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Review Party: Nona Grey - Grey Sister, di Mark Lawrence
Nel convento della Dolce Misericordia si allevano fanciulle per trasformarle in devote quanto pericolose assassine. Ci vogliono dieci anni di formazione, ma sono poche le ragazze dotate di vero talento per la morte, quelle nelle cui vene scorre il sangue delle antiche tribù di Abeth. Compito delle monache è scoprire e affinare queste doti innate, insegnando le tecniche della lotta con e senza armi e dello spionaggio, l'uso dei veleni e infine la tessitura delle ombre. Ma neppure le sorelle più anziane sono in grado di comprendere fino in fondo la potenza del dono di Nona Grey, una bimba di otto anni che giunge al convento con l'accusa di aver compiuto un omicidio. Qui crescerà, ma non sarà facile per lei scegliere quale cammino seguire: indosserà la tonaca nera delle Spose dell'Antenato, per abbracciare una vita di preghiera e servizio? Vestirà il rosso delle Suore Marziali, esperte nel combattimento, o il grigio delle Suore di Discrezione, imbattibili nelle arti della segretezza? O il suo colore sarà il blu delle Suore Mistiche, capaci di percorrere il Sentiero? Quale che sia il suo destino, dovrà lottare aspramente per conquistarlo.
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Uno resta e si attacca a Nona.
Un demone no.
Come nel precedente volume la prima metà è leggermente più lenta, ma permette di capire cosa stia succedendo e di metter le basi per il proseguimento della storia. La seconda...beh, ricomincia l'azione.
Un ottimo secondo romanzo che ci permette di veder le cose oltre Nona.
Non ho notato miglioramenti come stile e/o novità riguardanti la trama, l'autore non "matura" in questo secondo volume; il tutto resta molto simile ma, ripeto, non dispiace.
Tanti elementi sono venuti a galla, ma troppi misteri sono ancora avvolti nelle ombre.
Review Party: Le Diecimila Porte di January, di Alix E. Harrow
Inizio '900. Una ragazza in cerca della propria identità, del proprio posto nel mondo,
e del mistero nascosto dietro una porta...
Un acclamato fantasy storico che disvela il potere delle storie fra viaggi implausibili
e amori indimenticabili.
Estate 1901. Un'antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto. Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti "di un valore singolare e unico", e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura... Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d'argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma. Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: LE DIECIM POR. Un libro che ha l'aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei... |
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Un romanzo particolare e molto piacevole da leggere.
Inizialmente l'ho trovato un po' lento e noioso, ma da quando entra in scena "Le Diecim Por" tutto cambia ritmo e ci renderemo anche conto di quanto siano stati comunque importanti i primi capitoli. Nulla lasciato al caso, anche se, come ho detto, non ti cattura proprio dalle primissime righe.
La storia racconta la vita di January. Lei stessa ci narra ciò che accadde, raccontandoci il suo passato ed anticipandoci ogni tanto qualcosina, ma senza mai dire troppo.
Da bambina curiosa e vivace, che un giorno si trova davanti non una semplice porta, ma una Porta che la condurrà in un mondo diverso dal suo e, tornata indietro, si sente dire che è solo immaginazione infantile dal suo "tutore", il signor Locke.
Suo padre lavora per lui da sempre e gira il mondo per portargli oggetti da ogni luogo che siano unici e di grande valore.
January lo vede pochissimo e, crescendo, vediamo come la sua personalità venga divisa fra ciò che deve essere (una brava ragazzina ubbidiente al signor Locke) e ciò che è davvero.
"Ancora peggio" il colore della sua pelle, che non essendo bianco la porta ad esser vista dagli amici e colleghi di Locke come un "animaletto" grazioso a cui è riuscito ad insegnare l'educazione.
Il tutto però arriva ad un punto di svolta quando, purtroppo, il padre scompare e Locke lo dichiara morto, segnando così il destino di January. Ma la giovane, davanti a questa tragedia, non si vuole arrendere ed è pronta a subire le ire di Locke e dei suoi collaboratori, poichè non ha intenzione di prestarsi ai loro scopi.
