Opinione: Dead Sea, di Tim Curran


Il mare non rinuncia mai ai suoi morti.

Preparatevi a un viaggio in un luogo sconosciuto all’umanità. Uno spazio tra gli spazi. Quando la Mara Corday, una vecchia nave da carico, entra nel Cimitero dell’Atlantico, l’incubo diventa realtà. L’equipaggio si ritrova intrappolato in un mondo in cui il tempo non esiste e in cui dimorano orrori inimmaginabili. Persi in quel mare immobile, in un aldilà dove il male si manifesta in forme terribili, i sopravvissuti della Mara Corday hanno l’eternità per trovare una via d’uscita… se prima non saranno uccisi dalle creature che danno loro la caccia.

Curran resta sempre un mistero per me. Scrive un genere che adoro alla follia e che è davvero difficile da trovare in Italia, eppure non so mai se quello che starò per leggere sarà stupendo oppure orribile. 
E non parlo delle parti splatter, ma della storia che a volte è così folle che non riesco a starle dietro, annoiandomi a morte e dovendola bocciare. 
In questo caso, mi è andata davvero bene! 
Splatter, mostruosità, protagonisti e emozioni umane sono ben bilanciate, creando qualcosa di interessante. 

Un romanzo ambizioso, con le sue 529 pagine, raccontato in modo corale attraverso tanti personaggi, ma mai troppo banale. Ci sono situazioni in cui tutto diventa assurdo e mi sono chiesta se quella fosse una strada che avrebbe percorso fino alla chiusura, potendo rovinare tutto. Ma per fortuna sono durate molto poco e il romanzo è continuato al meglio, stupendomi. 

E' uscito il 2 agosto, ci ho messo un po' per leggerlo. Curran è interessante, ma non scorrevolissimo e (eh si) ho ancora a tratti blocchi da lettore, che colpiscono a caso. Mi sono presa anche del tempo per pensare a cosa scrivere, perchè voglio farvi incuriosire ma dirvi proprio il minimo indispensabile. 
Dovete affrontare il viaggio come i protagonisti, alla cieca, senza sapere dove la mente di Curran, e una misteriosa nebbia, vi condurrà. 

Ci troviamo nell'oceano, sulla Mara Cordai, una nave da carico che deve portare uomini ed attrezzature da Norfolk a Kaw, in Guiana, dove avrebbero dovuto lavorare. Passando vicino al temuto Triangolo delle Bermude o Mar dei Sargassi. Ogni marinaio (e non solo) conosce le leggende che circondano quel luogo così misterioso, ma non sanno che a breve scopriranno da sè cosa si nasconda in quelle acque. 
Inizierà dalla nebbia. Una banale, fastidiosa, profonda ed inquietante nebbia che circonderà la nave in pochissimi minuti. Qualcosa di già vissuto dall'equipaggio di marinai, ma che in breve si trasformerà in un esperienza di sopravvivenza. 

Una storia che si muove fra la fragilità della mente umana in situazioni estreme e gli esseri che stanno per spuntare dagli abissi, che nemmeno negli incubi peggiori si potrebbero immaginare. 
In questo ammetto che Curran è stato davvero bravo. Sopratutto nel mostrare quanto poco basti per distruggere una mente umana. La nebbia e l'oceano, il non vedere cosa ci sia intorno ne sotto. Sentirsi piccoli, spaventati, sperduti, impotenti. Lentamente, dai più deboli ai più forti, tutti inizieranno a fare i conti con sensazioni sempre più stressanti e pressanti, spesso solo create dalla propria immaginazione. 


Un romanzo descritto come claustrofobico e disturbante. E non me la sento di dissentire, nonostante per me sia stata acqua fresca. 
Mi è piaciuto moltissimo, ma non mi ha creato vuoto allo stomaco. In qualche scena, con sforzo, sono riuscita ad immedesimarmi in quel contesto (il sentirsi piccoli nella vastità ed il non sapere cosa può spuntare dalle profondità, in particolar modo). Mi sono concentrata su alcune immagini che ricordavo e che mi hanno in qualche modo provocato un senso di ansia, per quanto siamo piccoli in confronto a tante cose. 
Ve le propongo, che magari possono farvi comodo per iniziare a prepararvi!
Un romanzo piuttosto scorrevole e che gli amanti dell'horror non dovrebbero farsi scappare assolutamente.
Ringrazio davvero tanto la Dunwich (sia per averlo portato in Italia, che) per avermelo mandato e credo che farò un pensierino sul cartaceo (quando uscirà), che starebbe proprio bene insieme agli altri volumi dell'autore.

Una lettura interessante e molto vasta, che non si limita ai mostri e lo splatter (anche se ce n'è parecchio, resta sempre Curran!), ma mostra la fragilità e credo sia il primo suo che permetta in maniera così forte di entrare in empatia con i protagonisti. 

Se questo genere non fa per voi, lasciate stare. 
Se volete tentare ma non siete sicuri, leggete altro, anche dello stesso autore per capire se può fare per voi, poichè questo (a mente distaccata) può essere davvero molto forte da leggere. 
Non è per tutti. SIete avvertiti.

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