Opinione: I Monologhi della Vagina, di Eve Ensler



Nel 1998 Eve Ensler ha portato in scena I monologhi della vagina, uno spettacolo tratto dalle numerose interviste con donne di ogni età, razza, religione e classe sociale. Questo spettacolo è diventato un libro che ha rivoluzionato il mondo femminile. Con humour trasgressivo, in queste pagine è la vagina a prendere la parola per raccontare e raccontarsi attraverso monologhi seri, divertiti, fantasiosi o drammatici: dall’anziana signora che a settant’anni scopre l’orgasmo multiplo in una vasca da bagno, passando per ragazze curiose, professioniste del piacere e severe manager in tailleur.            

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Uno di quei titoli che "devono" essere letti. Che senti citati un po' ovunque, che la gente consiglia, che ti incuriosiscono per l'alone di mistero che li accompagna (insieme alla "brutta" reputazione).
A sentirne parlare c'è chi lo trova squallido, chi lo adora, a chi ha cambiato la vita,...io? Non so bene cosa mi abbia lasciato, però posso capire benissimo la potenza di questo tema, che dovrebbe essere ritenuto banale, possa trasmettere (purtroppo ancora oggi 2018).

Anni di interviste, domande, taboo,...riprodotti in teatro e poi in questo libricino di 127 paginette.
Eppure ne abbiamo ancora bisogno. Fa riflettere quanto sia triste che sia così.
Un libro nato nel 1998 ma che scava indietro nel tempo, nelle vite di tantissime donne e nelle loro mutande, riportando le loro parole oppure mescolando più storie insieme per dire qualcosa.
Spesso un senso di potere. Spesso un disagio costante. A volte persino violenza.

Inizia tutto con "Vagina".
L'autrice ci racconta com'è nato tutto questo, anche dal semplice poter chiamare col proprio nome questa parte del corpo femminile.
Vagina non è una parolaccia, eppure non va detta. Provoca imbarazzo, occhiate, persino disgusto.
E parlo anche di donne che proprio non la accettano, nonostante faccia parte di loro.

E' una lettura provocatoria per certi punti, che ti mette a confronto con LEI. L'innominabile!
Che esiste, ma devi far finta che non sia così. Che devi nascondere, devi proteggere, devi quasi vergognarti di avere.

In alcuni racconti si parla di donne che la accettano, che la scoprono, che sono felici e smettono di vedere la Vagina (e/o la sessualità legata a lei) come qualcosa di "incorporeo". Perché spesso, inconsciamente, non pensiamo che esista. Chi senza pensarci perché è una parte di sé con cui non ha problemi e ci vive benissimo; chi non arrivando mai nemmeno a guardarla.
Esatto, perché ci sono anche loro.
La società non ci vuole libere totalmente e in alcuni racconti viene messo in chiaro, con storie a volte banali ma raccapriccianti per pensieri da medioevo.
Un padre che rifiuta di parlare alla figlia (piccola) perché pensa che sia stata stuprata, come se fosse colpa sua!
Una donna che, messa in ridicolo da un uomo, si vergogna a tal punto di essersi eccitata e bagnata per lui, da costringersi a non provarlo più.
Per accennare una pratica atroce e barbara, che continua imperterrita: la mutilazione vaginale.

Io penso di esserne stata delusa per le poche storie che racconta. Avrei voluto di più! Sentire molte più voci, molte più esperienze, molti più sfoghi,...perché ci sono!
Lo dice anche l'autrice che costantemente, ad ogni spettacolo, tantissime donne vengono da lei per parlare, per sfogarsi, per raccontare ed essere ascoltate.

Almeno una volta nella vita ci siamo vergognate tutte della nostra Vagina.
C'è chi ha alzato la testa e preso coscienza del proprio corpo smettendo di provare vergogna e chi non ci riesce.
Siamo tutte donne e a volte siamo le peggiori nemiche di noi stesse quando nascondiamo ciò che siamo perché "non si dice".

Una lettura per TUTTI, per far imparare a chiunque quanto sia importante questa parte femminile e che nessuno debba più nasconderla.
Uno dei racconti che mi ha fatto sorridere di cuore infatti parla di una donna che non sopportava la sua Vagina ed è stato un uomo a farle imparare ad amarla, mostrandole quanto fosse bella.

Penso che vada letto e che si provi a capirlo, per poter arrivare non solo a pronunciare quel termine così osceno "Vagina", ma anche a rispettare chi la ospita nel proprio corpo come essere umano che deve liberarsi di certi taboo e violenze che di "umano" non hanno proprio niente.

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