Opinione: L'intercessore, di May Sinclair



«Il corpo di Garvin si fece quieto. Egli era deliziosamente, delicatamente consapevole dell'approssimarsi del sonno, del sonno che entrava nelle sue vene, del sonno e del silenzio e dell'oblio che inondavano il suo cervello, il suo cuore, che lo sommergevano, o che lo stavano per sommergere quando, con una resistenza atrocemente vana e un certo disappunto, se ne ritrovò tratto fuori». "L'intercessore" (The Intercessor) è un'inquietante quanto ignota, almeno in Italia, storia di fantasmi di May Sinclair, in cui riecheggiano con una certa vividezza ambienti, personaggi e situazioni dei romanzi delle sorelle Brontë. Ma possiamo individuare anche l'influsso di un'opera che l'autrice considerava un capolavoro del genere, ossia Il giro di vite (1898) di Henry James. Per la prima volta in italiano una delle prime storie di fantasmi pubblicate da Sinclair, forse la più enigmatica e ben riuscita, in cui l'aspetto psicologico dei personaggi, la maternità e la sofferenza sono al centro di tutta la narrazione. Prima traduzione italiana. 




Mentre attendevo la pubblicazione de La Sposa Cadavere ho curiosato nel catalogo di Caravaggio Editore e visto questo: la copertina mi ha catturata immediatamente e la trama ancora di più. 
Resistere alla tentazione? Non sto giro.

Così mi sono trovata immersa fra le pagine di una storia davvero particolare e, nella sua brevità, molto corposa.

La nostra voce narrante è Garvin, un uomo che sta viaggiando per compiere ricerche per i Blackadder riguardo la loro Storia della Contea, e sta cercando un posto per alloggiare nel Craven (un distretto dello Yorkshire) con richieste molto specifiche: la casa doveva essere antica e non dovevano esserci bambini. 
Gli viene consigliato di andare dai Falshaw, una coppia sposata molto brusca ma che gli garantisce quello che cerca, fino a che la moglie non avrà partorito perlomeno. 

Durante la notte iniziano ad accadere cose strane che inizialmente lo turbano. 
Prima di tutto sente piangere una voce infantile. Sempre alla stessa ora nel cuore della notte. 
Ma è solo il principio. 

La cosa strana è che cercando risposte fra i membri della casa, non riceverà alcun chiarimento, sebbene il trattamento riservato diventerà più accomodante mano a mano che questi fenomeni diventano sempre più...vividi. Sembra come se il fatto di sentire e vedere certe cose renda meno ostica la sua presenza.
Garvin non si farà scoraggiare e continuerà a cercare le risposte per quelle stranezze, portandoci dentro una storia davvero triste e dolorosa che non può non colpire il lettore.

Come dicevo, in un centinaio di paginette il tutto si svolge e si chiude senza lasciare buchi, misteri insoluti, dubbi. Scorrendo fluidamente e lasciando un misto di sensazioni al lettore, fra dolcezza e tristezza. 

Posso capire che il costo è un po' caro, per un racconto così breve. Ne va tenuto conto, ovviamente. 
Ma se siete amanti del genere gotico, di presenze e storie tristi che si nascondono nell'ombra, potrebbe piacervi molto. Il libretto comunque è molto curato, ogni pagina ha una stampa che richiama un libro antico e rovinato dal tempo. In più è "unico", essendo stato tradotto solo da loro per la primissima volta.
Insomma, se vi incuriosisce, fatevi tentare. 

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