Opinione: Questo è il mio sangue, di Elise Thiébaut




Un saggio brillante, ironico, provocatorio che affronta un tabú millenario. Perché è giunto il momento della rivoluzione mestruale.
Perché ancora oggi le mestruazioni sono un argomento di cui ci si vergogna, che discrimina le donne? Perché per definirle usiamo perifrasi come «Ho le mie cose», «Sono indisposta», «Ho il ciclo»? Perché ci imbarazza cosí tanto il modo in cui funzionano i nostri corpi? E se fossero gli uomini ad averle? Un saggio brillante, ironico, provocatorio che affronta un tabú millenario. Perché è giunto il momento della rivoluzione mestruale. Per quasi quarant'anni, ossia per circa 2400 giorni, le mestruazioni accompagnano la vita di ogni donna. Eppure rimangono un argomento circondato da silenzio e vergogna. Perché abbiamo tanta paura di un processo naturale che ci permette di dare la vita? Come mai ci affrettiamo a nascondere nella borsa gli assorbenti quando capita di tirarli fuori per sbaglio? Perché bisbigliamo «mestruazioni» mentre siamo pronti a gridare insulti di ogni tipo? Mescolando antropologia, storia, ecologia, medicina ed esperienza personale, Élise Thiébaut affronta un argomento delicato e insospettabilmente accattivante, riuscendo con la sua prosa vivace a dimostrare quanto sia complesso il principale protagonista della vita femminile. E quanto le superstizioni, le leggende, i non detti, abbiano influito per secoli sulla discriminazione delle donne. Sorprendente, chiaro, scientificamente accurato, Questo è il mio sangue , oltre a essere un appassionante viaggio alla scoperta di un fenomeno naturale come mangiare, bere, dormire, fare l'amore, è anche un manifesto della rivoluzione mestruale in atto. Perché parlare apertamente di mestruazioni significa, per ogni donna, accedere a una nuova consapevolezza di sé, del proprio corpo e della propria identità.            

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Semplicemente bellissimo.
Lo avevo visto di sfuggita nelle storie di @lhascrittounafemmina e mi è rimasto impresso nella mente. Se avete prestato un po' attenzione alla cronaca, degli ultimi mesi soprattutto, è tornata a gran voce la richiesta di abbassare tassa sugli assorbenti per renderla uguale a quella dei beni di prima necessità ovvero il 4% (se non toglierla del tutto).
Tutto questo "putiferio" è ritornato alla ribalta dopo la decisione del governo di abbassare la tassa sui tartufi e quindi potete immaginare la reazione nel leggere una cosa del genere, che appare come una presa in giro quando si chiedono cambiamenti su questioni molto più serie e vengono ignorate.

La cosa che mi ha stupito (e fatto incazzare) di più è che tantissime persone tra cui molte donne si sono schierate contro questa lotta. Probabilmente sono persone benestanti che hanno un ciclo regolare breve e che non gli comporta disguidi, a cui non frega niente di qualunque altra donna e se possa o meno avere problemi in tal senso. Maschilisti che urlano a gran voce che questa è l'ennesima "battaglia femminista" che mette la donna sopra l'uomo.
Chiariamo una cosa (per la milionesima volta):
Femminismo è maschio = femmina
Se qualcuno dice il contrario non ha idea di cosa sia il femminismo.
Se una donna si proclama femminista ma è sessista, non è femminista.

L'autrice ne parla di questa enorme battaglia globale, citando il testo (non parola per parola):
Nel 2000 la Gran Bretagna è passata dal 17,7% al 5% e hanno continuato la questa battaglia finché non è non è stata ridotta a zero. In Germania la tassa e 17%, in Belgio il 21%, in Spagna il 10%, Svezia e Norvegia il 25%, mentre l'Ungheria è al 27%.
Negli Stati Uniti 5 Stati hanno soppresso la tassa e nel 2016 New York ha deciso di rendere disponibili gratis queste protezioni nei college e nelle università pubbliche come rifugi per senzatetto e nelle carceri.
In Francia è stato ridotto al 5,5%, vittoria parziale perché si puntava un 2,1% (lo stesso valore applicato ai farmaci con ricetta) oppure azzerarla.
Oltre a questo si puntava anche a fornire di distributori automatici di assorbenti in luoghi pubblici, perché come si distribuiscono preservativi dovrebbero esistere anche di altro più irreperibile se capita urgenza.

