Opinione: Stupro. Una Storia D'Amore, di Joyce Carol Oates


Niagara Falls, 4 luglio 1996. Attraversando un parco con la figlia di dodici anni, Teena Maguire viene aggredita e violentata da una banda di ragazzi sotto l'effetto della droga. Risvegliatasi dal coma, la donna riesce a identificare i suoi aggressori, ma una furibonda campagna giornalistica maschilista e la compiacenza del giudice portano all'incredibile assoluzione dei colpevoli. John Dromoor, veterano della Guerra del Golfo, appassionato d'armi e idealista che ha soccorso Teena subito dopo l'aggressione, vendica la donna uccidendo per legittima difesa uno degli imputati, mentre gli altri spariscono nel nulla o si suicidano in circostanze misteriose.


[TW: stupro, violenza]

Dopo aver subito uno stupro di gruppo, esser stata malmenata e lasciata a morire sul pavimento della lurida rimessa per le barche del Rocky Point Park; dopo essere stata trascinata in quella baracca da cinque - a meno che non fossero sei, o forse sette - ragazzi ubriachi mentre la figlia dodicenne urlava Lasciateci andare! Non fateci del male! Vi prego non fateci del male! Dopo che come un branco di cani che attaccano la preda l'avevano afferrata, torcendole le caviglie e facendole perdere entrambi i sandali con il tacco alto sul sentiero che costeggia la laguna. Dopo averli pregati di lasciare libera sua figlia mentre loro le ridevano in faccia. Dopo aver preso la decisione, Dio solo sa cosa le fosse frullato per la mente, di tornare a casa attraversando il Rocky Point Park, anziché fare il tragitto più lungo [...]
Aveva preso quella decisione, una frazione di secondo in cui la vita cambia per sempre.
[...]
Certamente gli aveva sorriso e quindi se l'era andata a cercare. Poteva essere forse un sorriso teso, nervoso, di quelli che si farebbero a un cane ringhioso, ma comunque aveva sorriso, come Teena Maguire faceva, con il suo rossetto e i suoi capelli. Se l'era andata a cercare, se l'era voluta.
[...]
Hey! Hey tu laggiù! Mmmm, carina! Hey bambola, dove te ne stai andando? Gridavano. Dopo aver sorriso senza rallentare il passo; dopo aver afferrato il braccio di sua figlia come se fosse più piccola dei suoi dodici anni. Facci vedere come sballonzolano le tue tette, bambola! Heyheyhey dove scappi? Dopo essersi messa in trappola da sola. Dopo averli stuzzicati, provocati. Errore imperdonabile. 
[...]
Cosa si aspettava una donna come quella, di trentacinque anni, che va in giro vestita come una ragazzina: canotta, pantaloncini di jeans, lunghi capelli biondi tinti e permanentati che le incorniciano il viso, gambe nude, sandali con il tacco alto, vestiti attillati che mettono in mostra il seno, il sedere?
[...]
Quella donna! Che razza di madre trascinerebbe con sé la giovane figlia a un party di ubriaconi per poi riportarla a casa a piedi, attraversando Rocky Point Park a quell'ora? Che razza d'imprudenza, è fortunata che non sia andata peggio sia a lei che alla ragazzina; se gli assalitori fossero stati di colore, negri strafatti di cocaina intrufolatisi nel parco, sarebbe potuta andare molto peggio, dannatamente peggio; quella donna doveva essere ubriaca fradicia e piena di cocaina anche lei, avendo cominciato i festeggiamenti in prima serata, e si può immaginare in che stato potesse essere a mezzanotte. Come diavolo avrebbe potuto Teena Maguire anche solo riconoscere chi l'aveva violentata e in quanti erano?

Queste sono alcune delle cose dette a proposito di tua madre, Teena Maguire, dopo che lei ha subito uno stupro di gruppo, è stata percossa e lasciata a morire sul lurido pavimento della rimessa per barche nel Rocky Point Park nei primi minuti del 5 luglio 1996.





