Opinione: Chiamami col tuo nome, di André Aciman


Vent’anni fa, un’estate in Riviera. Una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un brillante professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, Elio aspetta come ogni anno «l’ospite dell’estate, l’ennesima scocciatura»: uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, il giovane americano, subito conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti, quasi sfacciati. Anche Elio ne è irretito. I due ragazzi condividono conversazioni appassionate su libri e film, discussioni sulle loro comuni origini ebraiche, e poi nuotate mattutine, partite a tennis, corse in bici e passeggiate in paese. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, fatto di ossessione e paura, di scaltra dissimulazione e slanci ingenui, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all’estasi. La scoperta di quei giorni estivi e sospesi in Riviera e di un’afosa notte romana è quella, irripetibile, di un’intimità totale, assoluta. Perché l’intensità, la forza di quell’esperienza, l’autenticità di quei sentimenti sono destinate a rimanere insuperate. Chiamami col tuo nome è la storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una lunga lettera d’amore, un’invocazione, una domanda che resta aperta per gli anni a venire, finché Elio e Oliver si ritroveranno, un giorno, a cercare parole per dire l’indicibile, per confessare, prima di tutto a se stessi, che «questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta».

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Lettura che ho scoperto grazie al Gdl "Rete Contro La Paura" organizzato da @madamepalomar (la trovate su IG). Ed è anche stato il primo libro che ho ascoltato tramite Audible, anche se neanche metà perché come lettura era lento e non lo avrei mai finito se aspettavo quella tempistica.

Una storia che si presenta fresca, frizzante e interessante. Siamo in Riviera, circa vent'anni fa, in un'estate fra tante, durante le quali la famiglia di Elio ospita uno studente ogni anno. E in questo anno Elio incontrerà Oliver e ne rimarrà affascinato profondamente. Un desiderio molto forte e profondo, che si muove fra la paura di essere troppo piccolo, troppo banale, troppo ridicolo, e la voglia di buttarsi e sperimentare questo sentimento che sta provando.
Oliver appare inizialmente quasi snob, trattando Elio da ragazzino, e comportandosi a volte in maniera sgarbata. Elio va a pagine! Alle volte è spigliato, poi giri pagina e si mette a fare i capricci, poi magari si arrabbia e vuole mandare a quel paese Oliver, per poi nel paragrafo dopo strisciargli ai piedi. Spesso insopportabile, ma permette attraverso questi periodi di immedesimarci e ricordare come sono state le prime cotte, i primi amori, le prime volte in cui non si sapeva nemmeno cosa fare, ne se farlo!

Questo per buona parte di metà romanzo, fino alla svolta, quando lentamente Elio prende coraggio ed inizia a farsi avanti, provando a manifestare e far capire cosa provi e cosa voglia a Oliver, che continua a tenerlo distante, spesso per proteggerlo.

Un infatuazione che colpisce forte e chiara, nonostante sia un tema che non viene affrontato così apertamente, la bisessualità. Perché Elio è attratto anche dalle donne e durante il romanzo si divertirà parecchio, ma questa fissazione, questo desiderio per Oliver non riuscirà proprio a farlo andare via.

Un grande peccato che il tutto poi abbia un declino terribile dopo metà romanzo. L'ultimo terzo del libro diventa lungo, noioso, ricco di dettagli inutili. Sembra un insieme di cose per riempire lo spazio e si passa da un analisi di sentimenti, emozioni, paure e dubbi, a pura descrizione di alcuni giorni, senza troppa introspezione. Per non parlare degli ultimi capitoli, che non riesco proprio a capirne il senso. Staccano con tutto e si poteva concludere molto prima. Ok, avrebbe lasciato in sospeso la storia, ma meglio così della fine che gli è stata data.

Un grande NI, perché regala spunti interessanti, ma spesso si perde e rende odiosi i vari personaggi.
A voi se vi ispira leggerlo buttarvi o meno, io non lo sconsiglio.

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