Opinione: La Grazia Dei Re (Dinastia del dente di leone 1), di Ken Liu

 

L'Imperatore Mapidéré è stato il primo a unire i diversi regni dell'arcipelago di Dara sotto il dominio della sua isola d'origine, Xana. Dopo ventitré anni, tuttavia, l'Impero di Xana mostra segni di debolezza. Mapidéré è sul letto di morte, i suoi consiglieri complottano mirando ciascuno al proprio interesse, persino gli dèi sembrano adirati. Come se non bastasse, decenni di crudeli angherie e di dispotico potere hanno fatto sì che la popolazione non abbia nulla da perdere da una rivolta, ma molto da guadagnare. È questo il mondo in cui vivono Kuni Garu, un affascinante perditempo poco propenso alla vita onesta, e Mata Zyndu, l'impavido figlio di un duca deposto, discendente di una nobile stirpe particolarmente colpita dalla ferocia di Mapidéré, che ha giurato di vendicarsi. Sembrano l'uno l'opposto dell'altro, ma durante la ribellione contro il potere imperiale i loro sentieri si incrociano in modo imprevedibile: diventano amici inseparabili, fratelli, e insieme combattono contro immensi eserciti, serici vascelli volanti, libri magici e divinità dalle forme mutevoli. Ma una volta che l'imperatore è stato rovesciato, Kuni e Mata si trovano a capeggiare fazioni rivali, con idee molto diverse su come si dovrebbe guidare il mondo, e su cosa sia la giustizia.


Ci ho messo davvero troppo tempo, ma finalmente l'ho finito, ho riordinato le idee e ve ne parlo! 
Un libro ostico per il modo in cui è stato scritto. Si parla di una storia epica, molto militare, anche se alternata a vita comune dei personaggi, la parte di strategia può risultare noiosa e pesante, se non siete forti amanti del genere. 
Ma nel complesso, davvero un libro molto interessante e davvero originale.

Le voci narranti sono davvero tante e spesso ci confonderemo, ma non preoccupatevi troppo, i principali torneranno spesso e, credetemi, si faranno ricordare fino alla loro ultima pagina. 
Come già presentati nella trama, abbiamo Kuni Garu e Mata Zyntu. I due non potrebbero essere più diversi fra di loro, ma il destino farà incontrare le loro strade.
Kuni è stato un ragazzino estremamente vivace, dal cervello veloce, ma la lingua ancor di più. Un perditempo che se l'è sempre cavata in ogni situazione improvvisando le sue giornate, fino a quando non incontra Jin che, nonostante sostenga i suoi sogni di avventura, lo porta a "mettere" la testa un pochino a posto.
Mata invece è di origini nobili. Una casata distrutta dall'imperatore 
Mapidéré quando era ancora in fasce, ma cresciuto dallo zio con il solo scopo di vendicarsi; non conosce altro che onore e voglia di sangue. Un uomo spaventoso, enorme a vedersi, che sogna il campo di battaglia e, quando la vita gliene darà occasione, farà diventare famosissimo il suo nome.

La storia è "semplice" nella sua partenza, nonostante letta sia estremamente ricca di dettagli (che non starò quì ad elencarvi): 
Mapidéré ha dato il via ad una campagna con cui ha conquistato tutto l'arcipelago di Dara, creando uno stato unico sotto il suo dominio. Ha portato molto scompiglio, obbligando ogni ex regno ad unire lingua, valuta,...insomma, abbandonare ogni diversità per diventare un blocco unico. Oltre a questo, ha "smistato" vari nobili e popoli, mescolando le varie culture per creare un egemonia, cosa che però ai singoli non è piaciuta, ed è stata vissuta come imposizione di un tiranno. 
Noi iniziamo a leggere circa vent'anni dopo tutto questo, quando molti si sono adattati a questa vita, ma non tutti hanno dimenticato il dolore provato e ciò che hanno perso. L'imperatore sta morendo e ciò diventa occasione perfetta per chiunque voglia assumere il controllo del trono: da chi è vicino a 
Mapidéré, ai cittadini comuni, fino ai briganti (spesso queste due ultime categorie si mescolano, per "obbligo" di sopravvivenza). 

Una cosa piuttosto simpatica è l'inserimento degli Dei nel romanzo. Ogni tanto compaiono, discutendo fra di loro riguardo i propri campioni in questa guerra e, nonostante abbiano la regola di non intervenire, spesso non resistono e si mostrano ai vari personaggi, cercando di spingere la storia dalla loro parte, ma senza intervenire personalmente, così da non rompere il patto stretto fra di loro. Un elemento particolare. 

Un enorme romanzo, ricco di dettagli che spazia negli anni e racconta i punti più salienti, fra battaglie e vite comuni, per raccontarci come evolvono i protagonisti principali a cui ci affezioneremo molto, ma anche alcuni personaggi che spesso appaiono solo per pochi capitoli, permettendoci di guardare la storia attraverso altri punti di vista e capire dettagli che altrimenti non sapremmo. 

Non mi sento di consigliarlo a chiunque.
Personalmente ho faticato, nonostante alla fine mi sia comunque piaciuto molto. La Oscar (che ringrazio dell'omaggio) me lo ha mandato a metà maggio, ma non riuscivo proprio a leggerlo in quel periodo. Mi arenavo. Così l'ho messo da parte e, durante le ferie ad agosto, mi ci sono dedicata ricominciandolo da capo e, finalmente, finendolo. 

Un viaggio molto lungo, in cui spesso ci troviamo a leggere parti noiose (a parer personale eh!), dove lo stile è molto lento, ma lo scrittore comunque resta molto bravo. Riuscire a bilanciare bene tutti questi personaggi durante una storia dalla portata così ampia, inserendo sempre elementi che la rendono imprevedibile, è da pochi. 
Anche se so già che il seguito mi farà faticare, sono curiosa di andare avanti a leggere le avventure di questa (credo) trilogia. 

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