Ve ne volevo parlare da tanto, ma è difficile trovare le parole giuste per farlo. 
Ci saranno infatti moltissimi estratti dal romanzo perchè...la Oates ha una penna che parla da sola, affilata, pungente, dolorosa, arriva in punti già sensibili o che non avevi immaginato e colpisce con una schiettezza che lascia senza parole sul momento, scatenando molto altro 'dopo' quando ci si ripensa. 

Un piccolo romanzo estremamente ricco e che fa male, per ciò che racconta e per quanto sia ancora attuale tutto ciò che racchiude. 

"Banalmente": uno stupro. Ma la Oates va oltre, non si ferma ad un gesto osceno ed imperdonabile. 
Racconta la storia di una donna che viene stuprata da un gruppo di uomini, con la figlia che assiste come testimone delle violenze e che le scampa nascondendosi appena in tempo, chiamando poi aiuto quando tutto finisce e sua madre resta immobile, abbandonata come spazzatura sul pavimento. 

Ma non fa tanto male questo...alt! nonostante sia comunque una violenza incredibile e raccontata attraverso gli occhi della figlia che assiste senza capire nemmeno bene cosa stia guardando. 

Eri terrorizzata da quello che stavano facendo a tua madre e che tu eri costretta ad ascoltare, impotente. La parola stupro non era ancora entrata nel suo vocabolario, e quindi non ti venne in mente. Pensavi più a qualcosa come picchiare, ferire, tentare di uccidere.

Quello che accade dopo è ancora peggio, perchè si somma a questa violenza e la acerba in modo intollerabile: 
L'inizio delle indagini che procederà a fatica; 
la rabbia dei familiari degli stupratori (si li chiamo già così perchè nel romanzo SAPPIAMO che sono loro, non abbiamo dubbi) che attaccano senza remore la vittima (nonostante prove fisiche, oltre le testimonianze di madre e figlia);
 la reazione della gente che metterà alla gogna la donna,... 
Tutto questo porterà la donna a chiudersi, crollando in una depressione che avrà un forte peso sulla vita della figlia. 

Il narratore è esterno. Onnisciente. Sa già tutto, e ci porta con sé prima e dopo il fatto, nella vita della donna, della figlia, dell'agente di polizia che interviene,... Sapientemente la Oates "gioca" con il lettore portandolo in una storia non propriamente lineare, che capitolo dopo capitolo, arricchisce la vicenda e rende quella notte sempre più "a fuoco" nella mente dello spettatore, che si ritrova passo dopo passo a comprendere meglio cosa sia accaduto, la paura e la violenza scaturita in quelle ore notturne e che non finisce dopo quel brutale atto. 

Parla rivolgendosi spesso alla figlia, una vittima collaterale di tale violenza, la cui vita viene distrutta senza la comprensione totale di ciò che è avvenuto davanti ai suoi occhi. 

Eri tu la Bethel Maguire che tutti chiamavano Bethie, e la tua infanzia finì a dodici anni.
Quel se sarebbe per sempre rimasto un pensiero fisso. Se Mamma avesse detto no.
Sareste rimaste entrambe da Casey quella notte, nel Rocky Point Park non sarebbe successo nulla e la tua infanzia non sarebbe finita quella notte.
Fortuna, sfortuna.

È una storia che fa male e fa arrabbiare. Molto. 
La tematica assurdamente attuale. La si legge ancora in ogni articolo che parla di una vittima di violenza, che la trasforma in colpevole automaticamente. Il macabro accanirsi come avvoltoi sulla vita distrutta per scoprire in quali modi ha accettato, perché se l'è cercata
L'ho letto dovendo spezzettarlo per tirare il fiato. 
 
L'unica pecca è che cala un po' verso il finale, ma un dettaglio estremamente trascurabile. 
Un enorme peccato che sia fuori stampa da anni e si trovi solo usato, se si ha fortuna. 
Infatti l'ho recuperato così.
Spero comunque lo rimettano sul mercato.
Merita di essere letto, anche se non è per tutti. 



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