Opinione: La Mosca, di George Langelaan
Una telefonata nel cuore della notte sta per cambiare la vita di Arthur Browning: l'incomprensibile omicidio di suo fratello Robert, lo scienziato, sconvolge la quotidianità della famiglia e la precipita in un complesso turbinio di sangue, follia e segreti, dove l'unico indizio sembra essere collegato a una misteriosa mosca bianca fuggita da un laboratorio. Pubblicato nel 1957, questo breve e incisivo noir di George Langelaan, che intesse fantascienza, orrore e dramma famigliare, ha ispirato registi del calibro di Kurt Neumann e David Cronenberg a realizzare alcune delle pagine più significative e disturbanti della cinematografia horror della seconda metà del Novecento.
Però (il film) se ne ispira solo, la trama è estremamente diversa.
Ma esiste una pellicola estremamente fedele, lo sapevate?
Opinione: Non è colpa della luna, di M.L.Rio
Oliver Marks ha scontato dieci anni di carcere per l'omicidio di un compagno di college. Ai tempi della condanna, non tutti erano convinti della sua colpevolezza, in primis il detective Colborne, che ora lo attende fuori dal carcere per sapere finalmente la verità. La storia che Oliver si accinge a raccontargli si svolge alla Dellecher, una delle più prestigiose scuole di arte drammatica degli Stati Uniti, dove Shakespeare è venerato come un dio e non c'è limite alla competizione. Giovani, belli, ambiziosi, Oliver e i suoi sei amici sono inseparabili e dividono il tempo fra prove, performance e feste all'insegna dell'eccesso. Ma, una volta giunti al quarto e ultimo anno, qualcosa nel gruppo si incrina. I ruoli dei drammi che mettono in scena prendono sempre più spazio nella loro vita reale, ed emergono gelosie sopite, invidie, rancori. È Richard, più di tutti, a perdere il controllo, finché, un freddo mattino di novembre, viene trovato morto. A quel punto, per ognuno dei sei giovani attori rimasti inizia la prova di recitazione più ardua: convincere la polizia, gli altri e se stessi della propria innocenza. Perfetta per i fan del dark academia , una storia di lealtà e tradimento, follia e ossessione, colpa ed espiazione, che conduce il lettore lungo il confine magico e pericoloso tra la vita e l'arte.
Finalmente sono riuscita a finire questo romanzo.
Ammetto che sono partita benissimo ma poi, per un mio blocco, mi sono arenata.
I "difetti" li trovavo accentuati ogni volta che riprovavo a ricominciare la lettura e questo mi ha rallentato ancora di più. Ma, come dicevo, finalmente l'ho concluso togliendomi la curiosità a riguardo, poiché in tant3 ne parlano molto bene e volevo capire il perché. Se effettivamente era così bello.
Spoiler: Non è stato così per me.
Prima di tutto vorrei soffermarmi un momento su questa ristampa.
Io l'ho preso perché lo volevo leggere da tanto e quindi ho colto al volo l'occasione, ma sinceramente questa "edizione speciale illustrata" è molto deludente. Ci sono sei illustrazioni a piena pagina (che non mi fanno neanche impazzire).
E stop.
Fortunatamente il costo è nella media di edizioni normali (cover rigida), quindi Speciale o meno, non hanno aumentato in maniera vergognosa il prezzo per questo "dettaglio". Piccolo punto a favore.
Ma deludente esteticamente, a partire dal bollino in copertina che è un pugno in un occhio.
Parliamo della storia.
Subito ci viene presentato Oliver. Nostra voce narrante che ci porterà attraverso il tempo, lungo il suo presente ed i ricordi, a scoprire questa terribile vicenda che gli ha cambiato la vita radicalmente.
Infatti si trova in galera, ha scontato la sua condanna per omicidio e sta per uscire.
Il detective che lo arrestò però non ha mai smesso di chiedersi se fosse davvero lui il colpevole e, tolto il distintivo, gli chiede di raccontargli la verità. E qui inizia il nostro viaggio insieme a loro.
Torneremo indietro di 10 anni e Oliver ci farà da voce narrante durante il suo ultimo anno alla Dellecher.
Si alternerà il passato con brevi capitoli di presente, portandoci a conoscere i fatti.
Nella prima metà funziona molto bene.
Non sappiamo cosa sia successo.
Sappiamo che la vittima faceva parte del gruppo di attori dell'ultimo anno.
Sette studenti uniti come una famiglia.
