Adichie ha scritto un intenso pamphlet sotto forma di lettera, con uno sguardo confidenziale eppure politico.
«La maternità è un dono fantastico, ma evita di definirti solo in termini di maternità. Sii una persona completa.
In queste prime settimane da neo mamma sii gentile con te stessa. Chiedi aiuto. Pretendi aiuto. Non esistono le Superdonne.
Non dire mai a tua figlia che deve fare una cosa o che non la deve fare "perché sei una femmina". "Perché sei una femmina" non è mai una buona ragione. In nessun caso.»
Cosa significa essere femminista oggi? Per prima cosa reclamare la propria importanza, di individuo e di donna insieme; reclamare il diritto all'uguaglianza senza se e senza ma. E cosa significa essere una madre femminista? Non smettere di essere una donna, una professionista, una persona, e condividere alla pari la responsabilità con il proprio compagno. Mostrare a una figlia le trappole tese da chi la vuole ingabbiare per mezzo della violenza, fisica o psicologica, in un ruolo predefinito, e spiegarle che quel ruolo non ha nessun valore reale e che potrà scegliere di essere ciò che vorrà. Farle capire che la sua dignità non dipende dallo sguardo e dal giudizio degli altri e che la sua realizzazione non dipenderà dal compiacere quello sguardo. E significa soprattutto insegnarle che l'amore è la cosa più importante, ma che bisogna anche capire quando è il caso di battersi contro l'ingiustizia. Adichie ha scritto un intenso pamphlet sotto forma di lettera, con uno sguardo confidenziale eppure politico. La sua voce, che sa essere intima e allo stesso tempo universale, ha saputo dare vita a un manifesto necessario in un presente in cui dobbiamo imparare a vivere la differenza per poterci ancora dire umani.
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Davvero breve ma estremamente bello e potente.
E mi sembra perfetto parlarne durante la Festa della Donna.
Questa è la lettura di Marzo per #WeCanReadIt (cercate su Instagram, il GdL è di @under__my__skin e @microcosmodiparole) ed è a dir poco stupenda.
Non sono nemmeno un cento paginette, scorrono rapide e veloci, ma lasciano un impatto davvero potente nel lettore. Nata come una lettera per una sua amica che le ha chiesto cosa dovesse fare per far crescere la figlia femminista, l'autrice da quindici consigli su come poterlo fare.
Consigli che spaziano dal rispetto, all'amore, alla percezione di sé,...e nonostante la dolcezza con cui vengono esposti si percepisce la sua esperienza dietro e, a volte, il dolore che ha vissuto per certe cose considerate normali, ma che non lo sono affatto.
Lascia anche dei consigli specifici per "neri" (non è mia intenzione usarlo come termine dispregiativo, come io sono "bianca" e ho alcune caratteristiche, loro ne hanno altre diverse da me. Biologia, niente di più), come il non farsi coinvolgere troppo dagli stereotipi di bellezza che vogliono qualcosa di inarrivabile e bianco; cosa che per le stesse bianche è quasi impossibile, figuriamoci per chi ha caratteristiche totalmente diverse. Anche solo i capelli, che la stessa autrice cita dicendo di non farle perdere tempo per "addomesticarli". Sono indisciplinati, e può andare benissimo così. Non si deve perdere tempo per fare acconciature "tollerabili" (dagli occhi esterni), perché portano via tempo ad attività più interessanti e spesso sono dolorose.
Ci parla anche di uomini e donne che sono ancora strettamente legati a stereotipi assurdi, dove la donna resta solamente qualcosa dell'uomo (moglie e/o madre, niente di più). Chiedendo di circondare la bambina di figure intelligenti e fuori da questi schemi mentali, per farle imparare che lei non è inferiore a nessuno e non deve vergognarsi mai. Deve imparare a difendersi, ad argomentare, ad avere una sua idea, ma sempre senza esagerare ne avere arroganza.
Una lettera che dovrebbero leggere più persone, soprattutto genitori (che nasca/abbiano maschio o femmina), per capire come le differenze fra le due educazioni siano ancora persistenti e fastidiose, che basta davvero poco per permettere un cambiamento in meglio. Di non pretendere di più dalle bambine "perché è così", ma insegnare a chiunque le basi per crescere in modo sano, intelligente e rispettoso degli altri.
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