Opinione: Il Priorato Dell'Albero Delle Arance, di Samantha Shannon


Tra draghi, lotte per il potere e indimenticabili eroine, l'epico fantasy al femminile per il nuovo millennio.
Il romanzo fantasy dell'anno. La casa di Berethnet ha regnato su Inys per mille anni ma ora sembra destinata a estinguersi se la regina Sabran IX non si sposerà e darà alla luce una figlia. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra della corte. A vegliare segretamente su Sabran c'è Ead Duryan, adepta di una società segreta che, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys...


Non so nemmeno da dove partire per parlarvi di questo romanzo. 
Lo so, lo avrete visto ovunque, ne stanno parando anche i muri, non ne potrete più...Ma non azzardatevi a metterlo in un angolo della vostra mente o a rifiutarvi di leggerlo perché è la "moda" del momento. 
Potreste pentirvene molto. 
Mondadori porta in Italia un altro fantasy incredibile, che fa respirare una boccata di aria fresca agli amanti del genere, che da troppo sentivano la mancanza di novità così interessanti. (Ammettetelo, dopo quelli che parevano secoli a vedere solo vampiri e simili, dalle storie tutte uguali a riempire gli scaffali, non se ne poteva più) 

Ho avuto la fortuna di riceverlo in anteprima, eppure ci ho messo parecchio nel finirlo. 
Colpa del romanzo? Assolutamente no! 
Anzi, non volevo che finisse. Quando ho scoperto che era auto-conclusivo ci sono rimasta male, lo ammetto. Speravo in una bella e corposa saga fantasy, che ne sento un po' la mancanza. 
E questa aveva tutto per poterlo diventare (fantasia di ogni lettore rompicoglioni: che la storia amata non finisca mai. Cosa impossibile e che al 99% distrugge la storia...). 

Un fantasy molto interessante che propone una storia davvero ampia e che ha radici profonde, ma di cui non si percepisce affatto il peso. Scorre piuttosto velocemente, se tralasciamo i primi capitoli dove tanti nomi e lo stacco fra Occidente e Oriente possono creare un po' di confusione. Ma passa molto in fretta, ve lo garantisce una persona che coi nomi fa sempre la guerra. 

Ci troviamo sballottati fra questi due "continenti" che da secoli sono divisi e non comunicano fra di loro, alla cui base ci fu una divisione religiosa e/o un morbo molto pericoloso, che chiuse i porti e troncò ogni contatto. 
Ad Occidente ci troviamo principalmente nel settentrione, a Inys, dove la regina regnante Sabran viene tartassata perché si sposi e generi una figlia. La cosa è decisamente importante perché la casata delle Berethnet si fonda su una discendenza femminile molto particolare: ogni regina da alla luce un solo figlio ed è sempre una femmina che le succederà al trono. Questo è fondamentale affinché un terribile male non si risvegli mai più. A vegliare su di lei in segreto c'è Ead, che negli anni si è fatta largo nella corte, fino ad arrivare vicinissima alla sovrana per proteggerla da qualunque pericolo. 
Ad Oriente incontriamo invece Tané che sta per sottoporsi a delle prove per diventare Cavaliere dei Draghi, ma un incontro inaspettato potrebbe rovinare tutto, e sarà solo l'inizio del suo viaggio. 

Eh si, esistono davvero i draghi fra queste pagine! Ma immaginateli secondo la cultura orientale...
Questo è uno dei vari dettagli che rendono davvero ricco il romanzo e gli danno forza.
La divisione fra Oriente ed Occidente riprende un po' tradizioni e miti delle nostre culture: a Inys immaginiamo castelli, regine, una storia sul fantasy medioevale; mentre dall'altra parte del mondo abbiamo draghi acquatici, cavalieri che possono ricordare samurai, ed altri dettagli che non possono non farci pensare all'Oriente. Compare anche il Meridione (in Occidente), che ricorda molto il deserto. 

Viene trattata (o meglio, non trattata) la questione razziale. Ead ha la pelle molto scura, capelli crespi. Sabran pelle bianchissima. Tanè dagli occhi a mandorla e capelli liscissimi neri. Tanto per fare qualche esempio. Ci sono tante "etnie" che appaiono nelle pagine, ma i dettagli vengono dati per immaginarci queste protagoniste, non per altro. C'è una differenza solo in base sociale (come potevate già immaginare la corte della Regina, oppure il rispetto che si guadagna un Cavaliere dei Draghi, senza parlare degli Imperatori). 

Come potete immaginare, le protagoniste principali sono delle donne. Ci saranno anche figure maschili, interessanti a modo loro, ma loro sono il fulcro del romanzo. Rappresentando status diversi, avendo ruoli diversi,...ma unite da caratteristiche comuni: forti, tenaci, determinate, nonostante un grande cuore e una mente affilata. 

Si affrontano questioni di cuore, ovvero che non si può comandare di chi innamorarsi ed essere attratto. Anche questo tema, ahimè ancora delicato nel nostro quotidiano, viene affrontato con una naturalezza che dovrebbe esistere sempre. Fa decisamente più storcere il naso sentir parlare delle nozze fra nobili, obbligatorie per suggellare accordi politici e/o continuare la stirpe. O così deve essere per una persona normale. 

Ho parlato di niente e ho già detto così tanto!
Vorrei potervi parlare meglio di Ead e di come è finita ad Inys, di come Sabran affronta il peso della Corona, di Tané e del suo percorso, dei Draghi così maestosi ed antichi e dei Wyrm....ma già così vi sto "rovinando" la lettura. 
Va scoperto pagina dopo pagina, un segreto rivelato alla volta, per rimanere a bocca aperta e nel chiudere il libro, esser tristi perché. ahimè. "è troppo breve". 

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