Uno di loro non c'è più, ma non sappiamo chi...o almeno io non lo sapevo perché non ho letto questa nuova trama.
Infatti nella precedente pubblicazione non c'è Spoiler!
(ci sarebbe un dettaglio che fa spoiler anche in quella vecchia, ma risulta forse un filino meno evidente)
Perché farlo???
Secondo me, è una enorme cag4ta non aver tenuto segreta la vittima.
Tiene altissima la tensione e continui a chiederti chi potrebbe essere (anche se ammetto, ad un certo punto era EVIDENTE, ma speravo in un colpo di scena).
Per quanto riguarda il romanzo, in generale in questa prima metà, tutto comunque gestito e bilanciato molto bene.
Però poi la storia ha una svolta quasi improvvisa e cambia totalmente rotaia.
Diventa molto introspettiva, lenta, riflessiva,....
Posso capire la scelta, ma a mio gusto ha solo rallentato tutto.
Non mi sono immedesimata in nessuno, nemmeno Oliver che ci porta in quei mesi così pesanti anche per lui.
Note dolenti.
Cliché. Cliché ovunque. E banalità.
Scuola prestigiosa. Arrivisti ovunque. Gruppetti divisi non per gusti, ma per scelta di carriera e di età.
Qui il teatro, là ballerini, in fondo musicisti, ecc...
In linea generale potrei comprenderlo, poiché si punta ad eccellere, quindi se tu perdi io vinco.
Ma, non lo so, mi suonava molto Mean Girls.
Seriamente, da quello che ci fa capire Oliver, loro sette sono in un mondo tutto loro (perché attori e perché del 4 anno), e non si mescolano mai con nessun'altro. Dal suo racconto sembra che tutti in quella scuola si comportino allo stesso modo, e lo trovo assurdo. Capisco primeggiare, ma nella vita dovrai farti delle conoscenze in altri campi? Interagire? Trovare alleati che ti permettano di spiccare?
No.
A malapena questo gruppetto interagisce con altri studenti di teatro, con cui si trovano a dover condividere le scene.
Nessuno comunica mai con nessun altro. A parte per le feste.
Eh già, scuola minuscola, super prestigiosa,....ma ci sono party da confraternita teen movie assurdi, con: musica a palla, alcool a fiumi, parecchia droga.
Dove trovino i soldi per tutto ciò?
Ve lo devo proprio dire che ci sono figli di papà che ricevono dai genitori solo soldi per la mancanza di presenza ed interesse? Infatti abbiamo un abisso fra questi e chi paga col sudore della fronte. (ve l'ho detto: Cliché)
E, cosa più "divertente", se ne sbattono tutti gli adulti che dovrebbero formare questi ragazzini (si, si comportano da ragazzini nonostante siano grandicelli).
Le uniche cose sono blandi avvertimenti, del tipo "non fumare o ti si rovina la voce".
Complimenti, davvero.
Per carità, l'autrice riesce a metterci anche un minuscolo spaccato della crudeltà di certi "insegnanti" nei confronti degli alunni. Spingono non solo sul palcoscenico, ma trafiggono nel provato così forte da portare al limite della distruzione gli studenti.
Parlavamo di cliché, e non si può non analizzare il gruppetto del teatro, la "famigliola felice" formata da:
- la coppia super bellissima popolare, Richard e Meredith; lui giovane, bello, prestante, enorme, muscoloso, intelligente,....ed ovviamente permaloso, arrogante, irascibile. Lei bellissima, talentuosa, brava,...arrivista come lui.
- il fattone, Alexander; forse spacciatore, poiché ha sempre, e dico sempre, almeno una canna in mano, per non parlare di altro.
- in "opposizione" a Meredith abbiamo due "nullità": Wren e Filippa. Carine, ma non abbastanza. Ecc, ecc.
- il BFF, James; compagno di camera di Oliver, l'amicone del cuore, gentile e non solo.
- non poteva mancare l'ingenuo dal cuore d'oro: Oliver!
Ognuno di loro non solo intrappolato da questi cliché su carta, ma pure sul palco. Poiché i geniali insegnanti non fanno altro che dar loro sempre la stessa tipologia di personaggi da interpretare, in linea generale. E quelle rarissime volte in cui si modificherà leggermente il copione, tutto ciò secondo voi sarà preso bene? (sarcasm)
Ok, basta parlare male.
Vediamo un dettaglio che potrebbe essere interessante, nonostante ho da dire pure su questo.
