Opinione: Roseblood, di A.G. Howard

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Rune Germaine ha una splendida voce, paragonabile a quella di un angelo, ma è afflitta da una terribile maledizione: quando si esibisce, infatti, si sente malata e stanca, come se la bellezza del suo canto le rubasse ogni volta un po’ di vita. Sua madre, nel tentativo di aiutarla, decide di iscriverla a un conservatorio poco fuori Parigi, convinta che l’arte potrà curare la strana spossatezza di Rune. Poco dopo il suo arrivo nel collegio di RoseBlood, la ragazza si rende conto che c’è qualcosa di soprannaturale nell’aria. Il misterioso ragazzo che vede spesso in cortile, infatti, non frequenta nessuna delle classi a scuola e scompare rapidamente come è apparso, non appena Rune distoglie lo sguardo. Non ci vuole molto perché tra i due nasca un’amicizia segreta. Thor, è questo il nome del ragazzo, indossa abiti che sembrano provenire da un altro secolo e in sua presenza Rune si sente meglio, quasi cominciasse davvero a guarire. Ma tra i corridoi di RoseBlood c’è una terribile minaccia in agguato, e l’amore tra Rune e Thor, che sta sbocciando, verrà messo a dura prova. Dalla scelta di Thor, infatti, potrebbe dipendere la salvezza di Rune o la sua completa distruzione.

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Anche questo romanzo ha diviso il suo pubblico.
C'è chi lo adora e ne tesse le lodi, e chi lo odia e ne evidenzia le lacune.
Dipende dal lettore, dallo spirito con cui si approccia alla storia, da suoi gusti,...
Insomma, non credo sia così pessimo come viene descritto da alcune opinioni, anche se i gusti sono gusti....

Ovviamente, già dalla copertina, porta alla mente qualcosa di molto famoso e conosciuto, un personaggio che l'autrice stessa adora e ne è (quasi) ossessionata, tanto da aver iniziato a fare ricerche su di lui e su ciò che racchiude il suo mondo, per poi trarne una storia tutta sua da proporci (percorso che alla fine del libro ci racconterà).
Mi riferisco a "Il Fantasma Dell'Opera", un romanzo che in questi giorni sto recuperando poiché questa lettura ha risvegliato una curiosità molto forte, così da scoprire questo Classico.

Ma torniamo al romanzo, che vede due giovani protagonisti che si alterneranno come voce narrante: Rune, una ragazza di diciassette anni che "scappa" da casa sua per finire in un conservatorio RoseBlood a Parigi, dove lavora e vive una cugina del padre;  lei è una cantante straordinaria, ma dopo la morte del genitore qualcosa in quel dono cambia e si trasforma in un tormento, portandola a sentirsi male se si esibisce e costringendosi a respingere la musica, che tenta in ogni modo di venire fuori dal suo petto. Ossessionata dal Fantasma Dell'Opera ci racconterà, fra realtà e finzione, la storia che ha avuto quel luogo (ora conservatorio) e ci porterà a capire cosa c'è di vero tra le leggende degli studenti che dicono che un fantasma abiti l'edificio.
L'altra voce è Thorn, un ragazzo poco più grande che conosceremo a frammenti e che solo dopo metà del romanzo inizierà ad avere più "consistenza" per noi, facendoci conoscere il suo passato e la storia travagliata che lo ha portato lì, dove ha atteso l'arrivo di Rune.

Un duetto che si muove fra mistero e musica, entrambi perni della storia, sebbene dovremo capire i motivi, perché (come Rune) noi non sappiamo nulla di ciò che sta accadendo e dovremo pazientare affinché ci vengano rivelati tutti i segreti che circondano la ragazza. Anche se duetto forse non è il termine più appropriato, poiché ci sono altre "voci" nell'ombra che scalpitano per venire fuori, tra cui una irresistibile per le vittime che finiranno per ascoltarla.....

Io ammetto di aver faticato un po' a prendere il via, ma poi mi sono rilassata e la storia mi ha conquistato. Il finale (sempre il mio punto debole) ha qualche lacuna, speravo in qualche colpo di scena, nonostante mi aspettassi una cosa simile (come, appunto, accade); oltre ad essere troppo rapido rispetto al resto della narrazione. La Howard alterna scene velocissime e/o capitoli in cui passano giorni o settimane, a lunghe descrizioni accurate, che spesso stancano. Forse più azione in alcuni punti avrebbe regalato qualcosa in più alla storia...forse...
Un'altra cosa fastidiosa è la differenza fra il modo in cui i protagonisti raccontano, perché Rune lo fa al presente (vado/cammino/faccio.....), mentre Thorn no! (andai/camminai/feci....)
Spesso questo stacco è irritante. Sarebbe stato meglio scegliere un solo tempo e muoversi di conseguenza. Sono piccole cose che però fanno perdere la magia durante la lettura e staccarsi dal quel mondo, perdendone il "ritmo". Un peccato!

Ma nonostante tutto resta una lettura piacevole e piuttosto scorrevole; la trama è interessante, prendendo spunto da un Classico per portare una nuova versione di quella storia al pubblico, sia citandolo come libro, che prendendone spunto fra le pagine per crearne la storia nuova ed originale.
Se vi incuriosisce, non fatevelo scappare!

1 commento:

  1. Penso che lo prenderò, visto il mio amore per "The Phantom", sia pièce teatrale che libro di Leroux!
    Grazie per la recensione!

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