Opinione: Gli Aghi D'Oro, di Michael McDowell


Con Gli aghi d’oro, Neri Pozza prosegue l’operazione Biblioteca McDowell, che prevede la pubblicazione dei capolavori dell’autore di culto.

«Accattivante, terrificante e assolutamente geniale.. Chi ha letto gli altri libri di Michael McDowell amerà anche Gli aghi d’oro. È profondamente gratificante lasciarsi trasportare da un romanziere all’apice delle sue capacità». - Stephen King

«Gli aghi d’oro è uno di quei romanzi che devi solo divorare, uno di quei romanzi impossibili da lasciare andare che, una volta digeriti, ti lasciano il sapore delle potenti tematiche intrecciate a una storia impeccabile». - Mariana Enríquez

«Per coloro che amano le storie di vendetta e i racconti più dark dell'era vittoriana con un tocco alla Grand Guignol, Gli aghi d’oro si configura come una lettura imprescindibile.» - Matteo Rucco per Maremosso

Alla fine del xix secolo, convivono due mondi opposti. Da un lato, l’opulenza e lo splendore. Dall’altro, i peggiori vizi dell’uomo: alcol, denaro e sesso. È su questo confine, nel cuore del famigerato Triangolo Nero, che una ricca famiglia cerca di affermarsi pretendendo di liberare la città dalla corruzione. Gli Stallworth, guidati con pugno di ferro dal loro patriarca, l’influente e implacabile giudice James Stallworth, coadiuvato dal figlio Edward, predicatore dai sermoni incendiari, e dal genero Duncan Phair, giovane avvocato dalla carriera promettente, hanno un piano impeccabile: estirpare il male annientando una famiglia di corrotti e criminali: gli Shanks. 




Ero molto tentata e allo stesso tempo spaventata da questa stampa, nonostante avessi scelto di non leggere nemmeno la trama.
Mi ero fatta trascinare dalla saga Blackwater, scritta molto bene ma dalla storia che, ahimè, iniziava benissimo per poi andare sempre più in noia e un finale che purtroppo mi ha deluso molto.

Quindi, visto che la penna di McDowell mi piaceva comunque, ho aspettato (decisamente poco) prima di vederlo comparire su Storytel e ho iniziato ad ascoltarlo, per farmene un idea: fosse stato deludente non ci avrei speso soldi, altrimenti sarebbe stato un affarone scoprire qualcosa di interessante.
Vi anticipo che l'ho acquistato una volta finito.

La storia mi è piaciuta e, lo devo ammettere, sono stata vittima ancora del marketing. 
Vederlo vicino agli altri volumi dell'autore, con quello stile così particolare...ed il prezzo praticamente regalato se parliamo di un romanzo che si aggira sopra le 500 pagine (o almeno è così adesso...ma non divaghiamo!)

La trama parte raccontandoci un po', a frammenti, il capodanno 1882 a New York, spaccando la narrazione abilmente fra le principali classi sociali: ricchi e poveri. Si delinea già una differenza geografica e sociale molto ampia. 
Tutto questo per poi addentrarci a conoscere i protagonisti di questa vicenda. 

Inizialmente (come al solito mi capita) ho faticato molto nel distinguere e collocare le tante figure che appaiono e descritte in modo dinamico, senza fare diventare un elenco la loro presentazione Infatti per molti dovremo aspettare un attimino per scoprirne il passato, i legami familiari, e quindi aver più chiaro in mente l'albero genealogico.
Ma ci concentriamo su due famiglie: Stallworth e Shanks. 
Ovviamente agli antipodi.

Gli Stallworth fanno parte dell'aristocrazia e vantano una reputazione immacolata, con un giudice come capofamiglia, il genero avvocato che segue le orme paterne e il figlio pastore. Dal giudice parte l'idea di ripulire il Triangolo Nero, ovvero una delle zone più malfamate e pericolose della città. Non per bontà, ma per spazzare via quella gente, ritenuta indecente, e per fare una sorta di pubblicità alla famiglia, soprattutto al genero, cosicché possa assicurargli occasioni politiche di carriera molto proficue.