Più o meno nello stesso lasso di tempo, January trova "Le Diecim Por", un piccolo libricino che la condurrà lungo una storia nata prima di lei e che la trascina pagina dopo pagina, permettendole anche di scoprire molto di più riguardo le Porte ed i mondi che si possono trovare attraversandole.
Questa a grandi linee la trama, senza addentrarci troppo nel romanzo.
Ci sono dettagli che vanno scoperti solo durante la lettura, come tutto il contenuto de "Le Diecim Por" che tiene col fiato sospeso.
Infatti andranno avanti alternandosi: lo leggeremo (il libricino) e proseguiremo la lettura mano a mano che lo farà lei, poiché non lo legge tutto subito e questo espediente ci darà modo di scoprirlo e vederne le reazioni della ragazza.
Un metodo "semplicistico" per mettere a raffronto queste storie destinate a scontrarsi fra loro ma, detto questo, non è affatto una critica, è una considerazione di come l'autore ha scelto di narrarci questa vicenda.
Una storia che parte in modo leggero, ma ben presto rivela frammenti di realtà che sono piuttosto duri da mandar giù. Situazioni in cui staremo male insieme alla protagonista, per ciò che vivrà lungo questo cammino.
Scritto molto bene, risulta molto scorrevole, se non per questi momenti in cui, chi è più sensibile, potrebbe aver bisogno di staccare e prendere un piccolo respiro.
Niente di eccessivo, però posso capire che alcuni potrebbero non aspettarsi niente di ciò e starci male.
Ho sentito chi lo paragonava a "Il Mare Senza Stelle"...baggianate!
Sono diversissimi come storia, come contenuti, come stile,...le uniche cose simili sono il protagonista che trova un libro "particolare" e un mondo(/più mondi) sconosciuto da scoprire. Sono anche stati pubblicati a due mesi l'uno dall'altro, quindi non credo ci sia nemmeno un sospetto di plagio viste le storie così complesse e particolari. Quindi, non capisco cosa ci vedano per farne paragone.
Nel complesso, una lettura interessante.
Una delle tante che stanno rendendo molto ricco questo 2020 e che vi consiglio di recuperare presto, se ne siete curiosi. Le edizioni Oscar Vault poi sono meravigliose anche solo graficamente...Quindi, che aspettare?
Review Party: Nona Grey - Red Sister, di Mark Lawrence
La trama generale e poi via alle mie impressioni:
Nel convento della Dolce Misericordia si allevano fanciulle per trasformarle in devote quanto pericolose assassine. Ci vogliono dieci anni di formazione, ma sono poche le ragazze dotate di vero talento per la morte, quelle nelle cui vene scorre il sangue delle antiche tribù di Abeth. Compito delle monache è scoprire e affinare queste doti innate, insegnando le tecniche della lotta con e senza armi e dello spionaggio, l'uso dei veleni e infine la tessitura delle ombre. Ma neppure le sorelle più anziane sono in grado di comprendere fino in fondo la potenza del dono di Nona Grey, una bimba di otto anni che giunge al convento con l'accusa di aver compiuto un omicidio. Qui crescerà, ma non sarà facile per lei scegliere quale cammino seguire: indosserà la tonaca nera delle Spose dell'Antenato, per abbracciare una vita di preghiera e servizio? Vestirà il rosso delle Suore Marziali, esperte nel combattimento, o il grigio delle Suore di Discrezione, imbattibili nelle arti della segretezza? O il suo colore sarà il blu delle Suore Mistiche, capaci di percorrere il Sentiero? Quale che sia il suo destino, dovrà lottare aspramente per conquistarlo.
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La prende con sé e la porta al Convento affinchè possa imparare e crescere.
Questo Convento è "scisso" fra gli insegnamenti alla fede nell'Antenato e molto di più, poichè le sorelle sono divise in quattro ambiti, in base alle proprie doti naturali. E durante gli anni di scuola, ogni ragazza avrà la possibilità di sviluppare i propri doni, ed alla fine scegliere cosa fare della propria vita.
