Opinione: Piena di Niente, di Alessia Di Giovanni e Darkam


Giulia, Monica, Elisa, Loveth.
Quattro donne sole.
Quattro gravidanze non desiderate.
Quattro corpi in cui perdersi.
Quattro storie di libertà negate.

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Sinceramente, non saprei bene come parlarvene.
E' stata una delusione per me. Eh si, purtroppo (probabilmente) avevo troppe aspettative riguardo questa Graphic Novel ed il tema che tratta: l'aborto. O più precisamente, quando si ha a che fare con una gravidanza indesiderata.
Sono quattro donne diverse tra di loro, come età, stato sociale, etnia,...eppure questa cosa le accomuna tutte, per diverse ragioni.
Infatti c'è chi cerca l'aborto e chi invece non lo vuole nemmeno calcolare.
Sono storie che vanno raccontate, eppure qui c'è davvero carenza di trama.
Queste storie vengono accennate, viene dato qualche dettaglio ed il resto lo devi mettere tu.
Fin troppo poco, non colpisce il lettore, non gli lascia qualcosa dentro che lo faccia pensare e che stimoli una riflessione seria.

Si intravede l'obiezione di coscienza e la difficoltà di chi vuole fare le cose in modo legale, mentre le strutture legano le mani, con una burocrazia infinita, medici/infermieri ostili e inadatti(/stronzi incattiviti che devono far pesare questa cosa in un momento difficile con modi bruschi e trattamenti inadeguati) a quel mestiere.

Si intravede l'opzione "fai da te", che comporta rischi pesantissimi perché si può finire in ospedale o in una bara.

Si intravede l'obbligo di farlo, quando la donna non vuole.

Si intravede l'obbligo di tenerlo, quando la donna non vuole.

E l'uomo? Il "padre"? Inesistente. Lei doveva pensarci prima. Doveva prendere la pillola. Doveva stare attenta. [Ma continuiamo a non insegnare educazione sessuale o semplice responsabilità, sia a scuola, che in casa, che nella società. Il sesso si fa in due, non è solo lei a dover pensare a tutto, prima e/o dopo].
Oppure pressione per tenerlo, non importa come si viva, se ci siano altri figli, se ci sia poco o tanto denaro, lei DEVE tenerlo.

Insomma, da una panoramica ampia, ma insufficiente per descrivere a fondo il mare di problemi legati a questa tematica ampissima. E credo di aver scritto più io qui ora che in tutto il libro (un 100 paginette che ho letto in un quarto d'ora).

Sono davvero dispiaciuta, ma terribilmente deludente. Speravo in qualcosa di più, con maggior risalto e peso delle vite di queste donne, e di queste gravidanze. Magari un profilo psicologico delle protagoniste, per mostrare meglio dubbi, paure o altro.
Insomma, non lo consiglio.

Se avete consigli su libri che trattino in maniera interessante l'argomento, scrivetemi che sarei davvero curiosa.

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Riflessione mia, per aggiungere un po' di righe:
Sei obiettore? Per me non dovresti nemmeno accedere a ginecologia! Come fanno in tanti altri paesi più moderni ed intelligenti. Oppure lavora in proprio MA sempre come obiettore (perché tanti lo sono solo in ospedale, ma a sentire soldi, cambiano idea nel privato! E girano i coglioni).
L'obiezione era normale quando arrivò la legge e ci poteva stare a quel tempo, visto che era qualcosa che quei medici non erano pronti a sostenere ed era "giusto" dare possibilità di scelta. Oggi no!
Abbiamo delle percentuali spaventose in questo campo nelle strutture pubbliche e ogni giorno si aprono le notizie con la paura che questa possibilità ci venga tolta, un diritto avuto sul sangue di tante donne in mano a macellai.
Una legge che, negli anni, ha abbassato tantissimo la percentuale stessa di aborti!
Già, sembra paradossale, ma lasciare una scelta e (soprattutto!) parlare di contraccezione, aiuta in maniera significativa ad abbassare il numero di aborti.
Cosa che sembra non entrare nelle orecchie di chi grida all'omicidio e di quanto sia importante la vita, ma solo finché resta nel grembo materno, poi chissene se le adozioni sono lentissime, costose e pochi ci riescono; chissene se il non parlare apertamente con i ragazzi porta a gravidanze indesiderate; chissene se una donna non trova lavoro se si presume che possa volere in futuro una famiglia; chissene se gente torna a morire col "fai da te" o dalla mammane, per non mettere al mondo qualcuno (per qualunque ragione possa esserci dietro).
Chissene: se lei ha aperto le gambe e se l'è cercata!
Quindi, punizione: deve crescere il bambino.
Si, sono seria, loro ragionano così.
Soprattutto con frasi incoerenti, slogan ingannevoli,... il tutto per portare ad una decisione che "loro" vogliono.
Ma quando mai una persona pro-scelta di è mai messa a discutere sulla gravidanza voluta di qualcuno?

Siamo nel 2019, mettere mano per cancellare questi diritti è inaccettabile.
Ed è inaccettabile che nessuno faccia qualcosa per rendere nuovamente questo servizio possibile in ogni ospedale, invece di questa oscena parodia della caccia al tesoro per chi (al solito) è povero e non può farlo privatamente.

Mani fuori dal mio utero.
Difenderò sempre la scelta di una donna di avere oppure no dei figli, qualunque opzione sceglierà. L'importante è che decida liberamente, con informazioni esatte, non manipolate, e senza pressioni di alcun tipo.

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