Ma come ci farà notare spesso: è solamente un bisogno biologico incontrollabile che colpisce le donne dai circa 10 anni fino ai 55/60 (mediamente), per 7 giorni al mese, fin dall'inizio dei tempi. Pretendiamo troppo ad essere considerate e, addirittura, ad urlare a gran voce di avere diritti in tal verso. Figuriamoci far accettare che possa comportare dolore e malattie piuttosto gravi, cosa che solo oggi (e comunque con scetticismo anche dal campo medico) viene presa in considerazione.
La donna deve soffrire, perché si lamenta? Lo sappiamo già che "ha le sue cose" ed è intrattabile.
(Eh già, i luoghi comuni sono davvero duri a morire).

L'autrice è francese e quindi la sua esperienza personale si baserà principalmente sulla Francia, ma non si è rinchiusa in quel mondo, ma ha allargato davvero molto gli argomenti che ha deciso di trattare, che sono vasti.
Per esempio ci parlerà della sua vita, di come ha vissuto le mestruazioni fino ad arrivare alla menopausa. Infatti lei ha fatto tutto questo ragionamento quando ormai il suo periodo fertile era finito, però si è ritrovata a riflettere pensando quanto sia "stupido" avere ancora questo taboo addosso e sperando di riuscire a far comprendere più cose, unendosi alla "battaglia" per sdoganare tutto questo e (magari) arrivare al giorno in cui sarà normalissimo e le donne potranno vivere in pace col proprio corpo.
Perché si, le mestruazioni possono essere una grande fonte di problemi (semplicemente per chi ha un ciclo abbondante), ma rivelarsi quasi letali per chi ha malattie legate ad esso; ancora oggi difficilmente diagnosticabili e a volte minimizzate per i sintomi che presentano (il dolore, come dicevo sopra). Lei lo ha vissuto sulla sua pelle, rischiando davvero molto e passando tantissimi anni a cercare risposte ed ottenendole solo quando poteva essere tardi.

Ci parlerà anche in maniera più fredda e biologica del corpo femminile, spiegando bene in cosa consiste il nostro apparato riproduttore, tutti i dettagli che lo riguardano, dalle mestruazioni fino ad arrivare a parlare delle cellule e degli ormoni che regolano il tutto. Insomma tantissime cose che lei cercherà di spiegarci, dando però l'idea di quanto può essere complicato e ampio tutto ciò che ci succede, a cui ci accorgiamo solo quando sanguiniamo.

Questa enorme parentesi la troviamo qua e là nel libro contiene molti riferimenti (o forse dovrei dire speranze) al futuro alla ricerca, perché ci rende partecipi del fatto che non esista quasi una ricerca che miri a comprendere il ciclo mestruale e le malattie legate ad esso.
Insomma, siamo circa metà della popolazione mondiale, ma a quanto pare non meritiamo studi approfonditi su cosa succede nel nostro corpo, perché (in effetti) hanno fatto delle scoperte solo di recente che sono incredibili, e vien da chiedersi perché non prima e/o perché siano così poche.

Ne parla anche attraverso c'è una prospettiva storica, mettendo in campo sia le superstizioni, che sentiamo anche adesso continuare a girare e che fanno sorridere ma che rappresentano problemi molto seri in alcune zone del mondo, sia partendo dal passato (per esempio cita Artemide) e come moltissime cose abbiano un riferimento o siano una metafora del ciclo mestruale o delle stesse mestruazioni.

Sono nominate delle donne che hanno fatto scalpore negli ultimi anni perché hanno (banalmente!) mostrato le proprie mestruazioni in pubblico. C'è una giovane donna che ha corso una maratona senza indossare niente, per dimostrare che non c'è niente di male, per dimostrare a se stessa e agli altri che poteva farcela nonostante avesse il ciclo, e soprattutto cogliendo l'occasione per far parlare di mestruazioni, del problema che non tutte possono permettersi degli assorbenti.
Ovviamente grida e sdegno pubblico, non sia mai che ci si possa macchiare in pubblico e non vergognarsi!
Simile a lei anche un'altra ragazza (che è diventata poi famosa per il libro di poesie Milk and honey ) ha fatto scandalo pubblicando una foto su Instagram di lei nel letto, di spalle, mentre aveva sporcato di sangue i suoi pantaloni e il copriletto. La foto è stata subito censurata dai social, ma lei l'ha rimessa più e più volte, perché non c'è niente di scandaloso in questa foto (dovendo anche specificare che si trattava di sangue finto), portando di nuovo a discutere su questa tematica.