La narrazione avviene praticamente sempre attraverso gli occhi di Nona. Una ragazzina analfabeta che non ha mai visto nulla poco oltre la fine del suo villaggio, e che si trova a dover imparare...tutto, in sostanza.
Una storia di violenza, che non placa la sua furia solo perchè le protagoniste sono ragazzine. Anzi, deve insegnar loro fin dalla più tenera età cosa sia la crudeltà, sia fisica che psicologica, poichè in questo particolare primo romanzo si parla molto anche di sotterfugi e di quanto si debba sfruttare ogni vantaggio per arrivare alla vittoria, anche i legami che si possono creare o quelli più impensabili che si riveleranno non ostici come si immaginava inizialmente.
Se ve lo siete perso, recuperate le tappe del BlogTour.
▪️"Nona si avvicinò alla cattedra. Vi era posato tutto un assortimento di oggetti intriganti, tra cui tre libri rilegati in pelle e un voluminoso registro con accanto una penna d’oca e un calamaio. Soprattutto, la incuriosirono un teschio di cane, un cristallo trasparente lungo quasi due spanne e troppo largo per chiuderci attorno la mano, e una sfera bianca lucida posata su una base d’ottone. Quest’ultima calamitò la sua attenzione finché non ci si ritrovò accanto, urtando la scrivania con le ginocchia. «Questa cos’è?» Nona posò il dito sullo smalto bianco della palla, scoprendola ruvida al tatto, con dei minuscoli rilievi che catturavano la luce. Era poco più grande della sua testa e perfettamente sferica. Un supporto la sosteneva di sopra e di sotto, permettendole di ruotare. E tutto attorno alla parte centrale, come una cintura, c’era una sottile striscia colorata, non più spessa di un pezzo di spago. «Non toccare! Sai come si arrabbierebbe la Maestra di Accademia!» Clera fece scansare Nona con una gomitata e subito contravvenne alla sua stessa raccomandazione, facendo girare l’oggetto sui perni. «È il mondo, tonta.» «Il mondo?» "▪️ Questo solo un piccolo estratto che ho citato nella mia tappa del BlogTour dedicato al romanzo. Vi parlo dell'ambientazione. Nella mia mente i luoghi descritti nella storia sono molto scuri, tetri, freddi,... Passate sul blog per leggere tutto 😉 🔺Vi incuriosisce il romanzo? #NonaGrey #MarkLawrence #OscarVault #giftedby #booksofinstagram #bookblogger #booknerd #bookstagrammer #booklovers #book #bookish #leggere #leggerechepassione #reading #leggeresempre #booknow #leggerefabene #bookblog #booklover #read #booklove #bookshelf #amoleggere #libridaleggere #freepik #viaggiatricepigra
Blogtour: Nona Grey. La Trilogia. Titan Edition, di Mark Lawrence - Ambientazione
Un azzardo o una scommessa vincente? Sicuramente sarà apprezzato per la possibilità di esser letto tutto d'un fiato da chiunque...Ma sto andando fuori tema, partiamo dalla trama del romanzo:
Nel convento della Dolce Misericordia si allevano fanciulle per trasformarle in devote quanto pericolose assassine. Ci vogliono dieci anni di formazione, ma sono poche le ragazze dotate di vero talento per la morte, quelle nelle cui vene scorre il sangue delle antiche tribù di Abeth. Compito delle monache è scoprire e affinare queste doti innate, insegnando le tecniche della lotta con e senza armi e dello spionaggio, l'uso dei veleni e infine la tessitura delle ombre. Ma neppure le sorelle più anziane sono in grado di comprendere fino in fondo la potenza del dono di Nona Grey, una bimba di otto anni che giunge al convento con l'accusa di aver compiuto un omicidio. Qui crescerà, ma non sarà facile per lei scegliere quale cammino seguire: indosserà la tonaca nera delle Spose dell'Antenato, per abbracciare una vita di preghiera e servizio? Vestirà il rosso delle Suore Marziali, esperte nel combattimento, o il grigio delle Suore di Discrezione, imbattibili nelle arti della segretezza? O il suo colore sarà il blu delle Suore Mistiche, capaci di percorrere il Sentiero? Quale che sia il suo destino, dovrà lottare aspramente per conquistarlo.
