Benvenuti in questo evento in cui vi parleremo di una novità Oscar Vault che non potete lasciarvi scappare. Sto parlando del primo volume della serie "The Books Of Babel": L'Ascesa Di Senlin.
Oggi vi parlerò dell'ambientazione del primo romanzo, ma prima vi lascio la trama
La Torre di Babele è la più grande meraviglia del mondo conosciuto. Grande come una montagna, l'immensa Torre ospita innumerevoli Regni Circolari, alcuni pacifici, altri bellicosi, appoggiati l'uno sull'altro come gli strati di una torta. È un mondo popolato di geni e tiranni, aeronavi e motori a vapore, animali insoliti e macchine misteriose. Attirato dalla curiosità scientifica e dalle mirabolanti promesse di una guida turistica, Thomas Senlin, mite preside di una scuola di provincia, decide di visitarla. Anzi, gli sembra che, con i suoi lussuosi Bagni, sia proprio la meta ideale per la sua luna di miele con Marya. Solo che, appena arrivati, i due sposi si perdono tra la folla di abitanti, turisti e furfanti. Determinato a ritrovare la moglie, Senlin inizia una lunga ricerca tra bassifondi, sale da ballo e teatri di burlesque. Dovrà sopravvivere a tradimenti, assassini, e ai lunghi cannoni di una fortezza volante. Ma se vuole riavere Marya, sopravvivere non basterà: dovrà sapersi trasformare da uomo di lettere in uomo d'azione.
Già all'apertura del romanzo ci viene data una prima piccola mappa riguardo la Torre di Babele ed una sua descrizione, ma sarà solo durante la lettura e grazie agli occhi di Thomas Senlin che scopriremo davvero questa struttura incredibile e dai confini non ben definiti, poichè è così vasta che viene difficile anche solo immaginarla.
Dalla costa fino al deserto, dove la Torre di Babele si ergeva come una zanna dalle fauci della terra, era un viaggio di quattro giorni in treno. Per prima cosa attraversarono dei pascoli punteggiati di bestiame all’ingrasso e villaggi anonimi, poi il convoglio si inerpicò su per una catena di montagne venate di neve, dove i condor stavano appollaiati in nidi grossi come covoni. Erano già più lontani da casa di quanto fossero mai stati. Discesero attraverso colline di scisto che, osservò Senlin, gli ricordavano un campo di lavagne frantumate, poi tra cipressi, che, disse, somigliavano a ombrelli aperti, e infine raggiunsero il bacino arido. Il terreno era del colore delle catene arrugginite e la polvere si attaccava implacabile a ogni cosa. Il deserto era tale solo di nome. Il treno seguiva la medesima direzione di una moltitudine di carovane, ognuna una serpeggiante linea di ruote, zoccoli e piedi. Nel corso della mattinata i flussi di traffico si erano addensati fino a convergere in una grande massa, così compatta che il treno fu costretto a rallentare fino quasi a fermarsi. [...]
Thomas Senlin e sua moglie Marya arrivano da Isaugh, un villaggio di pescatori con due pub, un club del whist, un municipio ed una scuola di cui Senlin è il preside e l'insegnante. Hanno affrontato un viaggio di centinaia di chilometri fino ad arrivare a questa costruzione che definire imponente è riduttivo:
Da quando avevano svoltato verso la Torre, non erano più riusciti a scorgerne l’imponente guglia, ma non per questo Senlin aveva smesso di descriverla. «Si discute molto su quanti livelli ci siano. Alcuni studiosi dicono cinquantadue, altri addirittura sessanta. Da terra è impossibile fare una stima» disse, continuando con la litania di informazioni che aveva portato all’attenzione della giovane moglie nel corso del viaggio. «Parecchie persone, perlopiù aeronauti e mistici, giurano di averne visto la sommità. Ovviamente nessuno ha alcuna prova a sostegno della propria vanteria. Alcuni di questi esploratori affermano persino che la Torre è ancora in costruzione, ed è difficile crederlo.»
Alla base esterna della Torre c'è il Mercato, il primo luogo in cui i due si ritrovano, lasciati dal treno che non può proseguire fino alla stazione per colpa della moltitudine di gente che lo affolla:
Nessuno dei due, però, era pronto per la scena che si parò loro davanti mentre scendevano dal treno. La calca era come una gelatina rappresa tutt’intorno. Sulle prime riuscirono a stento a muoversi. [...]
