Opinione: Fame. Storia del mio corpo, di Roxane Gay


In principio è il candore dei dodici anni. Quando pensi che nessuno a cui vuoi bene possa farti del male. Poi succede l'impensabile. Un atto di violenza feroce. E Roxane, annientata dalla vergogna, incapace di parlare o chiedere aiuto, comincia a mangiare, mangiare, mangiare. A barricarsi in un corpo che diventa ogni giorno piú inespugnabile dagli sguardi maschili, una fortezza dove nessuno sarà piú capace di raggiungerla. Quella di Roxane Gay è la storia di un desiderio insaziabile, di battaglie sempre perse contro un corpo ammutinato, di una lotta contro una cultura che spinge le donne a odiarsi se non corrispondono alle aspettative. Ma la fame di Roxane Gay è anche il motore della sua fenomenale spinta creativa e della sua sulfurea personalità. Oggi è un'intellettuale, attivista e scrittrice, una delle voci piú rispettate della sua generazione. Soprattutto una donna che ha trovato le parole per raccontare la propria storia.

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Questa lettura fa parte del #GdlDonneDaLeggere creato da @julietinwonderland (la trovate su IG), che è andata dal 15 Dicembre fino ad oggi. E per una volta sono riuscita a farcela con i tempi!
Andate sul suo profilo e se lo avete letto, fatevi sotto! Così si può discutere insieme.

E' davvero piccolo, un 200 paginette scarse, ma molti intenso.
Questo libro è un saggio in cui l'autrice si racconta e spiega che cosa sei stato per lei vivere in un corpo che non sentiva propriamente suo, infatti Roxanne è obesa, molto molto obesa.
Ci spiegherà, attraverso tutte queste pagine, che la sua condizione non è "apparsa per caso" ma ha radici ben precise: tutto questo è nato a causa di un abuso che ha subito da ragazzina, che l'ha portata a vedere il cibo come un rifugio, come qualcosa da poter usare per mettere un una barriera fra lei gli altri.
Il grasso riusciva a creare una fortezza per lei, qualcosa che che la proteggeva dal mondo esterno, una difesa, un modo per allontanare la gente (soprattutto gli uomini) che avrebbero potuto farle del male (ancora).
Per lei diventare così grossa, rendersi schifosa, repellente, era una sorta di salvezza e più mangiava più si sentiva bene, nonostante si odiasse nello stesso tempo per ciò che si stava facendo. In più si rendeva conto che il mondo la detestava solo per il fatto di essere grassa (e quindi non conforme ad uno standard).

Molto spesso ci porterà degli esempi della sua vita, di come lei l'ha passata in questo corpo che non è ben visto dalla maggior parte della gente; dalla moda in primo luogo (con standard irraggiungibili ed assurdi) e/o anche da chiunque, uno sconosciuto qualsiasi che si può incontrare passeggiando per strada. Ti guarderà male, inizierà a farsi dei pregiudizi su di te, e tu ti sentirai in colpa anche se, a volte, non hai una colpa effettiva. Il tutto solo per del grasso.
Ok, potresti mangiare meno, potresti fare esercizio fisico, potresti impegnarti per sistemare la tua vita dimagrendo e rendendola migliore; non perché "magro è bello", ma per una questione di salute principalmente, poichè si presuppone che un normopeso dovrebbe essere sano (o comunque molto più sano di un obeso grave).

Manca questa parte nelle sue riflessioni di Roxanne perché quando parla dei medici, dei suoi incontri con alcuni dottori, sembra quasi che sia infastidita quando loro si focalizzano sul suo peso; cosa che non credo sia sbagliata per niente, perché alla fin fine il peso incide tantissimo sulla qualità della vita della gente: se una persona sedentaria mangia schifezze ed è enorme, sicuramente avrà dei problemi. Lei fortunatamente non ne ha, o perlomeno non ne ha così tanti, ma è ancora abbastanza giovane, mentre ci parla lei è sulla quarantina.
Eppure resta questo questo fastidio suo verso i medici o chiunque voglia dirle qualcosa sul suo peso come se nessuno avesse il diritto di dirle certe cose.
Sicuramente primo tizio che passa per strada non ha alcun diritto di mettere becco, ma un medico o addirittura la sua famiglia?
Loro infatti le vogliono bene, vogliono che sia sana, vogliono che sia che abbia una vita felice...lei però vede tutto questo come un affronto a quello che ha costruito, perché in effetti lei ha costruito questo corpo con molto impegno. Ci ha messo anni, ci ha messo dedizione, ci ha messo impegno, per creare e mantenere questo corpo massiccio come una roccaforte che la protegga la tutto il resto.