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Durante il breve viaggio, la ragazza ci da uno scorcio della cittadina che sta lasciando e ci da un'idea del mondo in cui è ambientato il romanzo:
La strada era intasata di gente, ma la badessa si aprì un cammino zigzagando nel folto della folla. Nona la seguì, così vicina da sfiorare le code svolazzanti della tonaca da suora. La calca la innervosiva. Non aveva mai visto tanta gente nel suo villaggio, né in tutto il suo mondo, così fitta come in quella strada. E così varia: certi adulti a malapena della sua statura, altri perfino più alti dei giganti muscolosi che combattevano al Caltess. Alcuni scuri, la pelle nera come l’inchiostro, altri di un biondo quasi bianco e così pallidi che se ne vedeva ogni vena azzurrata, più tutte le sfumature intermedie.
Attraverso i vicoli che salivano fino al viale, Nona vide un mare di tetti dalle tegole di terracotta, irti di mille comignoli da cui si levavano volute di fumo. Non si era mai immaginata un posto tanto grande, tanto stipato di gente. Dalla notte in cui il mercante di bambini l’aveva portata a Verity con i suoi altri acquisti, Nona non aveva visto quasi nulla della città; soltanto la sala da combattimento, l’edificio che ospitava i lottatori e le palestre d’allenamento. Il tragitto sul carro fino a Harriton aveva offerto appena qualche scorcio fuggevole [...]
«Passiamo di qua.» La badessa posò la mano sulla spalla di Nona e la indirizzò verso gli scalini di quello che sembrava un tempio sostenuto da pilastri, con il grande portone spalancato, le ante incastonate di centinaia di cerchi di bronzo. I gradini erano così ripidi da far dolere le gambe a Nona. Alla sommità, le attendeva un atrio cavernoso, rischiarato da finestre alte, ogni metro quadrato zeppo di bancarelle e gente a caccia di buoni affari. Il clamore degli scambi, echeggiando amplificato sotto le volte di marmo, si diffondeva dall’entrata come una cacofonia di lingue diverse. Per svariati minuti non ci fu altro che rumore e colore e pigia-pigia. Nona si concentrò sulla necessità di colmare il vuoto che la badessa si lasciava dietro avanzando, prima che qualche altro corpo potesse occuparne lo spazio. Alla fine, si inoltrarono per un corridoio fresco da cui emersero su una strada più tranquilla alle spalle del mercato coperto.
La strada di Nona non è stata facile, ma non voglio anticiparvi nulla di quello che emerge dai suoi ricordi mentre la giovane si avvicina alla sua meta; passerò direttamente al cuore: il Convento.
L’ultimo scorcio di sole era sospeso sull’orizzonte mentre la Badessa Glass guidava il gruppetto verso una singolare foresta di pilastri di pietra, con le loro ombre che si estendevano sulle rocce per centinaia di metri in direzione della loro meta. [...]
L’altopiano, praticamente un enorme lastrone di roccia, si restringeva formando una lingua di terra, prima di riallargarsi in un promontorio. I pilastri sorgevano su quell’istmo, attraversandolo da un dirupo all’altro, a file di decine su colonne di centinaia. La Badessa Glass aprì loro la strada, seguendo un tragitto che sembrava scelto a casaccio. Tutto attorno a loro, i pilastri, alti più degli alberi, si protendevano verso il cielo che andava scurendo. Il luogo era immerso in uno strano silenzio; il vento non trovava appigli per fischiare il suo motivo, limitandosi a smuovere polvere e sabbia in mezzo alle torri di pietra tagliata. A Nona piacque.
I pilastri delimitavano da un lato il Convento della Dolce Misericordia, e dall’altro i cigli di due strapiombi andavano a formare una ripida convergenza. La cupola principale si stagliava nera contro il cielo violaceo, con una decina e più di edifici esterni visibili su entrambi i lati.
