Opinione: Favole Fuorilegge, di Nicolai Lilin


Da sempre in Siberia i destini dei grandi imperi si sono intrecciati a quelli degli uomini, componendo un unico tessuto narrativo alla base di molte leggende. Ma la Siberia, nei racconti dei vecchi, è soprattutto un luogo mitico: terra di liberi cacciatori, allevatori e nomadi, fuorilegge e briganti, anarchici per eccellenza, che ripudiano qualsiasi forma di potere che tenda a incatenare l'uomo.

Dalle fiabe siberiane di Lilin emerge un mondo raccontato al contrario, dove i concetti di bene e male perdono le loro connotazioni abituali per acquistarne di nuove. Dove un vecchio lupo può insegnare il senso del concetto di dignità. Dove l'immagine di una madonna siberiana può parlare a un oppresso e convincerlo ad uccidere gli oppressori. Dove una bella ragazza, per non sposare un vecchio e ricco mercante, può scegliere di diventare una brigantessa. Il potere è rappresentato come un sistema corrotto che impone leggi vessatorie. Ricchi mercanti e i loro eserciti privati, emissari dello zar, preti con vizi inimmaginabili si scontrano con i cacciatori e i fuorilegge che vivono nel rispetto delle leggi di Dio e in armonia con la natura, lottando contro la prepotenza dei tiranni. E nella loro lotta sono aiutati da Dio, dai santi della religione cristiana, dagli dei pagani e dalle creature magiche dei boschi. Sullo sfondo di questa infinita e variopinta processione umana si stende un luogo immenso, dominato da una natura primordiale, pura e dura, che lascia nelle anime delle persone un segno profondo, a volte paragonabile a una ferita. Una ferita indelebile come quella dei tatuaggi che i siberiani praticano da sempre.            

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Dopo aver letto la Trilogia Siberiana, Lilin mi ispirava parecchio. Alcuni titoli infatti li ho tenuti segnati per un po' di tempo prima di provare a prenderli, e questo è uno di quelli.
Le favole sono qualcosa di bello e particolare, che temo si sia perso nel tempo nella nostra cultura. Abbiamo i cartoni che mostrano alcune Favole, ma sono sempre versioni aggiustate e che mescolano varie culture. Sono favole da mondo riscritte principalmente.
Invece fra queste pagine abbiamo alcune delle Favole che si narrano ancora in Siberia.
Sono strane, lo devo ammettere, alcune fanno sorridere e tutte hanno insegnamenti "siberiani"; se avete letto altro dell'autore, si percepisce che sono mirate alla cultura criminale onesta.
Eh si, perché c'è molta differenza con i criminali disonesti. Loro rubano, non seguono le regole e/o le tradizioni, attirando su di se la giustizia (spesso che corrisponde alla morte).

C'è tanto contatto con la natura. Molti degli spiriti di cui si parla vivono nei boschi o nei fiumi.
Amba, lo spirito della taiga con le sembianze di una vecchia tigre; o Veres, padrone dell'acqua, per esempio. Vengono anche spiegati alcuni nomi animali e la storia che ne ha dato loro inizio (picchio, ratto, e così via) .
A volte non è solo il rispettare le leggi che porta i protagonisti alla salvezza (e i cattivi alla loro giusta punizione), ma c'è anche l'intelligenza e la scaltrezza.

E' stata una lettura interessante e piacevole, scoprire quanto la cultura criminale sia intrecciata nella società da crearne favole con sempre morali positive, alla fin fine. Molte sono crude (c'è quasi sempre almeno un morto di mezzo), eppure c'è sempre una morale per spingere a comportarsi bene.
A non essere egoisti, crudeli, superbi,...

Difficile (anche dopo aver letto "Trilogia Siberiana") capacitarsi di quanto quella mentalità criminale potesse essere così importante e vista come la cosa più giusta da fare (Certo, a confronto con altri esempi, risultano decisamente migliori, avendo una "morale" davvero solida alla base per impedire parecchie cose deplorevoli).
Anche con queste favole si resta abbastanza increduli, poiché ci si sente sballottati: sono belle e danno potere a questa cultura, permettendone la continua esistenza attraverso queste storie con morali corrette; eppure sostengono qualcosa che non è una società normale, ma resta criminale (come loro stessi si definiscono)...
Insomma: bel casino!

Ma dilemmi a parte, resta una raccolta davvero piacevole da leggere. Arricchita con disegni dell'autore (è anche tatuatore per chi non lo sapesse), a cui però non sono certa corrispondano ad ogni favola. Ma non conoscendo i significati dei tatuaggi siberiani non posso dirlo (hanno un loro metodo di lettura, in base alla storia che vuoi raccontare il tatuatore crea qualcosa che lo dica senza bisogno di parole, così la tua pelle parla per te).
Fateci un pensiero!

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