Opinione: Le Assaggiatrici, di Rosella Postorino


Romanzo vincitore del Premio Campiello 2018. - Finalista Premio Letterario nazionale Chianti 32ma edizione.

Con una rara capacità di dare conto alle ambiguità dell'animo umano, Rosella Postorino, ispirandosi alla storia vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf) racconta la vicenda eccezionale di una donna in trappola, fragile di fronte alla violenza della storia, forte dei desideri della giovinezza.

«La voce dell'assaggiatrice cattura il lettore e non lo libera mai, per quanto è vera, tesa, penetrante.» - Donatella Di Pietrantonio

La scrittrice dirige con sicurezza il coro delle assaggiatrici, definisce i loro caratteri, indaga i rapporti di forza e di solidarietà che si instaurano, i segreti e le colpe infrattate nella profondità delle coscienze. - La Lettura, Il Corriere della Sera

"Il mio corpo aveva assorbito il cibo del Führer, il cibo del Führer mi circolava nel sangue. Hitler era salvo. Io avevo di nuovo fame"

La prima volta in cui Rosa Sauer entra nella stanza in cui dovrà consumare i suoi prossimi pasti è affamata. «Da anni avevamo fame e paura», dice. Siamo nell'autunno del 1943, a Gross-Partsch, un villaggio molto vicino alla Tana del Lupo, il nascondiglio di Hitler. Ha ventisei anni, Rosa, ed è arrivata da Berlino una settimana prima, ospite dei genitori di suo marito Gregor, che combatte sul fronte russo. Le SS posano sotto ai suoi occhi un piatto squisito: «mangiate» dicono, e la fame ha la meglio sulla paura, la paura stessa diventa fame. Dopo aver terminato il pasto, però, lei e le altre assaggiatrici devono restare per un'ora sotto osservazione in caserma, cavie di cui le SS studiano le reazioni per accertarsi che il cibo da servire a Hitler non sia avvelenato. Nell'ambiente chiuso di quella mensa forzata, sotto lo sguardo vigile dei loro carcerieri, fra le dieci giovani donne si allacciano, con lo scorrere dei mesi, alleanze, patti segreti e amicizie. Nel gruppo Rosa è subito la straniera, la "berlinese": è difficile ottenere benevolenza, tuttavia lei si sorprende a cercarla, ad averne bisogno. Soprattutto con Elfriede, la ragazza più misteriosa e ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del '44, in caserma arriva un nuovo comandante, Albert Ziegler. Severo e ingiusto, instaura sin dal primo giorno un clima di terrore, eppure - mentre su tutti, come una sorta di divinità che non compare mai, incombe il Führer - fra lui e Rosa si crea un legame speciale, inaudito.

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Un romanzo che mi incuriosiva da un po' di tempo, ma che avevo sempre lasciato da parte. Non ero particolarmente convinta che facesse al caso mio, nonostante i premi vinti e tutte le belle opinioni che ne facevano online.
Quando qualcosa sembra troppo bello spesso avevo paura che ci fosse questo altro.

L'ho trovato tramite Audible e ho deciso di ascoltarlo. Sono rimasta piacevolmente colpita dalla versione audio che sono riusciti a fare. La lettrice riesce a dare al testo scorrevolezza e a dare alla storia una nota interessante, riuscendo non banalmente a leggere, ma regalandoci varie sfumature che rendono l'ascolto davvero bello e piacevole.

Come già dichiarato anche dall'autrice, questa storia si ispira alla vera vita di una donna che solo verso la fine dei suoi giorni ha ammesso di aver fatto l'assaggiatrice. Una colpa che lei si attribuiva,  nonostante non avesse avuto molta scelta. Eppure il peso di aver aiutato Hitler era così forte e la vergogna così pesante per lei da averlo nascosto fino all'ultimo.
Lo riscontriamo anche nella protagonista, anche lei in preda a questa crisi interiore perché non vuole assolutamente aiutare Hitler in alcuna maniera, ma si trova costretta a dover fare l'assaggiatrice contro il suo volontà, eppure essendo pagata bene per questo "servizio" che presto si trova a pensare di stare sbagliando, di aver tradito i suoi valori; nonostante lei rischi la vita ogni giorno, ad ogni pasto, senza averne scelta.
Anche solo durante il pasto si sente tantissimo questo senso di amore/odio, poiché tutte queste donne hanno sofferto la fame e trovandosi davanti questo cibo, nonostante possa essere avvelenato, non resistono e alla fine, con lo stomaco caldo e pieno, c'è sempre questa questo pensiero fra colpa e soddisfazione di cui rimangono intrappolate, misto al terrore che possano essere state avvelenate e poter morire.

Oltre a questo "semplice lavoro quotidiano" (ovvero assaggiare questi cibi prima che li mangi il Führer) lentamente inizieremo a scoprire altro sulle vite di queste donne, in particolare della protagonista Rosa, ma anche delle donne che le stanno accanto e altre figure che le staranno vicine.
Prima sconosciute fra loro, un po' tutte chiuse, quasi a sembrar antipatiche, ma lentamente inizieranno a fare amicizia fra loro, a confidarsi i propri segreti, e vedremo una panoramica molto più ampia di cosa può aver voluto dire lavorare ed essere costretti a fare questo in una Germania nazista, anche quando, in effettivo, non tutti erano a favore di Hitler. Si nota infatti molto il distacco fra quelle che poi diventano le amiche della protagonista e le altre, che vengono chiamate "le invasate" perché per loro è una missione sacra poter salvare il Führer, e loro sono molto ben disposte ad assaggiare il suo cibo e mettere in pericolo la propria vita per lui.

Scopriremo che Rosa si è trovata intrappolata in quella situazione per "colpa" del cambio di residenza, poichè, sola al mondo e senza più un tetto per colpa dei bombardamenti, è andata a vivere con i suoceri, in un paesino vicino al bunker di Hitler, e quindi vicino al bisogno di assaggiatrici.
Suo marito ha deciso di partire nemmeno dopo un anno di matrimonio per combattere per il proprio paese; però si è reso conto in fretta di aver completamente sbagliato e della missione quasi suicida in cui si è infilato da solo. Nonostante lo detesti per questa scelta, non vede l'ora che possa ritornare da lei.

Vengono anche citati marginalmente i campi di sterminio, però la protagonista dice non vuole saperne niente. Una scelta intelligente quella dell'autrice che fa intuire, attraverso chi ha chiesto il trasferimento perchè non reggeva di vedere certe cose, non solo quanto tutto quello era sconvolgente anche per chi ci finiva a lavorare (nonostante poi in effettivo non abbiano fatto niente per ribellarsi); ma soprattutto non lo rende centrale alla vicenda, poichè si parla di altro e avrebbe "rubato" la scena alla trama principale.

Sono riuscita ad ascoltarlo tutto e mi è piaciuto davvero molto: scorrevole, interessante, originale e, appunto, presenta una versione della storia che non viene quasi calcolata. La violenza che in questo caso viene fatta ai danni dello stesso popolo tedesco che Hitler esaltava così tanto.
Tante tematiche e tanti dubbi vengono sollevati attraverso pochissime pagine, rendendo questo romanzo davvero ricco.
Se vi capita, ascoltatelo o leggetelo. Potrebbe piacervi davvero molto.

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