L’oscurità aveva inghiottito alle loro spalle l’altopiano spazzato dal vento. Nona si volse indietro a scrutare il sentiero su cui l’avevano condotta le suore, i pilastri ormai invisibili. Accaldata dalla salita, ora sentiva le dita gelide del vento del Corridoio penetrarle attraverso la tunica da Caltess, portandole via il poco tepore residuo. Recava con sé un odore salmastro, forse dal mare, anche se distava miglia e miglia. Nona rabbrividì, si serrò le braccia attorno al corpo e andò dietro alle monache. Sul retro della cupola si estendeva un edificio lungo e basso, come la coda di un ghiro rannicchiato a terra. Suora Apple si fermò dinanzi a una porta robusta sotto il colmo di un tetto di tegole. Una lanterna pendeva da un gancio, spandendo luce a sufficienza perché la suora infilasse la chiave estratta da sotto la tonaca nella toppa dell’uscio.
Suora Apple staccò il lume dal gancio per regolare lo stoppino. «Queste sono le celle delle monache.» Tenne bassa la voce.
C'è una parte molto interessante che mi ha affascinata immediatamente, che compare durante la prima lezione di Nona, quando, ahimè, arriva in ritardo e si trova davanti un oggetto strano che attira immediatamente la sua attenzione. Un qualcosa che noi potremmo riconoscere, ma non come viene presentato, e con una storia alle spalle che si spera di scoprire molto presto:
Nona si avvicinò alla cattedra. Vi era posato tutto un assortimento di oggetti intriganti, tra cui tre libri rilegati in pelle e un voluminoso registro con accanto una penna d’oca e un calamaio. Soprattutto, la incuriosirono un teschio di cane, un cristallo trasparente lungo quasi due spanne e troppo largo per chiuderci attorno la mano, e una sfera bianca lucida posata su una base d’ottone. Quest’ultima calamitò la sua attenzione finché non ci si ritrovò accanto, urtando la scrivania con le ginocchia.
«Non toccare! Sai come si arrabbierebbe la Maestra di Accademia!» Clera fece scansare Nona con una gomitata e subito contravvenne alla sua stessa raccomandazione, facendo girare l’oggetto sui perni. «È il mondo, tonta.»
«Il mondo?» Il concetto le parve del tutto insensato.
«Abeth.» Clera esalò un sospiro esasperato, come se la stupidità di Nona l’avesse colpita allo stomaco. «Un modellino.»
Nona sbatté le palpebre. Il suo mondo era stato il villaggio, le foreste, i campi, e in lontananza il ghiaccio settentrionale che formava una parete del Corridoio. Non aveva mai pensato che potesse avere una forma, e se mai l’avesse pensato, non si sarebbe mai immaginata una palla, bianca o altro che fosse.
«È un globo.» Clera allungò la mano per farlo smettere di ruotare.
«Davvero?» Nona si piegò in avanti per osservare più da vicino.
«Vuoi vedere qualcosa di speciale?» chiese Clera, sogghignando. Senza attendere una risposta, mise una mano sulla sommità del globo e l’altra sotto, poi, con il minimo sforzo, fece ruotare le due metà in direzioni opposte. La parte inferiore della superficie bianca cominciò a ritrarsi senza resistenza né rumore. Nona scoprì che la sfera non era un unico pezzo come si era immaginata, ma era composta da una quantità di lamelle che scivolavano una sotto l’altra come le penne di un’ala che si ripiega. Di conseguenza, la sottile striscia di colore che ne cingeva il centro si allargò, dapprima ampia quanto un dito, poi sempre più larga, finché l’intera mano di Nona non avrebbe potuto coprirla. Il disegno di gemme smaltate blu e verdi e marroni le incantò lo sguardo.
«Cosa…»
«Questo è il mondo com’era cinquantamila anni fa, molto prima che arrivassero le tribù.» Clera ruotò lentamente le due metà in senso inverso e il ghiaccio crebbe di nuovo.