La storia è estremamente ricca di citazioni di Shakespeare, non solo nelle parti di teatro.
Questi ragazzi infatti vengono descritti come "malati" di Shakespeare.
Lo vivono, lo respirano, se ne nutrono, lo parlano come una lingua fluente fra di loro.
Riguardo tutto ciò un lavoro stupendo e meticoloso, non lo metto in dubbio, ma (per me) ad una certa diventava troppo.
Se avessi voluto leggere una tragedia di Shakespeare, lo avrei fatto; doverlo fare per lunghi frammenti riguardanti solo alcune scene, descritte in minimi dettagli, MA senza capire bene di cosa si stia parlando (dando quasi per scontato che il lettore lo sappia poiché le spiegazioni quando ci sono, sono vaghe), diventa pesantuccio.
Come quando invece che parlare fra loro, usano frammenti dei suoi scritti e vanno avanti a risponderai secondo quel testo.
Bella l'idea, ma per me "troppo".
La scrittura comunque è piuttosto scorrevole.
Romanzo abbastanza breve, che però riesce ad approfondire alcuni momenti e riflessioni.
Personaggi stereotipati, ma che qualcosina comunque danno al lettore.
La scelta di ambientare in una scuola del genere, concentrandosi sul teatro "classico" è interessante e molto particolare.
Le idee buone, ma non da portarlo ad essere una lettura imperdibile.
Tirando le somme, sono delusa.
Mi aspettavo molto di più, da come ne avevo sentito parlare.
Non è per nulla una lettura indimenticabile e da recuperare assolutamente.
Ma non la sconsiglierei.
È particolare, nonostante tutto. Se entrate nella storia può regalarvi piacevoli ore.
Le Dame Di Grace Adieu, di Susanna Clarke [Instagram Post]
𝕼𝖚𝖊𝖘𝖙𝖔 𝖘𝖔𝖕𝖗𝖆𝖙𝖙𝖚𝖙𝖙𝖔 𝖉𝖔𝖇𝖇𝖎𝖆𝖒𝖔 𝖗𝖎𝖈𝖔𝖗𝖉𝖆𝖗𝖊: 𝖑𝖆 𝖒𝖆𝖌𝖎𝖆 𝖆𝖕𝖕𝖆𝖗𝖙𝖎𝖊𝖓𝖊 𝖆𝖑 𝖈𝖚𝖔𝖗𝖊 𝖈𝖔𝖘𝖎' 𝖈𝖔𝖒𝖊 𝖆𝖑𝖑𝖆 𝖒𝖊𝖓𝖙𝖊 𝖊 𝖙𝖚𝖙𝖙𝖔 𝖈𝖎𝖔' 𝖈𝖍𝖊 𝖋𝖆𝖈𝖈𝖎𝖆𝖒𝖔 𝖉𝖔𝖛𝖗𝖊𝖇𝖇𝖊 𝖊𝖘𝖘𝖊𝖗𝖊 𝖋𝖗𝖚𝖙𝖙𝖔 𝖉𝖎 𝖆𝖒𝖔𝖗𝖊 𝖔 𝖉𝖎 𝖌𝖎𝖔𝖎𝖆 𝖔 𝖉𝖎 𝖌𝖎𝖚𝖘𝖙𝖆 𝖈𝖔𝖑𝖑𝖊𝖗𝖆.
𝕺𝖓𝖔𝖗𝖆𝖓𝖉𝖔 𝖖𝖚𝖊𝖘𝖙𝖔 𝖕𝖗𝖎𝖓𝖈𝖎𝖕𝖎𝖔, 𝖘𝖈𝖔𝖕𝖗𝖎𝖗𝖊𝖒𝖔 𝖈𝖍𝖊 𝖑𝖆 𝖓𝖔𝖘𝖙𝖗𝖆 𝖒𝖆𝖌𝖎𝖆 𝖊' 𝖒𝖔𝖑𝖙𝖔 𝖕𝖎𝖚' 𝖌𝖗𝖆𝖓𝖉𝖊 𝖉𝖎 𝖙𝖚𝖙𝖙𝖎 𝖖𝖚𝖆𝖓𝖙𝖎 𝖌𝖑𝖎 𝖎𝖓𝖈𝖆𝖓𝖙𝖊𝖘𝖎𝖒𝖎 𝖈𝖍𝖊 𝖒𝖆𝖎 𝖘𝖎𝖆𝖓𝖔 𝖘𝖙𝖆𝖙𝖎 𝖎𝖓𝖘𝖊𝖌𝖓𝖆𝖙𝖎. 𝕬𝖑𝖑𝖔𝖗𝖆 𝖑𝖆 𝖒𝖆𝖌𝖎𝖆 𝖘𝖆𝖗𝖆' 𝖕𝖊𝖗 𝖓𝖔𝖎 𝖈𝖎𝖔' 𝖈𝖍𝖊 𝖎𝖑 𝖛𝖔𝖑𝖔 𝖊' 𝖕𝖊𝖗 𝖌𝖑𝖎 𝖚𝖈𝖈𝖊𝖑𝖑𝖎....Torniamo a parlare di cose belle.
