Opinione: Metro 2034, di Dmitry Glukhovsky

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Siamo a Mosca nell'anno 2034. Vent'anni dopo l'inizio della guerra, il mondo in superficie è ancora completamente ostile all'uomo. Nella metropolitana di mosca, i cittadini della Sevastopolskaja hanno trasformato la stazione in una piccola fortezza per sopravvivere alle infinite ondate di mostri provenienti dalla vicina stazione Chertanovskaya. Essi considerano la loro patria come una sorta di Sparta, e addestrano i loro guerrieri così bene da essere temuti dal resto degli abitanti della metropolitana. Tutto sembra procedere per il verso giusto, ma c'è un problema fatale che neanche i coraggiosi abitanti della Sevastopolskaya possono risolvere: la distanza dalle stazioni centrali della metropolitana...

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Mi mancava la Metro e sono in trepidante attesa del prossimo capitolo che riprenderà in mano il protagonista del primo volume!
Ma facciamo un passo indietro e parliamo di questo.

Sinceramente mi aspettavo una storia migliore, ma immagino perchè ho amato così tanto la prima storia che questo non mi è sembrato all'altezza...non che sia brutto, anzi! 
Ma il primo è meglio xD

Allora, basta parlare del primo e vediamo questo:
Le vicende narrate in questo capitolo accadono un anno dopo quelle del precedente libro e ci troviamo dall'altra parte della Metro, nella stazione di Sevastopolskaya, una stazione dove gli abitanti vengono cresciuti e addestrati come soldati per far fronte alle minacce che arrivano dalla stazione vicina. Ma le cose cambieranno ancora quando si perderanno i contatti con Tulskaya, una delle stazioni più vicine al centro della Metro e unica via per permettere a loro di ricevere munizioni e altro.

Come protagonisti troviamo un 'vecchio' Omero, un cantastorie moderno se si può definire così, perchè ha sempre un racconto pronto....non si capisce bene quanti anni abbia, ma si inutisce che sia abbastanza vecchio da come descrive, mano a mano durante la storia, la sua vita prima che il Mondo finisse. Vive nella Sevastopolskaya ed un giorno, quando iniziano i casini e non ci sono più contatti con la Tulskaya, viene catapultato in un avventura da Hunter, un personaggio cupo, che non si fa scrupoli ad uccidere per arrivare alla sua meta.
Se avete letto il precedente, questo nome farà suonare qualche campanello....esatto, è lui! Ci ho messo molto a collegare che fosse lo stesso personaggio, ma li ho letti quasi ad un anno di distanza e non ricordavo il nome.
In ogni caso, avremo anche un'altra voce, giovane, piena di speranze, anche se la vita le ha già messo i bastoni tra le ruote. Sasha.
I due viaggiatori la incontreranno per caso e lei si unirà nel loro viaggio per un po' di tempo, dove insieme ad Omero cercherà di far breccia oltre la dura corazza di Hunter e cercare di capire se ha ancora un po' di umanità e cosa lo abbia ridotto in quel modo.

Glukhovsky ci porta infatti in una storia più emotiva, se vogliamo, rispetto alla precedente molto più attiva e veloce. Nel precedente capitolo seguiamo un giovane che deve compiere la sua missione e, si lo vediamo crescere, ma quì c'è più riflessione, più pensiero, più....lentezza.
Ad animare il racconto (altrimenti ci si addormenterebbe), qualcosa sta accadendo alla Tulskaya ed è quello il motivo che spinge Hunter a partire con Omero per passare oltre la stazione che si è barricata, per trovare rinforzi ed avvicinarsi dall'altra parte. Per attaccarla se il pericolo è così alto da metter in gioco la vita di tutta la Metro.

Ci saranno vari personaggi che faranno capolino nel racconto oltre a loro, alcuni più positivi di altri.
E i protagonisti avranno a che fare con questa situazione mostrandocela attraverso i loro occhi: di chi prima distrugge e poi si fa le domande; di chi ha speranza e fede che tutto si sistemi; di chi valuta e riflette prima di agire...
Personaggi diversi, come diverse sono le loro vite, le loro età e e loro esperienze.

Il tutto che porta ad un susseguirsi di colpi di scena e ad una fine imprevedibile, che ci farà stare attaccati e chiudere i libro con la voglia di saperne di più.
Il capitolo precedente si chiude con tristezza (o almeno, io ho l'ultima versione stampata con un capitolo extra alla fine); anche in questo c'è amarezza, ma mista a curiosità perchè l'autore ci mette la pulce nell'orecchio....
Un finale di quelli che mi piacciono insomma.

Un libro, purtroppo, non all'altezza del precedente.
Non lo sconsiglio, tornare nella Metro è stato davvero bello, come ritrovare un personaggio che avevo già incontrato e vederne i cambiamenti...conoscerne di nuovi, anche se non incisivi quanto Artyom.

Una storia originale e ben scritta, che riporta in vita questo pezzo di mondo sopravvissuto nell'oscurità.
Tante domande e curiosità restano al lettore e che spero che con il prossimo, Metro 2035 (che non vedo l'ora di leggere!!!) siano in parte risolte.
Ho ancora tanti tasselli di questo mondo da scoprire e non vedo l'ora di leggerli tutti.
E in ogni caso, se amate questo mondo non potete lasciarlo sullo scaffale, dategli una possibilità e vedrete che vi piacerà. 

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