Opinione: Histoire D'O, di Pauline Réage

Condotta al castello di Roissy dal suo amante René, O è sottoposta a un duro addestramento come schiava sessuale. Posseduta e seviziata, obbligata a soddisfare più uomini, viene istruita a colpi di frusta, abituandosi al dolore e alle continue umiliazioni e sopportando infinite sofferenze in nome di un pensiero più alto e edificante: l’amore incondizionato per René. Al termine del suo apprendistato, verrà consegnata da quest’ultimo, in segno di ammirazione, a un nuovo padrone, Sir Stephen, un uomo potente abituato a ottenere quello che vuole. Con lui conoscerà nuove vette di dolore, brutalità e amore, trovando la felicità proprio nel progressivo e totale annullamento della sua volontà. Un insuperato, scandaloso e divisivo classico della letteratura erotica di tutti i tempi, tradotto in ventidue paesi, che ha stregato e fatto discutere milioni di lettori.

Mettiamo le mani avanti.
TW: violenza fisica e sessuale.
È un romanzo che definirei BDSM decisamente esplicito, nonostante i suoi anni, quindi fate attenzione. 
E tenete in mente questo contesto quando lo leggerete, poichè le pratiche(?) descritte potrebbero essere estreme e/o essere interpretate male da chi non capisce questo mondo, percependole come malate o altro. 

Inoltre ci tengo a specificare che so pochissimo del BDSM. 
Mi affascina, mi incuriosisce, ma per ora sono fuori da quel mondo e, visto che il romanzo parla di pratiche che ne fanno parte, non so se userò termini adeguati per raccontarvelo.
Se faccio errori, se ne parla così da permetter anche a me di capire meglio.

Detto ciò, vi lascio la mia impressione.

𝕷𝖊 𝖈𝖆𝖙𝖊𝖓𝖊 𝖊 𝖎𝖑 𝖘𝖎𝖑𝖊𝖓𝖟𝖎𝖔, 𝖈𝖍𝖊 𝖆𝖛𝖗𝖊𝖇𝖇𝖊𝖗𝖔 𝖉𝖔𝖛𝖚𝖙𝖔 𝖎𝖒𝖕𝖗𝖎𝖌𝖎𝖔𝖓𝖆𝖗𝖑𝖆 𝖓𝖊𝖑 𝖕𝖗𝖔𝖋𝖔𝖓𝖉𝖔 𝖉𝖎 𝖘𝖊' 𝖘𝖙𝖊𝖘𝖘𝖆, 
𝖘𝖔𝖋𝖋𝖔𝖈𝖆𝖗𝖑𝖆, 𝖘𝖙𝖗𝖆𝖓𝖌𝖔𝖑𝖆𝖗𝖑𝖆, 𝖑𝖆 𝖑𝖎𝖇𝖊𝖗𝖆𝖗𝖔𝖓𝖔 𝖎𝖓𝖛𝖊𝖈𝖊 𝖉𝖆 𝖘𝖊' 𝖘𝖙𝖊𝖘𝖘𝖆. 

Si tratta di un romanzo complicato, a volte fin troppo rapido e spesso bisogna rileggere alcuni paragrafi, con la sensazione di essersi persi qualcosa.
Ci sono tre capitoli principali durante i quali il tempo scorre, ma la maggior parte delle volte non viene annunciato chiaramente, lo si comprende dopo un po'.

Sicuramente non per tutti, come già vi dicevo.
È esplicito e contiene parecchia violenza.
Che la protagonista è felice di ricevere(!), ma comunque violenza è (per chi non se la sentisse di leggere qualcosa del genere).

La storia scombussola il lettore, portato ad avere costanti dubbi, come la protagonista senza nome: O. Ma insieme a lei capiremo effettivamente che lei vuole tutto ciò.
O, nonostante il dolore e la sofferenza, è felice e si sente appagata da tutto ciò.
Lo ripete più volte: senza libertà lei è felice.

Ci sono comunque passaggi difficili, in cui non riusciamo a capire effettivamente se lei sia felice o lo faccia solo per rendere felice il suo amante, René. Però le cose sono strettamente intrecciate.
È un percorso durante il quale anche lei si mette in discussione, e durante il quale capirà che questo è ciò che desidera.

𝕻𝖗𝖎𝖒𝖆 𝖉𝖎 𝖕𝖆𝖗𝖙𝖎𝖗𝖊, 𝖛𝖔𝖗𝖗𝖊𝖎 𝖋𝖆𝖗𝖙𝖎 𝖋𝖗𝖚𝖘𝖙𝖆𝖗𝖊 - 𝖉𝖎𝖘𝖘𝖊, 
- 𝖊 𝖖𝖚𝖊𝖘𝖙𝖆 𝖛𝖔𝖑𝖙𝖆 𝖙𝖊 𝖑𝖔 𝖉𝖔𝖒𝖆𝖓𝖉𝖔. 𝕬𝖈𝖈𝖊𝖙𝖙𝖎? - 
𝕰𝖘𝖘𝖆 𝖆𝖈𝖈𝖊𝖙𝖙𝖔'. 

Lei ama essere comandata.
Soffre, ma si rende conto che ciò le piace. Ha il terrore delle scudisciate, ma le brama.

Non si può mettere un paletto fisso, se non si provano queste "perversioni"(?).
Quello che sembra pura tortura e motivo per cui tantissimi scapperebbero al solo sentirne la "minaccia", per molte persone è appagante e lo cercano.