Questa piccola raccolta di racconti, presa immediatamente alla sua pubblicazione (noooo, la cover non ha influito minimamente sul mio bisogno di averla), si è rivelata una piacevole sorpresa.
Della Clarke avevo letto solo Piranesi che mi aveva colpito molto per l'ambientazione straordinaria. Per chi non mi conoscesse, di solito è l'aspetto che mi rallenta nella lettura e che se è troppo abbondante, spesso mi fa abbandonare il romanzo. In quel caso è stato un elemento così fondamentale e magico, che mi ha colpito particolarmente.
E quindi, perché non leggere altro di suo?
Si, ho recuperato "Jonathan Strange...." ma ancora non l'ho letto per la sua mole (e blocco del lettore abbinato), ma questo era più fattibile:
Meno di 300 paginette divise in 8 racconti, con delle illustrazioni davvero bellissime al suo interno.
Potevo farcela e così è stato.
La cosa che più mi ha colpito questa volta è lo stile. Non sembra di leggere racconti moderni ambientati nel passato, ma storie recuperate dall'epoca vittoriana.
Davvero un'esperienza piacevole e sorprendente.
No, non vi parlerò di cosa andrete a leggere. Voglio regalarvi la mia stessa sorpresa nel leggerli senza saperne nulla.
Forse il prezzo un po' altino per una ristampa, senza una nuova traduzione. Unica pecca che segnalerei.
La Dama della Chiatta e altri Racconti [Instagram Post]
[...] "𝑬 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆' 𝒏𝒐𝒏 𝒍𝒊 𝒉𝒂𝒊 𝒖𝒔𝒂𝒕𝒊?"
"𝑳'𝒉𝒐 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒐", 𝒅𝒊𝒔𝒔𝒆 𝒄𝒐𝒏 𝒄𝒂𝒍𝒎𝒂, 𝒆 𝒊𝒍 𝒔𝒖𝒐 𝒗𝒊𝒔𝒐 𝒊𝒎𝒑𝒂𝒍𝒍𝒊𝒅𝒊'.
Una lettura molto piacevole, che ci porta attraverso questi dodici racconti a passare dalla fantasia più inquietante, a momenti di quasi ilarità per la furbizia dei personaggi.
La citazione che ho scelto arriva dal racconto più famoso, ovvero "La Zampa di Scimmia". Sicuramente avrete visto anche solo per caso, almeno una volta, una delle innumerevoli citazioni che ne sono state fatte. Un racconto che sfiora l'orrore, in un modo così elegante da colpire l3 lettor3.
La maledizione della Zampa è esaudire i desideri, ma mai come un3 potrebbe pensare. Contorto, interessante, fa riflettere molto e sicuramente resta nella memoria.
Ho scelto di parlare di questo racconto perché è quello più famoso e che mi ha colpito maggiormente, ma gli altri (seppur lievemente inferiori, per mio gusto) sono altrettanto interessanti.
Ne fanno parte altri 11 racconti:
▪️La Dama Della Chiatta
▪️La Caccia Di Bill
▪️Il Pozzo
▪️Un Amore Segreto
▪️In Biblioteca
▪️Capitan Rogers
▪️La Pelle di Tigre
▪️Una Proposta per Due
▪️Un'Adulterazione
▪️Un'Impresa Perfetta
▪️Tre Al Tavolo
Storie che mescolano la furbizia umana, alcune con tocchi di violenza, altre che sfiorano la dolcezza.
Secondo me potrebbe esser letto da chiunque. Ci sono alcune storie con un tocco di orrore, ma se non affrontate nel buio, credo che possano essere lette senza particolari problemi.
