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Personalmente adoro lo stile di Krakauer, che ripercorre in un'attenta analisi giornalistica, mescolando lo stile con la narrazione, alcuni fatti davvero accaduti. In questo caso gli ultimi anni di vita di Chris McCandless che, dopo aver finito gli studi, "scappa" di casa e fa perdere le sue tracce, muovendosi per l'America per due lunghi anni, trovando però la morte in Alaska.
Pagina dopo pagina, muovendoci fra prima e dopo la morte di Chris, scopriremo chi era questo ragazzo, come questa decisione ha distrutto la sua famiglia e portato tristezza in molte vite che si sono scontrate con la sua durante gli anni.
Tanti hanno detto che era stato uno stupido, uno sciocco ragazzino, a voler andare in Alaska senza la giusta attrezzatura. Quasi "se l'è meritata" la fine che ha fatto. Sicuramente avrebbe dovuto buttarsi in modo più preparato, con attrezzatura adeguata ed altri mezzi indispensabili. Eppure leggendo scopriremo che ha superato moltissime difficoltà, muovendosi con uno zaino sulle spalle e pochissimi soldi in tasca, su e giù per l'America, incontrando per persone che rimarranno segnate dalla sua conoscenza.
Ha avuto fortuna parecchie volte, ma si è dimostrato tenace e ricco di risorse per la maggior parte del tempo, pensando alla sua giovane età e cosa ha affrontato da solo e senza sicurezze.
Forse un po' matto, certo, con alcune fissazioni, ma nessuno può negare che abbia avuto il coraggio di prendere la propria strada, nonostante tutti i vari "consigli" contrari. Scopriremo che a portarlo lungo quel percorso così drastico sono stati anche bisticci coi genitori, il padre prima di tutto.
Non sto dando a lui la colpa, come non lo ha fatto Krakauer e non credo nemmeno lo stesso Chris.
Probabilmente dopo quella fuga, trovato ciò che gli serviva sapere, sarebbe tornato alla sua vita di sempre. Forse no. Purtroppo non lo possiamo sapere, ma Jon ci racconta di altri "matti" che sono sopravvissuti nonostante le strade anticonvenzionali che hanno scelto di percorrere.
Tutta la narrazione avviene per supposizioni mescolate ai racconti delle persone che lo hanno incontrato. Alcuni per poche ore, altri per mesi.
Chris è rappresentato come un ragazzino a volte quasi snob per le sue idee con cui era fissato, altre una persona volenterosa disposta a fare qualunque lavoro disponibile. Difetti e pregi, come ognuno di noi. Con tanto da dare, vista la giovane età.
Il finale è davvero triste, sia quando Krakauer va al pulmino che è stato l'ultima dimora di Chris e il luogo della sua morte, raccontandoci quanto poco sarebbe bastato per salvarsi e come alcuni incidenti messi in mezzo alla sua strada gli abbiano impedito di chiedere il soccorso necessario; sia quando i genitori di Chris arrivano in quel posto, osservando ed immaginando gli ultimi giorni del figlio.
Un libro coinvolgente, che racconta la tenacia e la forza di questo ragazzo, che ha scelto di vivere solo e senza niente. Un personaggio che troppi hanno definito superficialmente in maniera negativa, senza nemmeno tentare di capire cosa possa spingere a raggiungere un sogno del genere, così difficile, arduo e impensabile.
Se vi tenta, prendetelo e fatevi rapire da questa storia!
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