non si capisce se non sono competenti oppure Q_ dissimula bene)

Nessuno vede oltre e comprende la sua vera natura, o almeno parte di essa. I genitori e la sorella probabilmente non vogliono vedere, poiché segnali allarmanti ne hanno avuti (basti pensare al processo, di cui non voglio anticiparvi nulla).

Q_ è difficile da collocare. Una persona introversa, strana, quasi timida e remissiva all'apparenza. Ma sotto si nasconde uno spietato ed insensibile killer accidentale, questo poichè la morte delle sue vittime non è intenzionale, ma "capita" durante le sue sperimentazioni nella ricerca della formula perfetta per creare uno zombie tutto suo
Un uomo che lo soddisfi in tutto e che lo adori come un dio. 
Si, anche se non lo dice apertamente, Q_ è gay ed il rifiuto totale di ciò, in particolar modo da parte del padre, può essere uno dei fattori alla base di queste fantasie, che sono poi sfociate nel malato più terribile. 

Altra cosa spaventosa è che Q_ è molto intelligente, anche se spesso sembra stupido anche a noi lettori. Le pianificazioni che mette in atto per i suoi piani ne sono la prova. 
E più va avanti con l'età, più diventa esperto ed abile, e la mancanza di emozioni oltre una freddezza impensabile, lo rendono un essere che nessuno vorrebbe incontrare. 

Un romanzo che tirando le somme mi è piaciuto parecchio
Breve, estremamente scorrevole, una trama interessante e molto particolare, un tema trattato difficile da proporre (figuriamoci scriverlo senza cadere in clichè o splatter noiosi). 
Come dicevo inizialmente, non so ancora se definirlo solo piacevole oppure qualcosa di più. "Wow" decisamente no, non mi ha dato nulla in quel senso, purtroppo. 

Una lettura non per tutti, ovviamente. Se siete particolarmente sensibili ve la sconsiglio.
Se però vi stuzzica e vi piacciono storie del genere, potrebbe piacervi molto. 

Nessun commento:

Posta un commento