Come sempre, la CE porta racconti e romanzi praticamente introvabili, con una grafica stupenda e un prezzo abbordabile. Come sempre, la CE porta racconti e romanzi praticamente introvabili, con una grafica stupenda e un prezzo abbordabile.
Histoire D'O, di Pauline Réage [Instagram Post]
𝖘𝖔𝖋𝖋𝖔𝖈𝖆𝖗𝖑𝖆, 𝖘𝖙𝖗𝖆𝖓𝖌𝖔𝖑𝖆𝖗𝖑𝖆, 𝖑𝖆 𝖑𝖎𝖇𝖊𝖗𝖆𝖗𝖔𝖓𝖔 𝖎𝖓𝖛𝖊𝖈𝖊 𝖉𝖆 𝖘𝖊' 𝖘𝖙𝖊𝖘𝖘𝖆.
Opinione: Histoire D'O, di Pauline Réage
È un romanzo che definirei BDSM decisamente esplicito, nonostante i suoi anni, quindi fate attenzione.
Inoltre ci tengo a specificare che so pochissimo del BDSM.
Se faccio errori, se ne parla così da permetter anche a me di capire meglio.
Detto ciò, vi lascio la mia impressione.
Si tratta di un romanzo complicato, a volte fin troppo rapido e spesso bisogna rileggere alcuni paragrafi, con la sensazione di essersi persi qualcosa.
Ci sono tre capitoli principali durante i quali il tempo scorre, ma la maggior parte delle volte non viene annunciato chiaramente, lo si comprende dopo un po'.
Sicuramente non per tutti, come già vi dicevo.
È esplicito e contiene parecchia violenza.
Che la protagonista è felice di ricevere(!), ma comunque violenza è (per chi non se la sentisse di leggere qualcosa del genere).
La storia scombussola il lettore, portato ad avere costanti dubbi, come la protagonista senza nome: O. Ma insieme a lei capiremo effettivamente che lei vuole tutto ciò.
O, nonostante il dolore e la sofferenza, è felice e si sente appagata da tutto ciò.
Lo ripete più volte: senza libertà lei è felice.
Ci sono comunque passaggi difficili, in cui non riusciamo a capire effettivamente se lei sia felice o lo faccia solo per rendere felice il suo amante, René. Però le cose sono strettamente intrecciate.
È un percorso durante il quale anche lei si mette in discussione, e durante il quale capirà che questo è ciò che desidera.
Lei ama essere comandata.
Soffre, ma si rende conto che ciò le piace. Ha il terrore delle scudisciate, ma le brama.
Quello che sembra pura tortura e motivo per cui tantissimi scapperebbero al solo sentirne la "minaccia", per molte persone è appagante e lo cercano.
È un romanzo che porta a riflettere molto, sull'affetto, l'amore, sulla propria libertà sessuale ed i gusti personali. Chi gode a "distruggere" e chi ad essere "distrutto". E, soprattutto, notare come dietro tutto ciò ci sia una dolcezza nel prendersi cura dell'altro (che ha subito violenza).
Come la libertà possa essere indispensabile oppure un peso.
O è giovane. Ambivalente in alcuni momenti, perché ama la caccia e la conquista (soprattutto verso le altre donne), ma trova se stessa nell'essere una schiava totale. Ubbidisce, ma non smette mai di interrogarsi se ciò sia corretto nei suoi confronti oppure solo un capriccio. Ed è in questo che secondo me si percepisce il fatto che lei è libera di scegliere di non esserlo più.
È molto difficile parlarne.
Mi ero imbattuta in un romanzo simile, ma più attuale. Di cui credo non osai nemmeno cercare le varie recensioni, per paura di commenti "bigotti" che non avrebbero colto il consenso, tramutando il tutto in un enorme violento stupro.
Questo resta un romanzo famoso, che ha fatto la storia.
Se vi incuriosisce la tematica, da leggere.
È piuttosto breve, ma intenso.
Per comprenderlo però bisogna arrivare alla fine, scoprendo tutto il percorso di O, guardandola crescere e comprendere ciò che desidera. Arrivando ad esser fiera di ciò che è, senza più imbarazzo.
Puzzle, di Frank Thilliez [Instagram Post]
𝑄𝑢𝑎𝑙𝑠𝑖𝑎𝑠𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑖, 𝑛𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑖𝑜' 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑖 𝑎𝑐𝑐𝑎𝑑𝑟𝑎' 𝑒' 𝑙𝑎 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑡𝑎'.
