Titolo: Il Regno Della Terra
Autrice: Laura Rocca
Prezzo: E-book 3.99€
Disponibile anche per gli iscritti al programma Kindle Unlimited.
Cartaceo: prossimamente.
Saga: Le Cronistorie degli Elementi
Libro primo: “Il mondo che non vedi“
Libro secondo: “Il Regno dell’aria“
Libro terzo: “Il Regno del fuoco“
Spin-off: “Aidan“
(Cliccando sui titoli si va su Amazon)
Le mie recensioni:
“Il mondo che non vedi“, “Il Regno dell’Aria”, “Il Regno del fuoco” e “Aidan“.
«Azione e volontà sono strettamente collegate:
discerni sempre ciò che vuoi, la via per la meta troverà te.»
Trama
È difficile fingere di non provare niente per qualcuno che ami disperatamente, ma è ancora più complesso manifestare un amore che non esiste. Celine sarà costretta a fare entrambe le cose. Il Prescelto si è risvegliato e la Regina è attraversata da sensazioni contrastanti: vorrebbe stare con Aidan, ma il senso di colpa la divora. Tamnais è buono, gentile e la ama, mentre lei dissimula e cerca un modo per svincolarsi dal loro legame.
La forzata segretezza su ciò che sente davvero la obbliga a mentire a tutti, ammantando ogni suo rapporto di finzione, costringendola ad allontanarsi da tutti gli affetti, lasciandola sola.
La speranza di trovare qualche indizio sul dono che lega lei e Aidan le dà la forza di prepararsi alla spedizione nel Regno della Terra. Nuovi problemi preoccupano Celine. Bethia, la figlia dei Sovrintendenti, afflitta da mesi da una strana malattia che l’ha resa un vegetale, si rianima improvvisamente rivelando qualcosa che sconvolge tutti.
La Regina è costretta a prendere decisioni difficili che minano qualsiasi certezza abbia mai avuto, persino l’unica sulla quale avrebbe scommesso: l’amore che Aidan nutre per lei.
Mentre Aidan è lontano, in giro per le Divisioni del Regno, alla ricerca delle informazioni di cui necessitano, Celine si pone nuove domande e si accorge che i suoi poteri si indeboliscono giorno dopo giorno, lasciandola sfiancata e incapace di avere il minimo contatto con gli Spiriti.
Solo il coraggio di usare la forza interiore che l’ha sempre animata potrà condurla di nuovo alla vittoria. Riuscirà Celine a trovare il coraggio necessario, nonostante creda di aver perso tutto, anche la persona che per lei conta di più al mondo?
Prologo
Lunedì 23 aprile
Celine si
svegliò di soprassalto. Non rammentava cosa avesse sognato, ma era certa
non fosse nulla di piacevole visto che si sentiva più stanca di quando
era andata a coricarsi.
Si avvicinò alla finestra della sua
stanza e scostò le tende: stava albeggiando. Era ancora molto presto e,
se lo avesse voluto, avrebbe potuto rimettersi sotto le coperte e
dormire ancora qualche ora, ma sapeva che il sonno non sarebbe
sopraggiunto. Ormai tutto era diventato difficile, troppo difficile.
Sorridere era una fatica, alzarsi era uno sforzo, chiacchierare era una
pena, e persino dormire. Quando andava a letto i pensieri la assalivano
come uno sciame di api impazzite e non le davano tregua, alla fine
cedeva al sonno stremata; quando si alzava, si rendeva conto che la
mattina era più stanca della sera precedente.
Erano trascorse
quasi due settimane dal giorno in cui Tamnais si era risvegliato. Il suo
aspetto, in confronto a quando lo avevano salvato, era ormai normale:
la magrezza spaventosa era scomparsa e, anche caratterialmente, sembrava
più sereno. Avevano rimandato la partenza per il Regno della Terra. I
membri del Consiglio non avevano voluto si mettessero subito in viaggio:
prima avevano preteso di accertarsi che le condizioni di salute di
Tamnais fossero migliorate e che lui fosse pronto ad affrontare il
pericolo. Nonostante le proteste di Morwenna – sua nonna lo aveva preso
sotto la sua ala con enfasi – era stato messo quasi subito sotto torchio
dai maestri affinché fosse allenato al combattimento. Com’era stato
anche per lei, Tamnais mostrava un’ottima predisposizione e i suoi
poteri si piegavano molto volentieri al suo comando.