Ed è triste leggere che nonostante gli sforzi dei genitori per tentare di capirla lei non sia riuscita a parlare del perché avesse bisogno di tutti quei chili; non perché non lo abbia voluto ma per tante circostanze che l'hanno reso davvero difficile, infatti (ricordo che) alla base di tutto c'è stato uno stupro di cui lei non ha mai voluto parlare con i suoi genitori, fino a pochi anni fa, quando è diventata famosa ed ha iniziato a raccontare molto più di sè, mettendo la sua faccia e dando la sua storia in pasto al pubblico, e solo in quel momento anche i suoi genitori hanno scoperto la verità.

Quando era più piccola non se la sentiva di affrontare tutto questo, si sentiva come tantissime altre vittime: sporca, sbagliata, colpevole, impossibile da capire e perdonare; come avrebbe potuto raccontarlo ai suoi genitori? Sicuramente non le avrebbero più voluto bene, ed usava il cibo come difesa, come metodo per affrontare la vita.

Eppure si odia, perché da una parte vorrebbe dimagrire, vorrebbe migliorare, essere più carina anche solo per sé stessa e per togliersi degli sfizi che noi "normopeso" diamo per scontato; dall'altro non ci riesce perché non appena perde del peso si sente più debole e qualcosa scatta dentro di lei, obbligandola a riprendere quei chili per mantenere intatta questa corazza.
Durante gli anni ci rendiamo conto di quanto lei faccia davvero fatica ad accettare questi due lati di sé e non riesca proprio ad uscire da questa spirale, che la costringe a rimanere obesa ed infelice per migliaia di piccole ragioni quotidiane che si trova a dover affrontare.

Roxanne ci parlerà di tutto questo dolore, ma anche delle sue rivincite, perché non si arrende e ci racconterà tutti i traguardi che ha ottenuto, con fatica e merito.
E' diventata una scrittrice famosa, ha iniziato ad affrontarsi,...Finalmente si sta mettendo davanti a uno specchio e lo sta facendo (anche) per noi, raccontandosi, mettendo tutto nero su bianco; si spesso si ripete, certi capitoli sono noiosi, alcune cose non hanno quasi senso,  però altri sono molto più interessanti per gli spunti di riflessione che offrono.
Uno specchio che permette anche a noi di osservare cosa stiamo facendo e come ci comportiamo, magari senza cattiveria voluta, nei confronti di chi è grasso. Perché c'è sempre qualcosa dietro tutti quei chili, in primis una persona di cui non conosciamo niente.



Io ed i saggi facciamo a pugni, quindi potete immaginare la fatica che ho fatto a finirlo nonostante le poche pagine. Il fatto che fosse autobiografico e trattasse un problema di percezione mi ha sicuramente stimolato a finirlo.
Come donne siamo bombardate da stereotipi assurdi continuamente, e "grasso è brutto" è sicuramente uno di quelli più forti, circondate costantemente dalle immagini di donne irreali, create grazie alla magia del computer. Avere il punto di vista di una donna fortemente obesa è interessante, specialmente quando riflette sul pericolo di obesità che sembra stia invadendo il mondo, eppure lei fatica quotidianamente in ogni ambito e (giustamente) si chiede: ma il problema dov'è se tutto resta costruito per persone magre?
Trovare vestiti, andare al cinema, mangiare in un ristorante, andare dal dottore, salire su una macchina, usare i mezzi pubblici,...niente è cambiato.
Se davvero la gente sta diventando tutta obesa, perché il mondo non sposta il centro verso i grassi? Perché questa grassofobia?!

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