𝑃𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑖𝑜 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 2:
Ammetto che ho tutti i romanzi (pubblicati in Italia) e che per ora avevo letto solo Il Manoscritto. Eppure "dovevo" avere anche questo, mi incuriosiva troppo e, fortunatamente, mi è rimasta questa curiosità che mi ha portato a divorarlo.
È stato un percorso interessante, ma probabilmente avevo aspettative troppo alte a riguardo.
PERÒ....
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Opinione: Puzzle, di Frank Thilliez
𝑄𝑢𝑎𝑙𝑠𝑖𝑎𝑠𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑖, 𝑛𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑖𝑜' 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑖 𝑎𝑐𝑐𝑎𝑑𝑟𝑎' 𝑒' 𝑙𝑎 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑡𝑎'. 𝑆𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑔𝑖𝑜𝑐𝑜.
𝑃𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑖𝑜 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 2: 𝑈𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑜𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑖𝑟𝑎'.
Ammetto che ho tutti i romanzi (pubblicati in Italia) e che per ora avevo letto solo Il Manoscritto. Eppure "dovevo" avere anche questo, mi incuriosiva troppo e, fortunatamente, mi è rimasta questa curiosità che mi ha portato a divorarlo.
È stato un percorso interessante, ma probabilmente avevo aspettative troppo alte a riguardo.
PERÒ....
Dopo aver curiosato ho scoperto che è stato pubblicato per la prima volta nel 2013, quindi rispetto a tutti gli altri tradotti in Italiano è quello più vecchio.
Nonostante non sia uno dei romanzi d'esordio (mi sembra dia il dodicesimo).
Torniamo al romanzo:
Si può dire che abbiamo due protagonisti.
I POV principali infatti sono quelli di Lucas Chardon e Ilan Dieduset.
Lucas è un malato psichiatrico che, dopo aver perso la memoria, inizia a raccontare cosa accadde quando venne trovato in un rifugio insieme a 8 cadaveri.
Ilan invece lo conosceremo quando la sua ex ragazza lo chiamerà per riportarlo dentro la ricerca di Paranoia, un gioco che promette sia di essere estremamente complicato e selettivo, sia un montepremi decisamente ottimo per l3 vincitor3.
Nel complesso una bella lettura, interessante, che riesce ad instillare dubbi nel lettore e sballottarlo, cercando di depistarlo dal finale.
Indizi spesso molto particolari e difficili, che personalmente non avrei saputo decifrare.
Davvero molto complesso e ben pensato su questo argomento, rendendo evidente il lavoro dietro a tutto questo enorme (appunto) Puzzle.
Un viaggio in cui la psiche è centrale.
Da una parte un malato psichiatrico che non ha ricordi. Dall'altra Ilan che si ritrova lentamente catapultato dentro Paranoia che, come suggerisce il nome, non è una passeggiata per la mente.
Niente di quello che stanno per vivere è vero.
Quindi, cosa è reale e cosa no?
In un contesto di solitudine, in un ambiente ostile e terrificante, dove sono tutti avversari, la paura e il sospetto crescono, ma sopratutto cose strane iniziano ad accadere....fa tutto parte del gioco? O c'è dell'altro?
Ottime premesse, però un finale che mi ha deluso.
Già dalle prime pagine mi ero fatta delle teorie sulla fine e quella più banale è risultata vera.
Un grande peccato anche "come" si chiude la vicenda. Senza lasciare dubbi, ma prendendosi tempo per raccontare e dare tutte le risposte al lettore.
Ma, anche in questo caso, è gusto personale: ci sarà sicuramente chi apprezzerà, e chi no.
Senza sbilanciarmi e finire in spoiler, mi è capitato di vedere film che probabilmente mi hanno influenzato riguardo il pensare a queste teorie. Forse per questo, essendo più "originali" (nel momento della visione) e con impatto maggiore, hanno reso piuttosto deludente arrivare alla fine di questa storia.
Ciò non toglie che meriti di essere letto.
Nonostante questi difetti, è sicuramente ben pensato, interessante, molto scorrevole.
Ne vorrei poter parlare liberamente, ma non voglio rovinarvi la lettura.
Ma se lo leggete, vi aspetto per parlarne.
Opinione: Il Paziente Inglese, di Michael Ondaatje
Una grande storia d'amore, una trascinante tensione lirica, un fragile Eden troppo vicino all'Apocalisse.
