Opinione: Terreno di Sepoltura, di Davide Camparsi

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Una terra maledetta, un segreto che affonda le radici in un orrore antico come il mondo.
Harold lo sa bene e suo è il compito di proteggere questo segreto. Ma fino a che punto è lecito compiere il male a favore di un bene più grande? O sacrificare degli innocenti per salvare i propri cari?
Sono queste le domande che affliggono Harold mentre impugna la vanga contro il profilo tenebroso del Corno Nero. Interrogativi che ben presto tormenteranno anche suo figlio, Piccolo Jack, perché quello sotto la montagna è un dio volubile, primordiale e soprattutto affamato.
E qualcuno lo deve nutrire.
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Una storia breve ma intensa.
Harold è un padre di famiglia, rimasto solo ad occuparsi del figlio, Piccolo Jack, e per tenerlo al sicuro continua a fare qualcosa di disgustoso, ma senza l'opportunità di scegliere.
Un compito che gli è stato assegnato dal padre ed obbligato a portarlo a termine, in continuazione, senza tregua né riposo. La sorella è scappata da quel logo e da quella "missione" orribile, ma a lui non è stata permessa una scelta.
Quando ha provato a ribellarsi l'ha pagata molto cara ed ora non vuole rischiare, ma qualcosa si muove nel sottosuolo, sempre più affamato e sempre più vendicativo, senza ragione....
 
Nel racconto si alterneranno padre e figlio, uno sempre più stanco e l'altro agli albori dell'adolescenza, sapendo cosa deve fare il padre e che un giorno toccherà a lui.
Durante le pagine scopriremo di più riguardo a questa famiglia maledetta e come mai Harold non può rifiutarsi di svolgere quel compito.
 
Piuttosto veloce da leggere e ben scritto, con un finale particolare che ci sta alla perfezione con la storia.

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