Review Party: Long Black Coffing, di Tim Curran



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La Bara è una GTO del ‘67. Come una tomba aperta, è affamata di morte. Vic Tamberlyn vi si è suicidato dentro. Suo figlio Kurt vi è morto asfissiato. Forse non c'è nessuna connessione, ma il migliore amico di Kurt, Johnny Breede, non ne è convinto. Comincia a notare degli oscuri segnali, sicuro che sotto la pelle della Bara batta un cuore nero e terribile. Ma è persino peggio di quanto possa immaginare. Perché la Bara ha una storia. E quella storia condurrà Johnny in una ragnatela di omicidi, follia e perversioni sessuali. Verrà a conoscenza di orribili segreti di famiglia che collegano una serie di bambini scomparsi a un male primordiale che vive nell’auto sotto forma di una sadica ragazza adolescente. Una ragazza la cui madre era umana, ma il cui padre era tutt’altro…






Con Tim Curran avevo già passato diverse ore con alcune sue pubblicazioni, ma devo ammettere che è la prima che mi conquista, come trama, come horror, come personaggi,...insomma, in tutto.
In questo romanzo il protagonista è un ragazzo sui vent'anni, Johnny Breede. Una persona che non vuole crescere e che si trascina avanti nella vita senza combinare molto: le serate le passa col suo migliore amico Kurt fra alcool e droga, mentre durante le giornate si trascina in una segheria come "tappabuchi". Vive con la sorella, estremamente cattolica e bigotta, in un piccolo appartamento, solo loro due contro il mondo. Ci racconterà lungo il romanzo cosa ne è stato dei genitori e, nonostante alcuni litigi fra loro, i due fratelli si vogliono un gran bene.

Mentre la famiglia di Kurt è un po' più incasinata e sta scivolando sempre più in basso da quando il padre Vic si suicidò nella sua auto sparandosi in testa, quando il figlio era poco più di un bambino. Questo ha segnato Kurt in modi sempre più ossessivi: infatti il giovane, nonostante lo odi profondamente, vuole capire a tutti i costi cosa abbia spinto il genitore ad infilarsi il fucile in bocca e far fuoco, perché non ha alcuna logica. Nel frattempo la madre, Stella, vaga alla deriva, bevendo incessantemente dalla mattina alla sera, diventando un punto di riferimento inesistente.
Ci renderemo presto conto che è grazie all'aiuto di Johnny se entrambi i Tamberlyn vanno avanti, visto che, anche se quasi nell'ombra, lui li protegge e aiuta costantemente. Come se si sentisse in dovere di farlo.

Sarà una notte in particolare, dopo l'ennesima bevuta, che Kurt lascia la macchina di Johnny, facendogli l'ennesima domanda senza risposta rivolta al mistero del padre.
L'ultima volta in cui Breed lo vedrà vivo.
Le autorità lo ritrovano il giorno dopo dentro la macchina del padre, soffocato dai fumi di scarico, etichettandolo come suicidio.
Un colpo tremendo per il giovane, perdere così il suo migliore amico, ma deciderà di mettere tutto da parte per far forza a Stella, aiutandola ancora una volta. E sarà uno sbaglio enorme.

Fin dai primi giorni l'angoscia per Kurt è atroce e la sua perdita terribile, ma c'è altro. Dietro a quella famiglia c'è un segreto enorme che spinge per tornare a galla e Breed si troverà incastrato sempre di più in questa storia assurda, trascinandolo contro ogni logica, per riuscire a liberarsi e chiudere quel capitolo che prosegue da anni, silente ma che non aspettava altro per tornare a galla.

Un romanzo complesso, in alcune parti folle, ma ben scritto e ben raccontato.
Rispetto ad altri suoi scritti ha pochissime parti che potrebbero esser definite splatter, ma questo gioca a suo favore in questo tipo di storia, che gioca fra misteri e incubi.
Un titolo da tener presente e che penso piacerà molto agli amanti dell'horror.

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