Uno Studio In Rosso VS Uno Studio In Rosa

Come vi avevo anticipato su Instagram, proverò a fare un paragone fra la serie Sherlock (che ho finito da poco di divorare) e i libri di A.C.Doyle, che ancora non avevo mai letto.
Visto che ogni puntata è ispirata ad un romanzo o racconto di Doyle, ero curiosa di fare un paragone e vedere cosa è stato mantenuto, e cosa è stato cambiato per dare al personaggio un tocco più moderno ed interessante per il pubblico.
  
Iniziando con la prima puntata ed il primo romanzo:
Uno Studio in Rosa,
tratto da Uno Studio In Rosso
 
ATTENZIONE
Ci saranno SPOILER sia sul romanzo, sia sulla serie televisiva.
Sconsiglio la lettura se non volete saperne niente.
 
Chiedo già scusa se dimentico di citare qualche dettaglio, farò una panoramica non troppo approfondita, sia perché non ne sarei in grado, sia per non appesantire la lettura.
Fan della serie televisiva e/o cartacea, se volete parlarne, non esitate a scrivere, che ci si confronta.
 
  
L'intro è quasi identico.
John Watson ci parla e si racconta in poche righe, descrivendo i suoi studi in medicina e la sua carriera militare presso il quinto corpo fucilieri Northmuberland come aiuto chirurgo in India e in Afganistan (quest'ultimo dettaglio riportato fedelmente, ahimè, purtroppo guerre lì continuano). Ferito, viene rimandato in patria e decide di rimanere a Londra. Ormai quasi senza soldi, non sa dove andare a vivere, e sarà l'incontro fortuito con un suo conoscente a portarlo da Sherlock Holmes.
 
- Che strana coincidenza! - ribattè lui. - Lei è il secondo, oggi, a cui sento fare lo stesso discorso.
- E chi era il primo? - Un tale che lavora al gabinetto di analisi chimiche dell'ospedale. Si è lamentato con me, stamattina, perché non riesce a trovare qualcuno con cui dividere le spese di un bell'appartamento che gli hanno offerto e il cui prezzo è superiore alle sue possibilità.
- Perdiana! - esclamai. - Se vuole davvero che qualcuno coabiti con lui e che paghi la metà dell'affitto, sono proprio l'uomo che fa al caso suo. Anzi, preferisco avere un coabitante, che vivere solo. Stamford mi lanciò una strana occhiata al disopra del bicchiere che stava portando alle labbra.
- Lei non conosce ancora Sherlock Holmes - mormorò.
 Durante la puntata viene cambiato un po' il primo incontro, mostrando Sherlock in maniera quasi arrogante, così intuitivo che rasenta il fastidioso per tanti dettagli che riesce a dedurre.
E' un personaggio freddo e molto distaccato, che attrae per queste caratteristiche, eppure appare come se si sentisse superiore per queste doti. (Impressione mia a questa prima apparizione, ma continuando l'ho amato, poiché si vede la crescita e si approfondisce meglio)
Mentre nel romanzo è un incontro molto più tranquillo. Scambio di convenevoli e Sherlock, nonostante intuisca subito che John arrivi dall'Afghanistan, cambia argomento e spiegherà dopo il perché della sua
    deduzione corretta.                              
   
Sherlock Holmes parve entusiasta all'idea di condividere l'abitazione con me.
- Ho messo gli occhi su un appartamento in Baker Street -disse. - Sarebbe proprio l'ideale per noi. Spero che non le dia fastidio l'odore del tabacco forte.
- Io fumo sempre tabacco da marinaio - risposi.
- Tanto meglio. Generalmente, tengo in casa dei prodotti chimici e qualche volta compio esperienze. Crede che le possa dare fastidio?
- Nemmeno per sogno.
- Vediamo un po'... quali sono gli altri miei difetti: vado soggetto a crisi di cattivo umore e non apro bocca per giorni e giorni. Se dovesse accadere, non pensi che le tenga il broncio. Mi lasci in pace e, prima o poi, mi passerà. E lei, che cosa ha da confessare? E sempre opportuno che due persone che devono convivere si confidino in precedenza le loro caratteristiche peggiori. Risi a quell'interrogatorio.
- Possiedo un cucciolo di mastino - dissi. - E ho un'avversione per ogni sorta di frastuoni, perché i miei nervi sono ancora scossi. Mi alzo a ore impossibili e sono terribilmente pigro. Ho un'altra serie di vizi, quando sto bene, ma quelli che le ho raccontato, per ora, sono i più importanti..
- Il suono del violino rientra nella categoria dei frastuoni, secondo lei? - mi domandò lui preoccupato.
- Dipende da chi lo suona - risposi. - Una musica eseguita bene al violino è un dono degli dèi... ma se il violinista è scadente...
- Allora, niente paura - m'interruppe Holmes, con una risata giuliva. - Possiamo considerare la cosa fatta, sempre che le stanze siano di suo gradimento.
 
