Opinione: Alexis o il trattato della lotta vana, di Marguerite Yourcenar

 
Romanzo che nel 1929 segnò l'esordio di Marguerite Yourcenar nella letteratura, "Alexis" ha la qualità propria dei libri che restano nel tempo: una grandezza che si riconosce solo più tardi, come è avvenuto per l'"Opera al nero" e per le "Memorie di Adriano". E' la storia di un giovane che cerca di uscire dalla situazione falsa che mette in scacco il suo matrimonio. Al momento di abbandonare la moglie, egli le scrive le ragioni del suo distacco, chiamandola a testimone della lotta vana che ha condotto contro la propria inclinazione omosessuale. Reagendo a una prova precedente che indulgeva alla moda delle biografie romanzate ("Pindare"), la Yourcenar, ventiquattrenne come Alexis, si concentra qui per la prima volta su una vicenda delimitata, 'intimista', spingendosi in profondità nella psicologia del personaggio. L'omosessualità e il titolo stesso del romanzo richiamano un'opera giovanile di Gide (il "Traité du vain désir") ma si avverte molto più forte l'influenza del Rilke di "Malte Laurids Brigge", a cui sono vicini il tono, gli scrupoli, la religiosità di Alexis, quella tenerezza diffusa che egli emana sulle persone e le cose. Un libro raro, e di quelli della Yourcenar uno dei pochissimi ch'ella non abbia provato a riscrivere, paga di aver detto quanto c'era da dire.

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Un'altra lettura grazie allo Swap3.0 (ieri ne ho parlato, nelle prime righe di "Uomini e Topi).
Un libro che MAI avrei scoperto senza questo giro di libri e che è assolutamente fuori dalle mie corde.
 
Perdonate le poche righe e mille ripetizioni, sono in crisi su come parlarvene.
 
Un libro che si sente che è vecchio, ma (purtroppo!) contiene un tema ancora attuale: l'omosessualità.
E ciò lo trovo davvero triste, poiché non dovrebbe più rappresentare un problema.
Lo stile, come dicevo, è molto lento e, nonostante la trama sia attuale, il modo di esprimersi non è così attuale, cosa che può affaticare la lettura. Estremamente descrittivo e prolisso, a mio parere; infatti, nonostante le poche pagine, ho faticato a finirlo e mi sono obbligata spesso a continuare.
 
La storia, non è propriamente una storia. E' più una lunga lettera che Alexis scrive alla moglie per raccontarle la sua vita e spiegarle come mai il loro matrimonio non può continuare, raccontandole della sua "lotta vana", ovvero la battaglia combattuta contro se stesso e la propria omosessualità.
Da ragazzino ci porterà all'adolescenza, fino all'età adulta e al momento in cui conoscerà la donna che diventerà sua moglie. Tutto viene raccontato con maestria e sempre con un velo ("vedo-non vedo"), celando questo enorme segreto fra parole ricercate.
Essendo un romanzo con quasi 90 anni alle spalle, li porta (ahimè) fin troppo bene.
Ripropone un tema che non siamo riusciti ancora ad accettare del tutto nella nostra società.
Un romanzo che fa male a leggerlo, se pensato in questi termini.
 
Non so se consigliarlo, semplicemente per lo stile (se come me faticate con alcuni generi, non mi sento di consigliarlo al 100%). Ma ci sono le biblioteche, se vi incuriosisce e volete provare a scoprirlo. 
Invece, a chi piacciono i classici e questo stile di scrittura: fateci un pensiero, potrebbe piacervi molto.

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