Opinione: Non è colpa della luna, di M.L.Rio


Quando gli amici diventano nemici, non c'è limite al male che possono farci.

Oliver Marks ha scontato dieci anni di carcere per l'omicidio di un compagno di college. Ai tempi della condanna, non tutti erano convinti della sua colpevolezza, in primis il detective Colborne, che ora lo attende fuori dal carcere per sapere finalmente la verità. La storia che Oliver si accinge a raccontargli si svolge alla Dellecher, una delle più prestigiose scuole di arte drammatica degli Stati Uniti, dove Shakespeare è venerato come un dio e non c'è limite alla competizione. Giovani, belli, ambiziosi, Oliver e i suoi sei amici sono inseparabili e dividono il tempo fra prove, performance e feste all'insegna dell'eccesso. Ma, una volta giunti al quarto e ultimo anno, qualcosa nel gruppo si incrina. I ruoli dei drammi che mettono in scena prendono sempre più spazio nella loro vita reale, ed emergono gelosie sopite, invidie, rancori. È Richard, più di tutti, a perdere il controllo, finché, un freddo mattino di novembre, viene trovato morto. A quel punto, per ognuno dei sei giovani attori rimasti inizia la prova di recitazione più ardua: convincere la polizia, gli altri e se stessi della propria innocenza. Perfetta per i fan del dark academia , una storia di lealtà e tradimento, follia e ossessione, colpa ed espiazione, che conduce il lettore lungo il confine magico e pericoloso tra la vita e l'arte.


Finalmente sono riuscita a finire questo romanzo.
Ammetto che sono partita benissimo ma poi, per un mio blocco, mi sono arenata.
I "difetti" li trovavo accentuati ogni volta che riprovavo a ricominciare la lettura e questo mi ha rallentato ancora di più. Ma, come dicevo, finalmente l'ho concluso togliendomi la curiosità a riguardo, poiché in tant3 ne parlano molto bene e volevo capire il perché. Se effettivamente era così bello. 
Spoiler: Non è stato così per me.

Prima di tutto vorrei soffermarmi un momento su questa ristampa. 
Io l'ho preso perché lo volevo leggere da tanto e quindi ho colto al volo l'occasione, ma sinceramente questa "edizione speciale illustrata" è molto deludente. Ci sono sei illustrazioni a piena pagina (che non mi fanno neanche impazzire).
E stop. 
Fortunatamente il costo è nella media di edizioni normali (cover rigida), quindi Speciale o meno, non hanno aumentato in maniera vergognosa il prezzo per questo "dettaglio". Piccolo punto a favore.
Ma deludente esteticamente, a partire dal bollino in copertina che è un pugno in un occhio. 

Parliamo della storia.
Subito ci viene presentato Oliver. Nostra voce narrante che ci porterà attraverso il tempo, lungo il suo presente ed i ricordi, a scoprire questa terribile vicenda che gli ha cambiato la vita radicalmente.
Infatti si trova in galera, ha scontato la sua condanna per omicidio e sta per uscire
Il detective che lo arrestò però non ha mai smesso di chiedersi se fosse davvero lui il colpevole e, tolto il distintivo, gli chiede di raccontargli la verità. E qui inizia il nostro viaggio insieme a loro.
Torneremo indietro di 10 anni e Oliver ci farà da voce narrante durante il suo ultimo anno alla Dellecher.
Si alternerà il passato con brevi capitoli di presente, portandoci a conoscere i fatti.

Nella prima metà funziona molto bene.
Non sappiamo cosa sia successo. 
Sappiamo che la vittima faceva parte del gruppo di attori dell'ultimo anno.
Sette studenti uniti come una famiglia.
Uno di loro non c'è più, ma non sappiamo chi...o almeno io non lo sapevo perché non ho letto questa nuova trama. 
Infatti nella precedente pubblicazione non c'è Spoiler! 
(ci sarebbe un dettaglio che fa spoiler anche in quella vecchia, ma risulta forse un filino meno evidente)
Perché farlo??? 

Secondo me, è una enorme cag4ta non aver tenuto segreta la vittima.
Tiene altissima la tensione e continui a chiederti chi potrebbe essere (anche se ammetto, ad un certo punto era EVIDENTE, ma speravo in un colpo di scena). 

Per quanto riguarda il romanzo, in generale in questa prima metà, tutto comunque gestito e bilanciato molto bene.

Però poi la storia ha una svolta quasi improvvisa e cambia totalmente rotaia.
Diventa molto introspettiva, lenta, riflessiva,....
Posso capire la scelta, ma a mio gusto ha solo rallentato tutto.
Non mi sono immedesimata in nessuno, nemmeno Oliver che ci porta in quei mesi così pesanti anche per lui. 