Era tutto davvero opprimente. Senlin si irrigidì come un cadavere. Il latrato dei venditori, lo schioccare delle tele cerate, il tintinnare delle bardature e il tergiversare di decine di migliaia di voci straniere creavano un sottofondo rumoroso che poteva essere sovrastato solo gridando. Marya afferrò la cintura di suo marito all’altezza della spina dorsale, scuotendolo dal suo sbigottimento e spingendolo ad avanzare. Lui sapeva che non potevano certo restarsene lì impalati. Prese fiato e fece il primo passo. Vennero trascinati in un labirinto di tende di mercanti, chioschi e tavoli malfermi. Le viuzze tra le bancarelle erano contorte come la grafia di un bambino. In alto, travi provvisorie di bambù sporgevano ovunque, curve sotto il peso di tappeti di iuta, trecce di cipolle, lanterne di latta forata e cinture di pelle intrecciata. Tende parasole a strisce dai colori sgargianti nascondevano gran parte del cielo, ma anche all’ombra la presenza del sole non era mai in dubbio. L’aria era calda come cenere fresca. Senlin avanzò, sperando di trovare una strada o un’indicazione. Non apparve nessuna delle due. Lasciò che fosse la moltitudine a offrire un passaggio anziché crearne uno da sé. Quando un varco si apriva, ci si infilava. Dopo essere andato avanti in quel modo forse per un centinaio di passi, non sapeva più in che direzione fossero i binari. Si pentì di essersene allontanato, avrebbero potuto seguirli fino alla Stazione Centrale. La velocità con cui aveva perso l’orientamento era inquietante. Tuttavia, era attento a voltarsi di tanto in tanto e abbozzare un sorriso tirato per Marya. Il sorriso raggiante di lei, invece, non vacillava mai. Non c’era motivo di preoccuparsi per un inconveniente di poco conto.
Bancroft già dalle prime pagine ci fa entrare in questo mondo grazie alla sapiente unione di molte sensazioni che ci fanno sentire dentro questa enorme calca di gente che preme da ogni direzione ed imprigiona i due personaggi e ci fa sentire sperduti insieme a loro. Possiamo quasi sentire il caldo e la sensazione di fastidio e di oppressione che crea la folla, i rumori dei venditori ed il caos che regna tutt'intorno. E siamo solo alle prime pagine!
[...] Alla base, il muro della Torre di Babele è spesso quattrocento metri» aveva detto Senlin. «Significa che gli ingressi, e ce ne sono otto, conducono i visitatori attraverso quattrocento metri di pietra massiccia. [...] Notevole, come ingresso! E anche a quel punto avete raggiunto solo il primo Regno della Torre.»[...]
I livelli della Torre sono chiamati Regni Circolari perché sono come piccoli regni dalla forma rotonda»
«Sono come i trentasei stati di Ur, ognuno unico a modo suo, ma, invece che essere distribuiti su una mappa, sono impilati uno sull’altro, come in una torta di compleanno.» La classe aveva ridacchiato, divertita dall’analogia fra la Torre di Babele e una torta a strati. «Proprio così. E la Torre ha un re?» Senlin aveva battuto le mani per ripulirle dal gesso. «Ha molte monarchie e democrazie e anche burocrazie. È come una torta farcita. Piena di ingredienti esotici di ogni tipo.» [...]
Tornando serio, Senlin aveva marciato lungo la lavagna, coperta di equazioni e righe di versi mediocri corretti, fino allo schizzo della sezione dei livelli inferiori della Torre: il Basamento, il Salotto e i Bagni. «Naturalmente, non sappiamo quanti Regni ci siano in totale, perché non sono stati documentati in maniera attendibile. Le nubi permanenti che ne avvolgono la sommità rendono impossibile l’osservazione dal terreno.»
In questo primo romanzo avremo a che fare con questi primi tre piani, oltre il Mercato, quelli che Senlin e sua moglie Marya vogliono(/volevano) esplorare (insieme) per la loro luna di miele. Quando i piani saltano, per la scomparsa di Marya, Senlin ci porta insieme a sè lungo una scalata della Torre, determinato ad arrivare ai Bagni, dove è più probabile ritrovarla.
Niente però è come si aspettava. Si ritrova obbligato a salire, ritrovandosi in luoghi e con persone imprevedibili, in situazioni folli e pericolose, in posti così vasti che ci sentiremo davvero come in vaste città, senza riuscire nemmeno ad immaginarle completamente, date le dimensioni.
So che dovrei parlarvi anche del Basamento, del Salotto e dei Bagni più nel dettaglio, ma credo che lasciarvi il mistero dietro questi luoghi renda ancor più affascinante scoprirli, insieme a Senlin, e restarne scioccati insieme, poichè nemmeno lui sa davvero a cosa sta andando incontro.
Specialmente il Salotto è quello che credo...anzi, sono sicura vi lascerà senza parole per ciò che contiene.
Spero di avervi incuriosito e avervi dato almeno un'idea di cosa vi aspetta in questo romanzo, anche se (credetemi) è davvero un piccolo frammento rispetto a ciò che scoprirete durante la lettura.
Nessuno dei due, però, era pronto per la scena che si parò loro davanti mentre scendevano dal treno. La calca era come una gelatina rappresa tutt’intorno. Sulle prime riuscirono a stento a muoversi. [...]