Celine
spendeva tutte le giornate ad assistere ai suoi allenamenti, lo
incoraggiava e si complimentava per i suoi rapidi progressi. Le sue
energie erano tutte impiegate nella farsa che teneva in piedi per il
mondo intero, l’unica eccezione era Aidan, il solo che sapesse la verità
e l’unico con cui non parlava. Le occasioni per incontrarlo, da quando
era presente Tamnais, erano pari a zero. Lei era sempre impegnata e,
anche se fosse riuscita a liberarsi, Aidan comunque non l’avrebbe più
raggiunta nella sua stanza di notte, né tantomeno lei sarebbe potuta
andare a fargli visita. Nonostante il loro amore fosse sopravvissuto
all’arrivo del Prescelto, al momento era come se fosse stato messo da
parte.
Celine si sentiva come se la sua vita avesse nuovamente
subito uno scossone spaventoso, più precisamente aveva la sensazione che
fosse in pausa. Quando i Custodi l’avevano trovata, nonostante la paura
per tutto ciò che di sconosciuto l’aspettava, c’era l’entusiasmo per la
sua nuova vita. Invece i nuovi eventi avevano messo da parte tutto ciò
che la rendeva felice.
L’amicizia con Buonia si era raffreddata,
le era stato chiaro sin da subito. Non poterle dire la verità la
escludeva dai suoi tormenti e contemporaneamente l’allontanava da lei.
Era stato evidente che Buonia fosse agghiacciata dal suo amore
totalitario per Tamnais e dalla sua falsa indifferenza nei confronti di
Aidan. Sospettava che l’amica non fosse più del tutto naturale con lei.
D’altra parte nemmeno lei lo era: dovendole mentire erigeva dei muri e
tutto quello che c’era di magico nel suo rapporto con Buonia appariva
congelato, come un ricordo indistinto.
Gli altri la trattavano
come sempre, ma sapeva che Mavi quasi certamente ce l’aveva a morte con
lei, e coloro che erano a conoscenza del loro amore si domandavano come
stesse lui. Non ne faceva loro una colpa, a volte si odiava da sola. Si
detestava quando baciava Tamnais, mentre gli teneva la mano e gli
sorrideva, quando gli parlava e persino quando ci pensava. Pensare a lui
la faceva stare male. Il fatto che lui fosse
piombato nella sua esistenza stravolgendola non era l’unico motivo, c’era di peggio: il senso di colpa.
Voleva
bene a Tamnais, lui era adorabile e la trattava con una gentilezza e
una devozione che la facevano sentire un essere abietto per il modo in
cui lo prendeva in giro. Si era spesso domandata se non sarebbe stato
più corretto dirgli la verità, ma la risposta era sempre stata la
stessa: non poteva. Se lo avesse fatto, avrebbe messo in pericolo troppe
persone, e non era possibile prevedere la reazione di Tamnais, non lo
conosceva da tempo sufficiente per essere in grado di immaginare come si
sarebbe comportato. Non avrebbe mai lasciato che qualcuno facesse del
male ad Aidan, ma al contempo non poteva nemmeno permettere che tutto il
popolo perdesse la fiducia nei Prescelti e che il suo mondo fosse
distrutto.
Il suo sguardo si spostò sul cielo che si stava
rischiarando, le rammentò immediatamente quegli occhi che amava più di
qualsiasi altra cosa al mondo. Una lacrima le scivolò lungo la guancia e
poggiò il viso sul vetro freddo, quasi potesse darle conforto. Quel
gesto le ricordò il medesimo che aveva compiuto il mattino in cui era
cambiato tutto, quando viveva ancora a Venezia con la madre di Matteo e
dalla finestra ammirava le strade sottostanti.
