Opinione: Skin Medicine, di Tim Curran


Skin Medicine è il figlio bastardo dell'unione sotto una cattiva stella tra un Louis Lamour fulminato e un Bentley Little strafatto. È divertente nello stile di classici cinematografici sopra le righe come Re-Animator, Dog Soldiers e Tremors. (Steve Vernon - Horrorworld) 
Skin Medicine è una corsa sfrenata nella Frontiera Oscura. (Randy Chandler - Autore diBad Juju) 

Un male indicibile sta perseguitando i Territori. Veterano della Guerra Civile e cacciatore di taglie, Tyler Cabe sta dando la caccia a uno spietato assassino, ma si troverà ad affrontare qualcosa che va oltre l'immaginazione di ogni uomo vivente.




Mi trovo abbastanza in difficoltà a recensirlo, poichè (non me lo aspettavo) sono andata oltre la mia comfort zone e, riguardo questo aspetto, i miei gusti personali ahimè sono rimasti invariati, quindi non è stata proprio una lettura piacevolissima per me. Ma obiettivamente, non è un brutto romanzo, anzi lo consiglierei se si hanno alcune preferenze...

Il primo capitolo è adrenalinico, veloce, tagliente. Mette nel lettore fretta di leggere come continuerà ciò che sta leggendo, misto ad un brivido che corre lungo la schiena, perchè l'autore è imprevedibile. 
Potrebbe non succedere nulla o potrebbe esser l'inizio di tutto. 
Ma poi...frena. Di botto. Ci troviamo quasi ad arrancare per determinate scelte fatte dall'autore, fra il presente praticamente nelle sabbie mobili, ed il passato dei vari personaggi che ci viene narrato con (esasperante) lentezza e ricco di molti dettagli. 
 
Curran in questo romanzo non è propriamente quello che avevo conosciuto attraverso Dead Sea, Long Black Coffing, Cannibal Corpse, Nightcrawlers o Saw (una "novella" omaggio per gli iscritti alla newsletter Dunwith Edizioni, di cui mi sono resta conto solo ora di non avervene ancora parlato!).

Mi spiego meglio: nei romanzi che ho citato poco sopra (tramite i link trovate le mie opinioni in merito) c'è un elemento comune molto forte che lega le varie storie: il contenuto estremamente splatter, violento, ....di luoghi e situazioni inventate!

In questo libro, invece, mi sono scontrata con la realtà. 

Curran sceglie di ambientare la storia dopo la Guerra Civile Americana ed i suoi protagonisti sono veterani di entrambe le fazioni che ne hanno vissuto gli orrori, e tramite i loro occhi ci porterà spesso a riviverne i momenti bui ed orriblii, come solo le guerre possono essere. 

Mi sono trovata spiazzata poichè la narrativa "storica" (se così posso definirla, non linciatemi) è una grande fatica per me; la trovo lenta e noiosa (sono gusti, portate pazienza), e ritrovarmi spesso "intrappolata" nelle memorie dei vari personaggi che si alterneranno la voce all'interno di questo libro è stato spesso pesantuccio. 

Il tutto narrato davvero bene, eh! 
Se vi piacciono questi aspetti, non perdete tempo e buttatevi in questa lettura. 
Ah, non mancherà lo splatter e alcuni elementi decisamente irreali. Curran si mantiene costante in questo. 

Dopo queste premesse d'obbligo, così avete capito come mai personalmente non mi ha conquistato, torniamo alla trama.
I personaggi sono molteplici ed molti ci daranno occasione di veder le cose attraverso il loro punto di vista;
uno fra i principali è sicuramente Tyler Cabe, un veterano sudista ed ora un cacciatore di taglie, che approda a Whisper Lake in cerca di un efferato assassino che uccide prostitute in maniera estremamente brutale, ma continua a muoversi per l'America, rendendo davvero difficile trovar minime tracce per poterlo inseguire. Cabe ha l'intuizione che verrà lì a cercare la prossima vittima e vuole precederlo, l'unica maniera per poterlo catturare. 

In questa cittadina che si sta esplodendo per le nuove miniere che stanno aprendo, ritrova qualcuno del suo passato: lo sceriffo Jackson Dirker. Veterano nordista.  Un uomo estremamente freddo, ma il cui rigore gli permette di tener sotto controllo la contea di Beaver. 

Ci sarà Orville DuChien, un bifolco veterano sudista che sente le voci; Charles Graybrow, un anziano indiano che finge di essere più stupido di com'è davvero; Janice Dirker, moglie dello sceriffo e padrona del St. James Hostelry; Caleb Callister, proprietario delle pompe funebri e non solo; James Lee Cobb, il cattivo...

Come vi avevo detto inizialmente, il tutto è ambientato fra passato e presente
Il presente è comune ai vari personaggi. 
Una storia che prosegue fra i vari "flashback", anche se davvero troppo lunghi (per me) ma non per questo meno inquietanti. La guerra e certe violenze che la circondano restano un bel pungo nello stomaco. Curran le narra davvero bene e ci si sente in queste atmosfere, provando molta empatia con i vari personaggi, che siano Nordisti o Sudisti; infatti questo credo sia un pregio della storia: l'aver voluto narrare entrambi i punti di vista, poichè alla fin fine sono praticamente identici. Come dice uno dei personaggi, non importa la fazione, i veterani hanno qualcosa in comune che permette loro di comprendersi. 
Anche se non trattata in maniera approfondita, si capirà anche la guerra che c'è stata fra "bianchi" ed indiani. Di come questi ultimi vengano ancora trattati in maniera "assurda", poichè visti come selvaggi troppo stupidi da istruire. 
Ed un cenno alla relativamente nuova faida con i mormoni. 

Oltre la Guerra Civile Curran riserva un enorme spazio per raccontarci del cattivo di questa vicenda, James Lee Cobb. Parte da lontano, da prima della sua nascita, e ci porta lungo la sua vita "dannata", mostrandoci la sua crescita, la presa coscienza di ciò che è e l'accettazione di tutto ciò, portandoci lungo la perversione che riempirà la sua vita e che lo renderà un capo agli occhi dei suoi seguaci. 

Lo so, sono davvero tante tematiche che fin troppo spesso mi hanno fatto chiedere dove volesse andare a parare Curran questa volta. Troppa carne al fuoco, mentre la storia principale sembra quasi silente, dando qualcosina fra le pagine, ma muovendosi di poco rispetto a tutto il resto che vortica attorno. 

Tirando le somme: non lo boccio, ma mi ha annoiato parecchio. 
Sicuramente è ben scritto, le tematiche principali sono raccontate in modo piuttosto interessante, però ho avuto spesso la sensazione di non sapere cosa stavo leggendo e perchè mi veniva detto. 
Per la storia in sè tantissime parti si potevano tagliare tranquillamente, è un bonus che dipende dai gusti del lettore se verrà apprezzato oppure, come nel mio caso, non proprio. 
Troppi argomenti diversi che confondono e non si mescolano per bene. Danno qualcosa alla trama, ma niente di indispensabile. O a volte è legato alla storia, ma non ci fai molto caso, perdendoti in altri dettagli. 

Se vi piace Curran, dategli una chance.
Se vi piace il realismo negli horror, con approfondimenti, fa sicuramente per voi! 
Se vi piace lo splatter, il sangue, la violenza,...fa per voi. 

Se non siete molto portati per gli approfondimenti storici...eh, pensateci. 
Magari potreste comunque dargli una possibilità durante le numerose promo che la Dunwich propone durante l'anno. 

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