«Come facevano a entrarci tutti?» Nona s’immaginò la gente che fuggiva dai ghiacci.
Clera alzò le spalle. «La Maestra di Lame dice che la gente ha bisogno di spazio. La puoi ammassare fino a un certo punto, poi il sangue comincia a scorrere e quando tutto è finito… c’è di nuovo spazio a sufficienza.»
Spero di avervi incuriosito e sia riuscita a darvi qualche piccolo spunto per iniziare ad immaginare questo mondo così particolare, seppur "familiare" in un certo senso. Un ambientazione che ricorda il nostro passato, spesso usata nei racconti Fantasy. Ma lascio a voi giudicare se ne regala una traccia che resterà nella mente oppure se sarà solo uno dei tanti sfondi che si confonderanno.
Ammetto che rispetto al precedente libro è piuttosto noioso e monotono. Tranne per il finale. Davvero straordinario! Una novità appena arrivata in libreria che ho avuto la fortuna di poter leggere in anteprima. Anche perché, ero davvero molto curiosa di scoprire come sarebbe andata avanti la storia delineata da Shusterman. Il primo volume ci porta in un mondo estremamente nuovo ed interessante per le sue premesse: l'umanità ha dato potere assoluto ad una macchina che non solo non si è rivelata malvagia, ma è riuscita a portare l'umanità a traguardi inimmaginabili. Come la sconfitta della morte e la possibilità di ringiovanire. Ovviamente questo porta ad un problema diverso, la sovrappopolazione. Ma si trova una soluzione: le Falci. Un organizzazione separata dal ThunderHead che gestisce questo aspetto della vita. Avevamo conosicuto tutto questo attraverso gli occhi di due giovani apprendisti Falci, che ci hanno portato insieme a loro in questo viaggio, ma di cui siamo solo all'inizio. Li ritroviamo in questo volume circa un anno dopo la chiusura di "Falce", in cui molto è cambiato seppur niente lo è davvero. Citra porta scompiglio fra le falci con il suo modo particolare di portar avanti la spigolatura. Rowan da la faccia alle falci seguaci del nuovo ordine, mentre sfugge alla "giustizia". Di nuovo c'è la voce del ThunderHead, che ci permetterà di capire meglio quest'entita perfetta ma che in qualche modo ama profondamente il genere umano, tanto da rischiare di rompere qualche regola per tentare di aggiustare le cose. Oltre ad un nuovo giovane che viene scelto per cambiare le cose... Sul blog trovate l'opinione completa, in cui vi parlo meglio di questa new entry. Sicuramente ne vale la pena per il finale. Una bomba! Davvero straordinario. Ditemi: siete curiosi di buttarvi in questo secondo capitolo? #Thunderhead #NealShusterman #OscarVault #giftedby #booksofinstagram #bookblogger #booknerd #bookstagrammer #booklovers #book #bookish #leggere #leggerechepassione #reading #leggeresempre #booknow #leggerefabene #bookblog #booklover #read #booklove #bookshelf #amoleggere #libridaleggere #freepik #viaggiatricepigra
Opinione: Thunderhead (Trilogia Della Falce 2), di Neal Shusterman
In un mondo che ha sconfitto fame, guerre e malattie, le falci decidono chi deve morire. Tutto il resto è gestito dal Thunderhead, una potentissima intelligenza artificiale che controlla ogni aspetto della vita e della società. Tranne, appunto, la Compagnia delle falci.
Opinione molto a caldo. Ho appena finito di leggere il romanzo e sono senza parole.
Ammetto che rispetto al precedente libro è piuttosto noioso e monotono. Tranne per il finale. Davvero straordinario! Ma facciamo un passo indietro.
La storia riparte quasi un anno dopo la chiusura del primo volume. Ritroviamo Rowan in una veste diversa. Scampato alla spigolatura grazie ad un lampo di genio di Citra, si nasconde mentre porta a termine la sua missione: spigolare le falci corrotte e dedite al nuovo ordine. Con una veste nera ed un nome particolare (Maestro Lucifero), porta terrore nelle falci, in particolar modo in quelle che sanno di non seguire le regole come dovrebbero.
