Opinione: Sui Diritti Delle Donne, di Mary Wollstonecraft

 
"A seguito di lunghe riflessioni sulla storia e dopo aver preso atto con diligenza della realtà che ci circonda, mi sono ritrovata triste e indignata. Infatti, mio malgrado, ho dovuto ammettere che le differenze tra gli esseri umani non sono state stabilite dalla natura, ma dalla stessa civiltà. Dopo aver letto molti libri di pedagogia, ho osservato il comportamento dei genitori e del sistema scolastico. Che cosa ho dedotto da tutto ciò? Mi sono convinta che l'istruzione inadeguata sia la causa primaria delle carenze di cui mi rammarico...". Nel 1792 Mary Wollstonecraft sconvolse la comunità britannica con un'opera sorprendente e all'avanguardia. Sui diritti delle donne esamina con occhio oggettivo e critico la posizione della donna nella società, portando alla luce le cause, le conseguenze e le ingiustizie di dogmi e pregiudizi considerati corretti solo per abitudine o convenienza, puntando il dito contro le sue stesse sorelle che accettano la loro sorte di buon grado, anziché ribellarsi. Un prezioso documento storico, una tra le prime opere che imposero solide fondamenta alla lotta per i diritti delle donne.

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Apro Marzo con qualcosa di unico.

Lo sapete già, l'ho ripetuto più volte ma ribadisco, nel caso non mi conosciate ancora: i saggi fatico moltissimo a leggerli. Devo concentrarmi parecchio e la mia attenzione spesso finisce dopo pochissimo. Quindi, se come in questo caso, sono pure "vecchi", quindi scritti in un linguaggio non propriamente attuale, fatico ancora di più.

Detto questo, ho trovato comunque questa lettura breve ma molto interessante.
Sicuramente dovrò rileggerlo altre volte per coglierne tutti i vari aspetti, ma per questa prima lettura diciamo "superficiale" e veloce, ho già trovato parecchie note per cui mi ritengo stupita di quanto possano suonare attuali, e mi sale il nervoso che dalla fine del 1700 le cose non siano così cambiate.

La base del tutto è la richiesta da parte di Mary per permettere alle bambine la stessa istruzione di cui hanno accesso i maschi. Perché così importante? Semplicemente detto: con questa base comune, si potrebbero abbassare (se non annullare) le differenze che portano la donna ad essere "inferiore" all'uomo, poiché senza istruzione e solo l'educazione alla bellezza, non avranno mai occasione di prendere coscienza di se stesse, non potranno compiere scelte autonome, non potranno essere altro che graziosi ornamenti per gli uomini che le sposeranno.
Perché questo era(/è) il solo scopo della donna: diventare moglie e madre.
Sentite qualcosa che suona familiare, eh?

Durante questo breve saggio spiega che anche gli uomini ne potrebbero trarre giovamento, poiché questa rigidità di ruoli imposti danneggia anche loro tenendoli schiavi di questo sistema che pretende donne vuote e fragili, e uomini "padroni" e forti (detto in altre parole, ma il concetto è questo).

Porta molti esempi di altri filosofi, scrittori,...che "deride" per le loro opinioni così ricche di (quasi) disgusto verso la figura femminile; seppur costretta ad essere inferiore, per questo pure insultata di questa mancanza di cui non hanno alcuna colpa.

Lei chiede appunto di rivalutare tutto questo ripartendo dall'infanzia, potendo dare ad entrambi i sessi una partenza paritaria. Ammettendo che se davvero questa inferiorità esistesse, verrebbe poi facilmente a galla negli anni; che non ci sarebbe alcuna ragione (se la donna fosse davvero inferiore) di farla partire svantaggiata e mantenerla in quello stato di perenne ignoranza e fragilità forzata.

Ci sono anche alcuni frammenti in cui se la prende con le stesse donne, che restano schiave di questo sistema e lo assecondano, quasi provandoci gusto a mostrarsi fragili damine.
Non risparmia nessuno, una lingua tagliente che provoca chiunque (ed immagino solo lo scalpore che possa aver fatto in quei tempi).

Da leggere, per arricchire il pensiero e scoprire il coraggio di questa donna, purtroppo non così conosciuta come meriterebbe

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