Durante la storia parla anche di cosa veniva usato per coprirsi durante il flusso, fino ad arrivare alla assorbente ed il tampone, quest'ultimo esisteva già molto tempo prima di essere brevettato è venduto in giro per il mondo. Inventato nel 1937 ha dovuto aspettare il 1950 per essere utilizzato e solo nel 1972 viene dato il "permesso" anche alla ragazzine, creando una versione mini che non lacerasse il loro imene.
La premura per la verginità sempre al primo posto.

E visto che parliamo di assorbenti, un fatto davvero inquietante a cui non avevo mai pensato prima si è fatto strada nella mia mente grazie a questa lettura che lo evidenzia, ovvero: non ho mai pensato agli ingredienti che venivano messi al loro interno.
Voi ci avete mai fatto caso?
È una cosa assurda, però (davvero!) non c'è alcuna legge che obblighi i distributori a mettere ogni elemento contenuto sulla confezione. Non c'è scritto niente di niente sugli ingredienti in nessuna confezione. Assurdo, no?
E' stata una ragazza a muoversi in questo senso pubblicando una petizione online (solo qualche anno fa, in Francia) chiedendo che venisse obbligata ogni casa produttrice a stampare sulle etichette tutto ciò che veniva contenuto in questi prodotti.
Nonostante lo scalpore, nessuno l'ha considerata e nessun ente governativo si è mosso per portare avanti la causa; solo un'azienda per i consumatori ha iniziato a fare dei test su questi prodotti e i risultati sono agghiaccianti.
Gli assorbenti non devono neanche passare sotto i controlli a cui sono costretti i prodotti della cosmetica. Nessuno li verifica. Nessuno controlla questi prodotti che noi ci mettiamo nelle mutande o dentro la vagina, alcuni risultati potenzialmente cancerogeni.
Questo rende perfettamente l'idea della considerazione generale della donna.

Ho scoperto che esiste la Giornata Internazionale dell'Igiene Mestruale, il 28 maggio, allo scopo di eliminare il tabù e offrire alle ONG che lavorano sotto questo tema una finestra di 24 ore per sensibilizzare il grande pubblico sulla questione.
Un giorno?! Ci rendiamo conto che è niente?
(Visto che temo sia quasi sconosciuto e chi ne parla sarà sicuramente vittima di minimizzazione se non intulti)


Insomma ho cercato di dare una panoramica in più vasta possibile senza entrare effettivamente nella nello specifico di questo bel libro e mi rendo conto che ho detto tantissimo senza dire niente.
È un argomento così importante, ricco, ancora troppo taciuto che si potrebbe parlarne per ore ore ore e continuare, perché c'è davvero troppo dietro tutto ciò. E nonostante siamo "fortunate" a vivere in paesi che consideriamo sviluppati abbiamo davvero ancora tanta strada da fare, come se valessimo meno e non meritassimo tempo da spendere.
Senza contare le donne che vivono in povertà, in condizioni igieniche disastrose, che vivono in luoghi dove diventano impure quando hanno le mestruazioni e vengono emarginate in quel periodo.

Un libro che stra-consiglio perché, sia che siate donne sia che siate uomini sia che siate giovani vecchi non importa, questo libro merita di essere letto, sperando di aprire qualche mente o semplicemente di dare informazioni importanti che non si conoscevano precedentemente; sperando di creare discussioni e portare alla luce tante storie diverse (poiché nessuna vive il ciclo allo stesso modo); sperando che un giorno tutto questo sia sorpassato e il ciclo mestruale sia qualcosa di sdoganato, di cui parlare alla luce del sole e che nessuna debba soffrire solo perché così è sempre stato.

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