Ritroviamo Citra. Ora Madame Anastasia che sta portando scompiglio per le scelte riguardanti le sue spigolature. E non solo. Grazie al supporto di Madame Curie, ormai sua carissima amica, prosegue il suo cammino e difende le sue decisioni senza farsi intimidire.
Ma in tanti non approvano le sue scelte ed una minaccia si sta muovendo verso di loro molto in fretta. L'obiettivo è Anastasia o Curie? O entrambe?
Abbiamo anche altre voci. Una delle più interessanti, e che conosceremo molto presto, è Greyson Tolliver. Un giovane che vuole lavorare al servizio del Thunderhead, come agente Nimbus. Avendo vissuto abbandonato a se stesso dai genitori e avendo ricevuto solo il supporto costante del Thunderhead, trova quella strada come la più giusta per lui. Purtroppo però il Thunderhead ha altri piani per questo ragazzo e, seppur senza imporre nulla (che sarebbe contro le sue regole), lo "spinge" ad intraprendere un percorso insidioso e pericoloso, ma che potrebbe cambiare le cose e salvare molte vite, alcune decisamente importanti.
In sostituzione ai diari delle falci, che ci facevano compagnia come introduzione fra un capitolo e l'altro, questa volta abbiamo il Thunderhead. Questo ci permetterà di comprendere meglio quest'entità particolare ed estremamente intelligente, con paletti rigidi che gli causeranno non poche difficoltà.
Una "mente" brillante, ma allo stesso tempo ricca di sentimenti, sopratutto di amore verso l'umanità. Come sia possibile? Non ne ho idea, ma è innegabile che oltre la logica ci sia qualcosa di più.
E chissà nel terzo e conclusivo capitolo se ci sarà ancora lei/lui come voce narrante oppure altro.
Una storia abbastanza scorrevole, anche se l'ho trovata un po' noiosa in alcuni punti (ma avendolo letto subito dopo Follett, potrebbe esser "colpa" sua).
Originale e ben studiata, senza alcun dubbio, che riserva nel finale dei colpi di scena che lasceranno il lettore senza parole ed incollato alle pagine fino all'ultima riga.
Sono curiosissima di scoprire come andrà avanti e si chiuderà questa storia, Spero che la Oscar Vault (che ringrazio per aver potuto leggere il romanzo in anteprima) porti presto anche quest'ultimo romanzo in Italia.
Dopo aver letto Falce, non fermatevi!
Anche solo per la chiusura del romanzo ne vale ampliamente la pena (si nota, giusto un filino, che questa volta la fine di un libro mi è piaciuta molto?!? Nooooo)
Avrei dovuto parlarvene anche qui venerdì, la data della sua pubblicazione. Fra una cosa e l'altra, è slittato tutto. Ma rimediamo. Prima di tutto questo romanzo è salito in pochissime ore non solo nella Top delle vendite Kindle, ma addirittura al numero 1! Credo non ci sia modo migliore, per mostrare ad un@ scrittore/ice quanto lo si apprezzi, del comprare il suo ultimo lavoro e leggerlo (e lasciarne un opinione sincera). Sono davvero felice per @laura_rocca_autrice ❤️ Se lo merita, e se non ne capite bene il motivo vi invito a leggerla per giudicare voi stessi quanto sia brava e "mutevole" nelle varie storie che ci racconta. Ma torniamo al romanzo. Questo è un romance, decisamente fuori dalla mia comfort zone, però è impossibile resistere alle novità di Laura (che ringrazio ancora per il bellissimo cartaceo e le altre sorprese che ha mandato a me ed altri bookblogger. Compreso quel piccolo e tenero riccio che vedete in foto). Dentro le pagine scopriamo la storia di Skylar e Jaxon. Due orfani che si sono conosciuti molto piccoli, appunto, in orfanotrofio e che hanno passato lì un anno insieme. Un anno molto importante per entrambi, dopo il quale Jaxson è stato adottato ed il destino li ha divisi.... Ma non per sempre. Anni dopo, da adulti, si ritrovano...peccato che solo Skylar riconosca Jaxson! È diventato una rockstar molto famosa, realizzando il sogno che aveva da bambino; mentre lei non è ancor ai riuscita a diventare una famosa pattinatrice su ghiaccio. Sceglie così di non dire nulla, anche perché dopo il primo incontro lo trova arrogante, molto diverso dal bambino che ricordava. Preferisce separare le cose, nonostante abbia delle domande estremamente importanti da fargli. "ovviamente" i due si attraggono a vicenda e si respingono, fra quello che sono ora ed i ricordi del loro passato. La storia ci viene narrata attraverso i loro occhi nel presente ed anche in alcuni flashback riguardanti il loro passato, permettendoci di capire meglio cosa successe e chi sono davvero ora. Continua ⬇️
Opinione: No Strings Attached, di Laura Rocca
Skylar Allen ha cinque anni quando conosce Jaxon all’orfanotrofio dove vive dalla nascita.