È un romanzo che porta a riflettere molto, sull'affetto, l'amore, sulla propria libertà sessuale ed i gusti personali. Chi gode a "distruggere" e chi ad essere "distrutto". E, soprattutto, notare come dietro tutto ciò ci sia una dolcezza nel prendersi cura dell'altro (che ha subito violenza).
Come la libertà possa essere indispensabile oppure un peso.

𝕹𝖔𝖓 𝖊𝖗𝖆 𝖕𝖎𝖚' 𝖑𝖎𝖇𝖊𝖗𝖆? 
𝕾𝖎: 𝖌𝖗𝖆𝖟𝖎𝖊 𝖆 𝕯𝖎𝖔, 𝖓𝖔𝖓 𝖊𝖗𝖆 𝖕𝖎𝖚' 𝖑𝖎𝖇𝖊𝖗𝖆!

O è giovane. Ambivalente in alcuni momenti, perché ama la caccia e la conquista (soprattutto verso le altre donne), ma trova se stessa nell'essere una schiava totale. Ubbidisce, ma non smette mai di interrogarsi se ciò sia corretto nei suoi confronti oppure solo un capriccio. Ed è in questo che secondo me si percepisce il fatto che lei è libera di scegliere di non esserlo più.

𝕺 𝖓𝖔𝖓 𝖆𝖛𝖊𝖛𝖆 𝖈𝖔𝖒𝖕𝖗𝖊𝖘𝖔, 𝖒𝖆 𝖆𝖛𝖊𝖛𝖆 𝖋𝖎𝖓𝖎𝖙𝖔 𝖕𝖊𝖗 𝖗𝖎𝖈𝖔𝖓𝖔𝖘𝖈𝖊𝖗𝖊 𝖈𝖔𝖒𝖊 𝖚𝖓𝖆 𝖛𝖊𝖗𝖎𝖙𝖆' 𝖎𝖓𝖓𝖊𝖌𝖆𝖇𝖎𝖑𝖊 𝖊 𝖎𝖒𝖕𝖔𝖗𝖙𝖆𝖓𝖙𝖊 𝖎𝖑 𝖌𝖗𝖔𝖛𝖎𝖌𝖑𝖎𝖔 𝖈𝖔𝖓𝖙𝖗𝖆𝖉𝖉𝖎𝖙𝖙𝖔𝖗𝖎𝖔 𝖊 𝖈𝖔𝖓𝖘𝖙𝖆𝖓𝖙𝖊 𝖉𝖊𝖎 𝖘𝖚𝖔𝖎 𝖘𝖊𝖓𝖙𝖎𝖒𝖊𝖓𝖙𝖎: 𝖆𝖒𝖆𝖛𝖆 𝖑'𝖎𝖉𝖊𝖆 𝖉𝖊𝖑 𝖘𝖚𝖕𝖕𝖑𝖎𝖟𝖎𝖔, 𝖖𝖚𝖆𝖓𝖉𝖔 𝖑𝖔 𝖘𝖚𝖇𝖎𝖛𝖆 𝖆𝖛𝖗𝖊𝖇𝖇𝖊 𝖙𝖗𝖆𝖉𝖎𝖙𝖔 𝖎𝖑 𝖒𝖔𝖓𝖉𝖔 𝖎𝖓𝖙𝖊𝖗𝖔 𝖕𝖊𝖗 𝖘𝖋𝖚𝖌𝖌𝖎𝖗𝖛𝖎, 𝖖𝖚𝖆𝖓𝖉𝖔 𝖊𝖗𝖆 𝖋𝖎𝖓𝖎𝖙𝖔 𝖊𝖗𝖆 𝖋𝖊𝖑𝖎𝖈𝖊 𝖉𝖎 𝖆𝖛𝖊𝖗𝖑𝖔 𝖘𝖚𝖇𝖎𝖙𝖔, 𝖙𝖆𝖓𝖙𝖔 𝖕𝖎𝖚' 𝖋𝖊𝖑𝖎𝖈𝖊 𝖖𝖚𝖆𝖓𝖙𝖔 𝖕𝖎𝖚' 𝖊𝖗𝖆 𝖘𝖙𝖆𝖙𝖔 𝖑𝖚𝖓𝖌𝖔 𝖊 𝖈𝖗𝖚𝖉𝖊𝖑𝖊. 

È molto difficile parlarne.
Mi ero imbattuta in un romanzo simile, ma più attuale. Di cui credo non osai nemmeno cercare le varie recensioni, per paura di commenti "bigotti" che non avrebbero colto il consenso, tramutando il tutto in un enorme violento stupro. 

Questo resta un romanzo famoso, che ha fatto la storia. 
Sicuramente che ha scioccato e che sarà stato preso in mano come dimostrazione della "violenza" maschile sulle donne, senza voler capir minimamente O, o qualunque sottomesso.

Se vi incuriosisce la tematica, da leggere.
È piuttosto breve, ma intenso.
Per comprenderlo però bisogna arrivare alla fine, scoprendo tutto il percorso di O, guardandola crescere e comprendere ciò che desidera. Arrivando ad esser fiera di ciò che è, senza più imbarazzo.
Lasciato durante la lettura, in particolare all'inizio, temo lasci solo qualcosa di confuso e una sensazione di violenza gratuita e sbagliata, cosa che non è affatto così visti i gusti dei vari personaggi ma soprattutto della protagonista.
Piuttosto non incominciatelo nemmeno. Credo sia la scelta migliore. 



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