Opinione: L'Uomo Delle Castagne, di Soren Sveistrup


Danimarca, 31 ottobre 1989. Marius Larsen è un poliziotto ormai alla soglia della pensione, suo malgrado. Mentre guida attraverso il bosco, ormai tinto dei colori autunnali, pensa a un modo efficace per dire a sua moglie che non è pronto a cambiare vita. Che morirebbe solo all'idea di trascorrere le giornate sempre allo stesso modo. Immerso ancora nelle sue riflessioni, Marius giunge alla fattoria del vecchio Orum, deve ammonirlo di tenere a bada i suoi animali, che sconfinano sempre oltre gli steccati della proprietà. Il luogo, però, è immerso nel silenzio e quando il poliziotto varca la soglia di casa quel che trova è oltre ogni immaginazione. Al di là di ogni spaventoso presagio.

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Mi dispiace molto ma non sarà una opinione positiva.
Nonostante la fortuna di poterlo leggere in anteprima mi sono trovata davanti ad un romanzo che, ripeto, purtroppo, non mi è piaciuto. Ed io non voglio modificare le mie idee solo perché mi è stato regalato. Scusatemi, ma resto sincera e cercherò di spiegarvi come mai non è riuscito a conquistarmi.

La storia di base poteva essere migliorata rendendo il tutto molto più scorrevole, piacevole e interessante; è stato scritto in maniera lunga, ricca di descrizioni inutili, che sembrano pezzi inseriti giusto per allungare la trama. Come avrete intuito, ho faticato molto a portarlo a termine, nonostante la base abbia degli elementi che mettono curiosità, ma si perdono troppo.

Di solito chiuso un romanzo faccio i pro e i contro generali, magari quel libro è risultato pesante, ma chiudendo il tutto mi rendo conto che servivano tutti gli elementi per completare il puzzle creato dall'autore. In questo caso molti fatti inseriti potevano essere tranquillamente omessi, mentre frammenti essenziali mancano.
Una delle cose più fastidiose sono i motivi che hanno spinto l'SI (soggetto ignoto) fare tutto questo; a me sono parsi un po' ridicoli, anche perché non vengono nemmeno spiegati chiaramente, e tutto ciò che circonda il fatto che dà origine a tutto sembra una forzatura. Ovviamente non posso scendere nei dettagli perché vi rovinerei tutto il romanzo, ma mi ha lasciato l'amaro in bocca.

Una cosa particolare che ho apprezzato è la scelta di ambientarlo in Danimarca e, più o meno tutto ciò che viene menzionato, è reale e si può riscontrare tramite le mappe (infatti la mia tappa del blogtour è stata sui luoghi e sono riuscita a ritrovarli appunto tramite Google), nonostante le descrizioni dei luoghi siano a volte meticolose mentre in altri punti estremamente vaghe.

I personaggi sono molteplici e daranno una visione corale che spesso non serve ed ho fatto molta fatica ad entrare in empatia con loro. Abbiamo Thulin, una poliziotta che non vede l'ora di lasciare la sezione omicidi, che si trova la strada bloccata dal suo capo, che la obbliga (e minaccia) di finire questa indagine che si presenta all'improvviso, e che se la porterà a termine la lascerà andare in un'altra sezione come da lei richiesto.
Così brava nel lavoro perché nella vita privata (cliché) è un disastro: completamente disinteressata della figlia che viene sempre ignorata, perché l'indagine arriva sempre prima.
L'altro poliziotto, Hess, è "l'outsider", il poliziotto bravissimo che è caduto; ha scelto di lavorare indagando sempre in viaggio per l'Europa, senza fermarsi mai. "Decaduto" e tornato "all'ovile" viene preso di mira dai colleghi che non vedevano l'ora di poter piombare sulla sua carcassa a banchettare. Viene presentato malissimo, quasi altezzoso e quindi non fa una bella impressione al lettore, nonostante si riveli una delle menti più brillanti presenti nel romanzo. Ovviamente, per questo ignorato nella maggior parte delle volte (nonostante poi dimostri di avere perfettamente ragione: cliché!).
Ci saranno altri personaggi, ma vi lascio il mistero di scoprirli leggendo, nel caso siate curiosi di intraprendere questo thriller.
Non mi è piaciuto, ma non rovino agli altri la lettura!

Chiarisco una cosa.
Potreste pensare che tutta questa fatica derivi dai tanti nomi stranieri presenti nel romanzo. Ma vi stoppo, la narrativa (thriller soprattutto) ambientata in paesi stranieri mi è capitato spesso di leggerla, e dopo il primo impatto iniziale se la narrazione era buona, il tutto scorreva rapido ed in modo piacevole, permettendomi di divorare il libro e lasciandomi soddisfatta.

Come stile (a mio parere) non è molto scorrevole, come ho detto sopra, si perde molto fra descrizioni superflue, cose che potevano essere tagliate tranquillamente. Visto il nocciolo della trama, se sviluppata in maniera differente, avrebbe potuto piacermi molto di più.

Non voglio ne consigliarlo ne sconsigliarlo, visto gli innumerevoli pareri positivi che sta raccogliendo. Se volete provare a leggerlo, fatelo. Se siete titubanti e pensate di poter incorrere nei miei stessi problemi, magari aspettate un attimino in più prima di buttarvi, tutto qui.

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