Blogtour: L'Inganno Delle Tenebre


Benvenuti in questa prima tappa di un Blogtour davvero originale ed interessante, che speriamo possa piacervi, almeno quanto per noi lo è stato crearlo.
Al posto delle solite tappe, vi parleremo dei personaggi che abbiamo già incontrato nel precedente romanzo di Grangè, Il Rituale Del Male, nel quale avevamo conosciuto la famiglia Morvan e L'Uomo Chiodo.
Durante questa settimana, ognuna di noi vi parlerà vestendo i panni di un personaggio, descrivendovi un po' come inizia questa storia, facendovi intuire anche il carattere di quella persona, sperando di incuriosirvi tanto da leggere questo romanzo; lasciando andare la fantasia, per immergerci in questi protagonisti così diversi tra di loro, diventando loro per poche righe, in modo da farvi capire quanto possano lasciare il segno.
Prima alcune cose sul romanzo, alcune opinioni di testate famose e la trama.


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Neanche il buio riesce a nascondere un’infinita scia di sangue
«Trascina il lettore lontano nelle tenebre… una vera tela di ragno dove dominano la paura e la menzogna.»
Lire
«Dà assoluta dipendenza, ancora più del "Rituale del male"… Jean-Christophe Grangé padroneggia il suo intrigo alla perfezione»
Le Parisien
«Grangé firma non solo un thriller formidabile, pieno di colpi di scena e rivelazioni stupefacenti, ma anche un grande racconto d’avventura, scandito da un respiro romanzesco impressionante.»
Le Figaro Magazine
«Jean-Christophe Grangé è un maestro del thriller.»
Stefano Montefiori, «La Lettura»



Con fatica Erwan scende la scaletta dell’aereo che lo ha portato a Lubumbashi. Non riesce a respirare:  la polvere gli si appiccica in gola. Rossa, come il sangue che impregna quella terra. Il sangue che l’Uomo Chiodo ha versato quarant’anni prima. E che ancora non ha smesso di scorrere.
Sulle tracce del diabolico serial killer, Erwan, comandante della prestigiosa squadra Omicidi di Parigi, è ritornato in Congo, nel cuore della terra che ha fatto la fortuna della sua famiglia, i Morvan. Erwan e Grégoire, padre e figlio, sono determinati a mettere la parola fine alla spirale di tenebre che da decenni sembra perseguitarli e destinarli alla perdizione: ancora una volta passato e presente, lontano e vicino, si confondono in un incubo di macabri rituali e lugubri rivelazioni. Ma per Erwan scoprire la verità sull’Uomo Chiodo significa soprattutto fare luce sulla storia della propria famiglia e sulla sua stessa identità. Che cosa lega Grégoire alla morte della donna che per ultima, quarant’anni prima, ha conosciuto la follia omicida dell’Uomo Chiodo? Come ha fatto suo padre a fermarlo? Come si è arricchito? Chi è veramente? E mentre l’Africa rifiuta ostinatamente di appagare la sete di verità di Erwan, per la terza volta l’Uomo Chiodo ritorna a colpire, a migliaia di chilometri di distanza. In Francia. E questa volta il suo obiettivo è più chiaro che mai: sterminare i Morvan.

Dopo lo straordinario successo del Rituale del male, tradotto in trenta lingue e per settimane in testa alle classifiche dei bestseller, Jean-Christophe Grangé torna a ridare vita all’Uomo Chiodo, uno dei suoi personaggi insieme più inquietanti e avvincenti. E, questa volta, si tratta di una sfida senza via d’uscita. Dal cuore tenebroso dell’Africa fino alle piovose prospettive parigine, la lotta per la sopravvivenza dei Morvan è iniziata.
 
 
 
Come poter parlare di quello che è successo nei mesi passati?
Come poter chiudere con il passato quando è tornato a bussare alla porta della mia famiglia dopo così tanti anni?
Dall'Africa ha seguito quello stronzo di mio padre e ha trascinato me, i miei fratelli, mia madre, in un tunnel in cui poteva finire male. Davvero male, per tutti noi.
Del Vecchio non mi posso fidare. Mai stato affidabile. Sapevo che era un manipolatore, un poliziotto corrotto, ma forse è anche peggio da quello che l'Uomo Chiodo ha portato a galla.
Anche se credo sia solo la punta dell'iceberg.
Ci ripenso mentre il caldo africano mi circonda.
Esatto, sono partito per cercare le risposte a troppe domande che ancora non mi danno pace.
Il Vecchio non mi da respiro. Insiste perché mi affidi a lui, che gli dia fiducia per farmi portare a Lontano, dove tutto è iniziato. Mi ha seguito fino a qui continuando a ripetere quanto non ci siano speranze. Che devo tornare indietro. Oppure affidarmi a lui.
Ma non posso. Lo sento. Vuole tenermi sotto controllo. Vuole scoprire ogni dettaglio per precedermi, magari mettendomi i bastoni tra le ruote.
Dannazione, credo abbia persino appiccato fuoco al collegio di Saint-Francois-deSales pur di non farmi accedere alle poche carte che forse mi avrebbero dato qualche indizio.
Gliel'ho letto in faccia a quel bastardo, mentre le fiamme avvolgevano la notte.
Cosa non vuole farmi scoprire?
 
Mi ha avvertito più volte che in questo continente ciò che credo di sapere non vale un cazzo.
"Siamo in Congo. Le tracce scompaiono dopo due ore, i rapporti dopo due giorni e gli archivi dopo un mese. Solo tre cose resistono: la pioggia, il fango e la foresta. Per il tutto il resto puoi metterti l'anima in pace"
E purtroppo lo sto capendo in fretta.
Come condurre un'indagine senza mezzi, senza uomini, senza indizi, senza testimoni?
Ma non mi arrendo, anche se aveva ragione: senza di lui non posso fare un cazzo.
Partito da poche ore col suo aereo privato (si fa per dire) ed io sono già nelle sabbie mobili, immobilizzato in questa città senza potermi muovere da nessuna parte.
Forse avrei dovuto accettare il suo aiuto, mi chiedo mentre passo da un ufficio all'altro.
Aziende di trasporti privati, ONG, società minerarie,....nessun aereo e nessun volo.
Anche se per quelli servirebbero autorizzazioni che nessuno ti da. Dettagli.
Nemmeno l'ONU serve a qualcosa.
 
Vaffanculo!
Troppe guerre ovunque e nessuno che muova il culo se non per "qualcosa".
Nessun canale per potersi muovere in segretezza. Nessun contatto per scavalcare le autorità.
Sto iniziando ad odiare sempre di più il Vecchio, che sa come muoversi ovunque, nonostante tutto.
Anche l'Africa sta iniziando a farmi schifo, distruggendomi giorno dopo giorno.
Qui sono io lo straniero, il bianco, quello ignorato, quello preso di mira dai ragazzini in strada, fatto a pezzi da questo luogo così diverso dal resto del mondo.
Eppure, sorseggiando una birra, un incontro riaccende una fiammella, durante una nottata di pioggia.
Maglia Gialla, dice di chiamarsi. La mia salvezza? Forse.
Intanto mi ha ridato speranza: un volo. Ovviamente a pagamento e non a buon mercato.
Domani parto, senza sapere nemmeno dove potrei finire. Eppure, cos'altro potrei fare?!
Dopotutto, come diceva il Vecchio:
Per trovare l'Africa, bisogna perdercisi
 
Non dimenticate di seguire tutti i vari Blog per scoprire di più riguardo ad ogni personaggio!
Domani ricordatevi di passare su Liberi Di Scrivere, che ci parlerà di Gregoire Morvan.
 

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