Opinione: Zoo, di Paola Barbato


Paola Barbato, come solo i più grandi, sa far nascere la paura anche dal più innocente battito d'ali. E si conferma una maestra del thriller.

Immagina di risvegliarti da una notte senza sogni e di ritrovarti sdraiata su una superficie fredda e dura, i vestiti del giorno prima ancora indosso e nessun ricordo delle tue ultime ore. Intorno a te solo un buio spesso a cui lentamente lo sguardo si abitua. Cominci a intravedere delle sbarre alla tua sinistra. Non può che essere un incubo, tra poco sarai nella tua stanza, avvolta nelle soffici lenzuola di casa e la vita riprenderà come prima. Questo non è ciò che accade ad Anna, che in quella gabbia, tra quelle sbarre, in un capannone pieno di gabbie simili alla sua e di persone come lei, si risveglia per davvero. Da quell'istante inizia una lotta contro chiunque l'abbia presa, una guerra impari perché Anna non ha altre armi che la sua rabbia e la nudità a cui a poco a poco è stata costretta per combattere contro chi detiene il potere, qualcuno che nessuno ha mai visto, ma la cui presenza si avverte in ogni centimetro di quel luogo spaventoso, di giorno e di notte. Spetterà a lei, circondata da persone diversissime, alcune rese folli dal macabro gioco, altre succubi di un Lui dai tratti sempre meno sfumati, decidere se giocare o lasciarsi morire.


Diciamo che arrivo abbastanza tardi a scoprire questo romanzo. 
Non tantissimo, è stato pubblicato ad inizio 2019, però tempo ne è passato.
Lo avevo adocchiato, per la particolarità della storia e la promessa di qualcosa di originale, ma...non so, non era scattato il "devo leggerlo". 
Mi ci sono riavvicinata per caso tramite Storytel, lo avevo iniziato e mi aveva incuriosito. 
Ma ascoltando davvero poco, il mese era passato e la storia era rimasta lì, appena incominciata. Fortunatamente altra promo, altra riattivazione, e sono tornata a metter in cuffia questo thriller. 
Ed ammetto che è andata anche bene perchè la voce che lo legge mi è piaciuta fin da subito. Tanti romanzi li ho scartati perchè non mi trovavo bene col lettore o la lettrice. 

Sono stata trascinata dentro un mondo davvero particolare e che incolla il lettore alla storia
Ci troviamo praticamente subito in empatia con Anna che si ritrova in un luogo sconosciuto e capisce presto di esser stata rapita, e che non è sola. 
Dentro un enorme gabbia, circondata da altre gabbie simili alla sua, ognuna con qualcuno al suo interno che di umano sembra aver poco. 
Settimana dopo settimana inizia a capire questo "gioco" e le regole che Lui vuole che vengano rispettate, altrimenti arrivano le punizioni. 
Impara a conoscere chi la circonda, chi più o meno pazzo, chi più o meno succube del gioco, e chi ormai è passato al servizio di Lui, nonostante la prigionia. 

Una storia originale e che cattura fin da subito, anche se ammetto che andando avanti si perde un po' quel fascino e la storia rallenta, allentando la presa sul lettore, fino al punto finale. 
Intuiamo perchè abbia perso Anna, ma riguardo gli altri, poco o niente. 
C'è chi ce lo dirà, ma stop. Lui non ha mai una "voce" chiara, con cui definirsi al lettore. 
Un personaggio che resta sempre nascosto e solo attraverso le sue azioni lo conosceremo meglio: metodico, molto intelligente, premuroso con i suoi "animali", con tantissime conoscenze diverse,...ma sul perchè questo Zoo, sul perchè tutte le cure, sul perchè ognuno con la sua gabbia, niente di niente. 
La storia resta comunque interessante puntata solo su Anna e sul suo percorso giorno dopo giorno dentro quella gabbia, e di come scelga di vivere lì dentro. 
Ma manca decisamente qualcosa che avrebbe arricchito il tutto. 

Ma arriviamo alla fine,
Ecco, nella chiusura dei giochi speravo davvero in qualcosa di più, ma è stato abbastanza prevedibile. Mi ha un po' deluso ed in particolare gli ultimi minuti li ho dovuti riascoltare perchè non ho compreso appieno cosa sia successo. 

Mi è mancato qualcosa. Forse per lasciare un po' di mistero, ma personalmente amo quando una chiusura è imprevedibile ma ha una spiegazione che lascia il lettore a bocca aperta. A confermargli un dubbio o prendendolo completamente in contropiede, ma dandogli quella risposta che chiude la storia senza lasciarla aperta. 
A meno di un possibile seguito, che leggerei molto volentieri. 

Nel complesso resta una storia che consiglio di leggere o ascoltare, sicuramente. 

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