Allora si sentiva
sola perché nessuno sembrava volere avere a che fare con lei, quando
era ancora ignara dei veri motivi si era sentita schiacciata
dall’indifferenza di tutti coloro che la circondavano. Poi aveva
scoperto di aver proiettato uno scudo per tenere lontane le persone, per
proteggersi dall’occhio indiscreto degli umani che avrebbero potuto
rendersi conto di quanto era diversa, ma soprattutto per nascondersi da
Fàs, anche se allora nemmeno ne conosceva l’esistenza. Trovando i
Custodi la sua vita era cambiata: aveva finalmente assaporato la gioia
di avere degli amici, di conoscere qualcuno che l'apprezzava, di
sentirsi circondata d’amore. Nonostante tutte le prove che aveva
affrontato e le difficoltà che l’avevano spesso oppressa era sempre
stata grata di quel cambio di vita: non era più sola.
Mai
avrebbe immaginato di sentirsi nuovamente come quando era
un’insignificante umana. Non avrebbe mai creduto che si sarebbe
ritrovata nuovamente così alienata. La cosa aveva dell’incredibile, se
lo avesse detto a qualcuno l’avrebbero presa per pazza o per una con
manie di protagonismo. Era la Regina di un popolo, una delle persone per
cui si aveva più considerazione, circondata da gente che avrebbe
eseguito ogni suo ordine, eppure si sentiva incredibilmente sola,
isolata come non lo era mai stata.
Era un tipo di solitudine
completamente diverso rispetto a quello di cui era stata vittima durante
gli anni di crescita. Era alienante sentirsi in quel modo, sapere che
tutte le persone che la circondavano non potevano capirla, ascoltarla,
consigliarla e starle davvero accanto. Era quasi come se tutti i suoi
affetti più cari fossero inariditi. Sapeva bene che Caswyn, suo zio,
l’amava come due settimane prima, era lo stesso per lei, ma non poteva
più essere sincera con lui, come con tutti gli altri. Quella condizione
ricopriva tutti i suoi rapporti di una patina di finzione. Parlava,
rideva, ascoltava, ma era come se non facesse nessuna di quelle cose.
Non
parlava più con Aidan da quella sera lungo le sponde del lago e, da
allora, non lo aveva quasi più rivisto. Era in assoluto il periodo più
lungo che aveva passato senza nemmeno dirgli una parola. Le mancava in
modo lacerante ed era in pena per lui. Non poter sapere come stesse,
cosa provasse. Non poterlo toccare, baciare, sentire il suo odore: la
sensazione di vuoto che ne derivava era desolante. Aveva fatto una
promessa: avrebbe rispettato la presenza di Tamnais e prestato
attenzione affinché nessuno scoprisse cosa provava davvero: lo doveva
alla sua gente, a chi era morto, e avrebbe continuato a farlo, per lei.
Quando era sola con se stessa, però, non poteva mentire alla sua anima.
Aidan,
come si era aspettata, era ligio e rispettava la presenza di Tamnais,
si faceva vedere a palazzo solo se strettamente obbligato. Le riunioni
con il Consiglio, giacché non vertevano sulla spedizione, erano
riservate solo ai quattro membri, a lei e a Tamnais. Ne avevano fatta
una brevissima per decidere a quale data rimandare la partenza,
considerato l’arrivo di Tamnais, e in quell’occasione Aidan aveva
presenziato. Aveva provato a parlargli usando il loro dono, ma Tamnais
aveva richiamato la sua attenzione e Aidan non aveva risposto. Si erano
solo scambiati uno sguardo e in quegli occhi Celine aveva letto tutto il
suo dolore. Aveva occhiaie profonde e avrebbe voluto chiedergli se gli
incubi sulla morte dei suoi genitori lo tormentassero ancora. Ma non
poteva. Si era imposta di stargli lontano.