Per la prima volta ha qualcuno a cui voler bene, un amico che la protegge e la incoraggia a realizzare i suoi sogni, almeno fin quando Jaxon non viene adottato. Se ne va con la promessa di scriverle una lettera ogni giorno, ma dopo un anno Skylar è costretta a rassegnarsi all’evidenza: Jaxon si è dimenticato di lei. È questo che pensa ancora, dopo diciotto anni, quando se lo ritrova davanti. Lui e i The Blind Spot, la sua band, hanno prenotato una vacanza proprio nell’albergo in cui lavora. Peccato che le cose non stiano più come prima. Perché Jaxon ha davvero realizzato il sogno di cui parlavano da piccoli, è una rockstar, mentre lei non è riuscita a diventare una campionessa di pattinaggio su ghiaccio come gli aveva promesso. Inoltre, Jaxon non è più il bambino dei suoi ricordi, è un divo arrogante e sfrontato e Skylar è ben contenta che lui non l’abbia riconosciuta né sappia che non si chiama più Jas come in quel tempo lontano. Jaxon Mitchell ha nove anni quando finisce all’orfanotrofio e incontra per la prima volta la piccola Jas. Proprio come lei, sogna una vita distante da quel posto infelice e, ben presto, farla sorridere si trasforma nel suo scopo principale, il suo affetto riempie il vuoto che ha dentro.
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Cerco di esser sempre aggiornata sulle sue uscite e di leggerle il prima possibile, e devo ammettere di esser estremamente fortunata, perchè praticamente tutti i suoi romanzi che ho letto mi sono stati regalati digitalmente da Laura; la motivazione di una data entro cui finire per poi parlarvene è necessaria al mio rimandare fin troppo a lungo, ma non solo con lei: non ho mai tempo e se ho una scadenza riesco a portar a termine un libro, altrimenti rimando al giorno del giudizio (e non sapete quanta bella roba dovrei leggere)....Ma smettiamola di divagare e torniamo alla storia.
Skylar è una ragazza completamente persa per Jaxson, nonostante le abbia fatto del male da piccola e lei non lo abbia dimenticato. La sua infatuazione sembra esser senza speranza: sono almeno diciotto anni che non di vedono da quando lui fu adottato nell'orfanotrofio in cui si conobbero e passarono un anno insieme; da quel momento è svanito completamente, nonostante la promessa di scriverle ogni giorno per restare in contatto. Come se non bastasse, ha realizzato il suo sogno, infatti è una famosissima rockstar, di cui Skylar ascolta tutto e tiene un poster appeso in camera.
Le cose prendono una piega inaspettata quanto se lo ritrova nell'albergo in cui lavora, ma lui non la riconosce affatto. Anzi, si comporta da arrogante e lei è ben felice che non sappia chi sia davvero, così da metter da parte i ricordi su quel ragazzino che le aveva rubato e poi spezzato il cuore.
Questo, molto velocemente, l'inizio del romanzo.
Queste solo due delle tante domande che verranno in mente ai lettori durante la lettura.