Altri tratti in comune sono il ruolo di investigatore-consulente, inventato da Holmes, per poter usare il suo talento per aiutare chi richiede il suo aiuto, anche investigatori e/o polizia.

Scrive un blog approfondendo argomenti decisamente "noiosi" per la gente comune; nel romanzo scrive monografie ("Sulla distinzione tra le ceneri dei vari tipi di tabacco. In essa elenco centoquaranta tipi di sigari, sigarette e tabacco da pipa, con tavole colorate illustranti le varie differenze fra le ceneri dei diversi tipi") [Presente nel secondo romanzo "Il Segno dei Quattro"]
Deduce molto del fratello di Watson da un suo oggetto personale, un orologio che Watson gli da per metterlo alla prova [sempre nel secondo romanzo "Il Segno Dei Quattro"]; mentre nella serie tv si tratta del cellulare che Sherlock prende in prestito da Watson e lo analizza, mostrando la sua bravura deduttiva. In entrambi i casi si tratta di un oggetto altrui che ha "ereditato" da un fratello alcolista, anche se nella serie viene trasformato in sorella.
Hanno trasformato i due poliziotti di Scotland Yard che compaiono chiedendo aiuto per un caso, nell'ispettore Gragson Lestrada (unendo i loro due cognomi).
Mi sembra che questo dettaglio appaia nella seconda puntata della serie (ovvero Il banchiere Cieco), ma compare in questo romanzo e vi lascio questo frammento piuttosto divertente e particolare:
Ma la mia meraviglia giunse al colmo quando scoprì casualmente che ignorava la teoria di Copernico nonché la struttura del sistema solare. Il fatto che un essere civile, in questo nostro XIX secolo, non sapesse che la Terra gira attorno al Sole mi pareva così straordinario che stentavo a capacitarmene.
(solo una delle tante mancanze di Sherlock, che ritiene di aver poco spazio in mente e di dover risparmiare per le cose davvero importanti)
 

Tornando al caso in questione, la polizia chiede aiuto a Sherlock Holmes che porta con sé Watson.
Nel romanzo c'è un uomo morto in mezzo ad una stanza vuota, nella serie tv una donna con un impermeabile rosa (o Fuxia). Sherlock inizia ad esaminare il tutto in silenzio, immerso nelle sue riflessioni (in entrambe le versioni). 
 

Ritorna la parola Rache. Nel romanzo lasciata dall'assassino su un muro, scritta con sangue; nella serie scritta dalla vittima sul pavimento. Altra differenza è il significato di questa parola. Nel romanzo significa Vendetta, nella serie no, porta a Rachel.
Questa differenza segna la diversità di come continueranno i due casi, nonostante altre parti in comune.

Per farla breve: l'assassino in entrambi i casi è un "tassista" (di carrozze nel romanzo). Ciò permette di muoversi senza dare troppo nell'occhio, ma nella serie tv anche di poter scegliere le proprie vittime.
Lui (in entrambe le versioni) propone alla vittima di prendere una pastiglia ciascuno. Una ha del veleno, l'altra è innocua. Decide il destino chi vivrà (o, nella serie tv, il saper leggere l'animo umano e riuscire a predire cosa verrà ingerito). 
Nel romanzo si tratta di una vendetta per un torto enorme subito (cosa che occuperà metà romanzo e, a parer mio, diventa noioso da leggere), mentre nella serie un modo per fare soldi da lasciare ai figli, visto che un aneurisma potrebbe ucciderlo in qualunque momento e non ha niente da perdere.
Nella serie tv, chi "sponsorizzava" il tassista è un'organizzazione criminale, che è diretta da Moriarty. Nei romanzi temo che ci vorrà tempo prima di incontrare questo nemico così incredibilmente intelligente.
 
Direi che è tutto!
Se avete notato altro che ho dimenticato, fatevi sentire.  
Spero sia stato piacevole da leggere e che vi abbia fatto notare alcune cose che magari non sapevate o a cui non avete fatto caso.
Nel frattempo continuo a leggere questa serie (come avrete intuito sono al secondo volume), se volete altri post del genere ditelo, che mi fa piacere e mi spinge a metterci impegno, oltre che continuare a scrivere.

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