Qualcuno bussò alla porta.
«Avanti», disse Celine.
Era Tamnais e Celine si stampò in faccia un sorriso luminoso.
«Ciao,
volevo darti il buongiorno, con tutte queste lezioni possiamo passare
insieme poco tempo ultimamente», si fece avanti lui, abbracciandola.
Celine, le braccia che le sembravano lastre di piombo, lo strinse a sua volta dandogli un bacio leggero
«Non
preoccuparti, passo tutto il tempo a guardarti, sono lì con te. Voglio
che tu sia preparato per ciò che affronteremo, è giusto che spenda tanto
tempo con i Maestri», lo rassicurò.
«Andiamo a fare colazione insieme?», propose lui.
«Certo», acconsentì lei, infilando la mano in quella che lui le porgeva.
Un’altra
giornata di finzione era iniziata, ormai aveva perso il conto dei
sorrisi falsi che faceva, dei gesti finti che compiva, delle parole
vuote che pronunciava. All’inizio si tormentava contandole una a una,
pensando a quanto le mancasse Aidan, sentendosi un verme per come
prendeva in giro Tamnais e tutti coloro che l’amavano.
Poi aveva smesso.
Stava già sufficientemente male. Non voleva più concentrarsi su ogni maledetto gesto che era obbligata a compiere.
Ecco tutte le tappe del Blogtour:
Ricordatevi di seguire tutte le tappe per partecipare al giveaway che vi darà la possibilità di vincere un buono Amazon del valore di 20€.
Prologo ricco di emozioni. La voglia di leggere il libro è sempre di più.
RispondiEliminaTi capisco ;)
Eliminaè sempre bello poter sbirciare tra le pagine di un libro che si attende impazientemente ^_^
RispondiEliminaGrazie <3
Ringrazia Laura, che ci permette di sbirciare in attesa :)
EliminaComplimenti all'editor, ha fatto un ottimo lavoro, tanto che il testo sembra scritto da un'altra persona. La prosa è molto più curata ed elegante, la narrazione scorre fluidamente ed è ricca di particolari solitamente trascurati. Lo stile è irriconoscibile. Mi chiedo tanto di Laura Rocca sia rimasto in questo volume.
RispondiEliminaCiao,
Eliminascusa ho letto solo ora e mi sembrava doveroso fare una precisazione:
il Blogtour è stato organizzato ampliamente in anticipo (mesi fa si iniziò a parlarne) e Laura mi passò il file, tanto questa tappa è molto semplice e non dovevo fare aggiunte (a parte le immagini che ho inserito qualche settimana fa).
Quindi, insomma, quello che leggi è il testo prima che finisse tra le mani dell'editor...
Sono in attesa anche io della pubblicazione per leggere il libro e vedere se e come sarà stato modificato, ma dubito ci saranno tanti cambiamenti, come dici anche tu: la prosa è curata ed elegante, , la narrazione scorre fluidamente ed è ricca di particolari...
Insomma, un'altra stupenda storia aspetta di essere letta :)
Eccomi. Siccome sono stata citata, e non in positivo, vorrei rispondere ad ANONIMA. Dire che lo stile di Laura è irriconoscibile equivale a dire che ho fatto male il mio lavoro, per cui vorrei spiegare due semplici cose. Io non faccio miracoli, o meglio ancora non ne ho fatti (non si sa mai nella vita); lo stile di Laura è ben visibile e riconoscibile a occhi allenati. Io e lei lavoriamo insieme da anni, stiamo facendo un percorso di crescita narrativa, oltre alla semplice correzione del testo. Forse è questo che intendevi dire: Laura è cresciuta, e menomale (mi preoccuperei, se non accadesse). Altra cosa: il testo definitivo ancora non l'abbiamo finito (è in atto l'ultimissima revisione), quindi quello che ha passato ai blog è per forza di cose un working progress. Sono disponibile a qualsiasi chiarimento.