Dall'altra parte abbiamo le Shanks. Parlo al femminile perché si tratta principalmente di donne che hanno saputo creare la propria fortuna e una buona reputazione in quel luogo poco raccomandabile.
La capostipite è Lena, conosciuta come Black Lena, un immigrata tedesca che ha già avuto a che fare con gli Stallworth e non lo ha scordato. Gestisce una sorta di banco dei pegni, copertura per la ricettazione, ma pagando sempre il giusto si è fatta clienti fedeli ed affidabili, ed un nome rispettato da quella comunità. Ma non solo per questa ragione, sa sistemare gli affari non solo tramite il denaro. 
Altra figura importante, e che verrà presa di mira per il suo aiuto alle donne della zona, è una delle figlie di Lena, che si occupa di aborti in modo decisamente migliore rispetto a certi macellai in cui potrebbero finire queste poverette. Decotti o, alla peggio, operazioni che purtroppo non sempre riescono, ma c'è un rimedio a tutto. Non dimentichiamo dove vivono.

Da alcune indagini insieme ad un giornalista il genero del giudice inizia questa campagna di "informazione" riguardo il Triangolo Nero, spingendo la polizia ad indagare su crimini lasciati correre e spronandoli, grazie alle pressioni della gente perbene (ricca), ad arrestare chiunque si sia macchiato di qualche colpa in quella zona. Unite ai sermoni del figlio, contro l'immoralità di quei luoghi e della gente che vi abita, sembra tutto andare come aveva in progetto ma, si sa, anche ai piani migliori basta un imprevisto per rischiare di crollare miseramente. 

Ovviamente ci saranno segreti pronti a venire a galla, ci saranno inganni per riuscire a vincere (pro o contro quella zona), ed ovviamente ci sarà sangue. Gestito così bene il tutto che riesce a tener incollato il lettore fino alla fine per scoprire cosa accadrà ai vari personaggi. 

Rispetto alla saga Blackwater non ci troviamo ad aver a che fare con un romanzo in cui le donne gestiscono tutto e gli uomini fanno da corredo. C'è molta interazione, ma anche in questo caso si finisce per patteggiare per le donne (o almeno, per me è stato così). Sia per gli anni in cui è ambientato, che per le classi sociali, abbiamo attraverso i vari protagonisti frammenti di un mondo molto realistico; da una parte ricco, superbo, "migliore" che non vede l'ora di schiacciare quelli che ritengono parassiti e spazzarli via; dall'altra chi è cresciuto dovendo sopravvivere a tutti i costi, usando furbizia, intelligenza ma anche violenza spietata all'occorrenza. Da un lato gli uomini comandano, dall'altro le donne. Si, per necessità, non essendoci uomini nella loro vita, ma hanno saputo crearsi rispetto/paura anche nelle figure maschili della zona. 
Potere femminile (credo) molto caro all'autore, visto che era il fulcro della saga che citavo prima. 

Insomma, più di cinquecento paginette che volano, trasportandoci in una New York molto movimentata, passando dalle case più eleganti e dai comportamenti che richiedono un etichetta ferrea; ai bordelli, alle case da gioco e le strade in cui anche i nobili passeggiano per interessi non proprio limpidi. 
Personaggi caratterizzati molto bene, che rispecchiano quel tempo e sanno dare un idea di come doveva essere viverci. Non ho la più pallida idea quanto sia storicamente accurato, ma se non si cercano questi dettagli, ci si fa trasportate molto volentieri da questo romanzo e ciò che ci narra. 

Personalmente mi è piaciuto molto e sono curiosa di scoprire quali altri suoi romanzi potrebbero arrivare grazie alla Neri Pozza. 

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