Sul finire del secondo conflitto mondiale, tre uomini e una donna si rifugiano in una villa sulle colline di Firenze. Al piano superiore giace, gravemente ustionato in un incidente d'aereo e accudito dall'infermiera Hana, il misterioso «paziente inglese». Dai suoi racconti, allucinati dalla morfina, riemergono l'amore travolgente per Katharine e le avventurose peregrinazioni nel deserto. Intorno alla sua convalescenza s'intrecciano le vicende degli altri abitatori della villa: Hanam Caravaggio, un ladro che lavora per i servizi segreti, e Kip, un sikh, abile artificiere. La memoria, i miti e le leggende dei quattro protagonisti, lacerati e turbati dall'esperienza della guerra, ripercorrono la storia di un'epoca, e ci permettono di giudicarla. Ma «Il paziente inglese» è soprattutto una grande storia d'amore, un sogno emozionante, animato da una trascinante tensione lirica, ambientato in un fragile Eden, troppo vicino all'Apocalisse.
Insomma, non vi è mai capitato di voler legger qualcosa per comprendere la sua fama?
Scoprirne la storia per sapere di cosa di sta parlando?
Ecco!
Vittima del marketing, volevo la borsa del lettore Garzanti e ho iniziato a spulciare titoli. Fra troppi di Crichton (fra cui non riuscivo a decidermi) vedo lui, ed è stato un "perché no?!". Così subito nel carrello, prima di pentirmene e cambiare idea, o entrare in un loop infinito di rimorso, pensieri, sensi di colpa non sense.
Ora che vi ho annoiato con roba di cui non poteva fregarvene nulla, parliamo del romanzo.
Ci troviamo in Italia, a Villa San Girolamo; utilizzata come ospedale da campo, dopo aver fatto arretrare i tedeschi, finché la necessità spinge ancora il personale ed i pazienti a spostarsi. Tutti tranne due.
Una giovane infermiera e un misterioso paziente completamente carbonizzato e impossibile da muovere.
Lei decide di restare con lui anche perché distrutta da questa guerra, da ciò che le ha portato via, pezzo per pezzo, giorno dopo giorno.
Conosceremo così Hana, di appena vent'anni, di origine canadese. E il misterioso paziente, definito inglese ma che nessuno può effettivamente identificare. Nemmeno lui stesso, non ricordando più nulla, tranne vaneggiamenti che non si avvicinano al presente. I giorni procedono sospesi nel tempo, in questa villa staccata dal mondo, fra libri, morfina, e abbandono.
Le cose cambiano quando, al sentire di questa "coppia", arriva Caravaggio. Un amico del padre di Hana, che la conosce da quando era piccola. Un ladro, che si è ritrovato "arruolato" per sfruttare il suo talento per procurare informazioni o altro. Ahimè catturato e come dono, prima di abbandonarlo per la fuga, gli hanno tranciato entrambi i pollici.
Oltre a lui arriverà anche Kip, un indiano che finisce per lavorare negli artificieri e si ritrova a dover girare per l'Italia a sminare tutto ciò che i nazisti potrebbero essersi lasciati alle spalle come ricordo.
Queste vite si intrecciano e, fra passato e presente, ci portano a veder come queste vite incidano l'una sull'altra e portino ad una scossa, arrivando alla verità riguardo questo paziente Inglese. Mentre nel passato scopriremo, uno per volta, ciò che erano e ciò che sono diventati i vari protagonisti. .
Ammetto che non è proprio di facile lettura.
Sicuramente non è una storia d'amore così importante come, almeno io, credevo potesse essere. C'è amore, ma non è il fulcro. Al centro c'è la guerra. Come cambia le persone. Ma c'è anche l'ambizione, la conoscenza.
Sono arrivata alla fine e gli ultimi capitoli mi hanno un po' deluso. Viene chiusa la faccenda in modo affrettato, quasi brusco. Troviamo la risposta che cercavamo dalle prime pagine, ma in maniera troppo rapida rispetto a tutto il viaggio, che ammetto spesso può risultare estenuante nei dettagli.
Ma se li amate, questo fa proprio per voi: niente di approssimativo, buttato a caso. Ogni cosa è pensata e meticolosamente inserita in questo romanzo per dare un senso di maggior potenza all'ambientazione, soprattutto africana. Poiché è lì che si schianta col suo aereo il paziente Inglese e fin da subito è chiara la sua infinita conoscenza geografica. .
