Opinione: La Casa Alla Fine Del Mondo, di Paul Tremblay


Eric, Andrew e la loro adorata bambina di sette anni, Wen, stanno trascorrendo una vacanza in un cottage isolato in mezzo ai boschi del New Hampshire, sulla riva di un lago, lontano dal caos e dal chiasso della vita metropolitana, senza Internet e cellulari: un angolo di paradiso in cui regnano il silenzio e la serenità. Ma in una mattina di sole il sogno si trasforma in un incubo quando dal bosco emergono quattro sconosciuti. Leonard, un uomo gigantesco dai modi gentili e il sorriso caloroso, e i suoi tre compagni brandiscono armi inquietanti e spaventose e sono lì per portare a Eric, Andrew e Wen un messaggio ancora più inquietante e spaventoso. Mentre la famigliola si barrica in casa cercando un modo per chiedere aiuto, diventa sempre più chiaro che i quattro non se ne andranno finché non avranno ottenuto ciò per cui sono lì, una scelta impossibile, un sacrificio terribile. Nelle ore che seguono, in un crescendo di presagi apocalittici, paranoia, follia, orrore e rituali di sangue, la piccola casa alla fine del mondo diventa il cuore dell'universo, il luogo in cui si deciderà il destino di una famiglia e, forse, di tutta l'umanità.



𝐴𝑡𝑡𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑎𝑙 𝑙𝑎𝑔𝑜 𝑐'𝑒' 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑐𝑖𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑒 𝑒 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑒𝑔𝑔𝑖 𝑚𝑎 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎𝑧𝑧𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑠𝑐𝑜𝑟𝑔𝑒 𝑛𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑐𝑖𝑜'. 𝐿'𝑢𝑛𝑖𝑐𝑎 𝑖𝑚𝑏𝑎𝑟𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑛𝑜𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑙 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑜 𝑒' 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑎𝑛𝑜𝑎 𝑔𝑖𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑐𝑖𝑣𝑜𝑙𝑎𝑣𝑎 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜𝑠𝑎 𝑠𝑢𝑙𝑙'𝑎𝑐𝑞𝑢𝑎 𝑙𝑢𝑛𝑔𝑜 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑣𝑎 𝑜𝑝𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎. 𝐸𝑟𝑖𝑐, 𝐴𝑛𝑑𝑟𝑒𝑤 𝑒 𝑊𝑒𝑛 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑟𝑖𝑚𝑎𝑠𝑡𝑖 𝑎 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑟𝑙𝑎 𝑚𝑒𝑛𝑡𝑟𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑎𝑣𝑎 𝑒 𝑠𝑣𝑎𝑛𝑖𝑣𝑎, 𝑐𝑎𝑑𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑙'𝑖𝑛𝑣𝑖𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑖𝑝𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑎𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑖𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜.


Sinceramente non so ancora bene come descriverlo, ma sento come se fosse stata una grande occasione sprecata.

Parte alla grande. Inizia col punto di vista della bambina, Wen. Ci porta sul lago Gaudet, in New England, dove coi suoi due papà sta facendo una vacanza lontano da tutto. Ci racconta della sua vita, in modo indiretto tramite pensieri che la collegano a questi ricordi. Dall'adozione in Cina, alle operazioni per il labbro leporino, al suo vivere quotidiano fra alti e bassi.
Ci presenta velocemente anche i due genitori, Andrew e Eric, cambiando punti di vista.
E, come nei migliori (cliché dei) film horror, ad un certo punto compare qualcuno che turberá la loro pace e serenità.

Eh si, ho parlato di cliché perché, anche se presentati bene ne ricorrono parecchi: la casa isolata, niente rete per i cellulari, nessuno nel raggio di chilometri, e qualcuno che rappresenta una minaccia da cui, ovviamente, devono scappare, ecc ecc.
Resto molto vaga per farvi capire il succo del discorso.

Quando questa minaccia appare, in effettivo è qualcosa di affascinante e terrificante allo stesso tempo. Il lettore non sa bene cosa aspettarsi e continua a leggere per capire dove andrà a parare, in quale "binario" finirà la storia (come dicevo sopra, la trama è abbastanza "banale" da esser stata spunto per moltissime altre storie, che uno prova ad indovinare).

In questo primo terzo del romanzo tutto ti cattura. Vengono messe giù le premesse in modo davvero interessante e il terrore ha inizio, portando a non volerti staccare dai fogli. Una scrittura ricca di dettagli e dialoghi, scorrevole e molto vivida, non si fatica infatti ad immaginare visivamente il tutto come si stia guardando un film.

Però...cavoli! Quando si arriva al succo delle cose, il tutto crolla miseramente.
Ho avuto questa sensazione.
La trama perde consistenza finendo in un "no-sense" che costringe a chiedersi quale sia la realtà. Scade in una sorta di splatter dove la storia non riesce a sostenere quello che viene sostenuto dai vari personaggi...
Eh, difficile spiegarlo senza andare in spoiler!

Ci sono anche scene in cui ho dovuto rileggere dei pezzi perché non capivo cosa mi fossi persa. A volte qualcosa di non detto che poi viene spiegato, altre salti temporali senza logica. "Dettagli" che rendono meno credibile il tutto e staccano il lettore dalla magia della lettura, perdendone l'attenzione completa.

In ogni caso, per me almeno, un occasione molto interessante buttata via.
La spiegazione di quello che accade è assurda e non c'è qualcosa che dia credito né alla "follia" né alla "realtà".
Mentre nelle ultime pagine sembrava riuscire a ricatturare il lettore, il finale lascia...delusi. Non spiega nulla, lascia nel dubbio, ma non in senso buono.

Ci sono rimasta molto male, dopo esser stata così catturata dai primi capitoli, veder naufragare il tutto in modo così.......

Probabilmente (almeno finché non leggo altre opinioni) è il mio gusto, voler una storia folle ma con un impostazione decisa. Qui si gioca molto a capire dove sta la verità, ma in un modo che sfiora il lettore, non lo fa davvero dubitare di cosa stia accadendo. Manca qualcosa per rendere questo "enorme delirio" più realistico, in modo da poter sballottare il lettore e fargli dubitare su cosa sia vero e cosa no.

Un grande peccato, perché è scritto piuttosto bene e le premesse c'erano.


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