Note dolenti.
Cliché. Cliché ovunque. E banalità. 
Scuola prestigiosa. Arrivisti ovunque. Gruppetti divisi non per gusti, ma per scelta di carriera e di età.
Qui il teatro, là ballerini, in fondo musicisti, ecc... 
In linea generale potrei comprenderlo, poiché si punta ad eccellere, quindi se tu perdi io vinco. 
Ma, non lo so, mi suonava molto Mean Girls. 

Seriamente, da quello che ci fa capire Oliver, loro sette sono in un mondo tutto loro (perché attori e perché del 4 anno), e non si mescolano mai con nessun'altro. Dal suo racconto sembra che tutti in quella scuola si comportino allo stesso modo, e lo trovo assurdo. Capisco primeggiare, ma nella vita dovrai farti delle conoscenze in altri campi? Interagire? Trovare alleati che ti permettano di spiccare? 
No.
A malapena questo gruppetto interagisce con altri studenti di teatro, con cui si trovano a dover condividere le scene.

Nessuno comunica mai con nessun altro. A parte per le feste.
Eh già, scuola minuscola, super prestigiosa,....ma ci sono party da confraternita teen movie assurdi, con: musica a palla, alcool a fiumi, parecchia droga.
Dove trovino i soldi per tutto ciò? 
Ve lo devo proprio dire che ci sono figli di papà che ricevono dai genitori solo soldi per la mancanza di presenza ed interesse? Infatti abbiamo un abisso fra questi e chi paga col sudore della fronte. (ve l'ho detto: Cliché) 

E, cosa più "divertente", se ne sbattono tutti gli adulti che dovrebbero formare questi ragazzini (si, si comportano da ragazzini nonostante siano grandicelli). 
Le uniche cose sono blandi avvertimenti, del tipo "non fumare o ti si rovina la voce". 
Complimenti, davvero. 

Per carità, l'autrice riesce a metterci anche un minuscolo spaccato della crudeltà di certi "insegnanti" nei confronti degli alunni. Spingono non solo sul palcoscenico, ma trafiggono nel provato così forte da portare al limite della distruzione gli studenti. 

Parlavamo di cliché, e non si può non analizzare il gruppetto del teatro, la "famigliola felice" formata da:
- la coppia super bellissima popolare, Richard e Meredith; lui giovane, bello, prestante, enorme, muscoloso, intelligente,....ed ovviamente permaloso, arrogante, irascibile. Lei bellissima, talentuosa, brava,...arrivista come lui. 
- il fattone, Alexander; forse spacciatore, poiché ha sempre, e dico sempre, almeno una canna in mano, per non parlare di altro. 
- in "opposizione" a Meredith abbiamo due "nullità": Wren e Filippa. Carine, ma non abbastanza. Ecc, ecc. 
- il BFF, James; compagno di camera di Oliver, l'amicone del cuore, gentile e non solo. 
- non poteva mancare l'ingenuo dal cuore d'oro: Oliver! 

Ognuno di loro non solo intrappolato da questi cliché su carta, ma pure sul palco. Poiché i geniali insegnanti non fanno altro che dar loro sempre la stessa tipologia di personaggi da interpretare, in linea generale. E quelle rarissime volte in cui si modificherà leggermente il copione, tutto ciò secondo voi sarà preso bene? (sarcasm)

Ok, basta parlare male. 
Vediamo un dettaglio che potrebbe essere interessante, nonostante ho da dire pure su questo. 

La storia è estremamente ricca di citazioni di Shakespeare, non solo nelle parti di teatro.
Questi ragazzi infatti vengono descritti come "malati" di Shakespeare.
Lo vivono, lo respirano, se ne nutrono, lo parlano come una lingua fluente fra di loro.
Riguardo tutto ciò un lavoro stupendo e meticoloso, non lo metto in dubbio, ma (per me) ad una certa diventava troppo.
Se avessi voluto leggere una tragedia di Shakespeare, lo avrei fatto; doverlo fare per lunghi frammenti riguardanti solo alcune scene, descritte in minimi dettagli, MA senza capire bene di cosa si stia parlando (dando quasi per scontato che il lettore lo sappia poiché le spiegazioni quando ci sono, sono vaghe), diventa pesantuccio.
Come quando invece che parlare fra loro, usano frammenti dei suoi scritti e vanno avanti a risponderai secondo quel testo.
Bella l'idea, ma per me "troppo".

La scrittura comunque è piuttosto scorrevole. 
Romanzo abbastanza breve, che però riesce ad approfondire alcuni momenti e riflessioni. 
Personaggi stereotipati, ma che qualcosina comunque danno al lettore. 
La scelta di ambientare in una scuola del genere, concentrandosi sul teatro "classico" è interessante e molto particolare. 
Le idee buone, ma non da portarlo ad essere una lettura imperdibile.

Tirando le somme, sono delusa.
Mi aspettavo molto di più, da come ne avevo sentito parlare.
Non è per nulla una lettura indimenticabile e da recuperare assolutamente.
Ma non la sconsiglierei.
È particolare, nonostante tutto. Se entrate nella storia può regalarvi piacevoli ore.



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