Un libro che riunisce tante tematiche e che nel complesso non è male da leggere, ma bisogna staccare le aspettative dalla realtà cartacea per apprezzarlo molto di più.
Cercherò di recuperare il film perché sono curiosa di come lo hanno trasposto, anche se ne ho paura (sono quasi 3 ore se non sbaglio). Chissà se e quanto sarà fedele.
Dal trailer sembra poco.
Eva, di Nicoletta Vallorani [Instagram Post]
Lì rileggerò entrambi, in ordine temporale di pubblicazione. Ma tra un bel po' di tempo, ora altro mi chiama.
Tornando al romanzo però...diversissimo dal suo "seguito"!
Una scrittura decisamente più lineare, meno astratta e poetica. Vi dico solo che ci sono quasi 20 anni fra i due romanzi, quindi lo stile di un autor3 evolve, ma non credo di aver mai trovato qualcuno il cui modo di scrivere cambiasse così tanto; di solito si migliora, certo, ma sembrano due autor3 diversi se non si legge chi li ha scritti.
E, sinceramente, ho apprezzato entrambi questo stili. È strano, ma interessante.
Opinione: Eva, di Nicoletta Vallorani
Non sarà proprio un opinione riguardo questo romanzo, poiché l'ho iniziato in preda ad una forte curiosità (dopo aver finito "Avrai I Miei Occhi"), ma la vita si è messa in mezzo e l'ho finito giusto per arrivare in fondo. Quindi ad un certo punto mi sono ritrovata a leggerlo velocemente e superficialmente.
Lì rileggerò entrambi, in ordine temporale di pubblicazione. Ma tra un bel po' di tempo, ora altro mi chiama.
Una scrittura decisamente più lineare, meno astratta e poetica. Vi dico solo che ci sono quasi 20 anni fra i due romanzi, quindi lo stile di un autor3 evolve, ma non credo di aver mai trovato qualcuno il cui modo di scrivere cambiasse così tanto; di solito si migliora, certo, ma sembrano due autor3 diversi se non si legge chi li ha scritti.
E, sinceramente, ho apprezzato entrambi questo stili. È strano, ma interessante.
Un indagine che però si perde rapidamente, assorbita nella vita caotica del protagonista Nigredo, che si imbatte in figure decisamente particolari, fra cui spiccano Olivia e Eva, di cui ne diventa presto ossessionato.
Un mistero che serve da sfondo per tutto un altro genere di storia, con un finale che molti di voi intuiranno e arriveranno alle ultime pagine solo per capire "come" ci si arriva.
Come dicevo, un romanzo in cui conosciamo Nigredo. Lui ci parla e ci porta lungo tutto il romanzo. Capiremo il suo passato e cosa lo ha portato ad essere una sorta di investigatore, nonostante i suoi trascorsi non proprio puliti.
Ho trovato però ridondante il ricordo di un "trauma", che torna troppo spesso fra le pagine e lo ripete, non aggiungendo altri elementi potenzialmente utili.
Conosceremo anche Olivia, che qui resta estremamente marginale sopratutto se prima si è letto "Avrai I Miei Occhi" (in cui è lei che "parla").
Nota positiva, avendo fatto questa lettura "inversa" ho capito molte cose che non vengono spiegate subito su di lei, quindi le particolarità che rendono Olivia unica e le permettono di apparire al momento giusto e fare la cosa giusta.
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E, prima che mi dimentichi, in questo romanzo sono stati aggiunti 3 brevi racconti. Uno in particolare si vede che è "l'idea" di "Avrai I Miei Occhi".
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Ma parliamo di ambientazione!
Se il tutto mi era apparso confuso, qui troviamo molti più dettagli relativi a questa Milano futuristica. Sia come, appunto, ambientazione che come struttura sociale.
Nota "dolente": chi conosce Milano si godrà la storia in un modo totalmente diverso da chi c'è stato solo qualche volta o mai, perché vengono fatte molte citazioni, che però solo chi "sa" può cogliere.
Un po' un peccato.
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Tirando le somme.
Un romanzo interessante, più "semplice" rispetto al suo seguito. Però....non lo so, mi sono decisamente persa nel finale e non ho ben capito la "risoluzione" del caso al 100%.
Sicuramente è colpa della mia mancanza di concentrazione. E quindi non so dire, onestamente, se nel testo sia tutto abbastanza palese oppure manca qualcosa.
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Un altro NI che però voglio riprendere in mano per capire se il problema sono io o il romanzo.