Opinione: Madre Nera, di Nicola Lombardi


1971. Un paese di provincia viene sconvolto da uno straziante fatto di sangue. Leonina, in preda a un delirio mistico, rapisce da un asilo dodici bambini e li conduce in una desolata località appenninica. Là, nel cuore di un bosco, tenta di portare a compimento il suo folle progetto…
Oggi. Un professore di lettere, un pittore e due gemelle vengono convocati a un misterioso appuntamento, per incontrare e affrontare ancora una volta, dopo tanti anni, l’ombra della donna che ha stravolto le loro esistenze. Ma nulla è come appare. I fantasmi del passato riemergono in un vortice di incubi e ricordi, e solo chi saprà riconoscere il vero volto della propria ossessione potrà aspirare alla redenzione.
Una storia cupa e sanguinaria, in bilico sull’orlo degli abissi in cui custodiamo i segreti dell’anima, della coscienza, del cuore.

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Nicola Lombardi è stato il primo autore che ho letto della Dunwich (con il suo romanzo La Cisterna) e mi ha permesso di scoprire questa Casa Editrice incredibile, e le storie stupende che pubblica. Vederlo tornare a pubblicare mi ha messo estrema curiosità, poi dalla trama ed il titolo...non ho resistito e sono grata alla CE che mi ha permesso di leggerlo in anteprima, anche se non sono riuscita a scriverne un opinione per ieri (data di pubblicazione).

E' diviso in molte parti che si muovono fra passato e "presente", permettendoci di intravedere cosa successe nel '71 ma tenendoci sulla corda perché quella storia si protrae frammentata durante altri capitoli, nei quali conosceremo i nostri protagonisti, ovvero Andrea, un professore piuttosto deluso dalla vita che insegna lettere a Bologna; Daniele, un pittore, anche lui deluso da ciò che è diventata la sua arte pur di sopravvivere, e le due gemelle Gabriella e Greta, anche loro con uno spettro alle calcagna ed una vita di improvvisazione per andare avanti.
Quattro persone che da quel giorno non si erano più riviste, andando per strade diverse ed affrontando i loro demoni dell'infanzia in modi differenti ma senza ottenere grandi risultati.
Sarà tramite una mail che si riuniranno per cercare di esorcizzare ciò che successe e per trovare pace, ma niente è così facile e sarà solo l'inizio di un lungo viaggio.

Una storia interessante e che incuriosisce molto per l'uso del tempo per raccontarla, fermandosi spesso durante il passato non permettendo al lettore di soddisfare subito la sua curiosità su cosa accadde quella giornata del 1971. L'autore ha poi inserito diversi spezzoni della vita degli (ormai) adulti, per farci capire come le loro vite sono andate avanti portando con sé quel trauma infantile, che è rimasto dentro a coltivare tenebre. Ognuno in modo differente, ma sempre presente.

Ammetto che dalla premessa sono rimasta un po' delusa, mi aspettavo qualcosa di più raccapricciante e torbido...ma temo di essere io a pretendere troppo e farmi filmini mentali che poi cozzano con la realtà dei fatti; ciò che viene narrato può essere stato davvero raccapricciante per bambini dell'asilo che si sono trovati coinvolti in quella situazione ed aver lasciato cicatrici davvero profonde dentro di loro.

Una storia particolare, non propriamente da notti insonni, ma piacevole e molto scorrevole, che in poche ore si divora e chiudendola si rimane abbastanza soddisfatti. Solo abbastanza, perché sto ancora pensando al finale per capirlo appieno. Ma se mi seguite, sapete benissimo quanto io rompa sui finali e quanto sia incontentabile.
In breve: decisamente una bella lettura, se vi ispira la trama buttatevi!

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