EliminaForse intendevi un "work in progress"? Comunque siete libere di dire quello che volete, un autore non cambia stile così radicalmente nel giro di qualche mese. Tornate indietro e leggete i volumi precedenti: gli unici tratti così prolissi senza un abbozzo di dialogo sono tutte descrizioni di luoghi che sembrano copia-incollate da wikipedia o di tumulti amorosi. L'estratto qui sopra non c'entra niente con lo stile dell'autrice, quindi, che sia stato o meno editato, c'è qualcosa che non va a monte. Se stessimo parlando di libri pubblicati a distanza di ANNI, potrei accettare la scusa della "crescita", ma qui si parla di pochi mesi e c'è una distanza qualitativa ingiustificabile, se non dall'intervento di una seconda mano che abbia "aiutato" il testo. Se siete un minimo obiettive, non potete non ammettere che i due stili sono incompatibili. Se non potete ammetterlo, anche qui c'è qualcosa che non va. Pace.
EliminaNon mi sembra educato continuare su questa strada, dopo che la editor ha spiegato in che modo svolge il suo lavoro, 'insultandola' insinuando che il suo lavoro vada oltre a quello che dice.
EliminaIn ogni caso, per come ne parli e descrivi ciò che hai letto, secondo me avrai spulciato qualche capitolo del primo volume (pubblicato nel 2015, non qualche mesetto fa, giusto per precisare), perché è vero che ha uno stile molto descrittivo, ma è il suo stile!
Può piacere o no, ma lei scrive così. (E lo fa anche bene)
E sminuire quel tipo di scrittura con un "copia incolla da Wikipedia" fa molto ridere e non ha alcun senso logico, soprattutto se si parla di un Fantasy in un mondo inventato.
In ogni caso qui è scomodo commentare e/o dialogare, in alto ci sono tutti i miei contatti. Puoi scrivermi lì...
Sempre che tu non abbia nulla da nascondere ;)
Mi scuso con l'admin per questo alterco davvero poco piacevole e spero che ANONIMA continuerà a seguirci con altrettanto entusiasmo ;)
Eliminaqueste poche righe hanno riacceso tutte le emozioni che ho provato con questa saga e non vedo davvero l'ora di buttarmi a capofitto in questo libro ❤❤❤
RispondiEliminaAnche io ^.^
Eliminaadoro laura e come scrive! ha la capacità di farti staccare il cervello da qualsiasi cosa tu stia facendo e catapultarti nel meraviglioso mondo che ha creato...detesto questa attesa...ormai parliamo di giorni ma non ce la faccio più!!!!
RispondiEliminaMi sento male, come ad ogni libro di Laura. Mi sento davvero male!
RispondiEliminaNon riesco minimamente a immaginare nulla di bello in questo libro. Chissà cosa tirerà fuori dal cilindro Laura!
Grazie di cuore per aver messo il prologo!
GRAZIE!!
Ciao Elisa, grazie per lo spazio e per il tuo impegno :-)
RispondiEliminaGià dal prologo promette davvero bene, sono un po' in pena per la nostra piccola regina che deve sorreggere tanti pesi sulle sue sole spalle, ma sono certa che troverà lo stesso la sua via e la sua forza per andare avanti. Il 7 è sempre più vicino!! <3
RispondiEliminaQuesto prologo è stupendo quindi non oso immaginare come sarà il resto del libro! Aspetto con ansia Venerdì <3
RispondiEliminaCriticare in maniera negativa e anonima è veramente da persone piccole piccole e insignificanti!
RispondiEliminaNon puoi muovere delle critiche così ingiuste e pesanti e non firmarti,troppo comodo così!!
Metti il tuo vero nome se vuoi muovere una critica
altrimenti io da parte tua percepisco soltanto invidia...
della serie lancio il sasso e nascondo la mano.
Io ho letto tutti i libri di Laura è noto bellissima crescita narrativa
Continua così Laura
In bocca al lupo per tutto
Sandra