Era tutto davvero opprimente. Senlin si irrigidì come un cadavere. Il latrato dei venditori, lo schioccare delle tele cerate, il tintinnare delle bardature e il tergiversare di decine di migliaia di voci straniere creavano un sottofondo rumoroso che poteva essere sovrastato solo gridando. Marya afferrò la cintura di suo marito all’altezza della spina dorsale, scuotendolo dal suo sbigottimento e spingendolo ad avanzare. Lui sapeva che non potevano certo restarsene lì impalati. Prese fiato e fece il primo passo. Vennero trascinati in un labirinto di tende di mercanti, chioschi e tavoli malfermi. Le viuzze tra le bancarelle erano contorte come la grafia di un bambino. In alto, travi provvisorie di bambù sporgevano ovunque, curve sotto il peso di tappeti di iuta, trecce di cipolle, lanterne di latta forata e cinture di pelle intrecciata. Tende parasole a strisce dai colori sgargianti nascondevano gran parte del cielo, ma anche all’ombra la presenza del sole non era mai in dubbio. L’aria era calda come cenere fresca. Senlin avanzò, sperando di trovare una strada o un’indicazione. Non apparve nessuna delle due. Lasciò che fosse la moltitudine a offrire un passaggio anziché crearne uno da sé. Quando un varco si apriva, ci si infilava. Dopo essere andato avanti in quel modo forse per un centinaio di passi, non sapeva più in che direzione fossero i binari. Si pentì di essersene allontanato, avrebbero potuto seguirli fino alla Stazione Centrale. La velocità con cui aveva perso l’orientamento era inquietante. Tuttavia, era attento a voltarsi di tanto in tanto e abbozzare un sorriso tirato per Marya. Il sorriso raggiante di lei, invece, non vacillava mai. Non c’era motivo di preoccuparsi per un inconveniente di poco conto.
Bancroft già dalle prime pagine ci fa entrare in questo mondo grazie alla sapiente unione di molte sensazioni che ci fanno sentire dentro questa enorme calca di gente che preme da ogni direzione ed imprigiona i due personaggi e ci fa sentire sperduti insieme a loro. Possiamo quasi sentire il caldo e la sensazione di fastidio e di oppressione che crea la folla, i rumori dei venditori ed il caos che regna tutt'intorno. E siamo solo alle prime pagine!
[...] Alla base, il muro della Torre di Babele è spesso quattrocento metri» aveva detto Senlin. «Significa che gli ingressi, e ce ne sono otto, conducono i visitatori attraverso quattrocento metri di pietra massiccia. [...] Notevole, come ingresso! E anche a quel punto avete raggiunto solo il primo Regno della Torre.»[...]
I livelli della Torre sono chiamati Regni Circolari perché sono come piccoli regni dalla forma rotonda»
«Sono come i trentasei stati di Ur, ognuno unico a modo suo, ma, invece che essere distribuiti su una mappa, sono impilati uno sull’altro, come in una torta di compleanno.» La classe aveva ridacchiato, divertita dall’analogia fra la Torre di Babele e una torta a strati. «Proprio così. E la Torre ha un re?» Senlin aveva battuto le mani per ripulirle dal gesso. «Ha molte monarchie e democrazie e anche burocrazie. È come una torta farcita. Piena di ingredienti esotici di ogni tipo.» [...]
Tornando serio, Senlin aveva marciato lungo la lavagna, coperta di equazioni e righe di versi mediocri corretti, fino allo schizzo della sezione dei livelli inferiori della Torre: il Basamento, il Salotto e i Bagni. «Naturalmente, non sappiamo quanti Regni ci siano in totale, perché non sono stati documentati in maniera attendibile. Le nubi permanenti che ne avvolgono la sommità rendono impossibile l’osservazione dal terreno.»
In questo primo romanzo avremo a che fare con questi primi tre piani, oltre il Mercato, quelli che Senlin e sua moglie Marya vogliono(/volevano) esplorare (insieme) per la loro luna di miele. Quando i piani saltano, per la scomparsa di Marya, Senlin ci porta insieme a sè lungo una scalata della Torre, determinato ad arrivare ai Bagni, dove è più probabile ritrovarla.
Niente però è come si aspettava. Si ritrova obbligato a salire, ritrovandosi in luoghi e con persone imprevedibili, in situazioni folli e pericolose, in posti così vasti che ci sentiremo davvero come in vaste città, senza riuscire nemmeno ad immaginarle completamente, date le dimensioni.
So che dovrei parlarvi anche del Basamento, del Salotto e dei Bagni più nel dettaglio, ma credo che lasciarvi il mistero dietro questi luoghi renda ancor più affascinante scoprirli, insieme a Senlin, e restarne scioccati insieme, poichè nemmeno lui sa davvero a cosa sta andando incontro.
Specialmente il Salotto è quello che credo...anzi, sono sicura vi lascerà senza parole per ciò che contiene.
Spero di avervi incuriosito e avervi dato almeno un'idea di cosa vi aspetta in questo romanzo, anche se (credetemi) è davvero un piccolo frammento rispetto a ciò che scoprirete durante la lettura.
Ciao! Sembra davvero un'uscita interessante! La Oscar Vault sta facendo uscire tantissimi bei titoli! *-*
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