Opinione: Trofeo, di Emanuela Cocco


Una donna entra in un negozio e compra una gonna. La indossa al suo primo e unico appuntamento con l'uomo che la ucciderà. Quando tutto è compiuto, l'uomo raccoglie quella stoffa, la porta via con sé. Fermagli, ciocche di capelli, collane, anelli. Sono trofei, l'assassino li conserva per avere un ricordo delle sue prede. Sono feticci, proiettano nella sua mente scene di sangue, di sesso e violenza, il piacere e la paura, legati per sempre. I trofei sono cose, ma mantengono la memoria delle persone alle quali sono stati strappati. L'uomo torna a casa con la sua prossima vittima. Prepara la messa in scena per il suo macabro rituale di tortura e sopraffazione. Ma questa sera i trofei rifiutano di mettersi in posa. 




Mi indossi ad un appuntamento al buio. Lui ti prende, mi strappa via da te, mi usa perché il tuo respiro resti imbrigliato al mio ordito. Questa è la trama. Intreccio di fili, di rantoli. Ti sta strangolando. Non hai la stoffa per rimanere in vita.

Come potevo resistere ad un racconto del genere? 
Preso e divorato, ma è rimasto su uno scaffale fino ad oggi. Rielaborando quello che ricordavo, insieme ad una scorsa delle pagine, mi sono rituffata in questa storia così particolare dal riuscire a raccontare cose estremamente efferate da un punto di vista diverso, collegato alle vittime ma estraneo (anche se in certi punti entriamo nella testa di lui). 
Quello dei trofei di un serial killer. 

Ci porterà in questo viaggio una gonna. Un pezzo di tessuto comprato ed indossato per la prima ed ultima volta da una donna, senza sapere che l'acquisto sarebbe stato una sorta di regalo al suo assassino. 
La stoffa prende vita, quel poco che è stata con la donna le ha regalato qualcosa di lei, della sua vita, della sua personalità, ma troppo poco per rendere il rapporto profondo ed impregnare la stoffa di lei. 
Come invece è accaduto ad altri trofei che incontrerà nella casa di lui
Con una specie di coscienza abbozzata, mi sta a ricordi vaghi di quella donna, inizia a pensare, immaginare, quasi sognare. 
Il tutto però non avrà vita lunga, le cose cambieranno in fretta quando invece di un altro trofeo porterà a casa una vittima ancora in vita. 

Questo giusto un idea di cosa andreste a leggere. 
C'è la frivolezza di alcuni trofei che si sentono amati, desiderati e felici di stare con lui. Mentre altri rifuggono, si nascondono, perché ciò che erano stati è troppo da rivivere o persino raccontare. 
I giochi, mentre fantasticano di avere una vita, ma anche su questa nuova ragazza e di cosa potrebbe restare di lei finendo insieme a loro per finalmente stare insieme. 

Una storia in cui questo tessuto lentamente evolve il pensiero e comprende solo verso la fine quanto tutto sia terribile e triste. Un racconto che ci porta in un luogo oscuro, dove regnano desideri raccapriccianti. Attraverso questo espediente, questi narratori così strani ed imprevisti ci raccontano le loro vite di prima. 
Crudo a tratti, delicato in altri. Non per tutti, ma decisamente una bella lettura.

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